Studi che lo dimostrino?
Saremo OT comunque, ma questo è l’andamento pluvio italiano dal 1901:
Anomalie termiche in Italia
Beh riguardo all' aumento di intensità delle precipitazioni, ai rain rate, alla frequenza delle alluvioni lampo ,gli studi sono molto meno capillari rispetto a quelli sulle temperature.
Tuttavia questa cosa viene accertata anche da fior fior di climatologi e ne io e ne te abbiamo le competenze per negarlo.
A parte questo, il grafico che hai messo della serie di berckley dal 1901 ad oggi conferma il mio pensiero di prima e cioè che dal 2000 ad oggi vi è stato un aumento di precipitazioni a livello medio italiano e conferma anche il periodo secco a cavallo degli anni 80 e 90 che avevo già visto nei dati cnr.
e fu cosi che con mia grossa sorpresa il 26-27 febbraio 2018 mi accorsi che la meteo era ancora VIVA!
ma se volessi accettare un consiglio ti direi di star sereno che il clima non è e mai sarà "ridotto"
capisco la tua frustrazione che è anche la mia visto che abbiamo gli stessi meteogusti ma quando si parla di questa materia sarebbe opportuno lasciar fuori ogni termine che implici valori morali o etici
il clima a prescindere dalle cause che lo forzano possiede da sempre una sua variabilità, a volte più a volte meno marcata
chi afferma che tale variabilità nel passato sia stata graduale sa di mentire perché non abbiamo gli strumenti per poter valutare nemmeno i valori assoluti delle macrofluttuazioni, figuriamoci i tassi di varianza, in compenso ci sono molti studi che lasciano presagire che alcune transizioni siano state eccezionalmente rapide
ogni temperie climatica porta vantaggi o svantaggi a seconda del punto di vista che si osserva, e gli ecosistemi si dovranno modificare in funzione di essa, quindi cercare nello status x o y un vantaggio/svantaggio inequivocabile è un altro errore che a mio avviso permea l'attuale dissertazione sul tema
senza contare che l'amplificazione della possibilità che determinati eventi vengano registrati e riportati su scala globale è inevitabilmente condizionata dalla capillare diffusione dell'uomo sul pianeta e dalla tecnologia che ha permesso un monitoraggio altrettanto capillare incidendo inevitabilmente sulla percezione degli stessi
Ultima modifica di Alessandro1985; 15/12/2019 alle 23:49
Io indeciso tra la 4 e la 6.
Se non si trova il modo di invertire la rotta termica in modo forzato a breve il gw galopperà come fa oggi con fenomeni violenti alternati a lunghe pause, come del resto sta già facendo.
Prevedo l’opzione 4 se non si interverrà con sistemi di prevenzione su larga scala, se invece si sistemeranno un po’ di cose a livello idrogeologico si potrà resistere maggiormente a fenomeni inediti, con meno danni.
A livello regionale lo scalino lo abbiamo passato con la tempesta Vaia per me. In quell’occasione si è vista l’importanza dei sistemi di prevenzione messi in piedi negli scorsi anni e decenni, ma per garantire una maggior tenuta a nuovi episodi simili o ancora peggiori bisogna continuare a investire sul territorio.
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Personalmente sono molto indeciso e ho votato la 4, perchè, nel mio piccolo, sono convinto che questo percorso è oramai non modificabile, a meno che non sia la natura a farlo, ma non credo, o meglio spero, a stravolgimenti catastrofici nel breve, credo però in un graduale calo della qualità della vita per molte persone, in un incremento dell'impoverimento di ampie zone, un degrado costante, lento ma inesorabile, nulla stile film catastrofici, ma un declino dell'umanità, per molti
Mauro
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Ho votato la 8.
Non cambierà niente nella vita di tutti i giorni, se non qualche nervoso in più di adesso preso nei social quando mi daranno del negazionista da una parte e del catastrofista dall'altra.
Nel concreto, una pendenza di riscaldamento circa come quella avuta dal 2013/14 in poi si era già sperimentata per più tempo tra il 1980 e il 1998, solo con meno effetti tangibili da noi (per via della disposizione magnanima degli stessi indici che mi fanno credere a stalli e momentanee e deboli inversioni in futuro) e non è morto nessuno, perciò non vedo alcuna ''catastrofe inedita'' se non le solite castronate senza tempo dovute a: edilizia abusiva, scarsa ottimizzazione delle risorse idriche, problemi legati al disagio durante le ondate di caldo in estate; a ciò sommo le bestemmie alternate dei vari agricoltori e frutticoltori che hanno perso la propria produzione e i danni ai boschi (quasi sempre artificiali) causati da tempeste e sfavoniate. Se siamo sopravvissuti con pendenze del genere, non vedo il motivo di soccombere prossimamente né nel lungo termine, specie in un'epoca di progresso tecnologico pazzesco forse sempre più in grado di assecondare l'aumento demografico ancora, ahimè, lungi dallo stallo.
Qualora non si verificasse alcuno stallo o nessuna inversione, il mio umore ne risentirebbe parecchio per due motivi essenziali: 1) la pura paranoia climatica legata all'aumento dei valori termici medi (come se scendessi di latitudine) con conseguente stravolgimento numerico delle tabelle a cui sono abituato; 2) il dover cominciare via via ad associare l'immutabile morfologia e vegetazione della mia zona ad un clima progressivamente più brutto e inadatto, compresi eventuali slittamenti temporali di certi fenomeni (prima brinata, fioriture dei vari alberi, ingiallimento delle foglie e via dicendo); sarebbe un vero colpo al cuore non rivedere mai più innevate certe piante che mi hanno visto crescere oppure constatare l'impossibilità di raggiungere certe temperature nonostante la stessa orografia di sempre oppure ancora non mettere più la felpa in certe serate di agosto come talvolta avveniva nell'era tra fine asilo e le elementari.
Questa stessa frustrazione è quella che provo dal 2013, soprattutto pensando al periodo 2014-16 e al 2018, inasprita da una grossa punta di nostalgia per aver vissuto il clou dell'infanzia (6-10 anni) spalmato su una serie di inverni fighissimi, estati calde ma talvolta sorprendenti e stagioni intermedie con alti e bassi piuttosto eccitanti.
Quindi di sicuro l'aspetto nostalgico peggiorerà parzialmente andando avanti con l'età (sia mia che del GW), pertanto mi auguro doppiamente che l'aspetto climatico non peggiori oltre; mi auguro ciò anche perché, al netto della poca cultura climatologica che ho, 1) non vedo come ci si potrebbe grigliare ancora nell'immediato, dato che congiunzioni troposferiche peggio di questa non ne esistono ed il suo unico precedente dal 1880 (1939-44) portò un riscaldamento che ai tempi avrebbe fatto spuntare delle Grete qua e là come i funghi e 2) consequenziale alla 1, mi sono spiegato un bel po' di cose che nel 2014-16 vedevo come segni inequivocabili di una maledizione irreversibile (come se fosse la Terra ad aver coniato il termine ''sostenibilità'' e noi umani lo avessimo violato per mera tracotanza).
Ringrazio tutti per il rispetto che state portando alle opinioni altrui, e per la partecipazione.
Mah,l'Italia, a differenza degli USA,è un Paese in declino socio-economico almeno dal 1990 ed abbastanza negato per la pianificazione e la programmazione(oltre che estremamente eterogeneo); ci risvegliamo in genere nelle emergenze e siamo negati per la gestione ordinaria ed ordinata.
Quanto al fatto che alle ondate di calore "ci abitueremmo e tanto si produce e si vive in tanti posti con clima estremamente caldo",dissento anche da questo(come quasi sempre da te ): il mondo prospero abita i climi temperato-freddi,con rare e limitate eccezioni. La caldazza non ha mai aiutato la produttività,altrimenti avremmo la Nigeria con l'HDI dei Paesi scandinavi o del Canada.Poi certo,per sopravvivere si può sopravvivere.
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