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  1. #1731
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da TreborSnow Visualizza Messaggio
    Infatti, ci sono le info. 2004-2008 15% di acqua dei ghiacciai.
    Oggi è molto meno.
    Semplicemente perchè i ghiacciai alle quote basse sono già fusi e non contribuiscono più.



    No. Le alpi italiani sono di circa 52000 km2, di cui solo 8000 sopra i 1200m ed appena 2200 sopra i 1500m.

    Hai sbagliato l'ordine di circa 1000 unità. MILLE.



    Io mi sto divertendo a fare i conti, vengono fuori cose "simpatiche".

    Ma voglio lasciare il piacere a tutti...
    Dove hai letto 15% ? Nel 2003 fu del 27,3% a Pontelagoscuro.
    E' ovvio che questa percentuale di contributo idrico sia variata nel tempo. Nel 2003 la massa dei ghiacciai italiani era sensibilmente più elevata di oggi e, quindi, anche l'apporto idrico dei medesimi era significativo. Va da se che l'accoppiata estate bollente/ghiacciai ancora espansi rappresenti il top per l'apporto idrico nei fiumi.
    Oggigiorno, credo che il contributo glaciale sia sceso sotto il 20% però è ovvio che in anni secchi come questo la percentuale di acqua proveniente dai ghiacciai sia superiore che in altri anni ma è altrettanto ovvio che questo trend avrà presto fine vista la debacle glaciale in atto sulle nostre montagne

  2. #1732
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da jack9 Visualizza Messaggio
    Un paio di cosine a livello universitario, utili:

    http://www.crestsnc.it/divulgazione/...o/testo3-3.pdf


    a pagina 13 si parla di falde, discorso che era rimasto aperto:

    Con il pro- lungarsi della siccità il livello della falda può ab- bassarsi a tal punto che i processi di capillarità non sono sufficienti a portare acqua in superficie; essa quindi non evapora più dal terreno e non è più disponibile per le porzioni più profonde dell’apparato radicale delle piante. I temporali oc- casionali o le prime precipitazioni di un giorno o due non sono in genere sufficienti per far giungere acqua alla falda; l’acqua bagna soltanto pochi cen- timetri (al massimo qualche decimetro) di suolo, con beneficio delle piante limitato ad un breve pe- riodo; nel giro di poco tempo (qualche giorno), il terreno è nuovamente secco.

    alla pagina dopo:

    Solo le intense e prolungate precipitazioni fanno giungere acqua in profondità rimpinguando le falde; il loro livello si innalza fino ad arrivare, in qualche caso, poco al di sotto della superficie libera del terreno


    E una delle varie fesserie è stata scremata.

    passiamo al resto:

    Una parte del bacino della Dora Baltea si trova sopra i 4.000 m s.l.m. e dove sono presenti numerosi ghiacciai (massicci del Bianco, del Rosa, del Gran Paradiso, del Cervino,...). La vetta più elevata del bacino dell’Adige è molto superiore al limite climatico delle nevi persistenti. Le altitudini mediane sono su- periori a 1.500 m s.l.m. La fusione delle nevi e dei ghiacciai avviene nei mesi caldi: le maggiori portate sono in giugno e in luglio e permangono cospicue anche in agosto (fig. 3.3). Al contrario il minimo si manifesta nei mesi freddi. Le piogge, per questi fiumi, sono meno importanti, essendo i regimi do- vuti essenzialmente al contributo dei serbatoi glaciali e nivali della Valle d’Aosta e del Trentino, regolati da regimi termici molto simili, come andamento, a quello delle portate. Sono quindi regimi nivoglaciali.

    sostanzialmente, più un fiume nasce ad alta quota più i suoi picchi sono influenzati dalle fusioni di neve e ghiacci.
    Il Po nasce a quote alte? Sì. Dunque ne è necessariamente influenzato.


    questa è roba di Elementi di Idrologia, Università se non erro di Torino. L’ho ribeccato perché ricordavo di averlo letto durante la preparazione di un esame in università (geografia fisica se non sbaglio).

    dunque dunque, sono tutto orecchie.

    Questo è il grafico con le portate mensili del Frodolfo, affluente dell'Adda ed emissario del ghiacciaio dei Forni, Cedech, Rosole, Col de La Mare e Zebrù. I rilevamenti sono degli anni 1930-40 e quindi effettuati in un periodo nel quale i ghiacciai erano decisamente più floridi e corposi di oggi. Tuttavia, questi rendono bene l'idea dell'apporto idrico di una singolo bacino glaciale, seppur uno dei maggiori italiani. (nel 1930)


    Schermata 2022-08-12 alle 14.07.03.jpg

  3. #1733
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Consideriamo come periodo di fusione maggio e giugno, 2 mesi.

    E consideriamo la superficie innevata quella ad altezza superiore ai 1500m.

    Certo, in condizioni normali c'è anche alle quote più basse, ma alle quote più alte sui versanti esposti a sud già è andata via molta neve. E per tenerci abbondantemente larghi ipotizziamo 2 metri di nevi assestati con densità 330kg/m3 su TUTTA la superficie sopra i 1500m. Ovvero uno swe di 660mm, in altri termini stiamo ipotizzando 6 metri di neve caduti su tutta quella superficie durante tutto l'inverno conservati fino al 30 aprile e che cominciano a fondere il primo maggio.

    2200 km2, ma via un terzo di TAA e Friuli. 1500 km2 con uno swe di 660mm.

    1500 milioni di m2 con 660mm di swe fa 1000 milioni di m3 di acqua.

    Da smaltire in 2 mesi, 60 giorni, 60x24x3600 secondi, 5184000 secondi.

    1000 milioni diviso 5 milioni fa 200 m3/s.

    Dunque con una portata costante di 200 m3/s, ovvero il 10% della portata di 2000 m3/s, smaltisco in 2 mesi 6 metri di neve caduti perfettamente conservati su tutta la superficie sopra i 1500m.

    Ognuno potrà decidere se è poco o "sostanzioso". Per me è non significativo.


  4. #1734
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo Visualizza Messaggio
    Dove hai letto 15% ? Nel 2003 fu del 27,3% a Pontelagoscuro.
    E' ovvio che questa percentuale di contributo idrico sia variata nel tempo. Nel 2003 la massa dei ghiacciai italiani era sensibilmente più elevata di oggi e, quindi, anche l'apporto idrico dei medesimi era significativo. Va da se che l'accoppiata estate bollente/ghiacciai ancora espansi rappresenti il top per l'apporto idrico nei fiumi.
    Oggigiorno, credo che il contributo glaciale sia sceso sotto il 20% però è ovvio che in anni secchi come questo la percentuale di acqua proveniente dai ghiacciai sia superiore che in altri anni ma è altrettanto ovvio che questo trend avrà presto fine vista la debacle glaciale in atto sulle nostre montagne
    Il 2003 è preso come estremo.
    La figura che hai messo è stata preso dallo studio che io ti ho linkato.
    Ma evidentemente non hai approfondito.

    leg.png

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  5. #1735
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Piccolo recap della situazione pluviometrica in Irpinia centro-meridionale
    Gli ultimi giorni sono stati ricchissimi di temporali, che hanno portato anche molte frane, allagamenti e smottamenti sempre nelle solite zone della pedemontana del Partenio. L'accumulo degli ultimi 3 giorni varia dai 140-150 mm a seconda delle zone, e ne avremo ancora per oggi e domani
    Ecco le cumulate da inizio anno di alcuni dei paesi della mia zona, nel raggio di 10-15 km:
    Summonte (723 mt): 966,3 mm
    Monteforte Irpino (547 mt): 947,7 mm
    Mercogliano (500 mt): 800.3 mm
    Avellino centro villa Comunale (373 mt): 740,2 mm
    Ospedaletto d'Alpinolo (700 mt): 720,6 mm

  6. #1736
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    D'altra parte:

    il bacino del Po è di 71000 km2, ovvero 71000 milioni di m2, ovvero se cade 1mm di pioggia su tutto il bacino sono caduti 71 milioni di m3 d'acqua.

    Bastano 15mm su tutto il bacino del po in primavera per eguagliare il contenuto di tutta la neve che ho ipotizzato.

    Magari ricontrollate se ho sbagliato qualche calcolo....

  7. #1737
    Enrico_3bmeteo
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da TreborSnow Visualizza Messaggio
    Il 2003 è preso come estremo.
    La figura che hai messo è stata preso dallo studio che io ti ho linkato.
    Ma evidentemente non hai approfondito.

    leg.png

    perc.png
    Cosa non avrei approfondito ? Ho scritto quello che c'è riportato nella tabella anche senza averla letta
    Il 15% è la media di soli 5 anni. Servono medie più lunghe (almeno 50 anni) per avere un'idea precisa del fenomeno e per capire la tendenza

  8. #1738
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da TreborSnow Visualizza Messaggio
    Consideriamo come periodo di fusione maggio e giugno, 2 mesi.

    E consideriamo la superficie innevata quella ad altezza superiore ai 1500m.

    Certo, in condizioni normali c'è anche alle quote più basse, ma alle quote più alte sui versanti esposti a sud già è andata via molta neve. E per tenerci abbondantemente larghi ipotizziamo 2 metri di nevi assestati con densità 330kg/m3 su TUTTA la superficie sopra i 1500m. Ovvero uno swe di 660mm, in altri termini stiamo ipotizzando 6 metri di neve caduti su tutta quella superficie durante tutto l'inverno conservati fino al 30 aprile e che cominciano a fondere il primo maggio.

    2200 km2, ma via un terzo di TAA e Friuli. 1500 km2 con uno swe di 660mm.

    1500 milioni di m2 con 660mm di swe fa 1000 milioni di m3 di acqua.

    Da smaltire in 2 mesi, 60 giorni, 60x24x3600 secondi, 5184000 secondi.

    1000 milioni diviso 5 milioni fa 200 m3/s.

    Dunque con una portata costante di 200 m3/s, ovvero il 10% della portata di 2000 m3/s, smaltisco in 2 mesi 6 metri di neve caduti perfettamente conservati su tutta la superficie sopra i 1500m.

    Ognuno potrà decidere se è poco o "sostanzioso". Per me è non significativo.

    Sui versanti esposti a sud, a 1500m, la fusione inizia già a marzo. Poi, dipende sempre dagli anni
    Per fare questi calcoli occorrono dati precisi perché i 6m di media li vedo un po' troppo generici (secondo me sono meno)
    Quando ho tempo mi vado a leggere i bollettini nivologici che ho in archivio. Non sono recenti ma possono rendere l'idea senza problemi

  9. #1739
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo Visualizza Messaggio
    Sui versanti esposti a sud, a 1500m, la fusione inizia già a marzo. Poi, dipende sempre dagli anni
    Per fare questi calcoli occorrono dati precisi perché i 6m di media li vedo un po' troppo generici (secondo me sono meno)
    Quando ho tempo mi vado a leggere i bollettini nivologici che ho in archivio. Non sono recenti ma possono rendere l'idea senza problemi
    Mi sono tenuto volutamente largo per arrivare al 10% di portata di maggio

  10. #1740
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Che poi, più ci ragiono e più si possono guardare le cose sotto altri punti di vista.

    Il rapporto bacino del Po/superficie alpina italiana sopra i 1500m dello stesso bacino è

    71000/1500

    ovvero 47.

    Il che equivale a dire che ogni mm su tutto il bacino del Po corrisponde a 47cm di neve (assumendo 1mm=1cm) su tutta la superficie alpina sopra i 1500m appartenente allo stesso bacino.

    1mm di pioggia diffusa su tutto il bacino corrisponde a mezzo metro di neve sopra i 1500m...

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