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  1. #2291
    Brezza leggera
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Per carità le dighe possono tamponare il problema senza entrare nel merito della realizzazione. Ma ragazzi vorrei fare notare che gli invasi attuali sono tutti mezzi vuoti! Avere 100 distese di polvere dietro un muro o averne 200 cambia ben poco.

    Magari sarebbe più utile ripensare il settore agricolo, e badate che lo dico da figlio di agricoltori e da persona che ha lavorato a lungo in questo campo. Magari e dico magari prima di tirare su dighe sarebbe il caso di efficientare i sistemi di irrigazione, magari sarebbe il caso iniziare a variare le colture in base alla disponibilità idrica o addirittura, turatevi le orecchie, non seminare un mais classe FAO 600 su terreni non irrigui.
    Bisogna pur ammettere che anche se parte del problema è climatica e infrastrutturale, altrettanta colpa hanno le scelte di molti imprenditori agricoli, dettate in parte dalla mancanza di un ritorno economico ma in parte da pura e semplice testardaggine ( per non usare un altro termine).
    Io parlo della mia zona e girando in campagna si trovano sifoni in mezzo al nulla, fossi abbandonati, tombini interrati. Lì di chi è la colpa del clima? Dello stato? Dei consorzi irrigui?.

    D'accordo, probabilmente nuove dighe saranno necessarie, ma allo stesso tempo bisogna chiedersi con i fondi stanziati per la costruzione di una digha, quanti km di canalette di cemento si possono finanziare per evitare che metà dell'acqua vada persa prima di arrivare al campo. Quanti km di tubature per impianti di irrigazione a pioggia si possono comprare per dismettere o limitare l'uso di irrigazioni a scorrimento poco efficenti? quanto si può investire nello sviluppo delle filiere legate a colture poco esigenti?

  2. #2292
    Natale2000
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    E niente...ennesimo mese che chiude con 20-25 mm all'attivo

    20 anni fa c'erano stati degli anni asciutti...il fatto è che i mesi chiudevano con anomalie del -20/-25%, non del -80%.

    Ricordo che al NW ci si lamentava di anni come il 2003 o il 2005. Ma tornassero domani mattina, caspita

  3. #2293
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Rainshadow Visualizza Messaggio
    Per carità le dighe possono tamponare il problema senza entrare nel merito della realizzazione. Ma ragazzi vorrei fare notare che gli invasi attuali sono tutti mezzi vuoti! Avere 100 distese di polvere dietro un muro o averne 200 cambia ben poco.

    Magari sarebbe più utile ripensare il settore agricolo, e badate che lo dico da figlio di agricoltori e da persona che ha lavorato a lungo in questo campo. Magari e dico magari prima di tirare su dighe sarebbe il caso di efficientare i sistemi di irrigazione, magari sarebbe il caso iniziare a variare le colture in base alla disponibilità idrica o addirittura, turatevi le orecchie, non seminare un mais classe FAO 600 su terreni non irrigui.
    Bisogna pur ammettere che anche se parte del problema è climatica e infrastrutturale, altrettanta colpa hanno le scelte di molti imprenditori agricoli, dettate in parte dalla mancanza di un ritorno economico ma in parte da pura e semplice testardaggine ( per non usare un altro termine).
    Io parlo della mia zona e girando in campagna si trovano sifoni in mezzo al nulla, fossi abbandonati, tombini interrati. Lì di chi è la colpa del clima? Dello stato? Dei consorzi irrigui?.

    D'accordo, probabilmente nuove dighe saranno necessarie, ma allo stesso tempo bisogna chiedersi con i fondi stanziati per la costruzione di una digha, quanti km di canalette di cemento si possono finanziare per evitare che metà dell'acqua vada persa prima di arrivare al campo. Quanti km di tubature per impianti di irrigazione a pioggia si possono comprare per dismettere o limitare l'uso di irrigazioni a scorrimento poco efficenti? quanto si può investire nello sviluppo delle filiere legate a colture poco esigenti?
    E, forse, sarebbe il caso di pensare ad un'agricoltura, intesa come specie coltivate, meno idrovora

  4. #2294
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Rainshadow Visualizza Messaggio
    Per carità le dighe possono tamponare il problema senza entrare nel merito della realizzazione. Ma ragazzi vorrei fare notare che gli invasi attuali sono tutti mezzi vuoti! Avere 100 distese di polvere dietro un muro o averne 200 cambia ben poco.

    Magari sarebbe più utile ripensare il settore agricolo, e badate che lo dico da figlio di agricoltori e da persona che ha lavorato a lungo in questo campo. Magari e dico magari prima di tirare su dighe sarebbe il caso di efficientare i sistemi di irrigazione, magari sarebbe il caso iniziare a variare le colture in base alla disponibilità idrica o addirittura, turatevi le orecchie, non seminare un mais classe FAO 600 su terreni non irrigui.
    Bisogna pur ammettere che anche se parte del problema è climatica e infrastrutturale, altrettanta colpa hanno le scelte di molti imprenditori agricoli, dettate in parte dalla mancanza di un ritorno economico ma in parte da pura e semplice testardaggine ( per non usare un altro termine).
    Io parlo della mia zona e girando in campagna si trovano sifoni in mezzo al nulla, fossi abbandonati, tombini interrati. Lì di chi è la colpa del clima? Dello stato? Dei consorzi irrigui?.

    D'accordo, probabilmente nuove dighe saranno necessarie, ma allo stesso tempo bisogna chiedersi con i fondi stanziati per la costruzione di una digha, quanti km di canalette di cemento si possono finanziare per evitare che metà dell'acqua vada persa prima di arrivare al campo. Quanti km di tubature per impianti di irrigazione a pioggia si possono comprare per dismettere o limitare l'uso di irrigazioni a scorrimento poco efficenti? quanto si può investire nello sviluppo delle filiere legate a colture poco esigenti?
    Beh guarda che con me sfondi una porta aperta, in agricoltura si vedono sistemi irrigui degni del medioevo che dovrebbero essere stati abbandonati almeno 30 anni fa. Insieme ai sistemi va rifatta la rete idrica, che sia a uso agricolo o no, perché vedere certe perdite dalla rete al di sopra del 50% in alcuni casi fa accapponare la pelle.

    Sulle dighe, beh, avere invasi mezzi vuoti (peraltro vorrei ben vedere, dopo 2 anni di piogge scarse), è sempre meglio che non avere nulla a monte.
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  5. #2295
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Beh guarda che con me sfondi una porta aperta, in agricoltura si vedono sistemi irrigui degni del medioevo che dovrebbero essere stati abbandonati almeno 30 anni fa. Insieme ai sistemi va rifatta la rete idrica, che sia a uso agricolo o no, perché vedere certe perdite dalla rete al di sopra del 50% in alcuni casi fa accapponare la pelle.

    Sulle dighe, beh, avere invasi mezzi vuoti (peraltro vorrei ben vedere, dopo 2 anni di piogge scarse), è sempre meglio che non avere nulla a monte.
    Vero, però bisogna anche pensare di cambiare radicalmente le colture.
    Penso alla pianura centrale cuneese, che è passata dai 650-750mm annui ai 300-350. Cosa si coltiva con 300-350mm annui che cadono in pochissimi eventi intervallati da 40-60 o 80 giorni di siccità assoluta?
    Tutta la filiera della frutta saluzzese potrebbe crollare, così come la produzione vinicola delle Langhe: occorrono proprio altre colture: altre frutte, altri ortaggi, altre uve. Fondamentale l'ammodernamento dei sistemi irrigui, ma questo deve avvenire contemporaneamente al cambio di colture.
    Lou soulei nais per tuchi

  6. #2296
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Vero, però bisogna anche pensare di cambiare radicalmente le colture.
    Penso alla pianura centrale cuneese, che è passata dai 650-750mm annui ai 300-350. Cosa si coltiva con 300-350mm annui che cadono in pochissimi eventi intervallati da 40-60 o 80 giorni di siccità assoluta?
    Tutta la filiera della frutta saluzzese potrebbe crollare, così come la produzione vinicola delle Langhe: occorrono proprio altre colture: altre frutte, altri ortaggi, altre uve. Fondamentale l'ammodernamento dei sistemi irrigui, ma questo deve avvenire contemporaneamente al cambio di colture.
    Per le colture arboree un’arma molto efficace per abbattere i consumi idrici è l’impianto a goccia, già con questo arrivi a risparmiare fino al 70% dei consumi. Come nel nostro caso qui in Trentino, grazie alla quasi totalità dell’irrigazione con questo sistema si risparmiano montagne d’acqua ogni anno.

    Comunque in alcuni casi sono d’accordo anch’io nel cambiare colture, ma bisogna tenere presente comunque che questo tipo di scelte hanno implicazioni anche su altri settori, mi viene in mente il mais (che ha un fabbisogno idrico enorme) che viene utilizzato primcipalmente come insilato nella zootecnia e per biomassa…
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

  7. #2297
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Ma infatti più che le colture arboree, il vero sperpero delle risorse avviene in cerealicoltura.
    A me sinceramente viene da ridere a sentire la preoccupazione per la diminuzione della superficie risicola, ma lo vogliamo dire sì o no che l'attuale estensione è comunque di gran lunga maggiore rispetto a prima del boom degli anni 80 in cui a causa del forte ricavo che se ne otteneva i risicoltori hanno iniziato a piantarsi il riso pure in camera da letto per tirare su qualcosa? No perché leggendo gli articoli sembra che si sia rotto un equilibrio di tradizioni millenarie, mentre invece si è semplicemente spostato un equilibrio di mercato. Ovvio che se si è forzata la mano per coltivare in terreni marginali ( relativamente all'uso) appena le condizioni si fanno meno ottimali quei terreni sono i primi a risentirne. (Guarda caso nel Vercellese non c'è nessuna diminuzione della superficie risicola. Mentre novarese e Pavia dove appunto è avvenuto questo fenomeno ora sono a farsi la guerra all'ultima goccia d'acqua).
    E stessa cosa per il mais, fuori dalle aree risicole abbiamo sempre cercato di massimizzare la superficie coltivata a mais perché era la più redditizia e abbiamo inoltre usato varietà che hanno alte esigenze idriche perché più produttive. Abbiamo coltivato mais anche sulla ghiaia perché il prezzo era buono e il gasolio agricolo per pompare l'acqua era economico. E in tempi di vacche grasse è andato benissimo così, ora dobbiamo ridimensionare le nostre aspettative, usare varietà a ciclo più corto o cambiare proprio coltura rendere più efficienti i nostri sistemi colturali.

  8. #2298
    Natale2000
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Vero, però bisogna anche pensare di cambiare radicalmente le colture.
    Penso alla pianura centrale cuneese, che è passata dai 650-750mm annui ai 300-350. Cosa si coltiva con 300-350mm annui che cadono in pochissimi eventi intervallati da 40-60 o 80 giorni di siccità assoluta?
    Tutta la filiera della frutta saluzzese potrebbe crollare, così come la produzione vinicola delle Langhe: occorrono proprio altre colture: altre frutte, altri ortaggi, altre uve. Fondamentale l'ammodernamento dei sistemi irrigui, ma questo deve avvenire contemporaneamente al cambio di colture.
    Guarda, tacciamo sulla risicoltura allora, visto che il riso deve stare in acqua.
    Alcuni produttori saltano la stagione, altri l'hanno iniziata confidando in un cambiamento primaverile, sempre meno probabile a sto punto.
    Devo dire che ha avuto buoni risultati la coltivazione in asciutta, ma un po' di acqua serve sempre, qualunque cosa tu voglia coltivare di non appartenente al clima della Savana

  9. #2299
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo Visualizza Messaggio
    E, forse, sarebbe il caso di pensare ad un'agricoltura, intesa come specie coltivate, meno idrovora
    sicuramente, mi trovi d'accordo

  10. #2300
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Vero, però bisogna anche pensare di cambiare radicalmente le colture.
    Tutta la filiera della frutta saluzzese potrebbe crollare, così come la produzione vinicola delle Langhe: occorrono proprio altre colture: altre frutte, altri ortaggi, altre uve. Fondamentale l'ammodernamento dei sistemi irrigui, ma questo deve avvenire contemporaneamente al cambio di colture.
    Un territorio così ricco per quello, sarebbe viciversa condannato se crollasse il primario nella granda...parlando di frutta potrebbe aver senso importare le colture tipiche del sud italia tipo gli agrumi? Quello che mi fa riflettere è che per quanto si scaldi il clima, basta un episodio invernale normale per mettere KO una grande quantità di papabili sostituti ai vari meli, peschi, actinidia e quant'altro abbiamo ora

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