Matteo
A parer mio troppo stretta la finestra temporale.
Dal 1979 ad oggi non è possibile avere il quadro completo della variabilità climatica.
Allargando la finestra temporale infatti:
tseries_3_19_6_13_0.png tseries_3_19_10_13_0.png
nè eccezionale nè unico il comportamento del getto polare.
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 11/05/2017 alle 22:55
E' stato infatti detto chiaramente, mi pare, che non vi siano pretese di natura statistica ma che si stia monitorando l'interconnessione fra alcuni fattori per ipotizzare un diverso comportamento della circolazione nei prossimi inverni qualora la tendenza dell'artico venga confermata ne' si sostiene l'unicità o l'irreversibilita' di tale comportamento.
Inoltre l'analisi si concentra sul nord emisfero....
Matteo
Molto bello Mat.
Ovviamente un aumento dello SC in Eurasia è ben collegato a queste dinamiche.
Con il senno di poi le valutazioni su pattern bloccati la possiamo far risalire ai primi anni 2000.
Forse l'estate 2003 (anche se a dire il vero le dinamiche estive sono meno legate alla forza e andamento del Jet stream) è stato il primo vero step in questa escalation.
in proporzione nel NH se si considera uno spazio temporale differente, anche le dinamiche estive presentano una differente forza del Jet Stream:
tseries_3_19_6_15_1.png tseries_3_19_10_15_1.png
scusa l'OT @mat69 ma era giusto per puntualizzare che esiste anche il rovescio stagionale della "medaglia".
L'anomalìa artica impatta sul comportamento del vortice polare ad iniziare dalla fase della sua genesi autunnale e progressivamente si nota un maggior raffreddamento invernale delle pianure russo - siberiane nel periodo tardo autunnale ed invernale.
map_5469.jpg
e l'incipit dell'anomalìa autunnale con gpt più bassi laddove si riscontrerà in seguito la maggiore anomalìa negativa invernale:
map_3418.jpg
Matteo
Un'analisi presentata in modo molto semplice (ma non per questo sommaria) e comprensibile di un tema invece intrecciato ed una situazione complicata, già solo per la relativa mancanza di dati nell'Artico ed in alcune Regioni limitrofe. A mio modo di vedere la circolazione atmosferica ha giocato un ruolo abbastanza importante nel determinare la situazione attuale, agendo sui ghiacci artici e, come già scritto nell'articolo, con calore latente/precipitazioni/venti/etc. . Appena riesco ad elaborare qualche grafico e/o mappa intuitivi ci ritorno.
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Altro aspetto in merito a quanto detto è il trend relativo ai Dewpoint:
untitled.png
Matteo
Aggiungo qualche altro dato, che mostra ulteriormente come possano entrare in gioco sia la troposfera che i piani superiori nella faccenda del riscaldamento Artico.
Geopotenziale a 50 hPa nella regione Artica
Geopotenziale a 300 hPa nella regione Artica
Temperatura al Suolo
Grafici e Mappa si riferiscono al trimestre invernale (Dicembre-Febbraio). Nella Mappa ho scelto quel determinato lasso di tempo semplicemente per comparare un numero di anni pari tra loro, per tenere in conto la disponibilità di dati satellitari e per la verifica con un'altra variabile che accennerò tra un attimo. Si nota, come per altre variabili (vedi Dew point postato da Matteo), un cambio di tendenza. È un caso che questa inversione avvenga quasi contemporaneamente per diverse variabili? Può darsi ma sembra di no.
Questo cambio di tendenza coincide, infatti, con un altro passaggio avvenuto: da un'anomalia positiva dell'estensione dei ghiacci marini (emisfero Nord) ad un'anomalia negativa (sempre emisfero Nord), rispetto alla media climatologica 1981-2010.
Di seguito i grafici per la stagione estiva, anche se il "salto" anomalia postiva/negativa è avvenuto in diverse stagioni a secondo della zona.
Giugno
Luglio
Agosto
Consistente anche con un ritorno a valori dell' AO più bassi
anche se non sempre negativi, a causa della partecipazione di altri attori a questa relazione ghiacci/atmosfera ( a scala sinottica, planetaria,onde gravitazionali, etc. etc..).
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