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  1. #1
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Forte Grandinata su Torino - La Stampa 1 Giugno 1978

    Grandine il traffico nel caos Ancora maltempo Ia Grandine il traffico nel caos Gravi difficoltà in molte strade del centro - Cantine allagate La prima violenta grandinata di primavera ha messo in crisi, ieri pomeriggio, mezza città. Per un paio d'ore, in centro, c'è stato il caos: strade allagate, semafori bloccati, traffico paralizzato; decine di chiamate per vigili del fuoco, vigili urbani, polizia e carabinieri. E' la storia di sempre. Quando si scatena un temporale Torino fa tilt, va in corto. Il « dramma » è cominciato poco dopo le 16: neri nuvoloni, raffiche di vento che strappano foglie e spezzano rami secchi, tuoni, fulmini; poi, un acquazzone e la grandine. Chicchi grossi come noci che in pochi attimi stendono un tappeto bianco in borgo San Paolo, a Porta Susa, in zona Vanchlglia. I chiusini si sono otturati, l'acqua è salita, raggiungendo — in alcuni punti — anche i cinquanta centimetri d'altezza. Molti automobilisti hanno lasciato la macchina per strada, cercando riparo nei portoni. Cosi in via Bogglo e in altre vie.

  2. #2
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Danni nel Cuneese per la grandine ) Brevi ma violenti temporali si sono succeduti nel pomeriggio di ieri sulle vallate alpine e sulla pianura; in alcune zone è caduta anche la grandine che ha provocato danni alle colture agricole; mentre al mattino il cielo era sereno, in serata era ancora completamente coperto con nuovi rovesci.


    StampaSera 12/06/1978

  3. #3
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Violento temporale nell'Ovadese OVADA — Un violento temporale si è scatenato sabato notte e nelle prime ore del mattino di ieri su tutto l'Ovadese e le Valli Orba e Stura. Raffiche di vento alla velocità di 70-80 chilometri orari hanno spazzato tutto il territorio. Nel pomeriggio di ieri ha fatto capolino il sole.


    StampaSera 19/06/1978

  4. #4
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Piemonte: pioggia come d'autunno e danni agricoli ALESSANDRIA — Il beltempo di ieri s'è bruscamente interrotto stanotte per la pioggia che continua a cadere. La temperatura alle ore 8,30 di stamane era di 11 gradi. Con il sole di ieri pareva fosse finalmente arrivata la bella stagione, ma per ora non è così. La maturazione delle diverse colture nelle campagne della zona è decisamente in ritardo. CUNEO — (g.à.m.) Nuovi temporali si sono abbattuti stanotte sulla città e su gran parte della provincia. Il raccolto delle fragole nelle zone di Peveragno e Valgrana è stato temporaneamente sospeso. E' il primo giorno d'estate, ma a Cuneo, freddo ed atmosfera plumbea sono tipicamente autunnali. Alle 7,30 il termometro segnava appena 10 gradi in città. ASTI — Piove da stanotte. Il cielo è chiuso e la temperatura sui 12-13 gradi. Le strade sono già danneggiate dagli smottamenti, fenomeno purtroppo frequente nell'Astigiano. Preoccupazione anche per i raccolti: la maturazione del grano è in ritardo e la frutta scarseggia. NOVARA — Un violento temporale s'è abbattuto stamane, alle 7, su tutto il Novarese. La temperatura è scesa a 10 gradi. La pioggia fortunatamente non arreca danni alle risaie, mentre di questa continua incostanza del tempo risente il turismo, particolarmente importante VERCELLI — Continua a piovere anche stamane dopo il temporale di stanotte.
    StampaSera 21/06/1978

  5. #5
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Le nuvole di luglio Perché abbiamo quest'anno un'estate "difficile" Le nuvole di luglio // mese di luglio è cominciato con un'ondata di freddo e di pioggia, sia a Torino che nell'Italia settentrionale in genere sia nell'Italia meridionale: la temperatura minima della notte dal 30 giugno al 1" luglio è stata a Catania di 13 gradi, un fatto decisamente anomalo. Perché? Come mai? Diciamo subito che la odierna scienza meteorologica, avvalendosi anche di strumenti una volta impensabili, come le rilevazioni dei satelliti artificiali, la misurazione delle correnti a getto, la simultanea osservazione delle pressioni e dei venti — a terra e in quota — pressoché in tutto il mondo, la quantificazione dei campi magnetici e così via, è perfettamente in grado di spiegare « come » il fenomeno avviene, ed entro certi limiti può anche fare previsioni a brevissimo termine, ma non sa ancora nulla, o quasi, del « perché » si abbiano così vistose alterazioni del clima. In altri termini, possiamo dire che in questi giorni l'anticiclone delle Azzorre non fa il suo dovere, talu.ii fronti freddi si spingono più a sud del solito, e tante altre belle cose, cioè constatazioni di fatto. Ma la causa prima ci sfugge. Sta di fatto che siamo ormai nel cuore dell'estate che comincia, dal punto di vista meteorologico e non da quello astronomico, il 1" giugno. La temperatura media è bassa, relativamente alla stagione, l'insolazione scarsa, quasi non c'è stata primavera e anche l'inverno è stato rigido e nevoso come da anni non accadeva. Negli Stati Uniti e nel Canada, è stato uno dei peggiori inverni da trentanni. Questo stato di cose si protrae ormai da circa un decennio e non accenna a migliorare. E' quindi naturale che molti studiosi pensino che ci troviamo all'inizio di un mutamento di fondo del clima terrestre, mutamento che potrebbe preludere (non certo da un giorno all'altro, ma nello spazio di decenni e forse secoli) all'affacciarsi di una nuova era glaciale. Fatti del genere sono già avvenuti in passato, e non ci sarebbe da stupire se si ripetessero, sarebbe strano il contrario. E' un fatto che nel diecimila-ottomila avanti Cristo, quan¬ to ebbe termine l'ultima grande èra glaciale, ghiacci coprivano tutta la Scandinavia, lo scudo Baltico, la Germania dell'estremo nord. Tutte le Alpi erano sommerse da una cappa di ghiaccio e ne vediamo i resti per esempio nella Serra di Ivrea. Poi si ebbe un rialzo delle temperature (che consiste con il sorgere delle civiltà) e via via un alternarsi di clima più freddo e più temperato: per esempio, intorno all'anno mille dopo Cristo la temperatura s'era talmente migliorata che i vichinghi poterono navigare in mari successivamente troppo inclementi e coltivare con successo la Groenlandia. Una nuova recrudescenza si ebbe nel millesettecento e durò fino al milleottocentocinquanta circa: poi prese a migliorare e i ghiacci si ritirarono di nuovo. Le persone anziane ricordano benissimo come si siano ritirati ghiacciai della Val Veny, sopra Courmayeur negli anni 19001940. E adesso? Adesso sembra proprio che, poco alla volta con periodi di maggiore accentuazione e periodi quasi di relax, il tempo vada nuovamente peggiorando. Un gruppo di studiosi americani (designato come « Impact Team » e guidato da William Colby) prevede come « molto probabile » l'inizio di una nuova èra glaciale entro 10-20 anni. Soltanto un profeta potrebbe dire se hanno ragione. E' certo, comunque, che la calotta glaciale dell'emisfero settentrionale è cresciuta, dal 1971, del dodici per cento. Ecco dunque un altro problema che si aggiunge ai tanti che ci preoccupano. Per il momento si può dire una cosa sola: stiamo assistendo ad un lento, graduale peggioramento delle condizioni climatiche di tutto il mondo. Quasi certamente si tratta d'una vicenda cosmica, cioè legata a fatti di natura astronomica e geofìsica. Per sgravarci la coscienza, diciamo anche che — contrariamente a quanto pensano molti — non c'entrano né le bombe atomiche né le centrali nucleari né i satelliti artipciali. A decidere è ancora, con buona pace degli scettici, il Padre Eterno. Umberto Oddone


    LaStampa 02/07/1978

  6. #6
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    a oltre tre settimane milioni di tedeschi battono i denti. Temperature minime notturne fra i 4 e i 7 gradi centigradi sono diventate norma in tutta la Germania. In pianura sembra di essere in pieno autunno, la gente gira con i maglioni e con gli impermeabili, gli uffici meteorologici informano che sulla Zugspitze, al confine con l'Austria, vi sono 4 metri di neve e che le temperature massime diurne non superano lo zero; l'Automobi¬ le Club invita i viaggiatori diretti verso Sud a munirsi di catene. Nelle località di villeggiatura, sul Mare del Nord e sul Baltico, nelle foreste e nelle valli alpine, la situazione è catastrofica. Da Sylt, la «Mecca dei nudisti», viene la notizia che dall'inizio dell'estate non si sono mai superati i 15 gradi, che la temperatura dell'acqua è di 14 gradi e che è piovuto ogni giorno. « L'unica cosa rimasta asciutta — ha detto a un giornale un operaio, che da tre settimane in vacanza attende invano il sole — è il mio costume da bagno». Nonostante questa situazione catastrofica, lo scorso fine settimana milioni di tedeschi sono partiti fiduciosi per le vacanze, le autostrade sono rimaste intasate da giovedì sera fino a domenica pomeriggio da colonne interminabili di vetture, vi sono stati imbottigliamenti lunghi fino a 50 chilometri (anche di notte); ieri erano stati registrati già più di cento morti. Le previsioni per i prossimi giorni e per le prossime settimane (elaborate dai computers) sono disastrose. I meteorologi prevedono un ulteriore abbassamento delle temperature e nuove piogge, dicono che «non c'è speranza», ben sei sistemi di basse pressioni (cicloni) sono in attesa sull'Atlantico settentrionale, allineati dalla Manica fino al banco di Terranova, pronti ad avventarsi uno dopo l'altro sull'Europa centrale. A Bonn, anche qui al centro stampa dove lavorano i giornalisti, le caldaie dei termosifoni sono sotto pressione. Le ditte che vendono olio combustibile hanno dovuto richiamare parte del personala che da sempre veniva mandato in vacanza con il solstizio d'estate. Un autunno anticipato dì tre mesi non se l'aspettavano nemmeno loro. Tito Sansa



    LaStampa 04/07/1978

  7. #7
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Una tromba d'aria s'è abbattuta su Novara Tre feriti e danni per centinaia di milioni Dieci minuti di terrore nel quartiere Santa Rita e in frazione Casalgiate Una tromba d'aria s'è abbattuta su Novara Tre feriti e danni per centinaia di milioni Pezzi di lamiera dei tetti di un cascinale sono volati a un chilometro di distanza - Distrutta l'officina di un fabbro NOVARA — Dieci minuti di terrore per gli abitanti del popoloso rione di S. Rita, di quelli della cascina Selva e della frazione di Casalgiate. Una tromba d'aria ha provocato danni per centinaia di milioni, ferito lievemente tre persone, scoperchiate case, sbriciolati muri e sradicato .centinaia di alberi. Verso le 14 la città è piombata nel buio e grossi chicchi di grandine sono cominciati a cadere con violenza. Le strade sono diventate in un'attimo bianche e per una decina di minuti è imperversata una violenta bufera. Poi, improvviso, è ricomparso il sole e la citta ha ripreso a rianimarsi. Proprio in quél momento la tromba d'aria si è abbattuta su S. Rita. <Aveva appena smesso di grandinare — ci ha detto Cesarino Scalvini, presidente del consiglio di quartiere — quando la tromba d'aria ha investito in pieno la nostra sona. Per fortuna nessuna persona si trovava ancora in strada e non ci sono stati danni alle persone». Via Valsesia e viale Monterosa, oltre ai nuovi palazzi sorti attorno alla chiesa di S. Rita, 'sono state le più danneggiate. Tutte le case sono state investite con inaudita violenza: pezzi di lamiera dei capannoni della cascina Zabarini sono volati 500 metri più avanti. L'officina di un fabbro ferraio di via Valsesia è completamente crollata seppellendo sotto le macerie tutti i macchinari. I danni sono ingentissimi e non ancora calcolabili. Le case del rione di S. Rita sono, state più o meno danneggiate e gli abitanti si sono messi subito al lavoro per riparare i tetti. «Se dovesse piovere — affermano gli inquilini —l'acqua arriverebbe anche in cantina. Ci siamo rivolti alle imprese edili per avere i necessari aiuti mq. certamente dovremo lavorare più giorni per rimettere alle ben meglio in sesto le nostre case». La- tromba d'aria che ha esaurito Ù suo terrificante.! tragitto a S. Rita aveva pochi secondi prima causato ingenti danni nella frazione di Casalgiate ed alla cascina Selva che si trova sulla destra del torrente Agogna. Centinaia di alberi di gròsso fusto sono stati sradicati, le linee telef o niche spezzate (Casalgiate è senza telefono), il casello ferroviario della linea Milano Torino danneggiato e per fortuna hanno resistito i pali delle linee elettrche sucché la corrente non è mancata. I danni maggiori si sono re* gistrati alla cascina Selva. Qui il tetto e le infrastrutture di una stalla sono completamente crollate e tre contadini hanno riportato ferite: uno è stato ricoverato all'ospedale Maggiore, Antonio Barini, 30 anni, via Gorizia, 36 (trauma cranico) mentre altri due, Giovannino Siviero, 55 anni, corso Vercelli, 29; Aina Gerolamo, 56 anni, abitante nello stesso cascinale, sono stati medicati e dimessi. In questa località la scena è delle più desolanti. Tutto il grosso cascinale è seriamente danneggiato ed i vigili del fuoco sono intervenuti per controllare lo stato delle strutture per evitare possibili crolli. Per tutto il pomeriggio alla cascina Selva si è cercato di rimettere le cose in ordine. Anche i vetri delle abitazioni sono andati in parte distrutti A Casalgiate la tromba d'aria ha investito in pieno le cascine Scalvini e Ospedale, alcune villette ed una delle case popolari che si trovano dall'altra parte della frazione. I danni, anche qui, sono ingenti. ' Alla cascina «Ospedale» muro di cinta, stalla, casseri sonò stati completamente scoperchiati. Le villette che si trovano di fronte hanno riportato anch'esse seri danni: comignoli abbattuti con le antenne televisive e tegole volate a cento metri di distanza. Quasi tutto il tetto di una delle case popolari è stato asportato. «E' stato come se fosse scoppiata una bomba — ha raccontato uno degli inquilini — e per un attimo ho pensato che la casa crollasse. Siamo stati avvolti da una nube rossastra e poi sono piovuti calcinacci da ogni parte. Quando sono uscito in cortile ho visto che il tetto era scomparso». E' un edificio delle case popolari ed ora il problema è rivolto a chi dovrà fare le riparazioni.- «Noi non abbiamo il denaro per farlo — conclude l'operaio — e quindi speriamo che qualcuno ci pensi». I contadini di Casalgiate hanno dovuto sgomberare via Castello da numerosi tronchi d'albero mentre i tecnici della Sip sono subito usciti per constatare i danni e provvedere a riallacciare le linee. Nel pomeriggio nel rione di S. Rita e nelle altre zone disastrate si sono recati gli amministratori comunali per fare il punto della situazione. Il sindaco, Ezio Leonardi, ha dichiarato che il Comune farà quanto di sua competenza per rimettere in ordine le infrastrutture danneggiate. «Per il resto — ha détto —cercheremo di rivolgerci agli organi di competenza per interventi legati ai danni causati da queste micidiali calamità». Liliano Laurenzi Le disastrose conseguenze della violentissima tromba d'aria che ha investito Novara


    LaStampa 25/06/1978

  8. #8
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    È finito l'autunno siamo in primavera forse presto Testate È finito l'autunno siamo in primavera forse presto Testate ANDREA BARONI L'ondata di freddo che si è abbattuta su gran parte dell'Europa Nord-occidentale e che non ha risparmiato l'Italia, ha lasciato, come si suol dire, il segno su tutte le regioni settentrionali della nostra penisola, dove i temporali e le piogge hanno imperversato per ore, mentre nevicava sulle vette più alte delle Alpi e i mari venivano messi a soqquadro dal susseguirsi di libecciate intervallate a intensi maestrali. I villeggianti, al mare o ai monti, ne hanno pagato di persona le conseguenze e ci conforta ben poco l'essere stati di aiuto nell'awisare, il 3 e il 4, di quanto si stava preparando oltr'Alpe. Ci viene richiesto di aggiornare i lettori, di formulare cioè una previsione del tempo, sia pure di larga massima, valida per qualche giorno. Certamente il pubblico si è convinto che pure in Italia non si può più fare a meno del meteorologo. L'atmosfera è diventata troppo instabile e gli andamenti stagionali si presentano quanto mai diversificati rispetto al consueto. Le cause di tutto questo marasma sono ancora ignote, anche se di certo c'è il fatto che la Terra sembra definitivamente avviata verso la fase fredda. Già da ieri si profilava un certo miglioramento e oggi saremmo tentati di cantare vittoria, ma è ancora troppo presto; domani infatti arriverà un'altra perturbazione e; per quanto più attenuata rispetto alle precedenti, potrà ancora darci qualche noia, in modo particolare ai villeggianti del mare per il solito rinforzo dei venti, prima meridionali e poi maestrali o da ponente. Fino al giorno 12 o 13 non è possibile fare assegnamento su un'ondata estiva vera e propria; tuttavia il tempo, pur mantenendosi variabile, non sarà più perturbato come nei giorni scorsi. Non sarà caldo, ma non sarà neppure freddo: la temperatura al Nord Italia si manterrà intorno ai 18 gradi del mattino e della sera, per salire intorno ai 25 nelle ore più calde. I venti saranno per lo più sempre intorno Ovest, generalmente deboli ma talora con qualche rinforzo ed i mari mossi o poco mossi. Un andamento del tempo in pieno luglio ancora primaverile, che speriamo preluda all'arrivo dell'attesa grande estate.


    StampaSera 08/07/1978

  9. #9
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    E del 1978 non si può non citare la devastante alluvione che il 7-8 agosto colpì una vasta area tra Svizzera Italiana e Val d'Ossola.

    Alluvione78-HomePage

    Alluvione del 1978 | Clima Meteo 24

    I Viaggiatori Ignoranti: La tragedia del 1978 in Ossola raccontata da un sopravvissuto.

    Eccetera

    Chi l'ha vissuta se la ricorda bene.
    Stazione Davis Vantage Pro 2 -> Osservazioni meteo-climatiche: https://linktr.ee/meteopreonzo

  10. #10
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: Cronache Storiche Estate 1978

    Germania, più freddo che a Natale Estate pazza, il termometro continua a scendere Germania, più freddo che a Natale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La televisione tedesca ha rifiutato venerdì sera di comunicare le previsioni del tempo per il fine settimana. «Scusateci — ha detto il redattore di turno — ma non vogliamo farci nemici». Da un mese, ogni sera, era stato presentato il medesimo squallido quadro — pioggia, freddo, vento — e molti telespettatori cominciavano a protestare. « Insulti irripetibili» ha ricevuto dall'inizio dell'estate l'ufficio meteorologico di Offenbach, che si dichiara «innocente per quest'inverno verde». Anziché prendersela con gli osservatori del tempo, cin- quanta ragazzi di una colonia estiva ad Arsbeck, nel bacino della Ruhr, hanno inscenato una dimostrazione contro San Pietro, considerato dai cattolici tedeschi amministratore del tempo. Indossati gli impermeabili di gomma gialla e gli stivali, i ragazzi sono sfilati per le vie della cittadina recando cartelli con le scritte «Vogliamo un tempo migliore» e «San Pietro, dacci due settimane con 30 gradi». Mai a memoria d'uomo — informa un parroco di Friburgo specialista in osservazione e previsioni meteorologiche — si è avuto in Germania un tempaccio come quest'anno. La vigilia di Natale dell'anno scorso, il 24 dicembre 1977, la temperatura è slata di 17 gradi, superiore di ben cinque gradi alla massima registrata ieri. «Delle temperature notturne è meglio tacere — dice il sacerdote —. La gente potrebbe perdere la fede in Dio». A Bonn, per esempio, l'altra notte abbiamo avuto 7 gradi, con pioggia ininterrotta, e l'alba è spuntata tra la nebbia. Ieri, verso mezzogiorno, non si poteva leggere senza luce elettrica, come a novembre. A soffrire di questo «inverno verde» sono gli animali, soprattutto i neonati, tra i quali vi è una moria generale. Per mancanza di cibo (gli insetti cacciati dalla pioggia incessante) c'è un'ecatombe di rondini, fagiani e pernici. A causa dell'umidità e del freddo muoiono lepri e conigli selvatici. Travolte dai flutti muoiono a centinaia, sulle coste del Mare del Nord, le foche neonate. Grave la situazione anche per le api, che non possono più uscire per raccogliere il polline. Per mantenere in vita gli alveari gli apicoltori sono costretti a nutrirle con zucchero, soltanto ogni tanto qualche ape esploratrice si avventura sotto la pioggia per succhiare gocce e provvedere all'approvvigionamento di acqua zuccherata. «Mors tua, vita mea», ha detto a un cronista un fabbricante di ombrelli, il quale ha lanciato sul mercato con tre mesi di anticipo i nuovi modelli di parapioggia per l'autunno-inverno. Sta facendo affari d'oro, come i trattori, gli osti, i librai e gli edicolanti delle località di villeggiatura nelle quali milioni di turisti si annoiano sotto la pioggia. Nei grandi magazzini e nelle «boutiques» sono cominciate le svendite estive: una camicia al prezzo di un pacchetto di sigarette, circa 1200 lire, «jeans» bianchi ridotti di due terzi. Le farmacie sono ritornate a vendere antiinfluenzali, mentre le creme solari sono invendute. Si lamentano le migliaia di gelatai bellunesi e zoldani, si lamentano i bagnini delle piscine deserte che hanno cominciato a raccogliere le foglie morte cadute dagli alberi. Accanto alle spiagge squallidamente vuote, per entrare in sauna occorre fare la coda. Anni fa circolava in Germania una battuta di origine inglese. «Quest'anno abbiamo avuto un'estate meravigliosa. Era un giovedì», diceva. Nell'anno 1978 non è possibile dirla, il giovedì non è ancora venuto. Milioni di persone intirizzite lo aspettano, pregando o imprecando tutti. Tra uno sternuto e un «punch» parlano del maltempo, un quotidiano di Colonia ha dedicato ad esso un editoriale. Tito Sansa Appenzell (Svizzera). Il maltempo flagella anche questa zona prossima alla Germania.

    LaStampa 09/07/1978

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