" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
Posso indirettamente confermarti che quando qui si fecero 44° ricordo bene quella strana sensazione di calore. Pareva di essere in un forno. Ma non era affatto così sgradevole. Al mare per dirti il disagio è maggiore quando ci sono 31-32° ad Agosto, perchè sono umidi.
Ricordo invece come orribili le notti. Umidità elevata e non si scendeva sotto i 30°...terribili.
Il problema, almeno per me, non è tanto il caldo in sé ma le case che una volta che si riscaldano per buttare giù la temperatura ci vuole un break di quelli potenti.
Adesso a casa mia ci sono 29,8 gradi
Io invece sono un caso anomalo, nel senso che tollero poco gli effetti favonici con temp troppo alte e umidità bassissime...mi manca il respiro e mi sento stralunato, come se fossi dentro un forno. Contrariamente con un po' di umidità, temp più basse presenza di venticello, tipo brezza marina, mi sento meglio. E' essenziale la presenza del venticello però
Calma piatta con +32° e 70% ur no grazie Al mare per me il momento peggiore è proprio la sera, ovvero la fase intermedia tra la brezza di mare e quella di terra
Anno 2019
Pioggia: 601,0 mm (Agg. 3 Ottobre)
Neve: 4,5 cm.
Comunque spero nella favonizzazione, così con la +29°C a 850 hPa sulla costa si fanno minime di 37°C e massime di 45°C in stile Golfo Persico... magari Genova AM dopo aver ritoccato il suo precedente record di ben +3,1°C nella prima settimana di agosto 2015 riesce a superarlo nuovamente e di 7°C... comunque sarei curioso di vedere gli effetti di una +29°C favonica, tenendo conto che il gradiente, perlomeno nei primi 800 m di colonna d'aria, può arrivare tranquillamente a 1,2°C/100 m, magari il record di Siviglia sarebbe riscritto da qualche località del Tigullio...
P.S. scherzo, ma mica tanto, questa è veramente al limite del favonio appenninico... probabilmente non si attiverebbe e non reggerebbe che qualche ora, ma basta veramente poco, una lieve occidentalizzazione e un affondo un pelo più meridiano e se parte con la +25°C anziché con la +29°C il record si mette a segno lo stesso...
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Ultima modifica di galinsog@; 17/06/2019 alle 18:32
E sì, sei dentro un forno.
Il problema del clima secco è la disidritazione. Proprio perchè l'umidità è bassissima, tutto il sudore evapora velocemente, e ne produci sempre di nuovo per abbassare le temperature. A furia di perdere liquidi vai in acidosi metabolica, e aumenta la frequenza della respirazione. Al tempo stesso ciò ti rende stralunato sia per la disidratazione sia per la riduzione del tasso di CO2 nel sangue.
L'arma dunque è bere, anche se non si ha molta sete ma si sta sudando. Bere sempre.
Il problema invece dei climi umidi è che non evapora il sudore, e rischi un colpo di calore. In quel caso bisognerebbe bere e asciugarsi il sudore dal corpo...
questo nulla toglie al ragionamento
a me tendenzialmente non piacciono le ipocrisie
i desiderata e le inclinazioni personali sono una cosa, la realtà è tutt'altro
nei forum la stragrande maggioranza degli utenti ha dei meteogusti ben precise e quindi si tendono a generare tutta una serie di considerazioni che esulano completamente dal contesto climatico
si impersonifica il clima secondo delle categorie morali che lasciano veramente il tempo che trovano
sai quante volte ho assistito su questo o altri forum ha infinite discussioni sul perché e il percome il caldo sia più brutto e cattivo del freddo
peccato che ogni fenomeno estremo in natura è ugualmente molesto e inevitabilmente coinvolge prima di tutto gli esseri viventi più deboli che rimagono tali in ogni epoca, visto che dal nostro punto di vista privilegiato si tende a pensare che anche se arrivassero ondate di gelo epocali sarebbero comunque maggiormente gestibili
sgomberare il campo da certi tipi di ragionamenti pesantemente a sfondo moralistico io penso non sia solo una questione di onestà intellettuale ma di rispetto verso coloro i quali hanno sofferto le pene dell'inferno per eventi (come molti inverni sette-ottocenteschi) che oggi rappresentano il sogno di molti frequentatori di questi spazi
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