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  1. #291
    Vento moderato L'avatar di GiagiKarl
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro1985 Visualizza Messaggio
    una cosa è certa
    sono sbagliati tutti e due
    Diciamo che però la seconda opzione è quella che più si avvicina alla realtà.
    Ovviamente l'anomalia positiva è eccessivamente gonfiata nel secondo grafico ma il primo non si può proprio vedere.
    Tutto quel blu non è mai esistito
    2012: 31 Gennaio - 15 Febbraio (120 cm) T. minima: -10,9°C
    2017: 5 - 19 Gennaio (40 cm)T. minima: -10,7°C
    2018: 24 - 28 Febbraio (30 cm) T. minima: -11,2°C



  2. #292
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro1985 Visualizza Messaggio
    una cosa è certa
    sono sbagliati tutti e due
    Il secondo però tiene conto delle temperature europee, non globali, per cui il riscaldamento o il raffreddamento sono ampliati essendo un dato locale (e l'Europa è molto sensibile).

  3. #293
    Vento teso L'avatar di damiano23
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Un raffreddamento esclusivamente europeo, ribadirei volentieri, sarà stato sicuramente influenzato non solo dal naturale calo dell'attività solare, dalle eruzioni vulcaniche ecc, ma probabilmente l'asse della Terra si sarà inclinato maggiormente ed avrà causato uno stop momentaneo del periodo caldo, ma ai tempi dell'antico impero romano, verso il 400 d.C., il clima sulla Terra non era più come agli albori del I° secolo d.C.. Sempre storicamente parlando nel 1° millennio le temperature si mantennero pressoché costantemente calde, con oscillazioni variabili caratterizzate da eventi caldissimi ma anche da picchi freddi cruciali come quello del 535/550 d.C. causato dal Krakatoa. Ma dall'Alto medioevo in poi le temperature tornarono a salire fino a raggiungere un picco massimo tra l'X e il XIII secolo (MWP). Ma ciò rappresentò solo l'antipodo di quello che sarebbe accaduto dopo pochi decenni ovvero a partire dalla fine del XIV - inizio XV secolo, con i quali si aprì una nuova serie storica climatica conosciuta al giorno d'oggi come PEG. Il crollo delle temperature fu esteso a livello globale e non soltanto a livello europeo ed in questo lasso di tempo durato circa 500 anni ci fu il ritorno di eventi epocali come intense ondate di gelo, congelamento di fiumi, laghi, ampi tratti di mare e un' "avanzata" dei ghiacciai. Ma il nocciolo della questione è ben altro : L'ASSE TERRESTRE. Esso gioca molto sul nostro clima e probabilmente condizionò il tempo del passato e degli ultimi 500 anni, con una sua minima oscillazione anche di solo 3°, rispetto l'attuale 23° 26', può avvenire un cataclisma in quanto l'angolo di inclinazione dell'asse del nostro pianeta rispetto alla verticale si lega e coincide con la distanza dei Tropici dall'Equatore e dei Circoli Polari dai Poli.Gli inverni del Vecchio continente non furono a quanto pare neppure mitigati dalla tropicale Corrente del Golfo, nastro trasportatore di acqua calda con azione dal Messico SW-NE. Il Vortice Polare era dunque molto più basso di latitudine e l'attività zonale molta indebolita, con anticicloni di blocco stanziati maggiormente su Europa occidentale che contrastavano il flusso atlantico oppure quando addirittura l'indice NAO crollava in negativo e le irruzioni artiche/vortici di lp di matrice continentale sfondavano sull'Europa occidentale l'hp si piazzava sull'Atlantico centrale, ahimè avvenivano dei richiami miti anche sull'Europa centro-orientale. Avendo dunque dei serbatoi di gelo a poche centinaia di Km dal Mediterraneo settentrionale uno dei vantaggi era il maggior affondo verso S che le traiettorie gelide erano in grado di percorrere. Faccio un riferimento con il passato, per esempio: immaginiamo per un attimo che l'ondata di freddo polare del Dicembre 2009 o del Gennaio 1985 fossero avvenute nella PEG. Le temperature ovviamente non solo erano più basse, ma lo sprofondamento delle ondate di freddo sarebbe avvenuto molto a più sud di almeno 6 gradi di latitudine, coinvolgendo Sicilia, perfino Tunisia e Libia, mentre nella realtà meteorologica del 2009 o 1985 la Sicilia era già a S del confine meridionale della bordata gelida. Per quel che riguarda i limiti del gelo, in Africa nord-occidentale, le irruzioni artiche erano in grado di scendere fin su latitudini medio-basse, il cui confine approssimativamente era il 28° parallelo N. Purtroppo non si dispone di notizie riguardanti le temperature/nevicate/ondate di freddo dell’Africa nord-occidentale, se non di dati più “recenti” le cui registrazioni risalgono dall’Ottocento. Non si può affermare con certezza che una città come Agadir (anno di fondazione 1505), che non era come la si conosce oggi, sia stata imbiancata negli ultimi 500 anni. Affascinanti notizie storiche meteo riportano una nevicata con accumulo a Tangeri che probabilmente sarà avvenuta nel 1450, ma per questo evento non vi sono conferme. Spostandoci nell’Africa settentrionale centrale, il limite nevoso nella PEG sarebbe stato approssimativamente il 27° parallelo, con forti probabilità che, durante eventi epocali/storici ed eccezionalmente meridionali, gi affondi verso sud di basse pressioni artiche o di retrogressioni continentali siano giunti molto a Sud quasi fin sul Tropico del Cancro, superando così il solito limite. Per concretizzare meglio queste ipotesi basti pensare che nel XIX secolo la Tunisia è stata interamente imbiancata e nessuna zona né costiera, né interna, né di pianura fu risparmiata. Notizie rare raccontano che l’Algeria, almeno una volta negli ultimi 500 anni, sia stata imbiancata per metà verso nord e perfino in tempi relativamente recenti dal punto di vista climatico, anche l’oasi di Ghadames, Libia, al confine algerino (330 mt. s.l.m., 30°N) vide splatter nel Febbraio 1979 e, nel 1906, El Golea, Algeria centrale, (330 mt. s.l.m., 30°N) s’imbiancò per l’ultima volta. Passando invece alla parte nord-orientale del continente africano il discorso si fa più interessante poiché essendo posto ad E, l’azione delle ondate di freddo è più diretta. Qui il limite nevoso al piano si abbassa di latitudine, all’incirca ad una latitudine tropicale e ovviamente, essendoci una potenzialità maggiore in termini di bruschi crolli termici, il limite delle nevicate poteva essere varcato nelle più forti e meridionali ondate di freddo della PEG . L’Egitto settentrionale è stato interessato più volte dalle nevicate, la stessa Il Cairo, presumibilmente, fu innevata nel Gennaio 1639 o nel Gennaio 1855, ma la grandinata del Dicembre 2013, scambiata erroneamente come neve, sfaterebbe questo mito. Tuttavia, episodi di neve in Medio Egitto, seppur nessuna zona di pianura sia stata imbiancata, sono stati registrati nel 1738 e nel 1887. Concludendo, durante lo scorso mezzo millennio gli eventi estremi sono stati secolari,millenari e incomparabili in rapporto a questa attuale era climatica. Per quel che riguarda i dati globali del passato spiccano annate storiche in Cina (periodo XVI secolo – XVII secolo) sia per intensità del gelo, sia per la costanza che per affondi meridionali come: 1506, 1537, 1615, 1618, 1619, 1634, 1636, 1654, 1666, 1684, 1703, 1728, 1758, 1782, 1782 e 1789.Aprile 1779 accomunò per esempio Iraq e Cipro, entrambi interessanti da una fortissima ondata di gelo russo tardiva post-invernale; nel primo paese le nevicate furono esclusive ed eccezionali, tanto che a Bassora, situata nel delta del Tigre ed Eufrate, si tratterebbe della prima caduta di neve in almeno 1000 anni, mentre l’isola cipriota fu totalmente innevata sempre in quell’evento con 10 cm sulla costa. Si evidenzia come sia stato uno degli eventi più forti ma sopratutto tardivi del Medio-Oriente degli ultimi 500 anni. In Spagna grandi nevicate si verificarono nel 1572, 1624, 1698 (si considera a volte 1697), 1744, 1819 e 1844. Per quanto riguarda Ceuta, exclave marocchina, territorio spagnolo, l’ultima nevicata avvenne nel 1450 (confermerebbe la presunta nevicata di Tangeri) e nel gennaio 1698. In Portogallo neve a Lisbona durante la PEG: 1740, 1744, il 19 febbraio 1782 e nel 1806, 1811, 1814, 1815, 1829 e 1836. Nel 1774 la Florida fu coinvolta da un’ondata di gelo particolarmente intensa, possibili fiocchi su Miami. In nord America Brownsville 1835, 1847, 1850, 1852, 1866, 1881, 1886, 1895. In Brasile il secolo degli eventi di forte freddo fu l’Ottocento, alcune storiche ondate di freddo fino al 1890: 1814, 1858, 1870, 1879 e 1885. Asuncion riporta neve nel 1751. In Sudafrica: 1829, 1845, 1853 e 1886. Gli eventi nevosi più importanti dell'Australia Meridionale furono nel luglio 1840, luglio 1846, luglio 1865 e luglio 1896.
    *La nevicata di Sydney del giugno 1836 è stata considerata non valida.
    Secondo una mia riflessione, la stabilità climatica e la calma meteorologica europea è causata principalmente dall'asse terrestre oltre che dall'innalzamento delle T medie e della distribuzione omogenea nel vecchio continente dei geopotenziali. L'asse terrestre si sta infatti "raddrizzando" di 4' all'anno, ovvero i Tropici si muovono verso l'Equatore, mentre i Circoli Polari verso i Poli, ciò comporta ad un contenimento del clima e ad una non estremizzazione come nel passato in cui a fasi di forte gelo succedevano subito dopo anche punte sorprendentemente calde, perfino eventi più intensi di oggi, anche se nel resto del mondo gli eventi estremi stanno comunque aumentando di frequenza, anche perchè siamo non solo ad un periodo di semi-stabilità ma anche di GW, dimostrato mille volte, ma la sparizione di eventi freddi non è di certo causata dall'aumento delle temperature, ma dalle anomalie persistenti degli oceani, indici sfavorevoli, attività troposferica/stratosferica sfavorevole o vortice polare che resta compatto e al Polo nel trimestre invernale con westerlines senza pietà.

    Buona lettura...
    Ultima modifica di damiano23; 11/10/2019 alle 19:12

  4. #294
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Citazione Originariamente Scritto da damiano23 Visualizza Messaggio
    Un raffreddamento esclusivamente europeo, ribadirei volentieri, sarà stato sicuramente influenzato non solo dal naturale calo dell'attività solare, dalle eruzioni vulcaniche ecc, ma probabilmente l'asse della Terra si sarà inclinato maggiormente ed avrà causato uno stop momentaneo del periodo caldo, ma ai tempi dell'antico impero romano, verso il 400 d.C., il clima sulla Terra non era più come agli albori del I° secolo d.C.. Sempre storicamente parlando nel 1° millennio le temperature si mantennero pressoché costantemente calde, con oscillazioni variabili caratterizzate da eventi caldissimi ma anche da picchi freddi cruciali come quello del 535/550 d.C. causato dal Krakatoa. Ma dall'Alto medioevo in poi le temperature tornarono a salire fino a raggiungere un picco massimo tra l'X e il XIII secolo (MWP). Ma ciò rappresentò solo l'antipodo di quello che sarebbe accaduto dopo pochi decenni ovvero a partire dalla fine del XIV - inizio XV secolo, con i quali si aprì una nuova serie storica climatica conosciuta al giorno d'oggi come PEG. Il crollo delle temperature fu esteso a livello globale e non soltanto a livello europeo ed in questo lasso di tempo durato circa 500 anni ci fu il ritorno di eventi epocali come intense ondate di gelo, congelamento di fiumi, laghi, ampi tratti di mare e un' "avanzata" dei ghiacciai. Ma il nocciolo della questione è ben altro : L'ASSE TERRESTRE. Esso gioca molto sul nostro clima e probabilmente condizionò il tempo del passato e degli ultimi 500 anni, con una sua minima oscillazione anche di solo 3°, rispetto l'attuale 23° 26', può avvenire un cataclisma in quanto l'angolo di inclinazione dell'asse del nostro pianeta rispetto alla verticale si lega e coincide con la distanza dei Tropici dall'Equatore e dei Circoli Polari dai Poli.Gli inverni del Vecchio continente non furono a quanto pare neppure mitigati dalla tropicale Corrente del Golfo, nastro trasportatore di acqua calda con azione dal Messico SW-NE. Il Vortice Polare era dunque molto più basso di latitudine e l'attività zonale molta indebolita, con anticicloni di blocco stanziati maggiormente su Europa occidentale che contrastavano il flusso atlantico oppure quando addirittura l'indice NAO crollava in negativo e le irruzioni artiche/vortici di lp di matrice continentale sfondavano sull'Europa occidentale l'hp si piazzava sull'Atlantico centrale, ahimè avvenivano dei richiami miti anche sull'Europa centro-orientale. Avendo dunque dei serbatoi di gelo a poche centinaia di Km dal Mediterraneo settentrionale uno dei vantaggi era il maggior affondo verso S che le traiettorie gelide erano in grado di percorrere. Faccio un riferimento con il passato, per esempio: immaginiamo per un attimo che l'ondata di freddo polare del Dicembre 2009 o del Gennaio 1985 fossero avvenute nella PEG. Le temperature ovviamente non solo erano più basse, ma lo sprofondamento delle ondate di freddo sarebbe avvenuto molto a più sud di almeno 6 gradi di latitudine, coinvolgendo Sicilia, perfino Tunisia e Libia, mentre nella realtà meteorologica del 2009 o 1985 la Sicilia era già a S del confine meridionale della bordata gelida. Per quel che riguarda i limiti del gelo, in Africa nord-occidentale, le irruzioni artiche erano in grado di scendere fin su latitudini medio-basse, il cui confine approssimativamente era il 28° parallelo N. Purtroppo non si dispone di notizie riguardanti le temperature/nevicate/ondate di freddo dell’Africa nord-occidentale, se non di dati più “recenti” le cui registrazioni risalgono dall’Ottocento. Non si può affermare con certezza che una città come Agadir (anno di fondazione 1505), che non era come la si conosce oggi, sia stata imbiancata negli ultimi 500 anni. Affascinanti notizie storiche meteo riportano una nevicata con accumulo a Tangeri che probabilmente sarà avvenuta nel 1450, ma per questo evento non vi sono conferme. Spostandoci nell’Africa settentrionale centrale, il limite nevoso nella PEG sarebbe stato approssimativamente il 27° parallelo, con forti probabilità che, durante eventi epocali/storici ed eccezionalmente meridionali, gi affondi verso sud di basse pressioni artiche o di retrogressioni continentali siano giunti molto a Sud quasi fin sul Tropico del Cancro, superando così il solito limite. Per concretizzare meglio queste ipotesi basti pensare che nel XIX secolo la Tunisia è stata interamente imbiancata e nessuna zona né costiera, né interna, né di pianura fu risparmiata. Notizie rare raccontano che l’Algeria, almeno una volta negli ultimi 500 anni, sia stata imbiancata per metà verso nord e perfino in tempi relativamente recenti dal punto di vista climatico, anche l’oasi di Ghadames, Libia, al confine algerino (330 mt. s.l.m., 30°N) vide splatter nel Febbraio 1979 e, nel 1906, El Golea, Algeria centrale, (330 mt. s.l.m., 30°N) s’imbiancò per l’ultima volta. Passando invece alla parte nord-orientale del continente africano il discorso si fa più interessante poiché essendo posto ad E, l’azione delle ondate di freddo è più diretta. Qui il limite nevoso al piano si abbassa di latitudine, all’incirca ad una latitudine tropicale e ovviamente, essendoci una potenzialità maggiore in termini di bruschi crolli termici, il limite delle nevicate poteva essere varcato nelle più forti e meridionali ondate di freddo della PEG . L’Egitto settentrionale è stato interessato più volte dalle nevicate, la stessa Il Cairo, presumibilmente, fu innevata nel Gennaio 1639 o nel Gennaio 1855, ma la grandinata del Dicembre 2013, scambiata erroneamente come neve, sfaterebbe questo mito. Tuttavia, episodi di neve in Medio Egitto, seppur nessuna zona di pianura sia stata imbiancata, sono stati registrati nel 1738 e nel 1887. Concludendo, durante lo scorso mezzo millennio gli eventi estremi sono stati secolari,millenari e incomparabili in rapporto a questa attuale era climatica. Per quel che riguarda i dati globali del passato spiccano annate storiche in Cina (periodo XVI secolo – XVII secolo) sia per intensità del gelo, sia per la costanza che per affondi meridionali come: 1506, 1537, 1615, 1618, 1619, 1634, 1636, 1654, 1666, 1684, 1703, 1728, 1758, 1782, 1782 e 1789.Aprile 1779 accomunò per esempio Iraq e Cipro, entrambi interessanti da una fortissima ondata di gelo russo tardiva post-invernale; nel primo paese le nevicate furono esclusive ed eccezionali, tanto che a Bassora, situata nel delta del Tigre ed Eufrate, si tratterebbe della prima caduta di neve in almeno 1000 anni, mentre l’isola cipriota fu totalmente innevata sempre in quell’evento con 10 cm sulla costa. Si evidenzia come sia stato uno degli eventi più forti ma sopratutto tardivi del Medio-Oriente degli ultimi 500 anni. In Spagna grandi nevicate si verificarono nel 1572, 1624, 1698 (si considera a volte 1697), 1744, 1819 e 1844. Per quanto riguarda Ceuta, exclave marocchina, territorio spagnolo, l’ultima nevicata avvenne nel 1450 (confermerebbe la presunta nevicata di Tangeri) e nel gennaio 1698. In Portogallo neve a Lisbona durante la PEG: 1740, 1744, il 19 febbraio 1782 e nel 1806, 1811, 1814, 1815, 1829 e 1836. Nel 1774 la Florida fu coinvolta da un’ondata di gelo particolarmente intensa, possibili fiocchi su Miami. In nord America Brownsville 1835, 1847, 1850, 1852, 1866, 1881, 1886, 1895. In Brasile il secolo degli eventi di forte freddo fu l’Ottocento, alcune storiche ondate di freddo fino al 1890: 1814, 1858, 1870, 1879 e 1885. Asuncion riporta neve nel 1751. In Sudafrica: 1829, 1845, 1853 e 1886. Gli eventi nevosi più importanti dell'Australia Meridionale furono nel luglio 1840, luglio 1846, luglio 1865 e luglio 1896. *La nevicata di Sydney del giugno 1836 è stata considerata non valida.
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  5. #295
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  6. #296
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    Un raffreddamento esclusivamente europeo, ribadirei volentieri, sarà stato sicuramente influenzato non solo dal naturale calo dell'attività solare, dalle eruzioni vulcaniche ecc, ma probabilmente l'asse della Terra si sarà inclinato maggiormente ed avrà causato uno stop momentaneo del periodo caldo, ma ai tempi dell'antico impero romano, verso il 400 d.C., il clima sulla Terra non era più come agli albori del I° secolo d.C.. Sempre storicamente parlando nel 1° millennio le temperature si mantennero pressoché costantemente calde, con oscillazioni variabili caratterizzate da eventi caldissimi ma anche da picchi freddi cruciali come quello del 535/550 d.C. causato dal Krakatoa. Ma dall'Alto medioevo in poi le temperature tornarono a salire fino a raggiungere un picco massimo tra l'X e il XIII secolo (MWP). Ma ciò rappresentò solo l'antipodo di quello che sarebbe accaduto dopo pochi decenni ovvero a partire dalla fine del XIV - inizio XV secolo, con i quali si aprì una nuova serie storica climatica conosciuta al giorno d'oggi come PEG. Il crollo delle temperature fu esteso a livello globale e non soltanto a livello europeo ed in questo lasso di tempo durato circa 500 anni ci fu il ritorno di eventi epocali come intense ondate di gelo, congelamento di fiumi, laghi, ampi tratti di mare e un' "avanzata" dei ghiacciai. Ma il nocciolo della questione è ben altro : L'ASSE TERRESTRE. Esso gioca molto sul nostro clima e probabilmente condizionò il tempo del passato e degli ultimi 500 anni, con una sua minima oscillazione anche di solo 3°, rispetto l'attuale 23° 26', può avvenire un cataclisma in quanto l'angolo di inclinazione dell'asse del nostro pianeta rispetto alla verticale si lega e coincide con la distanza dei Tropici dall'Equatore e dei Circoli Polari dai Poli.Gli inverni del Vecchio continente non furono a quanto pare neppure mitigati dalla tropicale Corrente del Golfo, nastro trasportatore di acqua calda con azione dal Messico SW-NE. Il Vortice Polare era dunque molto più basso di latitudine e l'attività zonale molta indebolita, con anticicloni di blocco stanziati maggiormente su Europa occidentale che contrastavano il flusso atlantico oppure quando addirittura l'indice NAO crollava in negativo e le irruzioni artiche/vortici di lp di matrice continentale sfondavano sull'Europa occidentale l'hp si piazzava sull'Atlantico centrale, ahimè avvenivano dei richiami miti anche sull'Europa centro-orientale. Avendo dunque dei serbatoi di gelo a poche centinaia di Km dal Mediterraneo settentrionale uno dei vantaggi era il maggior affondo verso S che le traiettorie gelide erano in grado di percorrere. Faccio un riferimento con il passato, per esempio: immaginiamo per un attimo che l'ondata di freddo polare del Dicembre 2009 o del Gennaio 1985 fossero avvenute nella PEG. Le temperature ovviamente non solo erano più basse, ma lo sprofondamento delle ondate di freddo sarebbe avvenuto molto a più sud di almeno 6 gradi di latitudine, coinvolgendo Sicilia, perfino Tunisia e Libia, mentre nella realtà meteorologica del 2009 o 1985 la Sicilia era già a S del confine meridionale della bordata gelida. Per quel che riguarda i limiti del gelo, in Africa nord-occidentale, le irruzioni artiche erano in grado di scendere fin su latitudini medio-basse, il cui confine approssimativamente era il 28° parallelo N. Purtroppo non si dispone di notizie riguardanti le temperature/nevicate/ondate di freddo dell’Africa nord-occidentale, se non di dati più “recenti” le cui registrazioni risalgono dall’Ottocento. Non si può affermare con certezza che una città come Agadir (anno di fondazione 1505), che non era come la si conosce oggi, sia stata imbiancata negli ultimi 500 anni. Affascinanti notizie storiche meteo riportano una nevicata con accumulo a Tangeri che probabilmente sarà avvenuta nel 1450, ma per questo evento non vi sono conferme. Spostandoci nell’Africa settentrionale centrale, il limite nevoso nella PEG sarebbe stato approssimativamente il 27° parallelo, con forti probabilità che, durante eventi epocali/storici ed eccezionalmente meridionali, gi affondi verso sud di basse pressioni artiche o di retrogressioni continentali siano giunti molto a Sud quasi fin sul Tropico del Cancro, superando così il solito limite. Per concretizzare meglio queste ipotesi basti pensare che nel XIX secolo la Tunisia è stata interamente imbiancata e nessuna zona né costiera, né interna, né di pianura fu risparmiata. Notizie rare raccontano che l’Algeria, almeno una volta negli ultimi 500 anni, sia stata imbiancata per metà verso nord e perfino in tempi relativamente recenti dal punto di vista climatico, anche l’oasi di Ghadames, Libia, al confine algerino (330 mt. s.l.m., 30°N) vide splatter nel Febbraio 1979 e, nel 1906, El Golea, Algeria centrale, (330 mt. s.l.m., 30°N) s’imbiancò per l’ultima volta. Passando invece alla parte nord-orientale del continente africano il discorso si fa più interessante poiché essendo posto ad E, l’azione delle ondate di freddo è più diretta. Qui il limite nevoso al piano si abbassa di latitudine, all’incirca ad una latitudine tropicale e ovviamente, essendoci una potenzialità maggiore in termini di bruschi crolli termici, il limite delle nevicate poteva essere varcato nelle più forti e meridionali ondate di freddo della PEG . L’Egitto settentrionale è stato interessato più volte dalle nevicate, la stessa Il Cairo, presumibilmente, fu innevata nel Gennaio 1639 o nel Gennaio 1855, ma la grandinata del Dicembre 2013, scambiata erroneamente come neve, sfaterebbe questo mito. Tuttavia, episodi di neve in Medio Egitto, seppur nessuna zona di pianura sia stata imbiancata, sono stati registrati nel 1738 e nel 1887. Concludendo, durante lo scorso mezzo millennio gli eventi estremi sono stati secolari,millenari e incomparabili in rapporto a questa attuale era climatica. Per quel che riguarda i dati globali del passato spiccano annate storiche in Cina (periodo XVI secolo – XVII secolo) sia per intensità del gelo, sia per la costanza che per affondi meridionali come: 1506, 1537, 1615, 1618, 1619, 1634, 1636, 1654, 1666, 1684, 1703, 1728, 1758, 1782, 1782 e 1789.Aprile 1779 accomunò per esempio Iraq e Cipro, entrambi interessanti da una fortissima ondata di gelo russo tardiva post-invernale; nel primo paese le nevicate furono esclusive ed eccezionali, tanto che a Bassora, situata nel delta del Tigre ed Eufrate, si tratterebbe della prima caduta di neve in almeno 1000 anni, mentre l’isola cipriota fu totalmente innevata sempre in quell’evento con 10 cm sulla costa. Si evidenzia come sia stato uno degli eventi più forti ma sopratutto tardivi del Medio-Oriente degli ultimi 500 anni. In Spagna grandi nevicate si verificarono nel 1572, 1624, 1698 (si considera a volte 1697), 1744, 1819 e 1844. Per quanto riguarda Ceuta, exclave marocchina, territorio spagnolo, l’ultima nevicata avvenne nel 1450 (confermerebbe la presunta nevicata di Tangeri) e nel gennaio 1698. In Portogallo neve a Lisbona durante la PEG: 1740, 1744, il 19 febbraio 1782 e nel 1806, 1811, 1814, 1815, 1829 e 1836. Nel 1774 la Florida fu coinvolta da un’ondata di gelo particolarmente intensa, possibili fiocchi su Miami. In nord America Brownsville 1835, 1847, 1850, 1852, 1866, 1881, 1886, 1895. In Brasile il secolo degli eventi di forte freddo fu l’Ottocento, alcune storiche ondate di freddo fino al 1890: 1814, 1858, 1870, 1879 e 1885. Asuncion riporta neve nel 1751. In Sudafrica: 1829, 1845, 1853 e 1886. Gli eventi nevosi più importanti dell'Australia Meridionale furono nel luglio 1840, luglio 1846, luglio 1865 e luglio 1896.
    *La nevicata di Sydney del giugno 1836 è stata considerata non valida.
    Secondo una mia riflessione, la stabilità climatica e la calma meteorologica europea è causata principalmente dall'asse terrestre oltre che dall'innalzamento delle T medie e della distribuzione omogenea nel vecchio continente dei geopotenziali. L'asse terrestre si sta infatti "raddrizzando" di 4' all'anno, ovvero i Tropici si muovono verso l'Equatore, mentre i Circoli Polari verso i Poli, ciò comporta ad un contenimento del clima e ad una non estremizzazione come nel passato in cui a fasi di forte gelo succedevano subito dopo anche punte sorprendentemente calde, perfino eventi più intensi di oggi, anche se nel resto del mondo gli eventi estremi stanno comunque aumentando di frequenza, anche perchè siamo non solo ad un periodo di semi-stabilità ma anche di GW, dimostrato mille volte, ma la sparizione di eventi freddi non è di certo causata dall'aumento delle temperature, ma dalle anomalie persistenti degli oceani, indici sfavorevoli, attività troposferica/stratosferica sfavorevole o vortice polare che resta compatto e al Polo nel trimestre invernale con westerlines senza pietà.

    Buona lettura...
    Quanti ORRORI scientifici in questo intervento.

    Intanto sostenere che l’asse terrestre si sia inclinato maggiormente durante eventi freddi è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra, ed è il caso di dirlo visto che di cielo e Terra parliamo!
    L’asse terrestre si inclina tra un minimo di 22 e un massimo di 24° impiegando circa 41000 anni. Il massimo è stato raggiunto tra 6000 e 8000 anni fa, e da allora l’inclinazione diminuisce al ritmo di 4’’ (secondi, non primi!) l’anno.
    Affermare che magicamente si sia inclinato di più durante alcuni secoli per poi rimettersi a posto è come dire che ieri l’Italia stava in America e poi si è rimessa nel Mediterraneo. Semplicemente impossibile.

    Secondo orrore: le temperature nel primo millennio non furono costantemente calde. Si riconosce un Periodo Caldo Romano cui segue un calo termico (Evento delle Migrazioni) che avvenne tra V e VII secolo, e il cui apice si toccò probabilmente nel 535 d.C quando l’eruzione di un vulcano tropicale (secondo alcuni il Krakatoa).

    Terzo orrore: la Corrente del Golfo non si interruppe mai, quindi prosegui a mitigare il clima europeo. Anzi, oggi nel terzo millennio è più debole che negli ultimi 1500 anni.

    Quarto orrore: la latitudine più meridionale raggiunta da una colata gelida non dipende dalla colata in sè, ma primariamente dalla disposizione delle figure bariche. Condizioni di NAO- non si sposano con condizioni fredde costanti in Sicilia, Tunisia, Libia e Sud Italia, in quanto il freddo tende a scivolare più a ovest.
    Inoltre gli unici limiti sono dettati dalla vorticità planetaria: in poche parole ampia l’alta pressione va verso nord, più verso sud discende l’aria fredda.
    Inoltre in Africa il freddo si propaga liberamente non avendo ostacoli orografici a est della Tunisia, peraltro è sospinto dall’harmattan che soffia regolarmente da NE e trasporta l’aria più fredda che si è diffusa a macchia d’olio nel Sahara. Quindi nulla di eccezionale: vedi Gennaio 2015 nel Nord Africa con minime sui 10° persino nel Sahel.
    Le irruzioni della PEG al massimo erano più fredde, perché il serbatoio cui attingevano era più freddo. Avrei dubbi sul fatto che fossero diffusi i blocchi altopressori occidentali (NAO+) perché altrimenti molte delle famose cronache di gelo in Europa Centrale e Occidentale non ci sarebbero state, con al contrario più gelo a Est, come negli ultimi anni.

    Su tutte le informazioni nevose in Nord Africa (Tunisia tutta imbiancata almeno una volta; limite nevoso al piano ai Tropici in Egitto quando la nevicata tropicale al livello del mare fu a Tampico nel 1895, ed era 3° a S del Tropico del Cancro, e in Nord America) o del Medio Oriente (a Bassora non ha mai nevicato in inverno e lo avrebbe fatto ad Aprile? Va bene, ma fonte?) potrebbero essere informazioni inventate senza una fonte.

    Sulle conclusioni: parzialmente vere, ma non c’entra l’inclinazione dell’asse terrestre su scale secolari, ma al massimo plurimillenarie. Ad esempio il trend discendente olocenico è legato all’inclinazione in calo.

    Spero non sia Wiki

  7. #297
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Quanti ORRORI scientifici in questo intervento.

    Intanto sostenere che l’asse terrestre si sia inclinato maggiormente durante eventi freddi è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra, ed è il caso di dirlo visto che di cielo e Terra parliamo!
    L’asse terrestre si inclina tra un minimo di 22 e un massimo di 24° impiegando circa 41000 anni. Il massimo è stato raggiunto tra 6000 e 8000 anni fa, e da allora l’inclinazione diminuisce al ritmo di 4’’ (secondi, non primi!) l’anno.
    Affermare che magicamente si sia inclinato di più durante alcuni secoli per poi rimettersi a posto è come dire che ieri l’Italia stava in America e poi si è rimessa nel Mediterraneo. Semplicemente impossibile.

    Secondo orrore: le temperature nel primo millennio non furono costantemente calde. Si riconosce un Periodo Caldo Romano cui segue un calo termico (Evento delle Migrazioni) che avvenne tra V e VII secolo, e il cui apice si toccò probabilmente nel 535 d.C quando l’eruzione di un vulcano tropicale (secondo alcuni il Krakatoa).

    Terzo orrore: la Corrente del Golfo non si interruppe mai, quindi prosegui a mitigare il clima europeo. Anzi, oggi nel terzo millennio è più debole che negli ultimi 1500 anni.

    Quarto orrore: la latitudine più meridionale raggiunta da una colata gelida non dipende dalla colata in sè, ma primariamente dalla disposizione delle figure bariche. Condizioni di NAO- non si sposano con condizioni fredde costanti in Sicilia, Tunisia, Libia e Sud Italia, in quanto il freddo tende a scivolare più a ovest.
    Inoltre gli unici limiti sono dettati dalla vorticità planetaria: in poche parole ampia l’alta pressione va verso nord, più verso sud discende l’aria fredda.
    Inoltre in Africa il freddo si propaga liberamente non avendo ostacoli orografici a est della Tunisia, peraltro è sospinto dall’harmattan che soffia regolarmente da NE e trasporta l’aria più fredda che si è diffusa a macchia d’olio nel Sahara. Quindi nulla di eccezionale: vedi Gennaio 2015 nel Nord Africa con minime sui 10° persino nel Sahel.
    Le irruzioni della PEG al massimo erano più fredde, perché il serbatoio cui attingevano era più freddo. Avrei dubbi sul fatto che fossero diffusi i blocchi altopressori occidentali (NAO+) perché altrimenti molte delle famose cronache di gelo in Europa Centrale e Occidentale non ci sarebbero state, con al contrario più gelo a Est, come negli ultimi anni.

    Su tutte le informazioni nevose in Nord Africa (Tunisia tutta imbiancata almeno una volta; limite nevoso al piano ai Tropici in Egitto quando la nevicata tropicale al livello del mare fu a Tampico nel 1895, ed era 3° a S del Tropico del Cancro, e in Nord America) o del Medio Oriente (a Bassora non ha mai nevicato in inverno e lo avrebbe fatto ad Aprile? Va bene, ma fonte?) potrebbero essere informazioni inventate senza una fonte.

    Sulle conclusioni: parzialmente vere, ma non c’entra l’inclinazione dell’asse terrestre su scale secolari, ma al massimo plurimillenarie. Ad esempio il trend discendente olocenico è legato all’inclinazione in calo.

    Spero non sia Wiki
    Sempre il trionfo della concisione i tuoi post

  8. #298
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Citazione Originariamente Scritto da damiano23 Visualizza Messaggio
    Un raffreddamento esclusivamente europeo, ribadirei volentieri, sarà stato sicuramente influenzato non solo dal naturale calo dell'attività solare, dalle eruzioni vulcaniche ecc, ma probabilmente l'asse della Terra si sarà inclinato maggiormente ed avrà causato uno stop momentaneo del periodo caldo, ma ai tempi dell'antico impero romano, verso il 400 d.C., il clima sulla Terra non era più come agli albori del I° secolo d.C.. Sempre storicamente parlando nel 1° millennio le temperature si mantennero pressoché costantemente calde, con oscillazioni variabili caratterizzate da eventi caldissimi ma anche da picchi freddi cruciali come quello del 535/550 d.C. causato dal Krakatoa. Ma dall'Alto medioevo in poi le temperature tornarono a salire fino a raggiungere un picco massimo tra l'X e il XIII secolo (MWP). Ma ciò rappresentò solo l'antipodo di quello che sarebbe accaduto dopo pochi decenni ovvero a partire dalla fine del XIV - inizio XV secolo, con i quali si aprì una nuova serie storica climatica conosciuta al giorno d'oggi come PEG. Il crollo delle temperature fu esteso a livello globale e non soltanto a livello europeo ed in questo lasso di tempo durato circa 500 anni ci fu il ritorno di eventi epocali come intense ondate di gelo, congelamento di fiumi, laghi, ampi tratti di mare e un' "avanzata" dei ghiacciai. Ma il nocciolo della questione è ben altro : L'ASSE TERRESTRE. Esso gioca molto sul nostro clima e probabilmente condizionò il tempo del passato e degli ultimi 500 anni, con una sua minima oscillazione anche di solo 3°, rispetto l'attuale 23° 26', può avvenire un cataclisma in quanto l'angolo di inclinazione dell'asse del nostro pianeta rispetto alla verticale si lega e coincide con la distanza dei Tropici dall'Equatore e dei Circoli Polari dai Poli.Gli inverni del Vecchio continente non furono a quanto pare neppure mitigati dalla tropicale Corrente del Golfo, nastro trasportatore di acqua calda con azione dal Messico SW-NE. Il Vortice Polare era dunque molto più basso di latitudine e l'attività zonale molta indebolita, con anticicloni di blocco stanziati maggiormente su Europa occidentale che contrastavano il flusso atlantico oppure quando addirittura l'indice NAO crollava in negativo e le irruzioni artiche/vortici di lp di matrice continentale sfondavano sull'Europa occidentale l'hp si piazzava sull'Atlantico centrale, ahimè avvenivano dei richiami miti anche sull'Europa centro-orientale. Avendo dunque dei serbatoi di gelo a poche centinaia di Km dal Mediterraneo settentrionale uno dei vantaggi era il maggior affondo verso S che le traiettorie gelide erano in grado di percorrere. Faccio un riferimento con il passato, per esempio: immaginiamo per un attimo che l'ondata di freddo polare del Dicembre 2009 o del Gennaio 1985 fossero avvenute nella PEG. Le temperature ovviamente non solo erano più basse, ma lo sprofondamento delle ondate di freddo sarebbe avvenuto molto a più sud di almeno 6 gradi di latitudine, coinvolgendo Sicilia, perfino Tunisia e Libia, mentre nella realtà meteorologica del 2009 o 1985 la Sicilia era già a S del confine meridionale della bordata gelida. Per quel che riguarda i limiti del gelo, in Africa nord-occidentale, le irruzioni artiche erano in grado di scendere fin su latitudini medio-basse, il cui confine approssimativamente era il 28° parallelo N. Purtroppo non si dispone di notizie riguardanti le temperature/nevicate/ondate di freddo dell’Africa nord-occidentale, se non di dati più “recenti” le cui registrazioni risalgono dall’Ottocento. Non si può affermare con certezza che una città come Agadir (anno di fondazione 1505), che non era come la si conosce oggi, sia stata imbiancata negli ultimi 500 anni. Affascinanti notizie storiche meteo riportano una nevicata con accumulo a Tangeri che probabilmente sarà avvenuta nel 1450, ma per questo evento non vi sono conferme. Spostandoci nell’Africa settentrionale centrale, il limite nevoso nella PEG sarebbe stato approssimativamente il 27° parallelo, con forti probabilità che, durante eventi epocali/storici ed eccezionalmente meridionali, gi affondi verso sud di basse pressioni artiche o di retrogressioni continentali siano giunti molto a Sud quasi fin sul Tropico del Cancro, superando così il solito limite. Per concretizzare meglio queste ipotesi basti pensare che nel XIX secolo la Tunisia è stata interamente imbiancata e nessuna zona né costiera, né interna, né di pianura fu risparmiata. Notizie rare raccontano che l’Algeria, almeno una volta negli ultimi 500 anni, sia stata imbiancata per metà verso nord e perfino in tempi relativamente recenti dal punto di vista climatico, anche l’oasi di Ghadames, Libia, al confine algerino (330 mt. s.l.m., 30°N) vide splatter nel Febbraio 1979 e, nel 1906, El Golea, Algeria centrale, (330 mt. s.l.m., 30°N) s’imbiancò per l’ultima volta. Passando invece alla parte nord-orientale del continente africano il discorso si fa più interessante poiché essendo posto ad E, l’azione delle ondate di freddo è più diretta. Qui il limite nevoso al piano si abbassa di latitudine, all’incirca ad una latitudine tropicale e ovviamente, essendoci una potenzialità maggiore in termini di bruschi crolli termici, il limite delle nevicate poteva essere varcato nelle più forti e meridionali ondate di freddo della PEG . L’Egitto settentrionale è stato interessato più volte dalle nevicate, la stessa Il Cairo, presumibilmente, fu innevata nel Gennaio 1639 o nel Gennaio 1855, ma la grandinata del Dicembre 2013, scambiata erroneamente come neve, sfaterebbe questo mito. Tuttavia, episodi di neve in Medio Egitto, seppur nessuna zona di pianura sia stata imbiancata, sono stati registrati nel 1738 e nel 1887. Concludendo, durante lo scorso mezzo millennio gli eventi estremi sono stati secolari,millenari e incomparabili in rapporto a questa attuale era climatica. Per quel che riguarda i dati globali del passato spiccano annate storiche in Cina (periodo XVI secolo – XVII secolo) sia per intensità del gelo, sia per la costanza che per affondi meridionali come: 1506, 1537, 1615, 1618, 1619, 1634, 1636, 1654, 1666, 1684, 1703, 1728, 1758, 1782, 1782 e 1789.Aprile 1779 accomunò per esempio Iraq e Cipro, entrambi interessanti da una fortissima ondata di gelo russo tardiva post-invernale; nel primo paese le nevicate furono esclusive ed eccezionali, tanto che a Bassora, situata nel delta del Tigre ed Eufrate, si tratterebbe della prima caduta di neve in almeno 1000 anni, mentre l’isola cipriota fu totalmente innevata sempre in quell’evento con 10 cm sulla costa. Si evidenzia come sia stato uno degli eventi più forti ma sopratutto tardivi del Medio-Oriente degli ultimi 500 anni. In Spagna grandi nevicate si verificarono nel 1572, 1624, 1698 (si considera a volte 1697), 1744, 1819 e 1844. Per quanto riguarda Ceuta, exclave marocchina, territorio spagnolo, l’ultima nevicata avvenne nel 1450 (confermerebbe la presunta nevicata di Tangeri) e nel gennaio 1698. In Portogallo neve a Lisbona durante la PEG: 1740, 1744, il 19 febbraio 1782 e nel 1806, 1811, 1814, 1815, 1829 e 1836. Nel 1774 la Florida fu coinvolta da un’ondata di gelo particolarmente intensa, possibili fiocchi su Miami. In nord America Brownsville 1835, 1847, 1850, 1852, 1866, 1881, 1886, 1895. In Brasile il secolo degli eventi di forte freddo fu l’Ottocento, alcune storiche ondate di freddo fino al 1890: 1814, 1858, 1870, 1879 e 1885. Asuncion riporta neve nel 1751. In Sudafrica: 1829, 1845, 1853 e 1886. Gli eventi nevosi più importanti dell'Australia Meridionale furono nel luglio 1840, luglio 1846, luglio 1865 e luglio 1896.
    *La nevicata di Sydney del giugno 1836 è stata considerata non valida.
    Secondo una mia riflessione, la stabilità climatica e la calma meteorologica europea è causata principalmente dall'asse terrestre oltre che dall'innalzamento delle T medie e della distribuzione omogenea nel vecchio continente dei geopotenziali. L'asse terrestre si sta infatti "raddrizzando" di 4' all'anno, ovvero i Tropici si muovono verso l'Equatore, mentre i Circoli Polari verso i Poli, ciò comporta ad un contenimento del clima e ad una non estremizzazione come nel passato in cui a fasi di forte gelo succedevano subito dopo anche punte sorprendentemente calde, perfino eventi più intensi di oggi, anche se nel resto del mondo gli eventi estremi stanno comunque aumentando di frequenza, anche perchè siamo non solo ad un periodo di semi-stabilità ma anche di GW, dimostrato mille volte, ma la sparizione di eventi freddi non è di certo causata dall'aumento delle temperature, ma dalle anomalie persistenti degli oceani, indici sfavorevoli, attività troposferica/stratosferica sfavorevole o vortice polare che resta compatto e al Polo nel trimestre invernale con westerlines senza pietà.

    Buona lettura...
    Interessante la tua esposizione. Cmq riguardo all'inclinazione dell'orbita ci sono calcoli precisi e non ci si puo' sbagliare, neanche in precessione e nutazione, solo per precisare.

  9. #299
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Be' orrori, ognuno puo' anche errare , basta dirglielo. Possibilmente in modo un po' piu' gentile se ci si riesce.

  10. #300
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    Predefinito Re: L' Optimum Climatico Medioevale

    Comunque a parte tutto cio' , rimango persuaso dell'idea che il caldo Medievale non supero' questo ne la c02 non d'origine naturale fu' mai piu' alta. D'altronde degli studi sui foraminiferi che conservano all'interno particelle d'ossigeno confermano questo. Ed anche gli isotopi 016 e 018.

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