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  1. #31
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    Predefinito Re: Grande classifica delle estati in Italia dal 1900 ad oggi

    Citazione Originariamente Scritto da Friedrich 91 Visualizza Messaggio
    Concordo con te. La 2017 vide una delle ondate più forti di sempre in Agosto alla sua partenza (fino al giorno 10), e il prosieguo del mese, sebbene più moderato fu comunque abbastanza caldo, con una nuova - abbastanza intensa - ondata nella terza decade. Questa prima decade di Agosto non ha veramente nulla a che spartire con quella del 2017 (da me a Ferrara ci sono qualcosa come 4° di differenza tra le due decadi per ora) e anche l'ondata in arrivo, per quanto forte, avrà una durata non paragonabile.

    Per me se andrà in porto lo scenario visto ora dai modelli sarà molto difficile pure scalzare la 2012 (in cui Agosto fu inverso alla 2017 come andamento ma analogo nel risultato), continuo a credere che quest'Estate possa piazzarsi al 5° posto in posizione mediana tra 2015 e 2018.
    direi molto più vicina alla 2015 che alla 2018 però, fai conto che un agosto a +0,9/+1,0 sulla 1981-2010 significherebbe pareggiare la 2015, con un agosto a -0,8/-0,9 dalla 1981-2010 pareggeremmo la 2018... stare esattamente a metà tra le due significherebbe chiudere agosto praticamente nella norma 1981-2010, credo che questo non avverrà, anche se ci sono buone probabilità che l'anomalia agostana sarà inferiore a quella avutasi nel luglio appena concluso.
    Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.

  2. #32
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    Predefinito Re: Grande classifica delle estati in Italia dal 1900 ad oggi

    Nella classifica quarantennale (periodo 1979-2018) dei dati satellitari della bassa troposfera si nota l'estate 2003 prevalere di pochissimo sulla 2012 e sulla 2017 dirette concorrenti; questa differenza rispetto all'enorme supremazia della 2003 al suolo si spiega a mio avviso in primis con la disposizione dei massimi pressori molto spesso ad ovest del Belpaese durante l'estate, il che aumentò la compressione (e al di là del vero e proprio vento di caduta, credo tenda a massimizzare la resa del gradiente altimetrico di temperatura); la grande staticità delle configurazioni inoltre portò il suolo a "vivere di rendita" per la caldazza accumulata fin dal mese di maggio (che quell'anno fu il più caldo di sempre grossomodo alla pari con il maggio 2009) e acuitasi con quell'assurdo giugno, per cui ad anomalie in libera atmosfera persistenti ma non intensissime potevano corrispondere anomalie molto marcate al suolo, specie ad agosto, dove a un +1,8 °C di anomalia in bassa troposfera corrispose un bel +3,1 °C al suolo (una situazione simile si è vista, ad esempio, nell'agosto 2018 in Valpadana). Ci sarebbe il fattore dei suoli secchi che indubbiamente alzano la media delle massime a parità delle termiche medie in quota, ma la dispersione notturna del calore è parimenti facilitata dai suoli aridi, per cui non dico che una delle due cose compensi del tutto l'altra, ma l'ascesa agevolata delle massime è almeno in parte controbilanciata dalla discesa agevolata delle minime...

    Scarto nazionale sulla media 1981-2010 per le estati in bassa troposfera:
    1) 2003 (+2,01 °C).
    2) 2012 e 2017 (+1,95 °C).
    4) 2015 (+1,42 °C).
    5) 1998 (+0,75 °C).
    6) 2007, 2009 e 2018 (+0,73 °C).
    9) 1994 (+0,67 °C).
    10) 2008 (+0,62 °C).
    11) 2001 (+0,56 °C).
    12) 2000 (+0,51 °C).
    13) 2010 (+0,50 °C).
    14) 2016 (+0,46 °C).
    15) 2011 (+0,40 °C).
    16) 2002 (+0,23 °C).
    17) 1999 (+0,22 °C).
    18) 1988 (+0,18 °C).
    19) 1993 (+0,11 °C).
    20) 2004 (+0,10 °C).
    21) 1987 (-0,01 °C).
    22) 1991 (-0,02 °C).
    23) 1982 (-0,09 °C).
    24) 2013 (-0,22 °C).
    25) 1997 (-0,26 °C).
    26) 1990 (-0,30 °C).
    27) 1992 (-0,35 °C).
    28) 2005 (-0,36 °C).
    29) 2006 (-0,39 °C).
    30) 1985 (-0,41 °C).
    31) 2014 (-0,48 °C).
    32) 1983 (-0,49 °C).
    33) 1995 (-0,56 °C).
    34) 1981 e 1996 (-0,69 °C).
    36) 1986 (-0,74 °C).
    37) 1980 (-0,99 °C).
    38) 1989 (-1,06 °C).
    39) 1979 (-1,08 °C).
    40) 1984 (-1,51 °C).

    L'estate con maggior differenza positiva tra l'anomalia al suolo e l'anomalia in libera atmosfera è proprio la 2003 con +0,89 °C (2,90 °C vs 2,01 °C), mentre l'estate con maggior differenza negativa tra questi due parametri è la 1980 con -0,89 °C (-1,88 °C vs -0,99 °C). Significative (per motivi opposti) la 2013 e la 1981, rispettivamente con +0,59 °C e con -0,50 °C secondo tale calcolo. Ho notato che, se per le altre stagioni il trend rialzista troposferico e il trend rialzista al suolo sono ripidi allo stesso modo (al netto di differenze trascurabili), in estate quello al suolo sembra più ripido rispetto a quello troposferico, nonostante (questo va detto) grossomodo fino al 2012 i due siano stati pressochè identici. Esplico questo tramite i seguenti dati:

    Scarto sulla 1981-2010 AL SUOLO delle estati, decennio per decennio:
    Periodo 1981-1990: -0,57 °C.
    Periodo 1991-2000: +0,06 °C (+0,63 °C rispetto al decennio precedente).
    Periodo 2001-2010: +0,52 °C (+0,46 °C rispetto al decennio precedente).
    Periodo 2011-2018: +0,88 °C (+0,36 °C rispetto al decennio precedente).
    Differenza tra periodo 2011-2018 e periodo 1981-1990: +1,45 °C.

    Scarto sulla 1981-2010 IN BASSA TROPOSFERA delle estati, decennio per decennio:
    Periodo 1981-1990: -0,51 °C.
    Periodo 1991-2000: +0,04 °C (+0,55 °C rispetto al decennio precedente).
    Periodo 2001-2010: +0,51 °C (+0,47 °C rispetto al decennio precedente).
    Periodo 2011-2018: +0,54 °C (+0,03 °C rispetto al decennio precedente).
    Differenza tra periodo 2011-2018 e periodo 1981-1990: +1,05 °C.

    Questo secondo me è dovuto alla persistenza delle configurazioni caldofile che in questo decennio, spesso, sono quasi senza eguali nella storia. Questo, tipicamente nei periodi ad alto irraggiamento come quello estivo, favorisce l'accumulo progressivo di calore al suolo, anche quando le termiche rimangono sostanzialmente stabili in quota (o comunque, nel protrarsi di una data situazione sinottica, tendono ad aumentare meno che al suolo: ma la stabilità atmosferica consente l'accumulo di calore, appunto, negli strati più bassi - quasi "litosferici", potremmo dire). Comunque tranquilli che con i dati satellitari di questa estate 2019 supereremo lo scorso decennio più ampiamente di quei tre miseri centesimi con cui gli stavamo davanti prima di questa estate, no problem . Non è un caso, secondo me, che tra le estati più statiche e configurativamente "noiose" di sempre (penso alla 2018, alla 2003 e - volendo - anche alla 1994) si trovino in genere anomalie positive ben più marcate al suolo che nella bassa troposfera.

    Notando come dagli anni '80 agli anni 2010 ci si sia scaldati di 0,40 °C in più, in estate, al suolo rispetto alla bassa troposfera, ma anche come dagli anni '80 agli anni 2010 ci si sia scaldati a livello dell'anno intero di appena 0,11 °C in più al suolo che in libera atmosfera, si evince come le altre tre stagioni, nel loro complesso, abbiano un trend rialzista al suolo sovrapponibile in modo pressochè perfetto a quello in quota. Il riscaldamento più potente al suolo che nel cielo che sta sopra le nostre teste, quindi, sembra essere un affare praticamente tutto estivo... tornerò comunque a parlare della relazione tra l'anomalia termica in troposfera e l'anomalia termica al suolo a seconda del pattern prevalente in ciascuna stagione (estiva e non) e anche a seconda della disposizione, che logicamente varia tra una stagione e un'altra, degli anticicloni sul nostro Continente (parlo soprattutto di dove tendano a localizzarsi i massimi pressori).
    Ultima modifica di Perlecano; 25/08/2019 alle 16:45
    Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.

  3. #33
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    Predefinito Re: Grande classifica delle estati in Italia dal 1900 ad oggi

    Eccellente lavoro Perlecano!

    Mi permetto di fare alcune osservazioni a completamento della tua disamina magistrale.
    I suoli aridi potrebbero essere una soluzione per i picchi massimi più elevati. Per le notti magari hanno meno effetto, sia perchè in estate le ore di buio sono pochissime fino alla prima metà di Agosto, sia perchè forse l'umidità che si accumula in atmosfera (tipica del ristagno di vecchi anticicloni, nonchè del clima di gran parte d'Italia litoranea e sublitoranea, nonchè padana) limita l'effetto dei suoli secchi sulla temperatura.

    Aggiungerei anche l'influenza del mare più caldo. Non a caso credo che il rallentamento/stabilizzazione del riscaldamento tra il decennio 2001/10 e 2011/19 sia legato anche a questo. Tra gli anni Novanta e gli anni post-Duemila il mare è in media più caldo, in estate, di un paio di gradi. La differenza invece tra gli anni 2000 e gli anni Dieci, in questo senso, è minima, perchè tra questi due decenni non è che le temperature dell'acqua siano aumentate di media più di tanto...
    Il ruolo fondamentale del mare lo riconosco anche parlando del 2003: basta che tu sappia che qui già il 15 Giugno le temperature del mare erano attorno ai 28/29°, quando simili temperature negli ultimi anni si toccano (se si toccano) solo ad Agosto nelle canicole! E infatti il 2003, nonostante le brezze, vide valori diurni più alti in media di 2/3°.
    Naturalmente il mare influenza soprattutto il clima litoraneo e sublitoraneo, che rappresenta comunque una grossa fetta di territorio italiano dato il notevole sviluppo in coste dello Stato.

  4. #34
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    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Eccellente lavoro Perlecano!

    Mi permetto di fare alcune osservazioni a completamento della tua disamina magistrale.
    I suoli aridi potrebbero essere una soluzione per i picchi massimi più elevati. Per le notti magari hanno meno effetto, sia perchè in estate le ore di buio sono pochissime fino alla prima metà di Agosto, sia perchè forse l'umidità che si accumula in atmosfera (tipica del ristagno di vecchi anticicloni, nonchè del clima di gran parte d'Italia litoranea e sublitoranea, nonchè padana) limita l'effetto dei suoli secchi sulla temperatura.

    Aggiungerei anche l'influenza del mare più caldo. Non a caso credo che il rallentamento/stabilizzazione del riscaldamento tra il decennio 2001/10 e 2011/19 sia legato anche a questo. Tra gli anni Novanta e gli anni post-Duemila il mare è in media più caldo, in estate, di un paio di gradi. La differenza invece tra gli anni 2000 e gli anni Dieci, in questo senso, è minima, perchè tra questi due decenni non è che le temperature dell'acqua siano aumentate di media più di tanto...
    Il ruolo fondamentale del mare lo riconosco anche parlando del 2003: basta che tu sappia che qui già il 15 Giugno le temperature del mare erano attorno ai 28/29°, quando simili temperature negli ultimi anni si toccano (se si toccano) solo ad Agosto nelle canicole! E infatti il 2003, nonostante le brezze, vide valori diurni più alti in media di 2/3°.
    Naturalmente il mare influenza soprattutto il clima litoraneo e sublitoraneo, che rappresenta comunque una grossa fetta di territorio italiano dato il notevole sviluppo in coste dello Stato.
    grazie tra l'altro hai introdotto già un argomento di cui volevo parlare prossimamente. comunque pensi che le temperature marine possano calmierare maggiormente le temperature della bassa troposfera rispetto a quelle delle stazioni al suolo? io lo ritengo paradossale, tuttavia il profilo rialzista che in parte diverge in questi ultimi anni suggerirebbe questo... comunque il campione statistico è un po' poco numeroso (così come lo è per i dati al suolo, beninteso), nel senso che gruppetti di 10 annate possono contenere uno o due dati che condizionano l'analisi del campione stesso, portando magari a conclusioni affrettate. comunque sì, ottima disamina anche la tua, anche se io ho notato precisamente come le minime tendano realmente - e sensibilmente - a scendere di più in corrispondenza di suoli aridi (perchè lo sono di loro, oppure per condizioni di siccità atmosferica), quindi non era solo teorica la mia considerazione.
    Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.

  5. #35
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    Predefinito Re: Grande classifica delle estati in Italia dal 1900 ad oggi

    Citazione Originariamente Scritto da Perlecano Visualizza Messaggio
    grazie tra l'altro hai introdotto già un argomento di cui volevo parlare prossimamente. comunque pensi che le temperature marine possano calmierare maggiormente le temperature della bassa troposfera rispetto a quelle delle stazioni al suolo? io lo ritengo paradossale, tuttavia il profilo rialzista che in parte diverge in questi ultimi anni suggerirebbe questo... comunque il campione statistico è un po' poco numeroso (così come lo è per i dati al suolo, beninteso), nel senso che gruppetti di 10 annate possono contenere uno o due dati che condizionano l'analisi del campione stesso, portando magari a conclusioni affrettate. comunque sì, ottima disamina anche la tua, anche se io ho notato precisamente come le minime tendano realmente - e sensibilmente - a scendere di più in corrispondenza di suoli aridi (perchè lo sono di loro, oppure per condizioni di siccità atmosferica), quindi non era solo teorica la mia considerazione.
    Cioè le temperature marine dovrebbero avere maggiore influenza sulle temperature della bassa troposfera che al suolo?
    Non credo.

    Le temperature del mare dovrebbero essere indipendenti da quelle in quota, anzi essere quelle a dipendere dalle temperature della bassa troposfera.
    Però al tempo stesso il mare ha una maggiore capacità termica, e quindi gli scostamenti termici che interessano gli strati d’acqua e aria superficiali sono molto minimi, in particolare in una stagione stabile e senza scossoni (in genere) come quella estiva.
    Ho spesso scritto che il mare è un termostato. Se il termostato è spostato verso l’alto, avremo temperature della sua superficie e dello strato d’aria ad esso prossimo più alte. Queste influenzeranno inevitabilmente quindi le stazioni litoranee e sublitoranee al suolo.

    Io credo che il riscaldamento del mare risenta più della stabilità/instabilità delle condizioni meteorologiche piuttosto che dal calore in sè che ad esso può arrivare per via dei moti delle masse d’aria subtropicali.
    In passato le estati non penso fossero così statiche. Si alternavano periodi di tempo instabile (legato a basse pressioni) e periodi di tempo anticiclonico (peraltro di natura oceanica, non continentale africana).
    Avendo il mare una maggiore resistenza ai cambiamenti repentini, pertanto, se il tempo è spesso soggetto a cambiamenti ciò limiterà e rallenterà il processo di riscaldamento (che già di suo procede molto meno velocemente della terra ferma) del mare, sia per via del moto ondoso che rimescola gli strati sia per via delle masse d’aria meno calde a causa della loro origine e della copertura nuvolosa che può essere associata.

    Dagli anni Duemila le estati sulla penisola vedono di solito tempo soleggiato senza alcun break. Queste sono le condizioni ideali per riscaldare il mare, soprattutto se le ondate di caldo si verificano con intensità.
    L’ho notato nel confronto tra questa estate e la scorsa. La temperatura delle acqua adriatiche infatti è rimasta quest’anno 1,5° inferiore nel picco massimo rispetto al 2018, nonostante fosse già su livelli altissimi al 20 Giugno (livelli raggiunti l’anno scorso a fine Luglio).
    L’assenza di break seri (che quest’anno c’è stato, peccato che è stato preceduto da un mese caldissimo che ha già riscaldato il mare a livelli irrimediabili, ed è stato succeduto da altro caldo sopra le righe che ha annullato i miglioramenti fatti) impedisce ogni tentativo di frenare il riscaldamento. E ciò al di là delle mere masse d’aria che arrivano. Può anche esserci un’estate con tante ondate di caldo tra le più feroci di sempre, ma se queste sono intervallate da break decenti (anche se non così potenti) sono sicuro che il mare si riscalderebbe meno di un’altra stagione senza picchi eclatanti ma con break assenti o molto deboli e limitati temporalmente a una manciata di ore.

    Per cui direi che il mare al contrario è tra i responsabili (paradossalmente!) del clima più caldo al suolo: questo perché ormai non essendoci break efficaci sulle coste e zone retrostanti quando soffia il vento dal mare arriva aria più calda rispetto a quanto accadeva in passato, in quanto è il mare che è più caldo e lo è già da Giugno/inizio Luglio su livelli che in passato si toccavano ad Agosto se non mai nell’arco di un’estate media.

    In conclusione: maggiore costanza di valori alti in bassa troposfera = maggiore riscaldamento marino.
    Se invece vi fosse una situazione con maggiore alternanza di valori alti e bassi in bassa troposfera, seppure in un contesto dove i valori alti sono estremi, il mare sarebbe meno caldo.
    Ultima modifica di burian br; 26/08/2019 alle 01:09

  6. #36
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    grazie tra l'altro hai introdotto già un argomento di cui volevo parlare prossimamente. comunque pensi che le temperature marine possano calmierare maggiormente le temperature della bassa troposfera rispetto a quelle delle stazioni al suolo? io lo ritengo paradossale, tuttavia il profilo rialzista che in parte diverge in questi ultimi anni suggerirebbe questo... comunque il campione statistico è un po' poco numeroso (così come lo è per i dati al suolo, beninteso), nel senso che gruppetti di 10 annate possono contenere uno o due dati che condizionano l'analisi del campione stesso, portando magari a conclusioni affrettate. comunque sì, ottima disamina anche la tua, anche se io ho notato precisamente come le minime tendano realmente - e sensibilmente - a scendere di più in corrispondenza di suoli aridi (perchè lo sono di loro, oppure per condizioni di siccità atmosferica), quindi non era solo teorica la mia considerazione.
    Sulle minime: si, nei suoli aridi scendono di più. Però se l’aria è molto umida per motivi indipendenti dalle condizioni del suolo, credo che il raffreddamento sia frenato, perché si ha difficoltà a scendere oltre la temperatura di rugiada.

  7. #37
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    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Cioè le temperature marine dovrebbero avere maggiore influenza sulle temperature della bassa troposfera che al suolo?
    Non credo.

    Le temperature del mare dovrebbero essere indipendenti da quelle in quota, anzi essere quelle a dipendere dalle temperature della bassa troposfera.
    Però al tempo stesso il mare ha una maggiore capacità termica, e quindi gli scostamenti termici che interessano gli strati d’acqua e aria superficiali sono molto minimi, in particolare in una stagione stabile e senza scossoni (in genere) come quella estiva.
    Ho spesso scritto che il mare è un termostato. Se il termostato è spostato verso l’alto, avremo temperature della sua superficie e dello strato d’aria ad esso prossimo più alte. Queste influenzeranno inevitabilmente quindi le stazioni litoranee e sublitoranee al suolo.

    Io credo che il riscaldamento del mare risenta più della stabilità/instabilità delle condizioni meteorologiche piuttosto che dal calore in sè che ad esso può arrivare per via dei moti delle masse d’aria subtropicali.
    In passato le estati non penso fossero così statiche. Si alternavano periodi di tempo instabile (legato a basse pressioni) e periodi di tempo anticiclonico (peraltro di natura oceanica, non continentale africana).
    Avendo il mare una maggiore resistenza ai cambiamenti repentini, pertanto, se il tempo è spesso soggetto a cambiamenti ciò limiterà e rallenterà il processo di riscaldamento (che già di suo procede molto meno velocemente della terra ferma) del mare, sia per via del moto ondoso che rimescola gli strati sia per via delle masse d’aria meno calde a causa della loro origine e della copertura nuvolosa che può essere associata.

    Dagli anni Duemila le estati sulla penisola vedono di solito tempo soleggiato senza alcun break. Queste sono le condizioni ideali per riscaldare il mare, soprattutto se le ondate di caldo si verificano con intensità.
    L’ho notato nel confronto tra questa estate e la scorsa. La temperatura delle acqua adriatiche infatti è rimasta quest’anno 1,5° inferiore nel picco massimo rispetto al 2018, nonostante fosse già su livelli altissimi al 20 Giugno (livelli raggiunti l’anno scorso a fine Luglio).
    L’assenza di break seri (che quest’anno c’è stato, peccato che è stato preceduto da un mese caldissimo che ha già riscaldato il mare a livelli irrimediabili, ed è stato succeduto da altro caldo sopra le righe che ha annullato i miglioramenti fatti) impedisce ogni tentativo di frenare il riscaldamento. E ciò al di là delle mere masse d’aria che arrivano. Può anche esserci un’estate con tante ondate di caldo tra le più feroci di sempre, ma se queste sono intervallate da break decenti (anche se non così potenti) sono sicuro che il mare si riscalderebbe meno di un’altra stagione senza picchi eclatanti ma con break assenti o molto deboli e limitati temporalmente a una manciata di ore.

    Per cui direi che il mare al contrario è tra i responsabili (paradossalmente!) del clima più caldo al suolo: questo perché ormai non essendoci break efficaci sulle coste e zone retrostanti quando soffia il vento dal mare arriva aria più calda rispetto a quanto accadeva in passato, in quanto è il mare che è più caldo e lo è già da Giugno/inizio Luglio su livelli che in passato si toccavano ad Agosto se non mai nell’arco di un’estate media.

    In conclusione: maggiore costanza di valori alti in bassa troposfera = maggiore riscaldamento marino.
    Se invece vi fosse una situazione con maggiore alternanza di valori alti e bassi in bassa troposfera, seppure in un contesto dove i valori alti sono estremi, il mare sarebbe meno caldo.
    apprezzo il messaggio (davvero, l'avevo letto con interesse) ma devo dire che ho rifatto il calcolo per le anomalie in bassa troposfera per le estati di questo decennio e mi è risultato +0,77 °C sulla 1981-2010, quindi un aumento apprezzabile rispetto all'anomalia media del decennio scorso. Il tutto non considerando l'estate 2019, poichè di essa ancora non dispongo di dati definitivi, che però di sicuro alzeranno l'anomalia media del decennio in corso. In pratica avevo sommato le anomalie di tutte le estati dalla 2011 alla 2018 dividendo poi per 8, cosa giustissima da fare, ma mi ero dimenticato di inserire il dato dell'estate 2017 (altissimo tra l'altro, come prevedibile). Quindi avevo erroneamente diviso 4,23 °C (somma delle anomalie troposferiche di ogni estate di questo decennio esclusa la 2017) per 8; logico che, con questo errore, il decennio in corso era risultato fortemente sottostimato.
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  8. #38
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    C'è anche una piccola differenza da tener conto nel comparare i dati sat con le stazioni, la griglia originale dei dati sat è più ampia e include anche il mare a differenza delle stazioni, anche se i dati sono rigrigliati per avere la stessa copertura delle stazioni parte del segnale proviene da sopra al mare; per un migliore raffronto si può partire dai dati di superficie terre+oceani e interpolarli alla stessa griglia dei sat prima di ridurli alla stessa delle stazioni, il trend di superficie è così del tutto simile alla bassa troposfera.

    trend jja 1979-2017 (°C/decennio)

    solo terre: +0.532
    terre+oceani: +0.476
    sat bassa troposfera: +0.484

  9. #39
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    Predefinito Re: Grande classifica delle estati in Italia dal 1900 ad oggi

    In Italia dal 1860 uno degli inverni piu freddi nel '79/1880

    l inverno '79/1880 praticamente un inverno tipicamente da Piccola Era Glaciale

  10. #40
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    Predefinito Re: Grande classifica delle estati in Italia dal 1900 ad oggi

    Ma il topic non e' dal 1900 ad oggi ?

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