Cercavo un trentennio dal trend non troppo dissimile a quello più recente, quindi ho calcolato la differenza tra la media 1921-1950 e la media 1981-2010 per vedere di quanto ci si è scaldati, mese per mese, a livello nazionale tra le due trentennali. L'ho fatto perchè quel trentennio ricalca l'andamento dell'
AMO che a mio avviso è un indice importantissimo per il clima nostrano (per me quasi sicuramente nel semestre caldo ha ben più influenza del livello di attività solare... un po' diverso è il discorso per il semestre freddo). Appena per un quindicennio su 30 anni, nell' '81-'10, si è avuta l'
AMO positiva, ma ha raggiunto valori mediamente superiori a quelli medi del ventennio 1931-1950 (pure condizionato da
AMO positiva), quindi grossomodo la relazione durata-intensità delle fasi di
AMO in esame dovrebbero compensarsi.
AMO francamente negativa, invece, nella prima parte di entrambe le trentennali prese in esame.
Altro elemento interessante per quel periodo è l'andamento della temperatura media globale, negli anni 1910 si è raggiunto il clou di un periodo pluridecennale particolarmente freddo in uscita dalla PEG, negli anni 1970 i valori degli anni '50 e '60, improntati ad un moderato global cooling rispetto ai decenni precedenti, vennero in un certo senso replicati, l'ascesa termica che ben conosciamo partì sparata infatti soprattutto negli anni Ottanta. Quindi in ambo i trentenni in questione c'è stata una progressiva ascesa nel primo ventennio abbondante ed una discreta stabilizzazione nel decennio scarso successivo (dal 1944 al 1950 invero la temperatura mondiale scese un po', mentre dal 2002 al 2010 la temperatura salì ulteriormente un pochino).
Ecco di quanto è cambiata la temperatura italiana media per ciascun mese tra il periodo 1921-1950 e il periodo 1981-2010:
Gennaio: +0,97 °C.
Febbraio: +0,41 °C.
Marzo: +0,50 °C.
Aprile: +0,16 °C.
Maggio: +0,79 °C.
Giugno: +0,64 °C.
Luglio: +0,75 °C.
Agosto: +0,86 °C.
Settembre: +0,04 °C.
Ottobre: +0,56 °C.
Novembre: +0,15 °C.
Dicembre: +0,79 °C.
Scarto totale inverno: +0,74 °C.
Primavera: +0,49 °C.
Estate: +0,75 °C.
Autunno: +0,25 °C.
Scarto per tutto l'anno: +0,56 °C.
Si notano varie cose particolari, tra cui un aumento in aprile non particolarmente netto, come invece si sarebbe potuto supporre (peraltro circola la sovrastima psicologica della longevità dell'ora apprezzabile trend rialzista di aprile, come se dagli anni '80-'90 aprile sia stato termicamente esuberante, ma così non è stato. Nella futura 1991-2020 sì, che ne vedremo delle belle in tal senso). La 1921-1950, per il quarto mese dell'anno, risulta pure ampiamente più calda rispetto alla trentennale 1971-2000. Benchè tra la 1921-1950 e la 1981-2010 si siano scaldati tutti i mesi, si colgono delle nette differenze.
Innanzitutto si coglie quello che avevo sempre immaginato, cioè che il nullo riscaldamento invernale tra inverni anni '70 e inverni anni 2000 fosse una contingenza, magari anche relativamente casuale, e nulla di più. Già nell'ottennio 2011-2018, tra l'altro, gli inverni sono risultati largamente più caldi rispetto a quelli del decennio 2001-2010. Va quindi inteso che determinate "stasi climatiche" siano spesso e volentieri temporanee, non indicative di un trend di un periodo lungo. Ciò che diceva @
Marcoan nella discussione che facemmo a settembre circa il netto trend rialzista del periodo aprile-agosto contrapposto ad un aumento molto più "pigro" nel resto dell'anno, va assolutamente circostanziato e limitato ad un confronto tra la 1971-2000 e la 1981-2010. Tra l'altro, benchè tra queste ultime due trentennali ci siano differenze anche sostanziali per talune mensilità, ciò che varia nel confronto è solo un terzo di ciascun macroperiodo (il ventennio 1981-2000 c'è sempre, la variabilità interdecennale a volte paradossalmente influenza di più i brevi lassi di tempo che non quelli più lunghi, proprio perchè non si fa in tempo ad avere rientri delle anomalie - chiamiamoli come preferiamo: compensazioni? cessazione dei microtrend? parziali inversioni di tendenza? Il concetto è quello).
Abbiamo già parlato di aprile (un aumento importante rispetto alla 1921-1950 lo avremmo solo con una teorica trentennale 1989-2018, quindi in un'epoca che più recente non si può), ora si può parlare di settembre. Questo mese ha avuto una stabilità abbastanza clamorosa, nel corso dei decenni, rispetto alla "schizofrenia" termica di quasi tutte le altre mensilità, con annessi trend, microtrend, macrotrend e così via. Questa è probabilmente una tendenza più significativa, perchè sfugge al progressivo rassomigliare (perlomeno parzialmente) all'ascesa termica degli altri mesi che ci si aspetterebbe, di norma, prendendo vari macroperiodi cronologicamente ben separati l'uno dall'altro.
Bimestre ottobre-novembre: se ottobre risulta scaldatosi ultimamente sia rispetto alla 1921-1950 che alla 1971-2000 (rispettivamente di 0,56 °C e di 0,51 °C), suggerendo un trend degli ultimissimi decenni decisamente rialzista, novembre sembra riprendersi solo nell'ultimo trentennio rispetto ad una brusca sfreddata media avutasi negli anni '70, dove si sono proposti spesso scenari invernali o simil-invernali in quello che, meteorologicamente parlando, è considerato l'ultimo mese dell'autunno. In soldoni possiamo quindi dire che l'aumento termico ottobrino dagli anni '80 ad oggi è in una progressione conclamata, mentre quello novembrino per lo stesso periodo rappresenterebbe soprattutto una compensazione del raffreddamento mensile avvenuto poco prima degli "Ottanta". Piccola parentesi: dal 2010 sono passati 8 ulteriori anni, novembre ha continuato a scaldarsi pure più nettamente di ottobre, in tal senso è difficile sbilanciarsi su quanto questo recupero sia un progressivo colmare il gap tra i due diversi "rialzi" oppure a proporre un trend intermensile foriero di un nuovo cambiamento.
Passiamo ora all'estate: qui emerge quello che ho sempre pensato, cioè che giugno si fosse pesantemente ridimensionato tra gli anni '60 e '80 (con parziale inclusione dei '90) e si stia riprendendo, a gonfie vele ma con un certo "lag", di recente. Significativo è come, se dalla 1971-2000 alla 1981-2010 il trend rialzista sia decrescente in progressivo andando da giugno ad agosto, lo scarto medio tra la 1921-1950 e la stessa 1981-2010 vede l'esatto contrario: giugno scaldatosi meno di luglio che a sua volta si scalda meno di agosto. La differenza tra le tre mensilità sul lungo periodo non è trascendentale, una componente aleatoria non è da escludere, in ogni caso l'opinione comune di "giugno schizzato" contrapposto ad un agosto "relativamente sotto controllo" è più frutto di un confronto poco retrospettivo, piuttosto che di una definizione peculiare degli ultimi decenni avulsi da un contesto più ampio di successione temporale. Se ci aggiungiamo poi che negli anni 2010 agosto e lo stesso giugno hanno proseguito a scaldarsi a gonfie vele, mentre luglio (che fino a poco fa teneva botta alla grande) sembra momentaneamente aver rallentato la propria spinta verso la caldazza, si vede ancora meglio come i confronti interdecennali (come la 71-00 vs la 81-10) e non intertrentennali siano, purtroppo (perchè verrebbero più comodi, diamine!), meno indicativi di quanto a prima vista si possa pensare.
L'inverno è molto significativo, tanto che gli anni '80 e gli anni '00 hanno visto numerose invernate di tutto rispetto anche in termini di costanza del freddo (e non solo dei picchi che, erroneamente, possono restituire un'idea generica di "raffreddamento delle medie"). Qui sì che i miti inverni dei Settanta hanno mascherato un trend di fondo. Peraltro non c'è paura visto che negli anni 2010 si sono visti parecchi mesi invernali molto miti, con una certa "democrazia" intermensile, a testimoniare che il mancato scalino verso l'altro del trentennio '81-'10 sia "biased" a seguito di quanto avvenuto poco prima. Il bimestre dicembre-gennaio, tra la 1921-1950 e la 1981-2010, ha avuto lo scarto maggiore di tutti (prendendo due mesi temporalmente contigui), con un bel 0,88 °C di aumento bimestrale.
Ad alcuni sembrerà che con i miei dati sia stata scoperta l'acqua calda, però qui dentro ho letto spesso di trend basati su pochi decenni del passato per stabilire le differenze intermensili di aumenti termici, a mio avviso questa è una visione parziale e spesso e volentieri fuorviante. Con tutti i suoi limiti (accuratezza dei dati un po' inferiore a quella di decenni più recenti, variabilità relativamente aleatoria anche all'epoca, altri indici che possono condizionare un periodo così temporalmente distante da quello a cui siamo abituati ora), penso che il trentennio remoto 1921-1950 possa paradossalmente fornire un confronto più valido con le derive termiche del presente e del passato prossimo, proprio perchè da allora, con substrato parzialmente analogo (come già detto, indice
AMO e aumento termico globale), se la reciproca influenza di trend molto locali ed effimeri non è del tutto eliminata in funzione di una mutua indipendenza tra due periodi così lontani, poco ci manca. E questo, per me, è stato un ottimo punto di partenza.
Segnalibri