Originariamente Scritto da
Perlecano
compreso tra l'opzione 2 e l'opzione 4;
la pessimistica (la 2) presupporrebbe una correlazione fortissima (quasi esclusiva) tra CO2 e temperatura globale, tanto che - visto che la CO2 non solo aumenterà nei prossimi 2-3 decenni, ma con tutta probabilità aumenterà ad un ritmo sempre più rapido (il delta della concentrazione di CO2 globale, a parità di lasso di tempo tra rilevazione finale e rilevazione iniziale, è sempre maggiore: ciò significa che non solo il grafico della concentrazione di CO2 ha derivata sempre positiva, ma anche che il modulo di tale derivata positiva tende, seppur con le ovvie leggere discontinuità del caso, a salire).
l'ottimistica (opzione 4) significa che, malgrado la concentrazione di CO2 sarà probabilmente "debolmente esponenziale" (come espresso nel punto precedente), ci saranno dei fattori che correggeranno il ribasso tale trend, portando un sostanziale proseguire con un coefficiente angolare nel trend di riscaldamento globale paragonabile a quello vistosi da fine anni '70 in poi (tali fattori essere le forzanti naturali, come 'sta benedetta attività solare debole e/o il ciclo dell'
AMO, il quale vedrebbe presumibilmente una fase "down" tra non più di 10-15 anni - sia ben chiaro che sarebbe un minimo relativo: l'heat content globale porta una costante positiva che trasla verso l'alto la funzione termica dell'
AMO e degli altri indici espressi nella funzione "temperatura"; oppure anche solo - senza scomodare esponenti clamorosamente diversi dall'1 - una proporzionalità diretta, ma debolmente logaritmica, tra aumento della temperatura del sistema "atmosfera" e aumento della concentrazione dei cosiddetti GHG, anidride carbonica in primis).
ho scelto "prevedo catastrofi" poichè, per quanto sia un'espressione (ma neanche troppo) enfatizzante, l'altra opzione mi convinceva ancora meno: pensare che non possano esserci interferenze gravi nella vita quotidiana, dopo ulteriori decenni di riscaldamento particolarmente rapido (come si vede da 40 anni a questa parte), solo perchè magari appartieni al 20-30% della popolazione mondiale che lavora con l'aria condizionata, che ha l'aria condizionata pure a casa e che vive in una zona dove i termini "isola di calore", "heat index" e "dissesto idrogeologico" non si sa nemmeno cosa siano, da tanto sono alieni a tale microclima, sarebbe troppo un seguire un punto di vista del "benesserecentrismo".
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