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  1. #2771
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Ho trovato un altro anno particolare: 1948, con una configurazione in parte simile a quella dei giorni scorsi.



    Non so se ho beccato i record ma di sicuro ci sono valori anche più estremi, in particolare faenza e cesena.

    annali 2.jpg

    Questo assolutamente non per sminuire l'evento appena passato, che resta di assoluto rilievo. Tuttavia non mi piace che si prendano dati puntuali da record, e si spacciano per un record diffuso. E mi piace ancor meno se si lega il tutto al GW.

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    Ultima modifica di Sviber; 04/05/2023 alle 22:05

  2. #2772
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Interessante.
    Non ho pagato e non l'ho letto tutto.
    Però nell'inizio dice cose che, almeno a Secchia e Panaro, non possono riferirsi. Qui negli anni 70 hanno fatto buchi di portata ordinaria troppo grandi. Ma il problema è sempre che a valle lo spazio viene rubato anno dopo anno dai depositi.
    Ecco, appunto, come non detto. Il professore ha detto che sono i cambiamenti climatici...

  3. #2773
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da mik33017 Visualizza Messaggio
    Questo no è affatto vero
    ti confondi con i fiumi Meduna e Cellina , che scorrono su distese di ghiaia non fertili
    Il Tagliamento ha coltivazione lungo tutto il corso , sia in sinistra orografica che, in minor misura, in destra orografica molto vicino all'alveo. Anzi, il medio basso corso è una delle zone più fertili della pianura Friulana. Campi di mais a perdita d'occhio
    E' semplicemente un fiume che, nonostante i soli 180 km di lunghezza, raggiunge piene rovinose fino a 4000 m3 al secondo. per cui ha sempre goduto di un meritato "rispetto" nella storia del Friuli (nonostante errori come la stretta di Latisana). La nostra regione ha inoltre bassa densità demografica e centri urbani piuttosto piccoli anche in pianura, quindi con tutto lo spazio che c'era ci si è ben guardati dal costruire troppo vicino alla bestia..
    Sì hai ragione.
    Ma credo che ci sia anche un fattore cardinale: per i motivi che hai citato (piovosità altissima e piene colossali) fino a Latisana l'erosione bilancia il deposito. Nonostante sia fiancheggiato da una vasta pianura, si comporta ancora come un fiume montano. Mi sembra che le campagne circostanti siano ad un livello superiore (dimmi tu se sbaglio), perchè mai dovrebbe cambiar corso?
    Ultima modifica di alnus; 04/05/2023 alle 22:55

  4. #2774
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    un paio di validi articoli per chi (puntuale dopo ogni alluvione) vuole tornare a dragare i fiumi come ai bei tempi, interventi puntuali dove serve dopo opportune valutazioni ovviamente si ma ripetere questa dannosa pratica del passato mentre molti corsi d'acqua già si stanno incidendo da soli magari no, anche dove sono troppo alti si deve fare molta attenzione ad asportare materiale:

    Dragare i fiumi: miti e realta – Query Online

    Dragare i fiumi e pericoloso e non previene le alluvioni - Dati Meteo Asti
    Ultima modifica di elz; 04/05/2023 alle 23:35

  5. #2775
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da Sviber Visualizza Messaggio
    Ho trovato un altro anno particolare: 1948, con una configurazione in parte simile a quella dei giorni scorsi.

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    Non so se ho beccato i record ma di sicuro ci sono valori anche più estremi, in particolare faenza e cesena.

    annali 2.jpg

    Questo assolutamente non per sminuire l'evento appena passato, che resta di assoluto rilievo. Tuttavia non mi piace che si prendano dati puntuali da record, e si spacciano per un record diffuso. E mi piace ancor meno se si lega il tutto al GW.

    Ma tu cosa vuoi significare con queste considerazioni, fammi capire...mi sembra di ascoltare Borgonovo adesso su La7 ove stanno parlando (a vanvera) del climate change...fra estremi da un lato, Borgonovo, e dall'alto, Bonelli...cazzarola, ma è così difficile capire e dire che il problema non sono gli eventi estremi che ci sono sempre stati MA BENSÌ la loro frequenza unitamente al fatto che l'uomo si sta "mangiando" la natura , ovvero i suoli e le aree rurali...ma si vuole capire che viviamo su un pianeta LIMITATO , che siamo 8 miliardi e che se continuiamo a crescere in questo modo sarà impossibile viverci tutti?...si vuole capire che il suolo è limitato, le risorse sono limitate e che il problema non è il clima che cambia ma quanto velocemente ciò accada....che oltre il 50% del +1,3° globale dall'era preindustriale è avvenuto in questi ultimi 40 anni...che gli allevamenti intensivi sono la nostra tomba sia x immissioni serra che come incubatori di virus e batteri...che , in sostanza, se vogliamo sopravvivere dovremmo cambiare totalmente il nostro stile di vita sia in occidente ed ancor più nel popolosissimo oriente cominciando da un controllo demografico scientifico e senza eccezioni....che in ogni caso in rapporto agli abitanti gli USA sono ancora i più grossi inquinatori del pianeta....ma no, meglio andare a cercare reanslisi x dire una ovvietà, "è già successo "....ma fammi il piacere va...

  6. #2776
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da elz Visualizza Messaggio
    un paio di validi articoli per chi (puntuale dopo ogni alluvione) vuole tornare a dragare i fiumi come ai bei tempi, interventi puntuali dove serve dopo opportune valutazioni ovviamente si ma ripetere questa dannosa pratica del passato mentre molti corsi d'acqua già si stanno incidendo da soli magari no, anche dove sono troppo alti si deve fare molta attenzione ad asportare materiale:

    Dragare i fiumi: miti e realta – Query Online

    Dragare i fiumi e pericoloso e non previene le alluvioni - Dati Meteo Asti
    Li ho letti entrambi ... fiumi ... di parole.
    Non vi è riportato alcun dato numerico.
    Non distinguono mai fra dragare l'alveo, cosa inutile e probabilmente dannosa, ed asportare i depositi nelle golene, che è ovviamente necessario. È scandaloso che non trattino minimamente ciò!

  7. #2777
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da alnus Visualizza Messaggio
    Li ho letti entrambi ... fiumi ... di parole.
    Non vi è riportato alcun dato numerico.
    Non distinguono mai fra dragare l'alveo, cosa inutile e probabilmente dannosa, ed asportare i depositi nelle golene, che è ovviamente necessario. È scandaloso che non trattino minimamente ciò!
    i dati numerici, i modelli e quanto altro si trovano come sempre nella letteratura scientifica, la scienza che c'è dietro è come al solito complessa e piena di definizioni, non può essere esposta in un articolo divulgativo, nessuno lo leggerebbe.

    tanto per dare un idea questa è una relazione tecnica del politecnico per la regione piemonte neppure un articolo scientifico, figurarsi se possiamo valutare noi ad occhio e banalizzarla con un generico draghiamo i fiumi o bisogna fare pulizia, sono operazioni che hanno conseguenze anche a grande distanza e per lungo tempo:

    http://www.regione.piemonte.it/ambie...nti%20orco.pdf

    i profili di fondo mostrano chiaramente che questo torrente come tanti altri si è perlopiù abbassato dai rilievi fatti nel 1975 al 2003, stanno uscendo i piloni dei ponti ed ha distrutto opere di difesa delle sponde anche in eventi minori, una volta che si avvia l'erosione poi non è semplice arrestarla.

    la regione piemonte ha autorizzato prelievi per 1 milione di m3 nel 2021 ma sono interventi puntuali dopo valutazioni di esperti dove si sono create situazioni di pericolo, sarebbe una follia farlo lungo un intero corso d'acqua.
    Ultima modifica di elz; 05/05/2023 alle 06:16

  8. #2778
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    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    Ma tu cosa vuoi significare con queste considerazioni, fammi capire...mi sembra di ascoltare Borgonovo adesso su La7 ove stanno parlando (a vanvera) del climate change...fra estremi da un lato, Borgonovo, e dall'alto, Bonelli...cazzarola, ma è così difficile capire e dire che il problema non sono gli eventi estremi che ci sono sempre stati MA BENSÌ la loro frequenza unitamente al fatto che l'uomo si sta "mangiando" la natura , ovvero i suoli e le aree rurali...ma si vuole capire che viviamo su un pianeta LIMITATO , che siamo 8 miliardi e che se continuiamo a crescere in questo modo sarà impossibile viverci tutti?...si vuole capire che il suolo è limitato, le risorse sono limitate e che il problema non è il clima che cambia ma quanto velocemente ciò accada....che oltre il 50% del +1,3° globale dall'era preindustriale è avvenuto in questi ultimi 40 anni...che gli allevamenti intensivi sono la nostra tomba sia x immissioni serra che come incubatori di virus e batteri...che , in sostanza, se vogliamo sopravvivere dovremmo cambiare totalmente il nostro stile di vita sia in occidente ed ancor più nel popolosissimo oriente cominciando da un controllo demografico scientifico e senza eccezioni....che in ogni caso in rapporto agli abitanti gli USA sono ancora i più grossi inquinatori del pianeta....ma no, meglio andare a cercare reanslisi x dire una ovvietà, "è già successo "....ma fammi il piacere va...
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  9. #2779
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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Citazione Originariamente Scritto da elz Visualizza Messaggio
    i dati numerici, i modelli e quanto altro si trovano come sempre nella letteratura scientifica, la scienza che c'è dietro è come al solito complessa e piena di definizioni, non può essere esposta in un articolo divulgativo, nessuno lo leggerebbe.

    tanto per dare un idea questa è una relazione tecnica del politecnico per la regione piemonte neppure un articolo scientifico, figurarsi se possiamo valutare noi ad occhio e banalizzarla con un generico draghiamo i fiumi o bisogna fare pulizia, sono operazioni che hanno conseguenze anche a grande distanza e per lungo tempo:

    http://www.regione.piemonte.it/ambie...nti%20orco.pdf

    i profili di fondo mostrano chiaramente che questo torrente come tanti altri si è perlopiù abbassato dai rilievi fatti nel 1975 al 2003, stanno uscendo i piloni dei ponti ed ha distrutto opere di difesa delle sponde anche in eventi minori, una volta che si avvia l'erosione poi non è semplice arrestarla.

    la regione piemonte ha autorizzato prelievi per 1 milione di m3 nel 2021 ma sono interventi puntuali dopo valutazioni di esperti dove si sono create situazioni di pericolo, sarebbe una follia farlo lungo un intero corso d'acqua.
    In Piemonte abbiamo problemi enormi di erosione di fondo causati dalla combinazione di decenni di estrazione di inerti e restringimento alvei con opere spondali che hanno il duplice effetto di aumento della velocità di scorrimento durante le piene e soprattutto non "rifornire" il fiume di solidi da redistribuire a valle con il trasporto solido durante le piene.
    A questo uniamo scarse se non nulle zone di espansione.
    Abbiamo i piloni dei ponti scalzati alla base in molte zone e in molte altre sono state direttamente scalzate le opere spondali come massicciate o muraglioni.
    Il tanaro ha abbassato il suo alveo di 3/4 mt in 30 anni e con lui si sono abbassate le falde superficiali di fondo valle.
    Il Po a Mantova addirittura 6 mt se ricordo bene


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    Predefinito Re: Monitoriamo le regioni d'Italia in crisi idrica

    Toc toc, chi é? Siamo gli annali idrografici e i tempi di ritorno questi sconosciuti...

    Questa è di maggio, 1939




    annali3.jpg

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