C'ho la falla nel cervello
Oddio, come trend certamente, ma quel che volevo dire è che l'aumento attuale potrebbe essere dovuto ad una fluttuazione stocastica, perchè sottolineiamo come attualmente si sia a +2° dalla preindustriale praticamente. Voglio sperare che sia solo una cosa temporanea, e che fra qualche settimana al massimo si torni sotto i +1,5°...
Mi “intrufolo nel discorso” da utente che spesso legge e riflette.
Mi trovo però a constatare che ormai il dibattito sul riscaldamento climatico sia ormai intriso di neo-millenarismo, di aggettivi come “drammatico” , “catastrofico” ecc.
Non sono un esperto di statistica e non mi permetto di parlare di modelli o algoritmi. Mi piace però osservare e ragionare.
Le rilevazioni delle temperatura sono recenti e si occupano di una materia (il clima) che esiste da quando esiste il globo terrestre, che è inserito in un equilibrio cosmico (il clima non è si può ridurre certamente, nonostante siano componenti fondamentali, al vortice polare, alle correnti, alla fascia di anticicloni) che tiene conto di energie, distanze e moti perfettamente congegnati per permettere la vita
con questa premessa, io non comprendo e personalmente sono completamente in disaccordo, nellÂ’approcciare unÂ’osservazione, ossia il trend di riscaldamento, con filtro completamente intriso di angosce millenariste. Perchè diciamolo sinceramente, il messaggio che viene venduto è che se non si agisce, il mondo finirÃ*.
Questo ragionamento è puramente ideologico: tralasciando il clima che cambia, se uno si focalizza sui disastri, la maggior parte di essi sono causati dall’essere umano per la sua incuria: costruzioni abusive, incendi causati da incuria o dolo, investimenti mancanti, ecc
Tornando al clima, leggo qui diversi utenti che si auspicano l’intervento della geoingegneria, invocata dai “filantropi” che delirano di onnipotenza.
Voler ingabbiare il clima in un modello deciso dallÂ’uomo “la pre industriale”, giÃ* fa sorridere: allora perchè non la media del 300 d.c. or del 17esimo secolo, o magari perchè no dellÂ’ultima era glaciale? E e per quanto tempo poi dovrebbe durare questo stato?
questo presupporebbe che il clima, con le sue condizioni e relaziono, sia governabile come una stufa. Sulla base di cosa poi? Di desideranda umani.
Quindi in questo modo si andrebbero a giustificare interventi da effetti ignoti, come bombardare le nubi o spargere gas per cambiare la composizione dell’atmosfera. In questo modo praticamente dando a pochi “eletti”, gli “scenziati” o i “modelli statistici”, di prendere decisioni che potrebbe compromettere veramente la vita di milioni e milioni di persone
Perchè sapete benissimo che questo genere di interventi gia esistono da decenni e pensarli su larga scala potrebbe veramente portare a catastrofi di portata mai vista nella storia dellÂ’umanitÃ*.
Non ho mai sentito parlare di studi che tengono conto degli impatti degli esperimenti di geoingegneria ad esempio, strano. Perchè qui veramente il cambiamento climatico è causato dallÂ’uomo e se si interverrÃ*, cosa quasi certa visto lÂ’approccio ideologico e perverso, veramente si potrÃ* parlare di cambiamento indotto dallÂ’uomo, piangendo probabilmente.
perdonate il messaggio lunghissimo, concludo facendo un paragone. Pensate alla chirurgia estetica, oggi avanzatissima. Da sicuramente un risultato positivo illusorio per un certo numero di anni, alquanto breve, ma con lÂ’invecchiamento del corpo viene subito mostrato il limite dellÂ’uomo: le persone acquistano tratti che nulla hanno a che vedere con la naturalitÃ*, con risultati devastanti.
Che succederebbe se intervenisse con il clima, quali conseguenze, chi si prenderebbe la responabilitÃ*? Ma stiamo scherzando?
Ben venga la lotta allÂ’inquinamento, ma bisogna smetterla di giocare a fare Dio.
Stiamo già giocando a fare Dio, lo facciamo da quando è nato l'uomo. La storia della mela di Adamo ed Eva, aldilà del contesto religioso in cui si colloca, è una allegoria metastorica di quel che l'uomo è sempre stato e sarà, qualcuno che pretende di porsi al di sopra della natura (nella storia di Adamo ed Eva sopra Dio che aveva posto la semplice regola di non mangiare la mela dell'albero) per fare come preferisce. Non è solo nel cristianesimo che ritorna questo tema, pensiamo anche a Prometeo e a tante altre storie di altre mitologie che parlano di questa tendenza dell'uomo a voler sorpassare i limiti imposti dalle divinità.
Oggi sembriamo farlo a livelli ancor più forti solo perchè il nostro impatto è molto più globale e meno limitato nel tempo e nello spazio: il nostro effetto sulla natura non si limita alla costruzione di un villaggio o al disboscamento di qualche appezzamento per farne campi coltivati, siamo giunti a creare armi di distruzione di massa che potrebbero distruggere la Terra e tutti i suoi ecosistemi, a manipolare le più elementari e primitive forme di energia per il nostro servizio e a compromettere vari habitat terrestri come mai prima nella storia eravamo stati in grado di fare.
Avrei tanto da dire su questo discorso, ma non ho voglia nè tempo. Faccio tuttavia riflettere che alcuni hanno proposto di definire l'attuale era geologica, dal 1950, come Antropocene, e io mi ci trovo d'accordo: se domani dovesse scomparire l'uomo, infatti, nulla ricorderebbe della sua presenza sulla Terra come specie intelligente. Le strutture e gli edifici imponenti oggi costruiti svaniranno, le sue opere d'arte e di ingegno cancellate dal tempo e dalla perdita di memoria, ogni sua impronta corrosa dalle forze della natura. Le uniche cose che potrebbero far sospettare dell'esistenza di una specie intelligente, talmente da manipolare la natura, saranno proprio i nostri effetti deleteri impressi per sempre nella geologia terrestre: la CO2 elevata nei ghiacci dell'Antartide o della Groenlandia, i resti di composti nucleari dovuti alle decine di esplosioni atomiche degli ultimi decenni, qualche segnale di estinzione di massa non comprovata da altri segnali di eventi geologici contemporanei all'epoca in cui sono avvenuti. E' questo ciò che mostrerà la possibile presenza dell'uomo, e non sono cose positive e di cui vantarsi.
Il tema del cambiamento climatico è sicuramente pervaso da toni millenaristi molto più di quanto dovrebbe: a me non piacciono semplicemente perchè chi li usa mi sembra come se si stesse arrendendo al giorno del giudizio. Non resta nulla da fare, solo pentirsi ed aspettare la fine. Ma la fine non è ancora scritta da nessuna parte, e abbiamo ancora tempo per deviare la rotta. Ma lo si deve fare presto e con decisione.
Il cambiamento climatico pone preoccupazione perchè sappiamo verso cosa ci stiamo dirigendo. Gli scenari sono quelli, non possono essere diversi, e sappiamo anche che le conseguenze sarebbero tragiche per l'intera Terra, ma in primis per noi esseri umani. La vita sulla Terra si è ripresa da eventi ben peggiori, potremmo però non farcela noi o farlo subendo un drastico crollo del nostro benessere e stile di vita, ed è questo che ci spaventa da esseri egoisti.
La geoingegneria non sarebbe dunque un atto da Dio più di quanto già stiamo imponendo alla Terra in questi ultimi 70 anni, ma un atto che tenta di prendere tempo. A problemi dovuti all'uomo si deve rispondere con soluzioni dovute all'uomo, perchè i tempi naturali sono troppo lunghi, è un principio che è sempre stato valido dall'alba dei tempi per noi esseri umani, e ha consentito la nostra proliferazione come specie.
Questa è la mia visione.
Spero non sia la visione degli scienziati (intesi come comunità scientifica) ma tant'è se deve essere sarà così. Mi associo a quanto detto da chi poneva l'accento sull"'interferenza sull'interferenza" (o se preferite interferenza al quadrato), invece di toglierci dai piedi, continuiamo a credere che agire sia la cosa giusta, dimenticandoci che si vuole agire contro un'altra azione che si reputa sbagliata. Meglio sarebbe riconoscere i limiti delle nostre possibilità e ritornare non ad una fantomatica età dell'oro primordiale, quanto ad un più semplice ridimensionamento delle nostre presunzioni. No l'uomo non è Dio in questo senso, non è quello il suo posto nella realtà, se proprio dovessimo cercarne uno sarebbe l'armonia, e se su questo siamo tutti d'accordo, non vedo come intervenire artificialmente (anche pensando di ristabilire questa armonia) possa avere a che fare con l'armonia. I tempi lunghi della natura? E chi lo stabilisce quanto sono lunghi? L'essere umano contemporaneo? Per chi lunghi? Per se stesso? Deve salvarsi dai suoi sbagli commettendo altri sbagli pensando di rimediare ai suoi sbagli? No, credo che la lezione a cui stiamo assistendo sia un'altra, volare bassi, molto bassi... ma col sorriso. Naturalmente questa è la (mia) visione, che fa il paio con l'opposta e sicuramente non sarà giusta nemmeno questa! Chiederemo all'intelligenza artificiale il da farsi.
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I presupposti erano sotto gli occhi di tutti ma si è fatto finta di nulla, i nodi sono arrivati invece al pettine anche prima del previsto forse...
Siamo arrivati qui e già ci sembra una follia, ma sarà solo l'inizio e ne vedremo delle belle per davvero, ve lo garantisco!!!.
Cosa possiamo fare?
Reagire con raziocinio e difenderci dalla grande calura con i mezzi che abbiamo a disposizione, invece vedo solo in giro sciocchezze sulla rivoluzione green che ci salverà...
e lo dice uno che è sempre stato dalla parte dei verdi
Intanto le mie figlie vanno a scuola a crepare senza aria condizionata ma il comune spende 5 milioni di euro (solo nel 2023) per le ciclabili. (che per un comune di 20.000 abitanti è una follia assoluta).
Mentre con 50.000 euro anche meno si renderebbero vivibili le scuole.....
e con quei 5 milioni si renderebbero più sicure migliaia di case dalle inondazioni, si isolerebbero per bene e si costruirebbero pannelli fotovoltaici....ecc...
C'è una sottile differenza però tra l'interferenza legata alla geoingegneria e l'interferenza che già attualmente stiamo eseguendo modificando il clima per mezzo dei gas serra, ed è di natura prettamente scientifica.
Le polveri (aerosol) dopo qualche anno precipitano al suolo con le precipitazioni, quindi se si volesse interrompere il processo basterebbe non pomparne più in atmosfera. Nel giro di qualche anno l'atmosfera ne sarebbe ripulita.
La CO2 e i gas serra impiegano decenni per essere eliminati, se non centinaia di anni considerando le quantità delle emissioni pregresse e ancora in corso, e pure in considerazione che non possiamo interromperle pena il crollo della nostra società (a differenza di quanto accadrebbe con eventuali aerosol).
Quando parliamo di interferenza sull'interferenza, dunque, bisogna anche capirsi di che tipo di interferenza si parla. E' l'equivalente di porre una garza su una ferita aperta per evitare che si infetti, quella garza però non è un medicinale che la fa guarire, ed è blanda/innocua evitando effetti ben peggiori.
Quanto alla filosofia per cui l'uomo già sta interferendo per cui meglio evitare ulteriori interferenze, non la capisco. Proprio perchè egli sta interferendo con la natura è in egli che si deve trovare una soluzione.
I tempi della natura, inoltre, si conoscono perfettamente: l'evoluzione delle specie richiede millenni o centinaia di migliaia di anni, i cambiamenti tettonici richiedono milioni di anni, i cambiamenti climatici richiedono migliaia di anni. Davvero possiamo aspettare tanto? No, non possiamo. O meglio, si potrebbe fare, e il risultato sarà che la natura eliminerà l'uomo e si ripristinerà con i suoi tempi. Ma davvero vogliamo suicidarci? Per quanto non mi piaccia l'uomo come specie, io sono un essere umano, e non voglio che i miei simili di oggi o di domani abbiano da scomparire dal pianeta, per quanto oggi come ieri e come domani saranno sempre incapaci di convivere pienamente con la natura.
Ultima modifica di burian br; 23/09/2023 alle 17:52
eh no Marco, su questo proprio non mi trovi d'accordo
ormai la scienza con la S maiuscola è identificabile esclusivamente con quelle che gli anglosassoni definiscono scienze dure ma proprio l'agire dell'essere umano su cui giustamente richiami l'accento, il suo fine, i suoi presupposti e le sue ambizioni sono da sempre legate a un altro genere di scienza che ormai in questo mondo prettamente tecnicista (quantomeno in molti contesti) è diventata roba di serie b semplicemente perchè non se ne vede il risvolto pratico immediato
ma piaccia o meno dietro a ogni declinazione dell'agire c'è una forma mentis e un metodo che sono legati inscindibilmente alle scienze sociali
e che piaccia o meno la scienza dura è inevitabilmente subordinata ad esse
quindi pensare che sia una perdita di tempo investire prima di tutto sulle fondamenta dell'agire non è solo sbagliato ma in definitiva all'atto pratico non porta a nessun progresso dell'eredità culturale che non sia un mero risvolto tecnico, su quello siamo sempre andati oltre in effetti
poi però nessuno si stupisca del perchè la storia è zeppa di corsi e ricorsi storici fondati sui medesimi errori nella logica formale, ancor prima che fattuali
C'ho la falla nel cervello
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