Originariamente Scritto da
galinsog@
Queste sono sempre state zone di agricoltura povera (patate) e stagionale (estiva: pomodori, zucchine, melanzane) e ovviamente alberi da frutta come ciliegi, susine. Poco frumento, pochi ulivi e solo in basso (sotto i 300 m e entro i 2-2,5 Km dal mare) poca vigna, perché tanto sopra i 400 m l'uva nemmeno matura(va) con regolarità, senza considerare poi che il clima nelle zone di crinale, come la mia, sopra una certa quota è veramente rude, forse uno dei peggiori dell'intero comparto appennico settentrionale (il Passo del Turchino a 600 m scarsi ha 160 giorni di nebbia/anno, il Faiallo a 1050 m quasi 300 e a parità di quota contendiamo al Cuneese il primato di nevosità annuale, dal momento che a 1000 m hai medie vicine ai 3 m/anno). Da un lato hai il mare a un tiro di schioppo (6-7 Km in linea d'aria), mai anche le zone più fredde della pianura padana a 15 Km, senza niente in mezzo e con valichi bassi... di fatto in questa zona il grosso volano economico storico non era costituito dall'agricoltura (praticata a livelli di sussistenza) ma da 2 tipologie industriali che avevano bisogno di tanta acqua: l'industria cartaria, che si è sviluppata dalla fine del XIV secolo e quella cotoniera (alla metà del XIX secolo). Le colture annuali se hai la sfiga di seminare all'arrivo del "monsone" marciscono, poco da fare... La grossa produzione olearia in Liguria riguarda principalmente la zona tra Albenga e Ventimiglia e in misura minore la costa del Golfo del Tigullio, dove questi fenomeni sono molto rari...
Le colture annuali sono anche questione di organizzazione: le fave, nelle zone basse, le pianti anche a novembre come in Sicilia, se va tutto bene raccogli in maggio, se va male e marciscono o ti gelano le piantine appena nate, allora le ripianti a fine inverno e incroci le dita, ovviamente la produzione sarà localissima e buona per soddisfare esigenze molto limitate...
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