Originariamente Scritto da
Piro
E' già da un paio di giorni che il rischio di una scaldata monstre per il sud (e forse parte del centro) successiva all'articata di fine decade si fa molto ma molto elevato... Fortunatamente siamo a una distanza temporale tale che piccoli aggiustamenti al quadro configurativo generale possono apportare sensibili ritocchi a scala locale, ma per il basso Tirreno e l'area jonica e basso adriatica la vedo comunque inevitabile.
Parlavo degli aggiustamenti possibili visto la distanza temporale, ripensandoci
li definirei piuttosto inevitabili. Vediamo infatti come sia bastato variare di poco l'asse della tostissima articata che interesserà l'Europa centrale, che ad oggi più o meno tutti i modelli vedono meno ficcante e con asse meridiano più orientale rispetto ai giorni precedenti, andando ad impattare in pieno contro le Alpi, per modificare in maniera sostanziale gli effetti pluviometrici previsti quantomeno per buona parte del settore centrale della penisola (e tralascio l'aspetto termico, che in questo caso mi interessa meno).
Questa variazione configurativa al tempo "x" si porta dietro una serie di ulteriori modifiche per il dopo... A mio giudizio un asse più occidentale e ficcante dell'articata porterebbe ragionevolmente alla formazione di una goccia fredda sui mari italiani, in grado di rappresentare un "attrattore" per l'altro cut-off presente in area franco-iberica. In questo modo si avrebbe una più rapida traslazione verso Est della struttura, con una conseguente limitazione temporale del richiamo caldo, che non riuscirebbe quindi a tirare su aria così rovente come quella che viene vista oggi dai modelli.
Spero di essermi spiegato abbastanza bene...
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