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    L’evento freddo del 535/550 dC – Alcune fonti per l’Italia | Climatemonitor

    L’evento freddo del 535/550 dC – Alcune fonti per l’Italia

    Posted By Luigi Mariani on Ago 11, 2015 in Attualità,Climatologia | 6 comments
    Intorno al 535/536 ha avuto luogo il più intenso e prolungato periodo di raffreddamento degli ultimi 2000 anni, almeno stando all’analisi di Abbot et al. (2008) sull’ice core del plateau groenlandese GISP2 (qui). L’evento si è caratterizzato per una scarsa attività solare cui sono conseguiti freddo, perdita di raccolti e scarsa produttività forestale (quest’ultima tracciata dalle cerchie di accrescimento degli alberi). Il periodo interessato dall’evento è grossomodo compreso fra 535 e 550 d.C.
    Circa la causa dell’evento, il possibile candidato è un’imponente eruzione vulcanica sul tipo di quella del Tambora in Indonesia (1815) che nel 1816 dette luogo in Europa al cosiddetto “anno senza estate”. A favore di tale ipotesi è la presenza di consistenti tracce di solfati nelle carote glaciali artiche e antartiche, indizio che supporta l’ipotesi dell’eruzione vulcanica avvenuta nella fascia intertropicale e le cui polveri, una volta raggiunta la stratosfera, si sono diffuse in ambedue gli emisferi. Circa i vulcani candidati all’episodio in questione, c’è chi parla del Rabaul in Papua Nuova Guinea e chi del Krakatoa, lo stesso vulcano indonesiano che nel 1883 fu responsabile di un altro evento eruttivo con sensibili conseguenze climatiche. Qualcuno infine chiama in causa l’esplosione della caldera del vulcano Ilopango in El Salvador.
    Tuttavia nelle carote glaciali di quel periodo sono state anche reperite sferule di stagno e nichel, metalli abbondanti nei residui extraterrestri e che avvalorano dunque l’ipotesi d’impatto di un meteorite o di una cometa. In sostanza, come si propone nel sito medioevalstories.com nel periodo in questione potrebbero essersi verificati ambedue i fenomeni.
    Fonti letterarie italiane e bizantine
    Mi sono avvicinato a questo evento leggendo il testo di Lellia Ruggini “Economia e società nell’Italia Annonaria – rapporti fra agricoltura e commercio dal IV al VI secolo d.C.” (1995). Tale testo è una vera miniera di documentazione storica sull’epoca compresa fra la decadenza dell’impero romano e l’alto medioevo, epoca che in genere ci viene affrettatamente presentata come l’inizio dei “secoli bui dell’alto Medioevo”.
    La Ruggini in particolare segnala l’epistola 25 delle Variae di Flavius Magnus Aurelius Cassiodoro, uomo politico e Prefetto del Pretorio (una sorta di Ministro degli Interni) del governo gotico, dapprima sotto Teodorico e poi sotto i suoi successori, nonché appassionato animatore dell’ideale di fusione tra Romani e Goti (per la biografia di questo illustre personaggio si vedano le note biografiche in Wikipedia e Enciclopedia Treccani).
    L’epistola 25, secondo la Ruggini, sarebbe da datare alla tarda primavera del 534 mentre Mommsen la data al 533 e Hodking addirittura al 538. Di tale lettera, che il Prefetto del Pretorio Cassiodoro indirizza al collaboratore Ambrosius e che può essere consultata nella veste latina originale qui, riporto qui sotto una traduzione italiana con evidenziati gli aspetti più immediatamente interessanti per scopi paleoclimatici (la traduzione è mia e non di un latinista, per cui sarò grato a chiunque vorrà segnalarmi modifiche migliorative).
    Dal momento che il mondo non è governato dal caso, ma da un Divino governo che non cambia i suoi scopi a caso, gli uomini sono naturalmente allarmati dai segni straordinari che colgono nei cieli, e chiedono con cuore ansioso quali eventi essi possano sottendere.Il Sole, prima delle stelle, sembra aver perso la propria luce abituale, e appare di un colore bluastro. Ci meravigliamo di non vedere l’ombra del nostro corpo a mezzogiorno, e di sentire il possente vigore del calore solare sprecato in debolezza, e di cogliere fenomeni che accompagnano un’eclissi transitoria prolungarsi per un anno intero. Inoltre la Luna, anche quando è piena, è priva del proprio naturale splendore.
    Strano è fin qui stato il corso dell’anno. Abbiamo avuto un inverno senza tempeste, una primavera senza mitezza e un’estate senza calore. Cosa possiamo sperare per il raccolto, se i mesi che avrebbero dovuto maturare il grano sono stati raffreddati dalla bora? Cosa produrrà l’abbondanza se la terra in estate non si scalderà? Cosa farà aprire le gemme se la pioggia madre non riprenderà? Queste due influenze, il gelo prolungato e la siccità inopportuna, appaiono in conflitto con tutte le cose che crescono. Le stagioni sono cambiate divenendo immutabili e ciò che le piogge intermittenti potevano causare, la siccità da sola non può certo produrre.
    Ma poiché l’anno passato fu prospero, con i frutti del passato, la tua prudenza potrà vincere la futura scarsità se tu farai in modo che le provviste possano essere sufficienti per i mesi a venire. Riponi dunque tutto ciò che sia utile per scopo alimentare. Il privato reperisce con facilità il necessario se il pubblico mette a disposizione strumenti adeguati.
    Inoltre non affliggerti nell’incertezza per i grandi fenomeni del presente, ritorna sui tuoi passi nel considerare le cose delle natura e cerca la ragione certa in ciò che il volgo sbalordito coglie come incerto. Infatti così si pone quanto prestabilito dall’ordine divino, per cui gli astri dell’anno presente nelle loro sedi concordarono le mutue amministrazioni così da rendere alla superficie del suolo una condizione invernale, secca e fredda.
    L’aria fra cielo e terra è ispessita dal rigore della neve e rarefatta dai raggi del sole. Questo è il grande spazio diffuso fra il cielo e la terra. Quando tale spazio è puro e illuminato dai raggi del sole ci mostra il suo vero aspetto mentre quando elementi estranei si fondono con esso lo fanno tendere attraverso il cielo come una pelle, per cui né i veri colori dei corpi celesti potranno apparire né il loro calore potrà attraversarla. Con tempo nuvoloso ciò accade per un limitato periodo mentre la sua straordinaria estensione ad un periodo prolungato ha prodotto questi effetti disastrosi, spingendo il mietitore a temere il gelo, rendendo i frutti induriti quando dovrebbero essere maturi e facendo l’uva invecchiare acerba.
    Ma la divina provvidenza ci insegna a non preoccuparci ed a proibire di ritenere tali prodigi come segni della collera divina. Tuttavia senza dubbio sappiamo che ciò è avverso ai frutti della terra, in quanto non vediamo una specifica legge per la quale ci si possa nutrire con il cibo consueto.
    Lascia dunque che sia vostra cura di fare in modo che la scarsità di questo anno non porti rovina a tutti noi. Così dal primo amministratore è stato ordinato alla nostra presente dignità che ci si avvalga dell’abbondanza precedente per attenuare l’attuale miseria.”
    Voglio anzitutto osservare che il fatto che nella lettera si parli di “estate senza calore” e di “uva che invecchia acerba” mi farebbe pensare quantomeno ad una missiva scritta nell’autunno del 534 e cioè al termine del primo anno di carestia, dopo il 533 che, secondo la Ruggini, fu anno di produzione abbondante.
    Da rilevare altresì che Cassiodoro non è l’unica fonte che ci parla delle stranezze atmosferiche di quegli anni in relazione alla nostra area. Infatti lo storico bizantino Procopio di Cesarea, nella sua Istoria delle guerre vandaliche – Libro secondo – Capo XIV, che Wikisource ci propone nella traduzione di Giuseppe Rossi del 1832, scrive quanto segue: “II. Nella vernata adunque Belisario fe dimora vicin di Siracusa, ed in Cartagine Salmone. Tutto quest’anno fu eziandio segnalato da un grandissimo prodigio, apparendo il sole privo di raggi a simiglianza della luna, e quasi il più dei giorni cercaronlo indarno gli umani sguardi; spoglio pertanto dell’ordinario chiaror suo risplendeva oscuro e fosco anzi che no: presagio, al tutto verificatosi, d’imminente guerra, di peste, fame e d’ogni altro malore correva in quello stante l’anno decimo dell’imperatore Giustiniano”.
    Balza subito all’occhio che l’anno decimo dell’imperatore Giustiniano va dal 10 agosto 537 al 10 agosto 538. Come vedete le due fonti (Cassiodoro e Procopio) ci portano ad una discordanza di date, che si potrebbe forse sanare spostando al 538 la lettera di Cassiodoro, come proposto da Hodking.
    Da rilevare anche che su Wikipedia in relazione all’evento in questione (lì indicato come evento del 535-536) si citano altre fonti sulle quali non mi sono cimentato. Si tratta in particolare di fonti irlandesi, cinesi e peruviane. Inoltre nel sito medioevalstories.com si parla degli effetti a livello scandinavo. In ogni caso tali fonti depongono per la portata globale del fenomeno.
    Tornando per un attimo alla lettera di Cassiodoro si notano alcuni aspetti che a mio avviso sono di grande rilievo anche perché depongono per la grandezza dell’autore:

    1. l’autore scarta l’ipotesi della collera divina come causa del fenomeno e viceversa privilegia l’approccio razionale e meccanicistico (ovviamente con gli strumenti concettuali propri del tempo di Cassiodoro e che immagino si fondassero su autori quali Aristotile e Seneca)
    2. l’autore promuove l’idea di una politica di mitigazione della carestia attraverso un uso prudente delle scorte cumulate nella precedente annata di vacche grasse. Una tale politica, che Cassiodoro suggerisce al suo collaboratore Ambrosius, è il portato di una lunghissima tradizione di gestione dei magazzini di scorte di cereali (gli Horrea) sotto la repubblica e poi sotto l’impero romano e verrà da Cassiodoro stesso meglio circostanziata nelle epistole X,27 e XII, 27 scritte fra il 535 e il 536, nelle quali viene ad esempio fornito un elenco dei centri d’ammasso delle scorte e si fissa il prezzo (25 modii il solido) di vendita di un terzo delle scorte accumulate in epoca di abbondanza.

    Concludo rilevando che, sempre secondo la Ruggini, in Italia la carestia raggiunse il proprio apice fra il 535 e il 536. Tuttavia mi preme qui puntualizzare che nel 535 era sbarcato in Sicilia l’esercito bizantino di Belisario, il che dava il via alle guerre gotiche che si conclusero nel 553 con la sconfitta dei Goti e l’affermazione di Bisanzio, che tuttavia di lì a pochi anni sarà costretta cedere a nuovi invasori, i Longobardi, gran parte del territorio conquistato. Inoltre fra 536 e 537 il Nord Italia fu soggetta a razzie degli Alamanni e forse dei Burgundi. Ciò rende ovviamente difficile discernere quanto accaduto per cause meteorologiche da quanto indotto dalle guerre che in quegli anni insanguinarono e impoverirono a dismisura l’Italia.

  2. #2
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    L’inverno “vulcanico” del 535 d.C. - MeteoGiuliacci - Il Blog

    Il più brusco e intenso raffreddamento del clima avvenuto negli ultimi 2000 anni è molto probabilmente quello che caratterizzò gli anni fra il 535 e il 539, nel periodo in cui Giustiniano regnava sull’Impero Bizantino e in Italia scoppiava la guerra che, per quasi due decenni, vide contrapporsi proprio i bizantini e gli ostrogoti. Diverse prove paleoclimatiche indicano infatti che già nel 535 il nostro Pianeta si raffreddò all’improvviso di circa mezzo grado, ma è soprattutto nel 536 che le temperature medie planetarie andarono incontro a un brusco crollo: oltre 3 gradi in meno rispetto all’anno precedente! Il 536 a livello globale è in effetti una delle annate più fredde degli ultimi 2000 anni, caratterizzata da un violento inasprimento del clima che interessò, dove più dove meno, tutti i continenti.
    Più in generale almeno fino al 539 il clima di tutta la Terra rimase assai bizzarro e spesso estremo: gli inverni si fecero decisamente più rigidi, seguiti da estati insolitamente fresche e piovose, con addirittura eccezionali nevicate nel mese di agosto sia in Europa che in Asia. Di conseguenza i raccolti andarono in gran parte persi, scatenando gravi carestie che fecero vacillare le grandi civiltà del tempo, dall’Europa all’Asia passando anche per l’America pre-colombiana. Il cielo stesso, per mesi, assunse un aspetto a dir poco spettrale. Lo storico Bizantino Procopio, descrivendo gli insoliti eventi del 536, scrisse di “un sole che splende senza luminosità, sorprendentemente simile a quello che si osserva durante un’eclissi”, mentre Cassiodoro dipinse a tinte fosche uno scenario quasi apocalittico, in cui il “sole sembra aver perso la capacità di splendere e ha assunto un colore bluastro (…), i corpi non lasciano ombre sul terreno, la luce solare un tempo potente riesce a scaldare solo debolmente la pelle, e tutto scorre come in un’interminabile eclissi lunga un intero anno (…), in estate è mancato il caldo, i raccolti sono stati gelati dai venti del nord (…) e la pioggia non vuol più cadere dal cielo”.




    Poi nei decenni successivi le temperature piano piano risalirono, ma solo tra il 560 e il 570 tornarono a valori paragonabili a quelli precedenti al disastroso evento. Ma cosa scatenò il più brusco e violento cambiamento climatico degli ultimi millenni? Molto probabilmente tutto avvenne per colpa di una colossale eruzione vulcanica le cui polveri avvolsero il Pianeta, rendendolo impenetrabile a parte della luce e del calore provenienti dal sole. Una ipotesi confermata dalle altissime concentrazioni di solfati e polveri vulcaniche rinvenute nei campioni di ghiaccio provenienti da Groenlandia e Antartide e risalenti proprio a tale periodo. Quindi un’eruzione potentissima, forse causata, almeno secondo il vulcanologo Ken Wohletz del Los Alamos National Laboratory, da una delle periodiche esplosioni del vulcano Krakatoa.
    Il

  3. #3
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Sarebbe interessante calcolare questo evento al giorno d'oggi, e con esso tutti i danni economici e ambientali...., in una società complessa come quella odierna potrebbe essere più catastrofico che 1500 anni fa.

  4. #4
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Se avete un opinione in merito, vostre riflessioni, potrebbe essere interessante discuterne...., personalmente non sapevo di questo evento, si intreccia anche in periodo storico travagliato per l'Italia e per l'Europa.

  5. #5
    Uragano L'avatar di Davide1987
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Lake Visualizza Messaggio
    Se avete un opinione in merito, vostre riflessioni, potrebbe essere interessante discuterne...., personalmente non sapevo di questo evento, si intreccia anche in periodo storico travagliato per l'Italia e per l'Europa.

    riesci a recuperarne altri di questi reperti?

  6. #6
    ovestest
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Ciao Lake, ottimo thread! Ho letto diversi articoli su quell'evento; in effetti i due maggiori "responsabili" di quell'improvviso raffreddamento globale possono essere solo una grossa eruzione di almeno indice 7 (o più violenti eruzioni ravvicinate) o un impatto spaziale. Altre spiegazioni non è facile trovarle anche perché non risulta che l’attività solare possa avere variazioni tali da provocare forti raffreddamenti in poco tempo e limitati a pochi anni. Peccato che all’epoca non vi fossero strumenti meteo di misurazione.
    Ultima modifica di ovestest; 20/12/2018 alle 00:34

  7. #7
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Complimenti Lake per questo reportage. Sapevo del periodo della piccola glaciazione, di un paio d'inverni assurdi ( 1789 ed un altro nel 15° secolo), ma scopro per la prima volta adesso di un periodo quale quello da te indicato, addirittura il più freddo a livello globale negli ultimi 2000 anni. Incredibile!

  8. #8
    Burrasca L'avatar di Lake
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Davide1987 Visualizza Messaggio
    riesci a recuperarne altri di questi reperti?
    Si potrei cercare di approfondire questa vicenda, ma le cronache sono quelle romano gotiche e bizantine, non e dato sapere se i franchi avessero lasciato qualcosa di scritto e tanto meno i britanni oramai invasi dai Sassoni, i Goti vennero cancellati dalla riconquista bizantina. Ho letto anche di un evento che fu eccezionale, in cui un Imperatore Romano fu testimone del congelarsi del Mare Egeo, e anche cronaca che sul finire del IV secolo nel Nord Europa ci fu un brusco abbassamento della temperatura, ciò indusse quelle popolazioni a migrare. Un evento simile ai giorni d'oggi avrebbe effetti ancor più disastrosi...
    Ultima modifica di Lake; 19/12/2018 alle 14:25

  9. #9
    Burrasca L'avatar di Lake
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    Lo storico dell'antica Roma "Tito Livio" scrisse che a Roma si ebbe quella che risulta essere la più grande nevicata di sempre. Era l'inverno 400-399 a. C. quando nell'intera stagione fredda caddero oltre due metri di neve.
    Faceva così freddo che il Tevere rimase congelato e non navigabile a lungo periodo.

    Sant'Agostino ci parla di un episodio di neve e di gelo della durata di 40 giorni nell'Inverno del 275 a.C., quando il Tevere si congelò quasi completamente.

    Tuttavia l'episodio più severo sembra essere avvenuto nel Gennaio del 1396, quando durante una fase freddissima, il fiume Tevere rimase completamente congelato a Roma per ben 15 giorni. Il ghiaccio era così spesso che il fiume si poteva attraversare a piedi

    fonte.

    https://www.meteogiornale.it/notizia/48820-1-meteo-estremo-tevere-gelato-roma-2-metri-di-neve

  10. #10
    Burrasca L'avatar di Lake
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    Predefinito Re: L'evento freddo del 535/550 dC,“ Alcune fonti per l'Italia

    In termini storici climatici si può pensare che tale evento meteorologico estremo abbia provocato il deteriorarsi dei fragili equilibri tra Goti e Romani, raccolti scarsi e inizio di carestie abbiano fatto si che i romanici si siano ribellati, e abbiano come avvenne dalle cronache appoggiato l'invasione dei bizantini, possiamo penare che il clima e guerra ventennale abbiamo gettato gli italici in una tale prostrazione da credere imminente la fine del mondo.
    Ultima modifica di Lake; 19/12/2018 alle 15:22

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