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  1. #21
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    E per le provincie di Ascoli Piceno e Fermo non scordiamoci che il terremoto del 2016 ha scombussolato le falde idriche e la circolazione sotterranea dei monti Sibillini, e da allora le sorgenti che assicurano le portate degli acquedotti sono in alcuni casi dimezzate o sparite. Aggiungici anni di siccità, e ottieni una situazione di emergenza perenne. Anche questo inverno non sta andando bene, forse ancora peggiore di quelli scorsi, di neve ce n'è pochissima sulle montagne, e la prossima estate si avvicina...

  2. #22
    Vento teso L'avatar di GiagiKarlo
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Damon Hill Visualizza Messaggio
    E per le provincie di Ascoli Piceno e Fermo non scordiamoci che il terremoto del 2016 ha scombussolato le falde idriche e la circolazione sotterranea dei monti Sibillini, e da allora le sorgenti che assicurano le portate degli acquedotti sono in alcuni casi dimezzate o sparite. Aggiungici anni di siccità, e ottieni una situazione di emergenza perenne. Anche questo inverno non sta andando bene, forse ancora peggiore di quelli scorsi, di neve ce n'è pochissima sulle montagne, e la prossima estate si avvicina...
    Non esageriamo.
    Il 2017 è stato abbastanza secco ma sia il 2018 che il 2019 sono stati in media o poco sopra da quanto so. Questo 2020 è orribile dai punti di vista pluviometrico e nivometrico, ma anni di siccità non ce ne sono proprio stati

  3. #23
    Brezza tesa L'avatar di Sibillo
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da GiagiKarlo Visualizza Messaggio
    Non esageriamo.
    Il 2017 è stato abbastanza secco ma sia il 2018 che il 2019 sono stati in media o poco sopra da quanto so. Questo 2020 è orribile dai punti di vista pluviometrico e nivometrico, ma anni di siccità non ce ne sono proprio stati
    Non ci sono stati perchè abbiamo avuto le ottime nevicate di gennaio 2017 e del 2018/19 altrimenti erano dolori con le terribili estati del 2017 e del 2019.....quest'anno invece a meno di una primavera piovosa e nevosa in montagna siamo messi molto male.....

  4. #24
    Vento teso L'avatar di GiagiKarlo
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Sibillo Visualizza Messaggio
    Non ci sono stati perchè abbiamo avuto le ottime nevicate di gennaio 2017 e del 2018/19 altrimenti erano dolori con le terribili estati del 2017 e del 2019.....quest'anno invece a meno di una primavera piovosa e nevosa in montagna siamo messi molto male.....
    Anche nel 2019 però la primavera (e luglio) fu piovosa ed anche novembre è stato abbastanza piovoso, mentre settembre e ottobre sono stato da dimenticare.

    Per quest'anno non posso che concordare in toto.

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  5. #25
    Vento teso L'avatar di Daniel92
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da GiagiKarlo Visualizza Messaggio
    Non esageriamo.
    Il 2017 è stato abbastanza secco ma sia il 2018 che il 2019 sono stati in media o poco sopra da quanto so. Questo 2020 è orribile dai punti di vista pluviometrico e nivometrico, ma anni di siccità non ce ne sono proprio stati
    Giagi, però tieni conto sempre di come viene distribuita l'acqua, il regime pluviometrico è troppo IRREGOLARE, idem per le nevicate invernali, prendo ad esempio il 2017, un Gennaio ricco di nevicate a cui però ha fatto seguito una primavera/estate molto siccitosa e calda, tutti eventi racchiusi sempre nel nulla poi a seguire. Insomma, come noterai bene manca una certa alternanza di questi episodi nell'arco di un lungo tempo.

  6. #26
    Vento teso L'avatar di Daniel92
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da GiagiKarlo Visualizza Messaggio
    Anche nel 2019 però la primavera (e luglio) fu piovosa ed anche novembre è stato abbastanza piovoso, mentre settembre e ottobre sono stato da dimenticare.

    Per quest'anno non posso che concordare in toto.

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    Solo Maggio è stato abbondantemente piovoso, anche Novembre piovoso, nelle zone adriatiche però meno a causa della dominanza del libeccio . Da Giugno in poi ha piovuto veramente pochissimo, Luglio 3-4 episodi temporaleschi anche violenti, seguiti dal nulla. Il peggio è che da Dicembre non ha piovuto quasi mai, eccetto qualche piovutella inferiore ai 5-10 mm. Se vai a fare un bilancio, i lunghi periodi di secca, ovvero quelli asciutti, sono stati più frequenti e maggiori di quelli piovosi

  7. #27
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Daniel92 Visualizza Messaggio
    Solo Maggio è stato abbondantemente piovoso, anche Novembre piovoso, nelle zone adriatiche però meno a causa della dominanza del libeccio . Da Giugno in poi ha piovuto veramente pochissimo, Luglio 3-4 episodi temporaleschi anche violenti, seguiti dal nulla. Il peggio è che da Dicembre non ha piovuto quasi mai, eccetto qualche piovutella inferiore ai 5-10 mm. Se vai a fare un bilancio, i lunghi periodi di secca, ovvero quelli asciutti, sono stati più frequenti e maggiori di quelli piovosi
    Questa cosa c'è stata anche qui, specialmente a luglio è stato molto simile.
    Essendo sul lato tirrenico dell'Appennino invece ho beccato tantissima acqua a novembre mentre dicembre è stato in deficit (non grave).
    Ciò è vero ma essi sono stati comunque controbilanciati, altrimenti l'anno 2019 non avrebbe chiuso praticamente in media pluviometrica o sopra in gran parte d'Italia (comprese le Marche, se ricordo bene).

    Citazione Originariamente Scritto da Daniel92 Visualizza Messaggio
    Giagi, però tieni conto sempre di come viene distribuita l'acqua, il regime pluviometrico è troppo IRREGOLARE, idem per le nevicate invernali, prendo ad esempio il 2017, un Gennaio ricco di nevicate a cui però ha fatto seguito una primavera/estate molto siccitosa e calda, tutti eventi racchiusi sempre nel nulla poi a seguire. Insomma, come noterai bene manca una certa alternanza di questi episodi nell'arco di un lungo tempo.
    Questa è forse la peggior caratteristica del nuovo clima, ovvero l'alternanza di eventi estremi, da lunghi periodi di secca a periodi invece molto più nevosi/piovosi delle medie che, come detto sopra, molto spesso compensano le secche.
    Ciò non è una caratteristica del "vecchio clima" del centro Italia (mentre leggevo nel td del Basso Piemonte alcuni resoconti d'inverni analizzati da @Lou_Vall che mostra come queste alternanze fossero frequenti anche negli anni '80/'90 al NI), ma temo che dovremmo abituarcisi.

  8. #28
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da GiagiKarlo Visualizza Messaggio

    Questa è forse la peggior caratteristica del nuovo clima, ovvero l'alternanza di eventi estremi, da lunghi periodi di secca a periodi invece molto più nevosi/piovosi delle medie che, come detto sopra, molto spesso compensano le secche.
    Ciò non è una caratteristica del "vecchio clima" del centro Italia (mentre leggevo nel td del Basso Piemonte alcuni resoconti d'inverni analizzati da @Lou_Vall che mostra come queste alternanze fossero frequenti anche negli anni '80/'90 al NI), ma temo che dovremmo abituarcisi.
    In realtà c'erano anche qui periodi anticiclonici anche duraturi erano abbastanza frequenti solo che non erano le alte subtropicali di ora,ma le estreme propaggini dell'alta russa,mi ricordo molto bene anche un mese intero di freddo secco

  9. #29
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Clima: al nord per il Po e gia siccita estiva e nel centro-sud e anche peggio - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

    Non sono bastate, come in molti speravano, le forti piogge autunnali: l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AbdP) dice che «La totale assenza di precipitazioni nei mesi di gennaio e febbraio e la presenza di temperature più alte rispetto alla media stagionale hanno portato al peggioramento delle portate idrologiche dei corsi d’acqua. I livelli idrometrici del fiume Po sono sotto la media stagionale: la situazione della disponibilità di risorse idriche, anche in vista dell’inizio imminente inizio della stagione irrigua, va costantemente monitorata». Per questo il segretario generale dell’Autorità, Meuccio Berselli, ha convocato per il l prossimo 6 marzo la prima riunione dell’Osservatorio sulle crisi idriche per ottimizzare la gestione delle risorse e predisporre le azioni necessarie per affrontare la situazione nei vari bacini e sottobacini del territorio per prepararsi alla gestione delle risorse idriche nei prossimi mesi.

    L’AbdP sottolinea che «Il bollettino di portata fa registrare livelli idrometrici nelle cinque stazioni del fiume Po inferiori alla media stagionale (Piacenza: 0.22 metri; Cremona: -6.05 metri; Boretto: -1.85 metri; Borgoforte -0.92 metri; Pontelagoscuro: -4.65 metri). Anche se nel mese di gennaio i livelli erano superiori alla media, ora si stanno progressivamente riducendo: negli ultimi due mesi infatti il contributo delle precipitazioni è stato quasi totalmente assente. Nelle prossime settimane non si prevedono precipitazioni, se non di scarsa entità e comunque non da influenzare l’incremento della falda: potrebbero verificarsi ulteriori riduzioni dei livelli idrometrici, nell’ordine del 20%. Anche i livelli dei grandi laghi sono sotto osservazione: il lago di Iseo ed il lago di Como sono infatti già al di sotto dei valori stagionali. Il contributo nivale è praticamente assente nelle zone appenniniche mentre quello alpino si ridurrà ulteriormente a causa dell’innalzamento delle temperature e dell’assenza di precipitazioni. Dopo una discesa momentanea, infatti, nei prossimi giorni sono previsti aumenti compresi tra i 5 e gli 8 gradi centigradi».
    Coldiretti ha lanciato un nuovo drammatico allarme ed evidenzia che «Il livello idrometrico del Po è sceso ed è basso come in piena estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 25% di quello di Como al 28% dell’Iseo». Dal monitoraggio effettuato dalla più grande associazione agricola italiana emerge che «Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è di -2,4 metri, lo stesso di metà agosto scorso. Sono gli effetti del grande caldo e dell’assenza di precipitazioni significative in un inverno bollente con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi al mesi di dicembre e gennaio».
    Ma Coldiretti fa notare che «Nel centro sud la situazione è ancora più difficile con l’allarme siccità in campagna che è scattato a partire dalla Puglia dove la disponibilità idrica è addirittura dimezzata negli invasi rispetto allo scorso anno secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Anbi che registra difficoltà anche in Umbria con il 75% di pioggia in meno rispetto allo scorso anno caduta nel mese di gennaio ed in Basilicata dove mancano all’appello circa 2/3 delle risorse idriche disponibili rispetto allo steso periodo del 2019. In Basso Molise i terreni secchi seminati a cereali rischiano di non far germogliare ed irrobustire a dovere le piantine mai i problemi riguardano anche gli ortaggi, che già necessitano di irrigazioni di soccorso. Difficoltà si registrano anche in Sardegna il Consorzio di Bonifica di Oristano hanno addirittura predisposto a tempo di record l’attivazione degli impianti per l’irrigazione per garantire acqua ai distretti colpiti dalle grave siccità a causa della mancanza di piogge a seguito alle segnalazioni relative alle colture in sofferenza per il perdurare dell’assenza di precipitazioni. In vaste aree della Sicilia i campi sono aridi e i semi non riescono neanche a germinare ma la mancanza di acqua ed il vento minaccia anche le lenticchie di Ustica e problemi nella zona del ragusano ci sono nei pascoli per l’erba è secca e si temono speculazioni sul prezzo del fieno per alimentare gli animali».
    E Coldiretti ricorda che il clima anomalo «ha mandato in tilt la natura con piante in fiore e gli animali con le chiocciole che si sono risvegliate dal letargo prima del tempo nel Veneto ma le ripetute giornate di sole hanno risvegliato 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dalla finta primavera e sono uscite dagli alveari presenti per ricominciare il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ed ora-il rischio e che ritorni di freddo possano far gelare i fiori e anche far morire parte delle api dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia. Il clima mite si fa sentire anche con le fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Sicilia e Sardegna dove iniziano a sbocciare le piante da frutto, ma in Abruzzo sono in fase di risveglio gli alberi di susine, pesche mentre anche gli albicocchi in Emilia e in Puglia hanno già i fiori. Sui banchi sono arrivate con oltre un mese di anticipo le primizie e se nel Lazio gli agricoltori offrono agretti, carciofi romaneschi, erbe spontanee come il papavero e le fave che sono già presenti anche in Puglia insieme alle fragole arrivate prima di alcune settimane e già pronte al consumo».
    E, nonostante qualche ex padanissimo secessionista, convertitosi sulla via di Damasco del nazionalismo italico, continui a negare il cambiamento climatico, Coldiretti sottolinea che «L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione in Italia dove il è stato il quarto anno più caldo per il nostro Paese dopo i record di 2014, 2015 e 2018 secondo le elaborazioni su dati Isac/Cnr che effettua le rilevazioni dal 1800. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque, i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa».
    Coldiretti conclude: «L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali».




  10. #30
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