Un raffreddamento esclusivamente europeo, ribadirei volentieri, sarà stato sicuramente influenzato non solo dal naturale calo dell'attività solare, dalle eruzioni vulcaniche ecc, ma probabilmente l'asse della Terra si sarà inclinato maggiormente ed avrà causato uno stop momentaneo del periodo caldo, ma ai tempi dell'antico impero romano, verso il 400 d.C., il clima sulla Terra non era più come agli albori del I° secolo d.C.. Sempre storicamente parlando nel 1° millennio le temperature si mantennero pressoché costantemente calde, con oscillazioni variabili caratterizzate da eventi caldissimi ma anche da picchi freddi cruciali come quello del 535/550 d.C. causato dal Krakatoa. Ma dall'Alto medioevo in poi le temperature tornarono a salire fino a raggiungere un picco massimo tra l'X e il XIII secolo (MWP). Ma ciò rappresentò solo l'antipodo di quello che sarebbe accaduto dopo pochi decenni ovvero a partire dalla fine del XIV - inizio XV secolo, con i quali si aprì una nuova serie storica climatica conosciuta al giorno d'oggi come PEG. Il crollo delle temperature fu esteso a livello globale e non soltanto a livello europeo ed in questo lasso di tempo durato circa 500 anni ci fu il ritorno di eventi epocali come intense ondate di gelo, congelamento di fiumi, laghi, ampi tratti di mare e un' "avanzata" dei ghiacciai. Ma il nocciolo della questione è ben altro
: L'ASSE TERRESTRE. Esso gioca molto sul nostro clima e probabilmente condizionò il tempo del passato e degli ultimi 500 anni, con una sua minima oscillazione anche di solo 3°, rispetto l'attuale 23° 26', può avvenire un cataclisma in quanto l'angolo di inclinazione dell'asse del nostro pianeta rispetto alla verticale si lega e coincide con la distanza dei Tropici dall'Equatore e dei Circoli Polari dai Poli.Gli inverni del Vecchio continente non furono a quanto pare neppure mitigati dalla tropicale Corrente del Golfo, nastro trasportatore di acqua calda con azione dal Messico SW-NE. Il Vortice Polare era dunque molto più basso di latitudine e l'attività zonale molta indebolita, con anticicloni di blocco stanziati maggiormente su Europa occidentale che contrastavano il flusso atlantico oppure quando addirittura l'indice
NAO crollava in negativo e le irruzioni artiche/vortici di
lp di matrice continentale sfondavano sull'Europa occidentale l'
hp si piazzava sull'Atlantico centrale, ahimè avvenivano dei richiami miti anche sull'Europa centro-orientale. Avendo dunque dei serbatoi di gelo a poche centinaia di Km dal Mediterraneo settentrionale uno dei vantaggi era il maggior affondo verso S che le traiettorie gelide erano in grado di percorrere. Faccio un riferimento con il passato, per esempio: immaginiamo per un attimo che l'ondata di freddo polare del Dicembre 2009 o del Gennaio 1985 fossero avvenute nella PEG. Le temperature ovviamente non solo erano più basse, ma lo sprofondamento delle ondate di freddo sarebbe avvenuto molto a più sud di almeno 6 gradi di latitudine, coinvolgendo Sicilia, perfino Tunisia e Libia, mentre nella realtà meteorologica del 2009 o 1985 la Sicilia era già a S del confine meridionale della bordata gelida. Per quel che riguarda i limiti del gelo, in Africa nord-occidentale, le irruzioni artiche erano in grado di scendere fin su latitudini medio-basse, il cui confine approssimativamente era il 28° parallelo N. Purtroppo non si dispone di notizie riguardanti le temperature/nevicate/ondate di freddo dell’Africa nord-occidentale, se non di dati più “recenti” le cui registrazioni risalgono dall’Ottocento. Non si può affermare con certezza che una città come Agadir (anno di fondazione 1505), che non era come la si conosce oggi, sia stata imbiancata negli ultimi 500 anni. Affascinanti notizie storiche meteo riportano una nevicata con accumulo a Tangeri che probabilmente sarà avvenuta nel 1450, ma per questo evento non vi sono conferme. Spostandoci nell’Africa settentrionale centrale, il limite nevoso nella PEG sarebbe stato approssimativamente il 27° parallelo, con forti probabilità che, durante eventi epocali/storici ed eccezionalmente meridionali, gi affondi verso sud di basse pressioni artiche o di retrogressioni continentali siano giunti molto a Sud quasi fin sul Tropico del Cancro, superando così il solito limite. Per concretizzare meglio queste ipotesi basti pensare che nel XIX secolo la Tunisia è stata interamente imbiancata e nessuna zona né costiera, né interna, né di pianura fu risparmiata. Notizie rare raccontano che l’Algeria, almeno una volta negli ultimi 500 anni, sia stata imbiancata per metà verso nord e perfino in tempi relativamente recenti dal punto di vista climatico, anche l’oasi di Ghadames, Libia, al confine algerino (330 mt. s.l.m., 30°N) vide splatter nel Febbraio 1979 e, nel 1906,
El Golea, Algeria centrale, (330 mt. s.l.m., 30°N) s’imbiancò per l’ultima volta. Passando invece alla parte nord-orientale del continente africano il discorso si fa più interessante poiché essendo posto ad E, l’azione delle ondate di freddo è più diretta. Qui il limite nevoso al piano si abbassa di latitudine, all’incirca ad una latitudine tropicale e ovviamente, essendoci una potenzialità maggiore in termini di bruschi crolli termici, il limite delle nevicate poteva essere varcato nelle più forti e meridionali ondate di freddo della PEG . L’Egitto settentrionale è stato interessato più volte dalle nevicate, la stessa Il Cairo, presumibilmente, fu innevata nel Gennaio 1639 o nel Gennaio 1855, ma la grandinata del Dicembre 2013, scambiata erroneamente come neve, sfaterebbe questo mito. Tuttavia, episodi di neve in Medio Egitto, seppur nessuna zona di pianura sia stata imbiancata, sono stati registrati nel 1738 e nel 1887. Concludendo, durante lo scorso mezzo millennio gli eventi estremi sono stati secolari,millenari e incomparabili in rapporto a questa attuale era climatica. Per quel che riguarda i dati globali del passato spiccano annate storiche in Cina (periodo XVI secolo – XVII secolo) sia per intensità del gelo, sia per la costanza che per affondi meridionali come: 1506, 1537, 1615, 1618, 1619, 1634, 1636, 1654, 1666, 1684, 1703, 1728, 1758, 1782, 1782 e 1789.Aprile 1779 accomunò per esempio Iraq e Cipro, entrambi interessanti da una fortissima ondata di gelo russo tardiva post-invernale; nel primo paese le nevicate furono esclusive ed eccezionali, tanto che a Bassora, situata nel delta del Tigre ed Eufrate, si tratterebbe della prima caduta di neve in almeno 1000 anni, mentre l’isola cipriota fu totalmente innevata sempre in quell’evento con 10 cm sulla costa. Si evidenzia come sia stato uno degli eventi più forti ma sopratutto tardivi del Medio-Oriente degli ultimi 500 anni. In Spagna grandi nevicate si verificarono nel 1572, 1624, 1698 (si considera a volte 1697), 1744, 1819 e 1844. Per quanto riguarda Ceuta, exclave marocchina, territorio spagnolo, l’ultima nevicata avvenne nel 1450 (confermerebbe la presunta nevicata di Tangeri) e nel gennaio 1698. In Portogallo neve a Lisbona durante la PEG: 1740, 1744, il 19 febbraio 1782 e nel 1806, 1811, 1814, 1815, 1829 e 1836. Nel 1774 la Florida fu coinvolta da un’ondata di gelo particolarmente intensa, possibili fiocchi su Miami. In nord America Brownsville 1835, 1847, 1850, 1852, 1866, 1881, 1886, 1895. In Brasile il secolo degli eventi di forte freddo fu l’Ottocento, alcune storiche ondate di freddo fino al 1890: 1814, 1858, 1870, 1879 e 1885. Asuncion riporta neve nel 1751. In Sudafrica: 1829, 1845, 1853 e 1886. Gli eventi nevosi più importanti dell'Australia Meridionale furono nel luglio 1840, luglio 1846, luglio 1865 e luglio 1896.
*La nevicata di Sydney del giugno 1836 è stata considerata non valida.
Secondo una mia riflessione, la stabilità climatica e la calma meteorologica europea è causata principalmente dall'asse terrestre oltre che dall'innalzamento delle T medie e della distribuzione omogenea nel vecchio continente dei geopotenziali. L'asse terrestre si sta infatti "raddrizzando" di 4' all'anno, ovvero i Tropici si muovono verso l'Equatore, mentre i Circoli Polari verso i Poli, ciò comporta ad un contenimento del clima e ad una non estremizzazione come nel passato in cui a fasi di forte gelo succedevano subito dopo anche punte sorprendentemente calde, perfino eventi più intensi di oggi, anche se nel resto del mondo gli eventi estremi stanno comunque aumentando di frequenza, anche perchè siamo non solo ad un periodo di semi-stabilità ma anche di
GW, dimostrato mille volte, ma la sparizione di eventi freddi non è di certo causata dall'aumento delle temperature, ma dalle anomalie persistenti degli oceani, indici sfavorevoli, attività troposferica/stratosferica sfavorevole o vortice polare che resta compatto e al Polo nel trimestre invernale con westerlines senza pietà.
Buona lettura...
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