Non esiste il mio numero:
facciamo 11: mi va bene il clima che arriverà senza strapparmi i capelli.
Nel mio piccolo cerco di rispettare l'ambiente senza isterismi o tendenze maniacali.
Faccio persino il compostaggio domestico sul terrazzo perché anche una buccia di mela è un peccato che vada a finire nel bidone dell'umido condominiale, quando io ne posso ricavare dell'ottimo terriccio, senza sovraccaricare il sistema della nettezza urbana.
Nel mio prossimo progetto di palazzina ho inserito le pompe di calore per il riscaldamento, coadiuvate dai pannelli fotovoltaici ( con integrazione di caldaia a metano solo in caso di freddo eccessivo).
In questo caso ,se tutti gli edifici fossero così nelle nostre città, invece che avere delle isole di calore in inverno, avremmo delle isole di freddo.( ossia invece di produrre altro calore con i combustibili, usiamo quello che già c'è in atmosfera).
Non mi appassionano i discorsi su carbonio ed anidride carbonica.
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 05/01/2020 alle 08:01
Visto che nessuno si è preso la "libertà" di rispondere almeno direttamente lo faccio io.
Certo, anzi.
Dal lungo articolo linkato più su.
Traduzione google molto efficace
Dal punto di vista della gestione dei rischi, le incertezze e i rischi legati all'implementazione di reti su larga scala suggeriscono la necessità di aumentare rapidamente le riduzioni delle emissioni nel prossimo decennio al fine di limitare la nostra dipendenza dalle reti per mantenere l'aumento della temperatura al di sotto dei 2 ° C. Sulla base della nostra valutazione, l'implementazione su larga scala di NET, come suggerito da parte della letteratura attuale sugli scenari a 1,5 ° C, appare irrealistica visti i limiti biofisici ed economici che sono suggeriti dalla scienza disponibile, ma ancora frammentaria oggi. Le stesse preoccupazioni per il realismo si applicano anche agli scenari di 2 ° C che ritardano l'azione fino al 2030. Le implicazioni dirette della politica di questo riesame delle Reti sono quindi che, date le incertezze valutate, le strategie dovrebbero mirare a limitare il riscaldamento a meno di 2 ° C con il minor numero possibile presunta dipendenza dai NET. Allo stesso tempo, le reti NET dovrebbero essere ulteriormente studiate, ma fino a quando non saranno dimostrabilmente disponibili su scala globale non dovrebbero esserci ritardi in un picco globale e un calo delle emissioni di CO2. Se la temperatura globale può essere limitata a 1,5 ° C come parte dell'obiettivo di temperatura a lungo termine degli Accordi di Parigi dipenderà dal ritmo dell'apprendimento tecnologico e richiederebbe sorprese positive rispetto allo stato attuale delle conoscenze. Se i NET diventeranno disponibili su larga scala nel corso dei prossimi 50 anni, continueranno a svolgere un ruolo fondamentale nel contesto di 1,5 ° C consentendo di ripristinare l'aumento della temperatura media globale da livelli di picco possibilmente più alti.
Originale
From a risk management perspective, the uncertainties and risks around large-scale NETs deployment suggest a need for swiftly ratcheting up emissions reductions over the next decade in order to limit our dependence on NETs for keeping temperature rise below 2 °C. Based on our assessment, large-scale deployment of NETs, as implied by some of the current literature on 1.5 °C scenarios, appears unrealistic given the biophysical and economic limits that are suggested by the available, yet still patchy, science today. The same concerns of realism apply equally to 2 °C scenarios that delay action until 2030. The direct policy implications of this NETs review are thus that, given the assessed uncertainties, strategies should aim at limiting warming to below 2 °C with the least possible assumed dependence on NETs. Simultaneously, NETs should be further researched, but until they are demonstrably available at the global scale there should be no delay in a global peak and decline of CO2 emissions. Whether global temperature can be limited to 1.5 °C as part of the Paris Agreements long-term temperature goal will depend on the pace of technological learning and would require positive surprises compared to the current state of knowledge. If NETs become available at scale over the course of the next 50 years, they will still play a fundamental role in the context of 1.5 °C by enabling to revert global mean temperature rise from possibly higher peak levels.
Riguardo lo stoccaggio di co2 mi ero espresso in maniera rude.
L'ideale sarebbe stoccare la co2 così com'è, ma è praticamente impossibile.
Ovviamente non è impossibile tecnicamente ma allo stato attuale tra incertezze e pericoli intrinsechi ma soprattutto per questioni economiche i beccs sono improponibili. Quale paese, soprattutto tra quelli in via di sviluppo, ma direi tutti in un mercato concorrenziale, si metterebbe a produrre energia ad un costo maggiore addirittura delle rinnovabili classiche? Perchè esattamente di questo stiamo parlando.
Girando qua e la un ottimo sunto su tutte le tecniche di cattura e stoccaggio di co2
Anidride carbonica: Strategie di cattura e stoccaggio sicuro - BioPills
Qui invece le problematiche che ipotetici beccs avrebbero in Italia
Bioenergia e tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2, un connubio possibile? — Energia Ambiente e Innovazione
Sinceramente non mi pongo piu' il problema...il riscaldamento globale e' in atto ed e' in accelerazione.
il sistema climatico sta rispondendo a questo ed e' sotto gli occhi di tutti. il contributo di noi singoli e' oramai quasi insignificante e se vogliamo mitigare il problema per i prossimi decenni e rendere quanto meno decente la vita dei nostri figli (parlo della successiva generazione alla nostra), devono intervenire pesanti modificazioni delle abitudini di vita di tutti gli abitanti del pianeta. Quindi tutti i governi e i loro capi (parlo dei consigli di amministrazione delle 30 piu' grandi multinazionali del pianeta) devono prenderne atto e legiferare a tal proposito. Non nel COP26 o 27 ma l'altro ieri. Tutte le chiacchiere che si vogliono fare hanno il tempo che trovano.
Detto questo pensare al riscaldamento globale come un puro e semplice aumento di temperatura dell'aria e una fusione di ghiacci e' solo un modo per rendere la pillola meno amara. Il riscaldamento globale portera' a modificazioni in tutte e sette le sfere di gaia. Verrano stravolte le abitudini agricole di moltissimi paesi sopratutto di quelli nelle aree temperate come l'europa, gli stati Uniti, parte della Russia europea, insomma tutto cio' che vive e lavora tra i 32°N e i 60°N e di conseguenza anche per i 32°S e i 60°S dell'altro emisfero. Gli oceani stanno rispondendo di pari passo assorbendo piu' CO2 possibile ma con il rovescio della medaglia di una maggiore acidificazione delle acque. il Plancton che e' alla base della catena alimentare del pianeta sta soffrendo e questo e' quasi peggio della moria delle api. Altri scenari negativi sono la modifica della circolazione atmosferica planetaria, con spostamenti non indifferenti delle celle di Hadley. Certo, ci saranno momenti di minor impatto ma saranno le eccezioni. alcuni paesi paesi sentiranno meno la pressione degli avvenimenti, ma non ho citato un problema ancora più grave ed e' l'eventuale innalzamento dei livelli delle acque marine dato che almeno il 50% dei 7,5 miliardi di persone vivono entro i primi 100m di altezza sul livello del mare.
Siamo 7.5 miliardi ed entro il 2050 saremo 10 miliardi a meno che non si decida da adesso di mettere il limite di due figli per coppia per tutto il pianeta tranne cina e india che devono stare a uno per almeno un ventennio. Dovremo pur mangiare e se adesso abbiamo 3.5miliardi di capi tra bovini, ovini, suini e caprini con tutto quel che ne consegue in fase di riscaldamento globale, figuriamoci se questa cifra dovesse aumentare del 20% nei prossimi 30 anni (cosa gia' prevista oltretutto).
Quindi accettare o non accettare il cambiamento e' come due pulci che si disputano il cane su cui stanno (cit.)...
mondo2019.jpg
"Cacche di piccione" ©
il miglior combustibile è l'acqua...bisogna solo saperla accendere
The Next One Hundred Years - Jonathan Weiner
Ieri ho visto un documentario sull’ultima eruzione a Yellowstone, si stima che per 6 anni il sole sia stato oscurato e che la temperatura sia diminuita dai 15 ai 20 gradi.
Oltre che il 90% degli esseri viventi sia morto.
Il GW è nulla al confronto
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Ultima modifica di MeTeo72; 05/01/2020 alle 21:36
Molto interessante il tuo articolo sull'agricoltura.
Agricoltura ed edilizia sono i due settori più interessanti dal punto di vista delle emisioni negative.
Arricchire il suolo di sostanza organica, invertendo il flusso generato dalla tradizionale agricoltura intensiva, darebbe un contributo inportantissimo.
Le tecniche agronomiche per farlo in maniera vantaggiosa ci sarebbero, anche se applicarle su larga scala non sarà semplice, più per limiti culturali che economici.
L'edilizia è un altro settore che produce enormi emissioni, soprattutto a causa della produzione di cemento. Una diversa scelta dei materali può invece consentire di trasformare gli edifici in immagazzinatori di carbonio.
ResearchGate
C'è anche una nuova tecnologia che promette di produrre materiali da costruzione a partire da flussi di co2 anche non concentratissimi come quelli delle centrali termoelettriche, ottenendo il duplice beneficio di abbattere direttamente le emissioni e contemporaneamente di ridurre quelle del settore edilizio. Ma sulle iniziative di aziende private sono sempre super cauto perché spesso si rivelano dei bluff colossali.
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Non è possibile avere 15-20 °C di raffreddamento da un eruzione vulcanica, nella letteratura scientifica c'era un lungo dibattito sull'eruzione del Toba (la più grossa del quaternario) poichè i modelli prevedevano un maggiore raffreddamento mentre i dati paleoclimatologici suggeriscono solo un modesto impatto sulle temperature, adesso qualcuno ha fatto girare i nuovi modelli e mostrato che i dati paleo potrebbero essere corretti a causa della compesazione tra gli impatti degli aerosol (solfati) che sono dominanti per eruzioni di dimensioni simili al Pinatubo e la so2 un potente gas serra con impatti anche sull'assorbimento di radiazione UV che diventa determinante per le mega eruzioni , una mega eruzione avrebbe comunque conseguenze devastanti ma c'è solo una piccola possibilità che si verifichi nei prossimi secoli, il gw invece è già qui.
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Ultima modifica di elz; 06/01/2020 alle 08:53
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