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  1. #2301
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da CheccoLau Visualizza Messaggio
    Un territorio così ricco per quello, sarebbe viciversa condannato se crollasse il primario nella granda...parlando di frutta potrebbe aver senso importare le colture tipiche del sud italia tipo gli agrumi? Quello che mi fa riflettere è che per quanto si scaldi il clima, basta un episodio invernale normale per mettere KO una grande quantità di papabili sostituti ai vari meli, peschi, actinidia e quant'altro abbiamo ora
    Ma tu dici?
    Non conosco la resistenza al gelo delle colture tipiche del Sud... Tuttavia il Sud da sempre si becca ondate di gelo molto severe, e non mi sembra che ogni volta si verifichi una morìa di piante. Poi magari mi sbaglio, ci vorrebbe qualche utente di lì o che ne sa di più...
    Le nostre ondate di freddo se ci pensi sono ridicole, e durano 24 ore se va bene, e parliamo di una manciata di gradi sottozero, se escludiamo i fondovalle astigiani, langaroli o le zone basse più fredde, ma per la stragrande maggioranza del territorio davvero è un'inezia...
    Lou soulei nais per tuchi

  2. #2302
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Per quanto riguarda la stazione di Trieste, dove i dati sugli accumuli di precipitazioni iniziano dal 1841, possiamo trovare un periodo di 20 anni ben peggiore di quello attuale, dove dal 1941 al 1960 ben 15 anni su 20 chiusero con accumulo sotto i 1000 mm. La media totale dal 1841 ad oggi è di 1036,49 mm, la media trentennale '91/'20 è di 1025.87 mm. Dal 2001 al 2020 gli anni con accumulo sotto i 1000 mm sono 14 con media di 988 mm, nel periodo 1941/1960 fu di 911 mm.
    La decade con peggior media fu quella degli anni '40 con 847 mm a seguire la media anni '80 con 922 mm, in terza posizione la media anni 1890 con 966 mm, quarto posto per la 2010 con 987 mm e la 2000 con 989 mm.
    Come sei vede, periodi con scarsi accumuli anche di 20 anni ci sono sempre stati e con climi nettamente diversi, basti pensare gli anni '40 quando 5 inverni su 10 furono gelidi e fra i più freddi di sempre o come gli anni '50.
    Negli anni '40 addirittura, fra il 1942 (595 mm) e il 1946 la media fu di solo 716 mm con tutti gli anni sotto gli 800 m.
    In questo nefasto periodo iniziato nel 2021, siamo con una media sui 3 anni di 840 mm.
    Dal 2010 contiamo addirittura un anno con oltre 1500 mm, e due con quasi 1300 mm.
    Possiamo definire ormai questo come periodo certo e irreversibile siccitoso? Non credo, bisognerà attendere almeno altri 5-10 anni per poter valutare con calma la situazione, allo stato attuale, siamo in un normalissimo periodo di fluttuazione per quanto riguarda le precipitazioni.
    E' altresì vero, che in alcuni periodi degli anni '800 pioveva di più, come nella decade 1850 con una media di ben 1229 mm o come nella 1870 con 1141 mm. Ma abbiamo nel recente passato ben 1100 mm nella decade 1990.
    L'anno dal 1841 con accumulo minore fu proprio il 1942 con 595.1 mm seguito dal 1945 con 601.8 mm, dal 2003 con 606.2 mm,dal 1938 con 606.9 mm, dal 1865 con 641.6 mm.
    Come si vede, solo uno degli anni 2000 è presente nei primi 5.
    E' molto probabile, che negli anni '40-'50, si parlasse più della II guerra mondiale, dei morti per bombardamenti, della ricostruzione post guerra, piuttosto che di siccità... e all'epoca, le persone avevano meno esigenze, serviva meno acqua per le coltivazioni, dove in montagna in inverno, si pensava a tutto tranne che al turismo e alle piste da sci.

  3. #2303
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    In questo grafico si capisce meglio, si nota una leggera tendenza al ribasso a partire dal 1841, ma grazie proprio ai piovosi anni '800. Il calo è costante fino agli anni '50 circa, poi c'è stato un parziale rialzo fino agli anni '90 e poi di nuovo un calo.

    Allegato 610584

  4. #2304
    Enrico_3bmeteo
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Fulvio1966 Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda la stazione di Trieste, dove i dati sugli accumuli di precipitazioni iniziano dal 1841, possiamo trovare un periodo di 20 anni ben peggiore di quello attuale, dove dal 1941 al 1960 ben 15 anni su 20 chiusero con accumulo sotto i 1000 mm. La media totale dal 1841 ad oggi è di 1036,49 mm, la media trentennale '91/'20 è di 1025.87 mm. Dal 2001 al 2020 gli anni con accumulo sotto i 1000 mm sono 14 con media di 988 mm, nel periodo 1941/1960 fu di 911 mm.
    La decade con peggior media fu quella degli anni '40 con 847 mm a seguire la media anni '80 con 922 mm, in terza posizione la media anni 1890 con 966 mm, quarto posto per la 2010 con 987 mm e la 2000 con 989 mm.
    Come sei vede, periodi con scarsi accumuli anche di 20 anni ci sono sempre stati e con climi nettamente diversi, basti pensare gli anni '40 quando 5 inverni su 10 furono gelidi e fra i più freddi di sempre o come gli anni '50.
    Negli anni '40 addirittura, fra il 1942 (595 mm) e il 1946 la media fu di solo 716 mm con tutti gli anni sotto gli 800 m.
    In questo nefasto periodo iniziato nel 2021, siamo con una media sui 3 anni di 840 mm.
    Dal 2010 contiamo addirittura un anno con oltre 1500 mm, e due con quasi 1300 mm.
    Possiamo definire ormai questo come periodo certo e irreversibile siccitoso? Non credo, bisognerà attendere almeno altri 5-10 anni per poter valutare con calma la situazione, allo stato attuale, siamo in un normalissimo periodo di fluttuazione per quanto riguarda le precipitazioni.
    E' altresì vero, che in alcuni periodi degli anni '800 pioveva di più, come nella decade 1850 con una media di ben 1229 mm o come nella 1870 con 1141 mm. Ma abbiamo nel recente passato ben 1100 mm nella decade 1990.
    L'anno dal 1841 con accumulo minore fu proprio il 1942 con 595.1 mm seguito dal 1945 con 601.8 mm, dal 2003 con 606.2 mm,dal 1938 con 606.9 mm, dal 1865 con 641.6 mm.
    Come si vede, solo uno degli anni 2000 è presente nei primi 5.
    E' molto probabile, che negli anni '40-'50, si parlasse più della II guerra mondiale, dei morti per bombardamenti, della ricostruzione post guerra, piuttosto che di siccità... e all'epoca, le persone avevano meno esigenze, serviva meno acqua per le coltivazioni, dove in montagna in inverno, si pensava a tutto tranne che al turismo e alle piste da sci.
    Interessante
    Hai i dati sui giorni piovosi, sulla precipitazione media, ecc ?
    Come ho già più volte scritto in passato, vorrei approfondire con i dati qualitativi
    La congiuntura negativa 1940-50 è ampiamente documentata dalle variazioni dei ghiacciai

  5. #2305
    Natale2000
    Ospite

    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Fulvio1966 Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda la stazione di Trieste, dove i dati sugli accumuli di precipitazioni iniziano dal 1841, possiamo trovare un periodo di 20 anni ben peggiore di quello attuale, dove dal 1941 al 1960 ben 15 anni su 20 chiusero con accumulo sotto i 1000 mm. La media totale dal 1841 ad oggi è di 1036,49 mm, la media trentennale '91/'20 è di 1025.87 mm. Dal 2001 al 2020 gli anni con accumulo sotto i 1000 mm sono 14 con media di 988 mm, nel periodo 1941/1960 fu di 911 mm.
    La decade con peggior media fu quella degli anni '40 con 847 mm a seguire la media anni '80 con 922 mm, in terza posizione la media anni 1890 con 966 mm, quarto posto per la 2010 con 987 mm e la 2000 con 989 mm.
    Come sei vede, periodi con scarsi accumuli anche di 20 anni ci sono sempre stati e con climi nettamente diversi, basti pensare gli anni '40 quando 5 inverni su 10 furono gelidi e fra i più freddi di sempre o come gli anni '50.
    Negli anni '40 addirittura, fra il 1942 (595 mm) e il 1946 la media fu di solo 716 mm con tutti gli anni sotto gli 800 m.
    In questo nefasto periodo iniziato nel 2021, siamo con una media sui 3 anni di 840 mm.
    Dal 2010 contiamo addirittura un anno con oltre 1500 mm, e due con quasi 1300 mm.
    Possiamo definire ormai questo come periodo certo e irreversibile siccitoso? Non credo, bisognerà attendere almeno altri 5-10 anni per poter valutare con calma la situazione, allo stato attuale, siamo in un normalissimo periodo di fluttuazione per quanto riguarda le precipitazioni.
    E' altresì vero, che in alcuni periodi degli anni '800 pioveva di più, come nella decade 1850 con una media di ben 1229 mm o come nella 1870 con 1141 mm. Ma abbiamo nel recente passato ben 1100 mm nella decade 1990.
    L'anno dal 1841 con accumulo minore fu proprio il 1942 con 595.1 mm seguito dal 1945 con 601.8 mm, dal 2003 con 606.2 mm,dal 1938 con 606.9 mm, dal 1865 con 641.6 mm.
    Come si vede, solo uno degli anni 2000 è presente nei primi 5.
    E' molto probabile, che negli anni '40-'50, si parlasse più della II guerra mondiale, dei morti per bombardamenti, della ricostruzione post guerra, piuttosto che di siccità... e all'epoca, le persone avevano meno esigenze, serviva meno acqua per le coltivazioni, dove in montagna in inverno, si pensava a tutto tranne che al turismo e alle piste da sci.
    Che bella discussione... è il "mio pane"

    Ovviamente mi riferisco ai dati di Novara, che ho a disposizione dal 1875. In realtà anche nei decenni precedenti c'erano delle rilevazioni, difficili da reperire. Quindi con la serie di Novara non posso coprire lo stesso periodo di Trieste.
    Ad ogni modo, l'evoluzione della pluviometria nei vari decenni è questa che elenco, arrotondati al mm, quindi senza virgole:

    1875-80 (5 anni): 1043 mm
    1881-90: 1001 mm
    1891-00: 1040 mm (decennio più piovoso)
    1901-10: 959 mm
    1911-20: 1006 mm
    1921-30: 838 mm
    1931-40: 1024 mm
    1941-50: 829 mm
    1951-60: 987 mm
    1961-70: 918 mm
    1971-80: 1010 mm
    1981-90: 809 mm (decennio più asciutto)
    1991-00: 897 mm
    2001-10: 933 mm
    2011-20: 880 mm

    Media 1875-2022: 938 mm

    Ecco il grafico
    Serie climatica ultracentenaria di Novara (1875-oggi)-precipitazioni-novara.jpg

    Regressione lineare: -140 mm in 148 anni, ovvero perdiamo 1 mm all'anno

    E ora partono le considerazioni.
    Tanto per cominciare, potrebbe esserci una lieve sottostima delle precipitazioni negli anni Ottanta e Novanta, ma al di là di questo l'andamento generale della serie non cambia.
    Balzano all'occhio gli asciutti decenni Venti Quaranta e Ottanta, peraltro asciutti in tutte le altre serie storiche della zona.

    Ciò cosa significa? Che periodi di relativa scarsità di precipitazioni ci sono sempre stati. Anche a livello annuale, il 2022, con 512 mm, non è l'anno più asciutto. L'anno più asciutto a Novara è il 2017 (454 mm) ma anche in passato si trovano alcuni precedenti sotto i 600 mm: 1921 (479 mm), 1923 (573 mm), 1949 (599 mm), 1997 (526 mm).
    Se si consultano vecchi giornali si scopre come in determinate annate gli agricoltori si lamentassero per la mancanza d'acqua, la vegetazione soffrisse ecc... fenomeni sempre capitati dall'alba dei tempi.

    Qual è il nocciolo della questione? Che la grossa siccità del 2022, per quanto a livello di cumulato annuale non priva di precedenti, è combinata con condizioni di caldo inedite, con particolare riferimento alla stagione calda.
    Rispetto al lontano passato, le siccità attuali si verificano con T elevatissime, evapotraspirazione elevatissima, e dunque sofferenza vegetativa mai sperimentata in precedenza.

    E' come avere due malattie nello stesso momento, che prese singolarmente magari non sono nemmeno invalidanti, ma messe assieme sono assai devastanti.

    Qualora la siccità dovesse proseguire anche nel 2023, allora sì... si batterebbe ogni record conosciuto sotto ogni punto di vista, compreso quello strettamente pluviometrico. E la strada, purtroppo, è quella, visto che anche questa primavera sembra intenzionata a tenere le cataratte ben sigillate. Il tutto col pregresso della grave siccità del 2022


    PS Come decennio il 2011-20 è piuttosto "neutro" rispetto al clima 1961-90, e non presenta particolari anomalie. Anzi, ho visto che andando verso nord si presenta addirittura leggermente più piovoso della media (vedi Momo o anche diverse serie alpine). Ruolo fondamentale lo gioca il 2014, caldissimo e alluvionale, caratterizzato da diluvi interminabili. In generale anche a Novara il periodo 2008-16 è molto "bagnato" (1068 mm di media). Invece, il periodo 2003-07 è molto asciutto, così come il periodo iniziato nel 2017 e in "aggravamento" (media 2017-22: 696 mm, la cui isoieta media grossomodo dovrebbe collocarsi a sud di Casale Monferrato, non certo a Novara)





    PPS Altra curiosità. L'incredibile incidenza storica dei periodi siccitosi agli inizi degli anni Venti, circostanza riscontrabile in modo costante dal Seicento in poi (ben visibile l'acutissimo cavo d'onda nel grafico del 1921-23). Il che mi autorizza a pensare che da metà decennio l'anomalia possa rientrare, se no siamo fritti. Ovviamente nulla di scientifico, ma semplice curiosità statistica
    Ultima modifica di Natale2000; 22/03/2023 alle 10:48

  6. #2306
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Rainshadow Visualizza Messaggio
    Ma infatti più che le colture arboree, il vero sperpero delle risorse avviene in cerealicoltura.
    A me sinceramente viene da ridere a sentire la preoccupazione per la diminuzione della superficie risicola, ma lo vogliamo dire sì o no che l'attuale estensione è comunque di gran lunga maggiore rispetto a prima del boom degli anni 80 in cui a causa del forte ricavo che se ne otteneva i risicoltori hanno iniziato a piantarsi il riso pure in camera da letto per tirare su qualcosa? No perché leggendo gli articoli sembra che si sia rotto un equilibrio di tradizioni millenarie, mentre invece si è semplicemente spostato un equilibrio di mercato. Ovvio che se si è forzata la mano per coltivare in terreni marginali ( relativamente all'uso) appena le condizioni si fanno meno ottimali quei terreni sono i primi a risentirne. (Guarda caso nel Vercellese non c'è nessuna diminuzione della superficie risicola. Mentre novarese e Pavia dove appunto è avvenuto questo fenomeno ora sono a farsi la guerra all'ultima goccia d'acqua).
    E stessa cosa per il mais, fuori dalle aree risicole abbiamo sempre cercato di massimizzare la superficie coltivata a mais perché era la più redditizia e abbiamo inoltre usato varietà che hanno alte esigenze idriche perché più produttive. Abbiamo coltivato mais anche sulla ghiaia perché il prezzo era buono e il gasolio agricolo per pompare l'acqua era economico. E in tempi di vacche grasse è andato benissimo così, ora dobbiamo ridimensionare le nostre aspettative, usare varietà a ciclo più corto o cambiare proprio coltura rendere più efficienti i nostri sistemi colturali.
    Sono anni che lo scrivo sul forum. Le tue parole sono sante.
    La tua frase "abbiamo coltivato il mais sulla ghiaia perché il gasolio costava niente per pompare" è il riassunto migliore che abbia letto e riflette perfettamente la situazione cuneese della cerealicoltura.
    Asciughiamo tutti i fiumi dal tanaro al Ticino per mais e riso e nonostante questo pompiamo milioni di mc dalle falde superficiali asciugando i fontanili.
    Menzione a parte merita il pianalto torinese ( da ceresole a Santena) dove si coltiva mais pompano acqua da falde a 50/60 mt di profondità con costi energetici da mal di stomaco... Da piangere

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  7. #2307
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Forse è una castroneria meteo,ma l'altra sera riflettevo sulla conformazione geografica delle pianure del nord italia,e pensavo che in fondo ha delle caratteristiche comuni a zone desertiche in giro per il mondo,una barriera montagnosa a ovest,ma nel nostro caso addirittura su tre lati e aperta solo sull'adriatico.A est abbiamo il mare ma non certo un oceano,che ci separa da uno sterminato continente.Le zone del piemonte più penalizzate dalla siccità attuale sono anche quelle più "chiuse" da questa conformazione,con le montagne più alte della catena attorno.Con l'innalzamento medio di latitudine degli anticicloni degli ultimi decenni,le perturbazioni non viaggiano più "basse " dall'atlantico,e non si formano basse pressioni favorevoli alle precipitazioni in quelle zone.Anche la romagna ha avuto un anno siccitoso,da dicembre si è andati un pò meglio,ma sempre per merito di perturbazioni
    con direttrice settentrionale,che penalizzano comunque in genere le zone più occidentali.Per finire,perdurando le condizioni bariche medie degli ultimi 20 anni,mi viene da pensare che la zona più a rischio in italia di una desertificazione progressiva si proprio la pianura padana rispetto al resto d'Italia,mitigata solodalla ricchezza di corsi d'acqua alimentati dalle alpi,sempre ammesso che nevichi a sufficienza.
    Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.

    "nel fango affonda lo stivale dei maiali..."

  8. #2308
    Natale2000
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da lg59 Visualizza Messaggio
    Forse è una castroneria meteo,ma l'altra sera riflettevo sulla conformazione geografica delle pianure del nord italia,e pensavo che in fondo ha delle caratteristiche comuni a zone desertiche in giro per il mondo,una barriera montagnosa a ovest,ma nel nostro caso addirittura su tre lati e aperta solo sull'adriatico.A est abbiamo il mare ma non certo un oceano,che ci separa da uno sterminato continente.Le zone del piemonte più penalizzate dalla siccità attuale sono anche quelle più "chiuse" da questa conformazione,con le montagne più alte della catena attorno.Con l'innalzamento medio di latitudine degli anticicloni degli ultimi decenni,le perturbazioni non viaggiano più "basse " dall'atlantico,e non si formano basse pressioni favorevoli alle precipitazioni in quelle zone.Anche la romagna ha avuto un anno siccitoso,da dicembre si è andati un pò meglio,ma sempre per merito di perturbazioni
    con direttrice settentrionale,che penalizzano comunque in genere le zone più occidentali.Per finire,perdurando le condizioni bariche medie degli ultimi 20 anni,mi viene da pensare che la zona più a rischio in italia di una desertificazione progressiva si proprio la pianura padana rispetto al resto d'Italia,mitigata solodalla ricchezza di corsi d'acqua alimentati dalle alpi,sempre ammesso che nevichi a sufficienza.
    Vero, vero, vero e stravero.
    Alcune zone del Piemonte, anche quelle molto piovose, prendono acqua da situazioni che erano frequentissime, ma molto "uniche", cioè le ondulazioni pronunciate che fanno (facevano) ruotare le correnti dai quadranti meridionali (dove più da sudest, dove più da sud pieno).

    Ha sempre piovuto tanto, ma il "tanto" era legato a un unico modo di far piovere davvero bene, a un unico tipo di dinamica circolatoria.
    Se mi togli quello, c'è da aspettarsi che la piovosità non si limiti a "calare" ma letteralmente crolla, sbraca, viene annientata.

    Se le perturbazioni non ondulano più, non arrivano più al di sotto di una certa latitudine (invadenza della cella di Hadley) ma scorrono in Europa e al limite rientrano da nord (dove però devono attraversare i mastodontici rilievi alpini), è un attimo unterzare la pluviometria anche di zone piovosissime come l'Alto Piemonte.

    Dove invece piove con quantità minori, ma le "alternative" per far piovere sono tante (es. Adriatico o versanti settentrionali delle Alpi), ecco che la piovisità magari cala anche, ma non in modo clamoroso. Lì basta una goccetta da qualsiasi direzione e il peggioramentino lo fa sempre o quasi

    Messaggio terribilmente vero e inquietante, che purtroppo condivido

  9. #2309
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo Visualizza Messaggio
    Interessante
    Hai i dati sui giorni piovosi, sulla precipitazione media, ecc ?
    Come ho già più volte scritto in passato, vorrei approfondire con i dati qualitativi
    La congiuntura negativa 1940-50 è ampiamente documentata dalle variazioni dei ghiacciai
    Ciao, purtroppo ho salvato solo i dati annuali, giornalieri e mensili solo dopo il 2000.

  10. #2310
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da lg59 Visualizza Messaggio
    Forse è una castroneria meteo,ma l'altra sera riflettevo sulla conformazione geografica delle pianure del nord italia,e pensavo che in fondo ha delle caratteristiche comuni a zone desertiche in giro per il mondo,una barriera montagnosa a ovest,ma nel nostro caso addirittura su tre lati e aperta solo sull'adriatico.A est abbiamo il mare ma non certo un oceano,che ci separa da uno sterminato continente.Le zone del piemonte più penalizzate dalla siccità attuale sono anche quelle più "chiuse" da questa conformazione,con le montagne più alte della catena attorno.Con l'innalzamento medio di latitudine degli anticicloni degli ultimi decenni,le perturbazioni non viaggiano più "basse " dall'atlantico,e non si formano basse pressioni favorevoli alle precipitazioni in quelle zone.Anche la romagna ha avuto un anno siccitoso,da dicembre si è andati un pò meglio,ma sempre per merito di perturbazioni
    con direttrice settentrionale,che penalizzano comunque in genere le zone più occidentali.Per finire,perdurando le condizioni bariche medie degli ultimi 20 anni,mi viene da pensare che la zona più a rischio in italia di una desertificazione progressiva si proprio la pianura padana rispetto al resto d'Italia,mitigata solodalla ricchezza di corsi d'acqua alimentati dalle alpi,sempre ammesso che nevichi a sufficienza.
    Nessuna castroneria: è proprio così.
    Non solo: il Nord-Ovest italiano è pressochè l'unica eccezione al mondo, perchè tutte le zone con queste caratteristiche (ad eccezione delle fasce equatoriali), ossia che sono chiuse da una catena montuosa ad Ovest, sono praticamente desertiche o comunque hanno piovosità decisamente bassa.

    Le Montagne Rocciose americane nella loro sezione centrale e le zone immediatamente ad E, l'E delle Ande (escluso appunto la zona equatoriale), la Provincia del Capo Settentrionale in Sudafrica, l'Azerbaijan, l'Attica e la Tessaglia, il versante orientale dei Monti Scandinavi, perfino la Scozia orientale, lo Xinjiang e tutta la parte sud-orientale dell'Isola Sud della Nuova Zelanda.
    Fateci caso: prendete una qualsiasi cartina e guardate una zona immediatamente sottovento ad E di una catena montuosa. Ebbene, pressochè tutte hanno un clima arido o semiarido se non addirittura desertico. Tutte tranne il Piemonte... Che comunque, ricordo, nella sua parte centrale e centro-orientale (tra Alto Cuneese, Astigiano, Alessandrino di pianura) ha poi storicamente 650-750mm annui...non proprio desertica ma via...
    Lou soulei nais per tuchi

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