articolo ottimo apparso sulla stampa generalista
Perché l’Europa si surriscalda più velocemente di (quasi tutto) il resto del mondo- Corriere.it
Tu mi dici, "Ti guardi? Sbagli a paragonarti"
L'irrigazione a scorrimento è tipica nel cremonese. Però stanno aumentando i campi irrigati a getto.
Fuori casa mia a Milano i campi del Parco Sud sono irrigati a getto.
Dove invece l'irrigazione non c'è perché non è mai stata necessaria come sull'altopiano di Clusone (1500 mm annui con massimo estivo) il mais è in sofferenza.
Anche i prati della frazione Spinelli di Valzurio (circa 1700/1800 mm annui con massimo estivo) dove non ci sono irrigazioni a getto come in Alto Adige e Valle d'Aosta, si stanno riducendo a paglia. Parliamo delle Orobie bergamasche, noto 'pisciatoio' lombardo. Ad oggi queste zone sono a poco più di 400 mm da inizio anno con luglio a 5/10 mm. Nel thread sulla sofferenza vegetale dell'altra sezione ho dettagliato il tutto. Tu conosci bene queste zone, immagino ciao!
In un periodo così eccezionale come il presente balzano agli occhi le differenze di terreno. Ierilaltro sono dovuto andare a Sassuolo: all'altezza di Magreta (il nome dice già tutto) il mais non irrigato, che qui è ancora verde, lì è completamente secco e color paglia. Anche la medica, che qui è al terzo/quarto taglio ed ha sempre un bel colore verde acceso, lì è parecchio striminzita e pallida.
Vicino Reggio Emilia ci sono ancora dei prati stabili (che hanno grande diffusione e tradizione in Lombardia e vengono anche chiamati "marcite"). Sono irrigati da secoli a scorrimento: l'altra sera passando li ho visti belli verdi e quindi irrigati.
Io non sono tanto sicuro che lo scorrimento sia così male, o comunque credo che dipenda anche molto dal tipo di suolo.
Di sicuro le ditte che vendono attrezzature da irrigazione hanno interesse a farlo scomparire.
Parlando d'altro, ma sempre IT, tale è l'ignoranza dei giornalisti, che in tanti servizi televisivi dedicati all'incendio in Val Resia (Friuli) a nessuno è venuto in mente di ricordare che è il luogo più piovoso d'Italia, con una media del trimestre estivo di circa 900 mm.
Ultima modifica di alnus; 24/07/2022 alle 13:19
Per pensare che lo scorrimento non sia male devi essere vissuto in una realtà dove la risorsa acqua sia disponibile in quantità illimitata e a costi ridottissimi, per gran parte del mondo agricolo non è così e comunque ci sono considerazioni di tipo ambientale, che magari come produttore puoi pensare non ti interessino, ma a livello di collettività vanno considerate. Innondare un terreno con l'equivalente di centinaia di mm di pioggia significa far percolare in falda concimi, antiparrassitari e diserbanti. Non è certo l'ideale, oltretutto sprecare inutilmente acqua significa toglierla a chi non ne ha.
https://www.comune.budrio.bo.it/it-i...f2269820d99bf6
C'è poi da considerare il fatto che quando si è abituati a ritenere una risorsa disponibile senza limiti si è i primi a trovarsi in difficoltà quando i limiti si presentano.
Prego, porta prove che in tutti i tipi di suolo un'irrigazione a scorrimento/allagamento, e anche ogni pioggia appena appena abbondante, facciano sparire dalle radici ogni molecola buona e arrivare alle falde profonde ogni molecola cattiva.
Tra l'altro secondo quanto dici la risicoltura (riso prima fonte di cibo al mondo) dovrebbe semplicemente cessare.
quotone.
La zona più piovosa d'Italia, con rovesci quasi quotidiani in estate, in fiamme. Di solito lì, se capita, capita a febbraio.
Gran parte del problema è dovuto al terreno, calcareo e sciolto, che si secca in pochi giorni perdendo acqua nel sottosuolo.
Stesso problema nel Carso qui vicino, pietraia solo 100 anni fa durante la guerra, e rimboschito da alcuni decenni, però con terreno in via di formazione e molto sottile. Ha sicuramente piovuto più sul Carso che in altre parti d'Italia, ma una serie di concause, sommate al vento e al grande caldo, hanno portato a quel che avete visto.
La siccità che interessa l’intero paese e che, in particolare, da oltre 7 mesi, stringe la sua morsa sulla pianura Padana proiettando valori di bilancio idro-climatico (Bic) costantemente negativi non interessa esclusivamente le portate dei grandi corsi d’acqua del Nord influenzandone drasticamente i flussi di risorsa idrica, ma ha effetti estremamente penalizzanti anche su tutte le acque classificate come non di superficie. Le falde freatiche sotterranee infatti risentono pesantemente del sommarsi degli elementi climatici di questa stagione straordinaria dai numeri record; stagione che , nei fatti, presenta il conto più salato rispetto alle previsioni degli esperti già stimate alla luce degli indicatori verificatisi periodicamente nell’ultimo decennio.
La lunga serie di primati negativi riguarda la presenza di acqua nel sottosuolo e lo staff tecnico agronomico del Canale Emiliano Romagnolo, grazie agli studi realizzati nei laboratori di ricerca in campo sul risparmio idrico in agricoltura ad Acqua Campus-Anbi di Budrio, nel Bolognese, presenta una capillare analisi statistica dello stato attuale della falda acquifera. In Emilia Romagna le falde freatiche si confermano al minimo storico. Analizzando l’estesa mole di dati storici sui livelli di falda monitorati da oltre vent’anni su tutto il territorio regionale e, confrontando questi con i valori misurati per l’anno corrente 2022, la situazione emerge ai massimi livelli di criticità possibile. Per tutte le province i valori registrati sono ampiamente sotto la media con numeri che variano da un -70% in provincia di Reggio-Emilia a un -127% in provincia di Bologna, dove le falde appaiono più sofferenti. La provincia di Forlì-Cesena fa segnare un -110%, quella di Rimini un -109%, mentre quella di Ravenna un -79%. Risulta quindi evidente e grave il calo delle falde rispetto alla media storica calcolata da venti anni fino ad oggi.
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