Scrivi quest'ultimo di nuovo please…., non ho letto bene…..( dai @Roberti', poi uno dice….tre volte (3!) l'hai scritto..)
Meglio cosi', un assestamento pero' , nulla di piu'.
Direi nessun assestamento: la CO2 era di 411,75 ppm nel febbraio 2019 a Mauna Loa, nel febbraio 2020 è stata di 414,11 ppm, cioè 2,4 ppm in più.
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Ed è pure poco, considerando che in parecchi mesi si è aumentati a più di 3 ppm a botta in un anno.
La scoperta dell'acqua calda mi verrebbe da dire: ormai è dimostrato da una mole di studi gigantesca il legame strettissimo tra emissioni di CO2 e PIL, nonostante tutti i proclami (in gran parte fantasiosi e a scopo di marketing) sullo sviluppo sostenibile.
Solo che implicherebbe un cambio tale di cultura quotidiana, che non so se la gente, volontariamente e consapevolmente, sia pronta a farlo. Finchè ti costringe un pericolo imminente si fa di tutto e di più, quando invece il pericolo è vago e lontano nel tempo, allora tergiversiamo e rimandiamo il tutto.
Questa è la dimostrazione, appunto, che nessuno di noi è disposto a sacrificare parte dei propri privilegi per il benessere comune. Basterebbe viaggiare meno con gli aerei e le navi, usare i mezzi di trasporto pubblici (cose che ora si sta facendo), anche produrre meno e comprare meno, e tutti si vivrebbe bene lo stesso ma inquinando nettamente di meno.
Posto che il problema sia irrisolvibile, perchè finchè ci sarà l'uomo continueremo ad emettere, ma forse è solo questione di trovare un equilibrio tra la quantità che possiamo produrre e la capacità delle piante nel mondo di smaltire la CO2.
Sono totalmente d'accordo con te, concentrarsi su valori più semplici nella vita e vivere più localmente, una sorta di tornare indietro ragionato. Solo che in un'economia così globalizzata e interconnessa, dubito fortemente che si possa fare in maniera ordinata, o forse si potrebbe fare, ma ci vorrebbe una presa di coscienza planetaria che stride assolutamente con quanto vedo o comunque con quello che sembra essere il comportamento della maggioranza degli esseri umani.
Concordo ma voglio puntualizzare alcuni aspetti. Tutti che dicono di “usare meno gli aerei”, ma effetti tangibili sono ottenibili solo annullando i voli e mettendo a repentaglio posti di lavoro nell’aviazione (una specie di morale e demonizzazione, come spesso si fa anche sui trasporti privati, ma la problematica è ben meno semplice di quanto sembra). Allo stato attuale, con queste “limitazioni” un aereo viaggia con 10 passeggeri al posto di 30 , a livello assoluto non cambia un bel niente, pro capite inquina pure di più. Questa sarebbe una politica lungimirante? Pur essendo inquinanti non penso che le navi siano un grande problema, nel senso che non è cambiando li le abitudini che si migliora qualcosa (analogamente all’aviazione). Per il discorso trasporti pubblici... facile dire di usarli... ma non tutti lo possono fare.
Dunque ci sono aspetti complessi da considerare. Non è solo agendo sull’individuo che si cambia qualcosa, ma vanno coinvolti tutti gli attori.
Però se cala la domanda, il servizio aeronautico si adatterà diminuendo voli e costi.
E' tutto lì. Tra l'altro, investendo nella supervelocità delle linee ferroviarie, si potrebbe ovviare al problema degli aerei anche per motivi di lavoro. Ad esempio da Napoli a Milano con l'alta velocità arrivi in 4 ore, e in aereo tra controlli e volo impieghi altrettanto alla fine.
Io imporrei anche un limite di voli. E di volte che si può usare un aereo ogni anno, esclusi motivi di lavoro. Insomma, si potrebbe legiferare eccome.
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