Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Hai centrato il punto: è proprio quello il problema.
Precipitazioni abbondanti e concentrate in pochissimi giorni - con rischio disagi, dissesti, esondazioni - intervallati da lunghissimi periodi anticiclonici, secchi e caldissimi. In pratica, ci trasciniamo di continuo tra siccità e alluvioni. E la cosa assurda è che, come hai giustamente fatto notare, paradossalmente chiudiamo gli anni sopramedia pluviometrica. Ma il totale annuo, preso così, vuol dire davvero poco per le nostre medie e soprattutto per i nostri suoli e la nostra rete idrografica.
Guarda, ad esempio, il 2011 (faccio riferimento a Cuneo): 1039,2mm, leggermente sopramedia, sì, ma come sono state distribuite?
In 3 mesi (marzo, giugno e novembre)
è caduto il 70% della pioggia annua. Il 2013? 1001,2mm (quindi praticamente in media), il 44% delle precipitazioni sono cadute tra marzo e maggio.. Il 2014, anno piovoso, è stato secco da agosto ad ottobre compreso, il 2016 (anch'esso sopramedia) stessa solfa: il 45% delle precipitazioni sono cadute in 3 mesi (febbraio, marzo e novembre), il 2018, molto piovoso, è stato secco da giugno a settembre e poi di nuovo un dicembre desertico. E adesso ci ritroviamo con una quarantina di mm scesi dal 27 novembre ad oggi.
Il problema è la distribuzione delle precipitazioni, non tanto la quantità. Sono mille volte meglio anni in deficit pluviometrico - ma con precipitazioni meglio distribuite - che non anni come questi, fatti solo da brevi periodi piovosissimi e alluvionali (alluvione di Novembre 2011, l'alluvione di Novembre 2014, quella di Novembre 2016, le grandi piogge di Maggio 2018,ecc.ecc.) e da siccità disastrose (la siccità dell'inverno 2011/2012, dell'autunno-inverno 2015, dell'estate-autunno 2017, e ora questa del 2018/2019).
Segnalibri