oddio
in verità siamo andati enormente ot, anzi perdonami
ti metto un paio di riferimenti per farmi perdonare
ResearchGate
ShieldSquare Captcha
Ultima modifica di Alessandro1985; 02/05/2020 alle 09:41
aggiungo questi
Schermata 2020-05-01 alle 23.52.18.png
Schermata 2020-05-01 alle 23.56.59.png
e rispettive fonti
ShieldSquare Captcha
https://d-nb.info/1142538567/34
lo studio del 2016 suggerisce una possibiità del 40-70% che i picchi termici giornalieri siano stati più elevati del 2003 mentre la percentuale come detto per la media stagionale è del 20%
Schermata 2020-05-02 alle 10.39.01.png
e anche qui direi che ci siamo su un maggior coinvolgimento delle nostre zone
Schermata 2020-05-02 alle 10.45.35.png
distribuzione molto simile all'estate '18
non sfidare la sorte
Schermata 2020-05-02 alle 10.51.11.png
comunque sì, ci sta
con quella distribuzione dei gpt evidente che i picchi si fanno altrove ma nel mediterraneo la pressione per quanto livellata non garantisce ricambi significativi e la saturazione dell'aria cresce rapidamente con il passare dei giorni
Aggiungo qualche contributo di cronaca.. L'inverno 1539/1540 fu anch'esso secchissimo e definito molto caldo, ma i preludi a quel periodo folle si videro già nel 1539.
In Valtellina, per esempio, le precipitazioni già da luglio 1539 furono definite "insignificanti", e non cadde una sola goccia d'acqua dal 7 novembre 1539 al 7 aprile 1540. Le cronache di Stefano Merlo riportano "per tutto l'inverno si saria potuto passare per la montagna dell'Oro per andar verso Bregaglia, che forse non accadè mai tal cosa", segno di una copertura nevosa ai minimi termini, se non del tutto assente, e, dopo qualche pioggia in primavera, la siccità tornò per tutta l'estate e tutto l'autunno "tanto che più non piovete sino pasato le vendemie". Nel Novarese e nel Milanese Benedetto Giovio parla di "asciutto straordinario" addirittura dal 10 settembre 1539 al 6 aprile 1540 (e qui le date coincidono con le cronache di Merlo), e si narra di fiumi, pozzi e sorgenti prosciugate, di coltivazioni ridotte in polvere e di incendi forestali. Del Burigozzo narra di siccità estrema in gennaio "fu tanto tardi la brocca (e questo fu per el sutto de tutta la invernata) che la terra era come de Luio". Si narra anche di persone colpite a morte dal calore diurno e, (questo devo cercare le fonti) di alberi che nel 1540 morirono per shock termico. Lo Schedario Grasufiano di Modena riporta che nel 1540 si mietè in maggio e si vendemmiò addirittura in luglio, in un anno di penuria estrema.
Lou soulei nais per tuchi
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