Dai che ICON 18 parrebbe rimpicciolire la mini-falla franco-iberica di qualche altra decina di km a 84-87 ore.
Beh ragazzi, non abbattiamoci troppo eh!
La mia era una preoccupazione, non una certezza. Forse l'amarezza di questo mio messaggio deriva più dal fatto di rendersi conto che dopo oltre un decennio di continue migliorie dei modelli che sto sviluppando, arrivi un salto nelle temperature tale da scompaginare tutti gli sforzi fatti finora. Questo perchè sono conscio del fatto che i modelli che ho sviluppato funzionano adeguatamente solo in un range relativamente ristretto di bilancio energetico. Probabilmente gli stessi modelli non avrebbero funzionato un secolo fa. Insomma l'è tutto da rifare o quasi! Ma anche questo magari è un commento prematuro, magari la 1050 vista da qualche ens sulla GB o sulla scandinavia poi si avvera, chissà...
Insomma, non voglio deprimere nessuno più di quanto già lo sia...
quindi, vediamo quali sono le possibili soluzioni "positive":
1) siamo in una fase di forte cessione di calore dagli oceani all'atmosfera, ergo ora si stanno raffreddando e si prepara un periodo meno estremo per le temperature globali ed emisferiche
2) a breve potrebbe instaurarsi una nina, dunque finalmente si rientra in ranghi più consoni ad inverni decenti
3) qbo che in pratica si comporta come se ancora fosse positiva ergo sole debole e qbo+ sappiamo cosa determina (regoletta semplice ma spesso efficace).
4) Quindi prossimo inverno NINA, sole debole e qbo- ...quindi minore delta T tra poli e tropici, con tutte le conseguenze del caso...
5) modelli predittivi su temperatura globale da me sviluppati, quasi tutti vedevano un secondo picco poco inferiore a quello del 2016 ma poi almeno per qualche anno si ritornava su valori più consoni.
6) ma qualche bella eruzioncina quando la fa?? questo è un jolly notevole, e ovviamente, sperando faccia meno danni possibile, potrebbe contribuire a un calo significativo delle T, specie se dovessero esserci eventi ravvicinati...
Insomma via, le preoccupazioni ci sono ma ci sono anche elementi di speranza...
Purtroppo la penuria anche solo di spunti dalle carte meteo ci porta inevitabilmente a tristi presagi. È dura nel mese più freddo dell'anno, durissima.
Quanto allo shift climatico ulteriore, che tanto viene e verrà inesorabilmente, ci piaccia o meno, non dimentico che dopo altri shift ben noti ci sono stati eventi recenti come il 2012, che resta l'unico per durata e intensità quantomeno confrontabile con i mostri sacri, o la fiondata mostruosa del 2018, che addirittura, pur nella sua brevità, ha avuto caratteristiche, configurative in primis, da renderla unica anche andando a ritroso di 100 anni. Orsù: con più bassa probabilità sicuramente, con minor intensità forse, con minor persistenza magari, ma verranno tempi migliori.
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Quel che è veramente difficile è la lettura in chiave deterministica, Lì concordo con te che è difficile andare oltre i 10 giorni. Ma non è tanto questo il fatto. Mi riferivo invece alla questione di navigare in "terra incognita"...siccome i comportamenti dell'atmosfera non sono lineari, è praticamente impossibile fare estrapolazioni anche minime, quindi nel momento in cui viaggiamo su valori di molto superiori a quelli massimi mai registrati, capisci da te che diventa un impresa improba la previsione, ma di per se la previsione statistica entro certi range è abbastanza fattibile anche se certamente non facile. Il problema ripeto, è quando si sforano troppo certi valori.
Il fatto, Copernicus, è che ultimamente in Europa manca davvero varianza. C'è monotonia termica e di configurazioni. Una tale varianza così bassa nelle temperature non credo sia giustificabile in alcun modo con un warming. Altrimenti mi verrebbe da pensare che se già siamo messi così per 1° in più, figuriamoci quando arriveremo a +3° rispetto ad oggi. Praticamente addio alla variabilità meteorologica e termica.
Mi sembra uno scenario, senza dover fare calcoli, troppo estremo.
Ora, per fare varianza si devono verificare mesi molto anomali. Lo si può fare in due soli modi: con una serie eccezionale di mesi costantemente sopra media (intervallati ad altrettanti mesi in media però), o con una serie di mesi a volte molto sotto media e a volte parecchio sopra media.
Negli ultimi anni abbiamo diversi mesi parecchio sopra media, e rarissimi mesi molto sotto media. I mesi parecchio sopra media sono talmente la norma ormai che la stessa media degli ultimi anni è molto alta, e mesi prima normali secondo la vecchia media oggi sono rari ed effettivamente sotto media rispetto alla media più recente.
A mio parere è un salto troppo forte. Per me torneranno più frequenti mesi con media termica più vicina a quella del decennio scorso (2000-2010), anche se continueranno ad essere rari mesi sotto quella media. Al tempo stesso diminuiranno i mesi parecchio sopra media, ma aumenteranno quelli con sopra media eccezionali.
E' una previsione "a sensazione" ma fondata in fondo sulla logica, e sull'idea che la varianza attraversa fasi di maggiore o minore valore, e che non appena ritorneremo in una fase in cui aumenterà dovrà quindi il clima comportarsi proprio come ho descritto, altrimenti la varianza non aumenterebbe.
Stamattina, qualcosa si muove negli spagh ens per la terza decade...per il resto calma piatta
Io vedo più o meno un disastro modellistico totale
E sono uno che non si scoraggia facilmente
In realtà, e può sembrare un paradosso, minore è l'estensione della banchisa (anche di quella stagionale, quindi minore e più lento il rigelo) più il VP è debole, su questo ci sono parecchi studi. Il punto è come il ritardo determini squilibri nella distribuzione del ghiaccio stagionale (quello che si riforma nelle zone soggette a disgelo), che vanno a incidere sulla formazione del VP in troposfera e di conseguenza questa vada a influenzare l'intera colonna d'aria dal suolo fino a 1 hPa, facilitando forti SC (se parliamo di dinamiche prettamente TST come gli Ese 2 cold)... Ricordiamoci che il problema degli ultimi inverni è nato probabilmente con la crisi dei ghiacci artici del 2007, ma ha cominciato a manifestarsi (manifestarsi nel nostro "orticello" europeo) quando hanno iniziato a raffreddarsi le acque nel settore subartico e artico del Nord Atlantico e, in concomitanza, è emersa la forte anomalia SST+ addossata alle coste pacifiche nord-americane, quella stessa anomalia che poi ha caratterizzato gli ultimi 6 anni, attenuandosi (ma comunque mantenendosi) anche dopo la debolissima Nina del 2017. Io le origini dei problemi li vedo principalmente in uno stato generale degli oceani che ha continuato a mantenere un trend lineare di fondo, all'insegna della PDO+ e del suo impringin circolatorio, per un lunghissimo periodo e di un Enso+ latente (mantenutosi anche dopo il Nino strong del 2015/2016 e certamente non compensato dalla breve e debolissima fase ENSO- successiva). Quest'anno in aggiunta abbiamo avuto pure una forte fase positiva dello IOD che è durata fino a novembre inoltrato... vedremo quando questi indici cambieranno di segno (la PDO è neutro/negativa da qualche mese ma solo ora se ne vedono gli effetti sulla circolazione generale nel Nord Pacifico, ci sono alcuni segnali precursori di IOD-, mentre la debole fase Enso neutra/+ dovrebbe attenuarsi ulteriormente e diversi forecast inquadrano un ritorno della Nina, anche se io resto scettico...). L'inverno attuale a mio parere nasceva male soprattutto per queste ragioni... insomma molti di noi puntavano le proprie speranze verso una stagione invernale tipo 2009/2010 mentre le condizioni di contorno assomigliavano (sinistramente) a quelle dell'autunno 2006...
Ultima modifica di galinsog@; 07/01/2020 alle 10:14
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