Originariamente Scritto da
Perlecano
emergono importanti spunti di riflessione e mi dispiace solo andare OT:
-essendo che se ho capito bene queste sovrastime avvenivano soprattutto in giorni soleggiati e soprattutto in periodi di forte irraggiamento (estate e tarda primavera), ed essendo che ad esempio le estati degli anni '40 e dei primi anni '50 hanno presentato - come dimostrato da numerosi studi, pare siano state le estati in assoluto meno soleggiate della storia documentata italiana - molta meno nuvolosità rispetto alle estati degli anni '60 e '70, il trend al ribasso visibile nel trentennio circa in questione sarebbe più ridotto di quello visibile dai dati delle serie storiche (anche al netto delle omogeneizzazioni)? (A proposito, per reanalisi normalizzate intendevi i lavori di omogeneizzazione?)
- come mai, come emerge da dati postati da elz su un altro thread che se vuoi ti linko, i dati satellitari della bassa troposfera e quelli delle stazioni meteo al suolo hanno avuto, nel corso della storia (almeno dal 1900 ad oggi) dei trend al riscaldamento/raffreddamento di volta in volta sincroni, paragonabili sia per entità che per durata? può essere che senza le sovrastime a cui fai riferimento avremmo avuto uno scarto medio rispetto al passato maggiore al suolo che in quota? (in tal caso ci potrebbero essere motivazioni, una delle quali sarebbe la famosa isola di calore delle aree urbane, che non credo influenzi in verticale il clima fino in troposfera tanto quanto lo influenza al suolo, correggetemi se sbaglio) oppure anche i satelliti, più o meno negli stessi periodi storici, per altre pecche delle strumentazioni dell'epoca, soffrivano di sovrastime paragonabili per entità e per fattori allevianti/aggravanti (soleggiamento, ecc.) a quelle delle stazioni al suolo?
Perdona se abuso della tua pazienza!
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