La situazione cambio' pero' a fine di Febbraio; chissa' che non……
Tre inverni molto diversi fra loro ma col comun denominatore della siccità,tolto gennaio 1988 che fu per una decina di giorni molto piovoso.
Il 1987/88 fu per due terzi anche molto mite,solo febbraio fu vicino alle medie stagionali.
Il 1988/89 fu il contrario: dicembre e gennaio sottomedia(gennaio totalmente azzorriano), febbraio molto mite.
Il 1989/90 è il più caldo dei tre(un poco meno caldo del suo simile 2015/16): solo gennaio fu sostanzialmente in media termica, dicembre altalenante ma con fasi mitissime prima di Natale, febbraio straordinariamente mite,soprattutto dal 9.
L'unico gennaio (successivo al 1981) più freddo di lui in Italia è quello del 1985. 0,7 °C di differenza su scala nazionale. Anche in tutto il Secondo Dopoguerra gennaio 1981 non sfigura: risulta dietro, in ordine decrescente di anomalia, al glaciale (specie al Centro-Nord) gennaio 1947, al gennaio 1963, al già citato gennaio 1985 e al gennaio 1954.
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
..' Un articolo scientifico pubblicato nel 1985 è stato il primo a segnalare un buco fiorente nell'ozono stratosferico terrestre sull'Antartide.
Gli scienziati hanno determinato la causa delle sostanze che riducono lo strato di ozono: composti alogeni artificiali di lunga durata.
Sebbene gli effetti che distruggono l'ozono di queste sostanze siano ormai ampiamente compresi, ci sono state poche ricerche sui loro più ampi impatti climatici.
Uno studio pubblicato il 20 gennaio 2020 su ' Nature Climate Change ' dai ricercatori della Columbia University esamina gli effetti del riscaldamento in serra delle sostanze che riducono lo strato di ozono e scopre che hanno causato circa un terzo di tutto il riscaldamento globale dal 1955 al 2005 e metà del riscaldamento dell'Artico e della perdita di ghiaccio marino durante quel periodo.
Hanno quindi agito come un forte integratore di anidride carbonica, il gas serra più pervasivo; da allora i loro effetti hanno iniziato a svanire, poiché non vengono più prodotti e si dissolvono lentamente.
Le sostanze che riducono lo strato di ozono, o ODS, furono sviluppate negli anni '20 e '30 e divennero comunemente usate come refrigeranti, solventi e propellenti.
Sono interamente creati dall'uomo, e quindi non esistevano nell'atmosfera prima di questo momento.
Negli anni '80 un buco nello strato di ozono stratosferico terrestre, che filtra gran parte della radiazione ultravioletta dannosa proveniente dal sole, è stato scoperto in Antartide. Gli scienziati lo hanno rapidamente attribuito a ODS.
Il mondo è entrato in azione, finalizzando un accordo globale per eliminare gradualmente la ODS.
Il protocollo di Montreal, come viene chiamato, è stato firmato nel 1987 ed è entrato in vigore nel 1989.
A causa della rapida reazione internazionale, le concentrazioni atmosferiche della maggior parte degli ODS hanno raggiunto il picco alla fine del XX secolo e da allora sono in calo. Tuttavia, per almeno 50 anni, gli impatti climatici dell'ODS sono stati estesi, come rivela il nuovo studio.
Gli scienziati della Columbia School of Engineering and Applied Science e del Lamont-Doherty Earth Observatory hanno utilizzato modelli climatici per comprendere gli effetti dell'ODS sul clima artico. "Abbiamo dimostrato che l'ODS ha influenzato in modo sostanziale il clima artico", ha affermato il ricercatore di Lamont-Doherty Michael Previdi.
Gli scienziati hanno raggiunto la loro conclusione utilizzando due modelli climatici molto diversi che sono ampiamente impiegati dalla comunità scientifica, entrambi sviluppati presso il Centro nazionale americano per la ricerca atmosferica.
I risultati evidenziano l'importanza del protocollo di Montreal, che è stato firmato da quasi 200 paesi, affermano gli autori. "La mitigazione del clima è in atto mentre parliamo perché queste sostanze stanno diminuendo nell'atmosfera, grazie al Protocollo di Montreal", ha detto Lorenzo Polvani, autore principale dello studio e professore nel Dipartimento di Fisica Applicata e Matematica Applicata della Columbia. “Nei prossimi decenni, contribuiranno sempre meno al riscaldamento globale. " ..
Gli anni 80' sono stati il decennio di transizione climatica per eccellenza per il sud Europa,soprattutto per l'Italia e i Balcani ma non dimentichiamo di contestualizzare: l'estate 1982,caldissima per i parametri di allora, oggi sarebbe sotto la media di questo decennio; il 1988, anno caldissimo in quel decennio,in questo decennio sarebbe il meno caldo o al massimo il secondo meno caldo dopo il 2013; l'inverno 1989/90 è ormai fuori dai primi 5 più caldi del dopoguerra,mentre allora era veramente un unicum.
L'eliminazione dei CFC è stata determinante nel caso dell'Ozono ma credo che ancora qualche gas possa essere nocivo.
inverno '88/1989 avaro di piogge , in assoluto tra i piu siccitosi
giorni della merla del gennaio 1989
sottoscrivo il tuo messaggio e ne approfitto anzi per "esacerbarne" un po' i concetti:
-l'estate 1982 risulta più fresca di tutte le estati dal 2007 in poi, tranne della 2014. Anche l'estate 2011, per citare la seconda meno calda del periodo 2007-2019, risulta circa un decimo più calda della 1982 su scala nazionale. La media estiva del decennio in corso è di +0,98 °C sulla 1981-2010; quella del 1982 fu di +0,18 °C. La differenza è molto ampia: ben 0,80 °C.
-l'anno 1988 è nettamente più fresco di qualsiasi anno del decennio in corso: chiuse infatti in perfetta media 1981-2010 in Italia, mentre il 2013 (che è per distacco il meno caldo dal 2011 in avanti) chiuse tra i +0,35 °C e i +0,40 °C sulla stessa media.
-l'inverno 1989-1990 è ormai il sesto più caldo della storia meteorologica italiana, mentre all'epoca chiuse al secondo posto (dietro al 1954-1955). Ci sono buone probabilità che, alla conclusione dell'inverno in corso, il 1989-1990 scivolerà al settimo posto in classifica.
Ultima modifica di Perlecano; 27/01/2020 alle 01:36
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
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