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  1. #111
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Tocca di nuovo al freddo Seicento e Settecento

    1607/1608: Considerato uno degli inverni più freddi di sempre in Europa, in Veneto e in Emilia nevica così tanto che crollarono tetti delle abitazioni, a Bologna i carri non potevano circolare poichè le strade erano sommerse dalla neve. La Cronaca del padovano Nicolò De Rossi riporta: "In quest'anno molto calamitoso per le continue e grandissime neve che per due mesi e mezzo, che veramente mostrò un diluvio grande di neve che fu cosa inaudita il vedere una tanta quantità che per memoria di vecchi non si ricorda mai tanto naufragio che a pena si potevano vedere li huomini da una parte e l'altra delle strade, li coperti delle case non erano sicuri perchè bisognavano che con forti travi fossero appuntellati, e continuamente ogni altro giorno farla gettare giù nelle strade con gran spesa."

    1613/1614: Inverno gelido nelle Isole Britanniche

    1634/1635: Altro inverno gelido nelle Isole Britanniche

    1638/1639: In gennaio nevica a Il Cairo

    1648/1649: Inverno gelido nelle Isole Britanniche

    1651/1652: Inverno e primavera gelidi nel Nord Europa: il Mar Baltico resta ghiacciato non solo in inverno, ma per quasi tutto l'anno 1652

    1655/1656: Inverno freddo ma poco nevoso

    1657/1658: Inverno freddo e nevoso, Londra è colpita da copiose nevicate, inverno nevosissimo per tutta l'Inghilterra Meridionale, mentre la Danimarca è completamente attorniata da ghiaccio, tanto che le battaglie tra il re svedese Carlo Gustavo e i Danesi sono combattute sul ghiaccio, mentre le flotte restano inutilizzabili poichè intrappolate nel ghiaccio.

    1666/1667: Inverno gelido, la Senna è gelata per sei settimane

    1671/1672: Grande freddo perlomeno nei Paesi Bassi

    1683/1684: Gran Bretagna colpita da un'ondata di gelo storica per intensità e durata: il Tamigi rimane ghiacciato per ben 3 mesi, e sopra vi si tenne la più grande "Fiera sul Ghiaccio" di sempre. Probabilmente lo schema barico vedeva un'anticiclone russo-siberiano disteso sull'Europa Occidentale e continue ciclogenesi fredde mediterranee: nevica molto a Roma, gela parte del Nord Adriatico, gelano tutti i fiumi e i laghi in Svizzera.

    1684/1685: Altro inverno rigido, seppur meno del precedente.

    1691/1692, 1692/1693, 1693/1694, 1694/1695: una serie di quattro inverni molto rigidi, nell'ultimo dei quali l'Islanda resta completamente circondata dai ghiacci

    1698: in gennaio nevicata a Ceuta

    1708/1709: In Europa è considerato l'inverno più freddo in assoluto di tutta l'epoca moderna e contemporanea, quello in cui probabilmente si toccarono i picchi di temperatura più bassi, colpì in particolar modo l'Europa Centrale, la Francia e l'Italia. Gran parte del gelo eccezionale si concentrò comunque nel mese di gennaio e neanche per tutto il mese, ma fu talmente forte ed estremo che riuscì a condizionare la temperatura media di tutto il trimestre (che non fu comunque caldo). La temperatura media di quel gennaio di Berlino fu di -13,2°, cioè circa 12° sottomedia, la capitale tedesca toccò una minima di -29,4° e fece svariate minime sotto i -25° e massime sotto i -20°.
    Il gelo fu spaventoso, ed iniziò la notte dell'Epifania: in poche ore gelarono fiumi, pozzi, laghi (il Lago di Garda gelò completamente, unica volta nella sua storia). Gelo raro a Parigi, dove si toccarono i -23,1°, tutti i fiumi dell'Europa Centrale ed Occidentale gelarono, addirittura riuscì a gelare la foce del Tago a Lisbona, gelarono tutti i grandi porti come Marsiglia, Genova, Venezia, il mare riuscì a gelare fino a Livorno, morirono tutte le piante di ulivo, vite e agrumi. A Venezia la temperatura scese fino a -17,5°, mentre in Pianura Padana si ebbe una misurazione dubbia di -36° a Faenza. Numerose nevicate a Roma e a Napoli dal 6 al 24 gennaio, mentre alla fine la Pianura Padana veniva sommersa da mezzo metro di neve. Il freddo tornò a più riprese anche in febbraio e marzo (record di minime sottozero a Berlino), e nevicò fino ai primi di aprile.

    1715/1716: Inverno molto freddo, neve abbondante a Roma

    1739/1740: Invernata terribile, una delle più fredde del secolo: il freddo colpì tutto il continente europeo in varie fasi, con neve sulle coste italiane a più riprese; gli uccelli morivano stecchiti durante il volo, freddissimo in Belgio e in Inghilterra con le consuete fiere di ghiaccio sul Tamigi; Londra registrò -22,0°, Berlino registrò il bimestre gennaio-febbraio una temperatura media di -7,9°, nevicò a Lisbona.

    1743/1744: in Sicilia inverno nevosissimo, gennaio 1744 in particolare potrebbe essere stato il mese più nevoso di sempre, con mezzo metro di neve a Palermo; gelido anche per le zone più occidentali, nevica a Lisbona

    1754/1755: Inverno freddissimo in Italia, ma piuttosto secco: gela la Laguna Veneta in modo eccezionale

    1766/1767: Inverno freddo, in particolar modo gennaio

    1775/1776: Inverno gelido in Inghilterra

    1779: Aprile gelido in Medio Oriente, quando avviene una delle più crude ondate di gelo degli ultimi 500 anni: nevicate eccezionali in Iraq, dove nevica addirittura a Bassora (l'ultima nevicata risaliva presumibilmente a 1000 anni prima), l'intera Cipro viene completamente innevata, si registrano almeno 10cm fin sulle coste

    1782: Nevica a Lisbona il 19 febbraio

    1783/1784: Altro inverno gelido in Inghilterra, dove gelano tutti i fiumi

    1784/1785: Inverno tra i più lunghi e più freddi in Europa, in quanto fa freddo dai primi di ottobre fino a metà aprile; la temperatura media di marzo a Berlino fu di -4,4° e fu più freddo dei precedenti mesi invernali, mentre sempre a marzo appartiene il record assoluto di freddo per Praga, con -27,6°.

    1788/1789: Altro inverno glaciale, a Londra la temperatura crollò a -21° già nel mese di novembre, stesso valore si misurò anche a Parigi; in Italia neve e gelo raggiungono l'apice alla fine di dicembre, quando a Roma nevicò per 4 giorni, e a Napoli tra il 28 e il 30 si ebbe un'abbondantissima nevicata (40cm al porto)

    1794/1795: Inverno freddissimo in Europa Occidentale e in Gran Bretagna, soprattutto gennaio. Il Tamigi rimane gelato da Natale 1794 fino a marzo 1795: potrebbe essere la sua più lunga gelata di sempre.

    1798/1799: Inverno molto freddo in Europa Orientale, la temperatura media di gennaio a Praga fu di -12,2°.
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  2. #112
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    E ora un pò di "caldo" Ottocento

    1800: Aprile caldissimo in Mitteleuropa (+4° sopramedia '51-90 in Svizzera), battuto quasi ovunque dai vari 2007, 2011 e 2018 tranne che in Austria, dove rimane probabilmente l'aprile più caldo di sempre.

    1802: Agosto e ottobre caldissimi in Nord Italia e in Svizzera, agosto a Torino è a 2,4° da agosto 2003, mentre in Svizzera ottobre 1802 è battuto solo dagli ottobre 2001, 2006, 2014, 2018 e 2019.

    1803: Siccità grave nel Nord Italia, in Lombardia novene e processioni per implorare la pioggia.

    1803/1804: Gennaio caldissimo, calcolato circa 3° sopra la norma in Italia, simile a gennaio 2007; in Svizzera chiuse a circa +4°C oltre le medie 1951-1980. Cronache di Branzi (BG): 9-10 ottobre giorni di rigidissimo inverno perchè seguiti da venti freddissimi, ghiacci e nevi, primi giorni di dicembre con aria freddissima, poi da metà mese continuo scirocco e aria temperata; gennaio definito piovoso e mite, si lavorò la campagna come in primavera avanzata mentre a febbraio nevicò il giorno 4 e poi stagione rigida fino al 3 marzo. Il mese di dicembre in Lombardia è riportato mite e "vedeansi i grappoli (d'uva) ancor pendenti dai tralci" [Cronache cremonesi]

    1806/1807: Altra cronaca a cui sono affezionato, poichè è il paese di mio bisnonno. Valle Po, Alpi Cozie: ricordi del parroco di Crissolo (1318m.), datati 15 gennaio 1807 riportano: "Il Colle di Ciavert e tutta la montagna fino a Malaura è senza neve" (la Malàura è a 2804m. di altitudine). Inverno mite in Svizzera, mentre in Lombardia, dalla metà dell'estate 1806 fino all'inizio dell'estate 1807 "il secco e il forte vento furono l'incubo della gente dei campi". Agosto 1807 risulta il 9° più caldo in assoluto per Milano Brera dal 1763, mentre in Polonia è l'agosto più caldo dal 1781; estate generalmente molto calda anche in Svizzera.

    1807/1808: Altro inverno secco sulle Alpi: a Branzi (BG) inverno "bellissimo e quasi senza neve", mite e febbraio senza neve fino al giorno 14.

    1808/1809: Grande siccità in Sudtirol

    1810/1811: Inverno mite sulle Alpi. In Valle d'Aosta è tiepido soprattutto febbraio, a Branzi (BG) inverno temperato e pressochè senza neve (unica nevicata il 3 gennaio), mentre la primavera 1811 risulta mite in Svizzera.

    1814/1815: Inverno corto e primavera avanzata, a Branzi (BG) fioriscono i ciliegi a fine marzo

    1816: Selva di Valgardena (BZ) segnalata pochissima pioggia da aprile ad ottobre

    1816/1817: Inverno secco e mite, dominato da vento per niente freddo, sempre sereno e pochissima neve. Aprile invece è descritto come funestato da venti aridi e freddissimi, senza pioggia e senza erba per la siccità.

    1820: Siccità in Valpadana. Le Cronache di Carpi (MO), datate 13 agosto, riportano che "erano più mesi da che non era piovuto", e i pozzi erano quasi prosciugati; processioni per la pioggia.

    1821/1822: Inverno quasi senza neve, senza pioggia e per niente freddo. A Branzi (BG) fioritura dei ciliegi a fine marzo, in Valle d'Aosta fioriscono i mandorli in febbraio, precocità notevole di vendemmia (addirittura agosto). A Carpi il giorno di Natale è stato descritto come "giornata caldissima per cui si sudava e non era necessario portare il tabarro". Marzo 1822 caldo in Svizzera (+3,2° dalla media '51-80); Giugno 1822 fu caldissimo al Nord, il quarto più caldo in assoluto per Milano Brera (battuto dal 2003 e dal 2017 e 2019 per meno di un grado), circa +3° sopramedia in Svizzera; sempre qui l'intera stagione primaverile fu mite.

    1824/1825: Inverno mite. A Carpi (MO) inverno descritto come gradevole, senza freddo, senza acqua e senza neve, sempre sole e c'era la polvere per le strade come d'estate, e molti pozzi con poca acqua. Dal mese di aprile si fanno orazioni per ottenere la pioggia, che continua a mancare fino a maggio; in Svizzera dicembre molto mite.

    1825/1826: Inverno molto mite, con dicembre in assoluto tra i più caldi. Il mese di dicembre a Torino ebbe una temperatura media di +6,5°, cioè +2,8°C rispetto alla media 1961-1990, molto mite anche novembre.

    1831: il Dott. Giovan Battista Tomeazzi di Modena riporta:
    10 febbraio – giovedì grasso, bellissima giornata di vera estate
    11 febbraio – bellissima giornata di vera estate, si suda, se non cambia stagione tutto vegeta e cresce
    12 febbraio – bellissima giornata senza brina e caldissima di estate. Pare impossibile.
    13 febbraio – bellissima di vera estate. Si suda. Sorprendente stagione, se dura.
    14 febbraio – bellissima giornata di vera estate. La vegetazione cresce, ma questa mattina col vento di ieri vi era brina
    .

    1833/1834: Inverno molto mite in Svizzera, con anomalia stimata di +3,3°C; anno 1834 di siccità in Sudtirol e nessun raccolto di orzo e segale

    1834/1835: Inverno mite

    1839/1840: Valle d'Aosta: tuoni e fulmini a dicembre, piogge abbondantissime fino ad alta quota in gennaio, febbraio mitissimo.

    1841/1842: Valle d'Aosta: un solo evento di freddo e neve abbondante a metà gennaio, poi fohn e mandorli in fiore a fine mese.

    1843: Primavera siccitosa in Svizzera con gravi danni.

    1846: Gennaio e giugno molto caldi al Nord, giugno in particolare è all'ottavo posto per i più caldi a Milano Brera, +3° di anomalia in Svizzera, ma in generale tutta l'estate 1846 fu calda per l'epoca.

    1849: In Sudtirol siccità da giugno a novembre.

    1852: in Svizzera novembre caldissimo, con anomalia sui +3°, ai livelli di novembre 2006.

    1858: Giugno molto caldo al Nord, a Moncalieri furono rilevanti i picchi di temperatura massima raggiunti, che sono stati battuti ben 162 anni dopo, a Giugno 2019, in Svizzera anomalia stimata sui +3°.

    1859: Estate molto calda al Nord, in particolare Luglio e soprattutto alle quote medio-alte, mentre in basso fu caldo ma non estremo, tranne che per il picco di temperatura massima raggiunto a Torino e mai più battuto; per Brera è il tredicesimo luglio più caldo, in Svizzera luglio fu caldissimo, con anomalia di circa +3° rispetto alla '51-80. In Lombardia in agosto gran siccità e caldo fecero ingiallire le foglie che caddero come in autunno, "Soffrì la raccolta del grano turco. A molte piante ingiallirono le foglie, altre le deposero come nella stagione invernale" [Annali di Como]

    1860: Lombardia: anno caldissimo

    1861: Agosto molto caldo in Valpadana, a Brera è tuttora il quinto più caldo di sempre al pari del 2018, superato solo dal 2003, 2009, 2012 e 2017.

    1861/1862: Valle d'Aosta: autunno secco e gradevole, inverno assente. Solo un pò di neve a dicembre, poi venti caldi e piogge, strade polverose per tutto l'inverno, segue una primavera molto mite in Svizzera.

    1862: Italia: primavera in assoluto tra le più calde dell'epoca, con aprile e maggio estivi

    1862/1863: Nord Italia; Giovanni Virginio Schiaparelli da Cuneo, nella lettere a padre Secchi del 10 febbraio 1863 lo informa che "Qui abbiamo avuto un inverno di mitezza eccezionale" (F.R.)

    1865: Aprile caldissimo al Nord-Ovest, Luglio caldissimo in Italia e Svizzera italiana

    1865/1866: Inverno mitissimo sul comparto europeo. In Valle d'Aosta mesi mitissimi da novembre a febbraio, neve solo in pochi episodi poi sciolta dalla pioggia. Febbraio 1866 a Milano ebbe una temperatura media di +6,6°. A.G. : "Inverno trascorso senza che nessuno se ne avvedesse, e la primavera sembrò succedere senza transizione all'autunno. Alle Feste di Natale dei Re si videro a Colonia delle giovinette ornare i capelli con corone di viole, di fiordalisi ed altre primavere". "A Colmar (Alsazia) gli alberi conservarono le foglie fino all'apparizione delle nuove, furono mangiate fragole a Natale e le vite misero foglie, steli e persino fiori a metà gennaio. A Vienna si trovarono violette a Natale e in gennaio alberi da frutto erano fioriti come in maggio".

    1868: Nord: anno caldissimo, con temperature record e torrenti asciutti, in particolare maggio fu record. Schiaparelli da Cuneo, in una lettera a padre Secchi del 1° giugno 1868 riporta che "Abbiamo qui un caldo straordinario, e nei giorni scorsi il 'maximum' fu di 34°. Già nei primi di maggio era a 29°". A Torino il maggio 1868 è nelle statistiche delle temperature medie mensili secondo al maggio 1920, con un valore giornaliero massimo di 31,3° il giorno 28; in Svizzera è tuttora il mese di maggio più caldo di tutta la serie storica, addirittura è a 1,2°C di distanza dal caldissimo maggio 2009!

    1868/1869: dicembre e febbraio miti, gennaio più freddo. Dicembre in particolare fu caldissimo in Svizzera, superato solo da Dicembre 2015! In generale in Svizzera fu un inverno molto mite.

    1873: Lombardia: tremendo vento caldo che soffiò da maggio a settembre, furono compromessi i raccolti del mais e dell'uva.

    1875: Cremona: primavera secca [Cronache cremonesi]

    1876/1877: Inverno anomalo seguito da un'estate torrida. Il freddo iniziò tra fine ottobre e i primi di novembre del 1876 con neve in montagna. Poi la stagione "continuò mite per quasi tutto il dicembre. Però l'aria addivenne umidissima, e le nebbie furono persistenti e fitte in quasi tutta l'Italia alta e media". Anche in Svizzera inverno molto mite. Nell'Osservatorio di Cuneo il prof. Cossavella registrò una temperatura media mensile di 5,33°. con una massima giornaliera di 12,5° il giorno 10 ed una minima di -4,9° il giorno 22. L'estate 1877 risulta particolarmente calda ma in maniera uniforme, senza picchi estremi

    1877: A Modena estate caldissima, per 64 giorni si superarono i 30°.

    1877/1878: Lugano: inverno senza neve.

    1880: Lombardia: siccità in primavera e in estate "che ridusse i corsi d'acqua in pigri rigagnoli e la gente faceva coda davanti ai pozzi delle corti per cavare l'acqua per gli animali"; dicembre anche fu molto mite in Svizzera.

    1881: Estate memorabile. Francesco Porro, assistente all'Osservatorio di Brera, riporta "Ognuno ricorda i funesti effetti prodotti sulle campagne e sugli organismi di questi eccessivi e prolungati calori, favoriti dall'equilibrio della pressione, che durò in Europa sin verso la fine d'Agosto, ed accompagnati da una grande secchezza dell'aria. In tutta la detta estate il cielo non fu quasi mai perfettamente sereno: spesso invece il suo velo si andò addensando: così, ad esempio, il 23 agosto l'Italia fu avvolta in una fitta e ardente caligine, dal parallelo di Brescia a quello di Cosenza". Nello stesso giorno 23 agosto un pò ovunque furono segnalati curiosi fenomeni ottici dovuti a questa nebbia. A Cuneo il prof. Giovanni Cossavella segnala "23 agosto, ore antimeridiane, il sole dietro un sottile velo di nebbia illumina il suolo di una strana luce rosso-giallastra". L'alta pressione si impadronì di tutta Europa dal 16 giugno, con temperature molto alte per tutta l'estate: +35,3° a Cuneo il 18 luglio, +35,5° a Torino il 17 luglio, +39,0° a Firenze, +37,0° a Milano e addirittura +42,8° a Palermo.
    Siccità estiva in Sudtirol.

    1881/1882: Cislago (VA): Inverno mite e bello sempre [parroco Pietro Erba (1871-1907)]

    1885/1886: Svizzera: temperature miti e clima secco fecero sciogliere le nevi autunnali, alla fine di dicembre in alta Engadina si registrarono strade polverose e prati macchiati di neve qua e là.

    1890: Carpi (MO) il 21 luglio termina una "lunga e ostinata siccità"

    1891/1892: Piacenza: stagione eccezionalmente bella con sole primaverile, pioggia il 27 febbraio, segue un'abbondante fienagione, ottima mietitura e grande vendemmia.

    1893. Fu una delle siccità più gravi della storia d'Europa e d'Italia. Le precipitazioni furono rarissime, se non in molti casi nulle. Ancora oggi, in termini di precipitazioni, è considerata l'annata più arida; siccità estiva anche in Svizzera.
    Cronaca di Carpi "al 26 aprile abbiamo una siccità veramente straordinaria. Abbiamo avuto l'autunno sereno, l'inverno uguale tranne poca neve sciolta a forza di sole; mai bagnata sufficientemente la terra e la siccità si estese disgraziatamente a tutta l'Italia. I nostri prati non si sono rinverditi bastantemente; tutti i marzatelli non sono nati; solo il frumento nei terreni regge bastantemente; il frumentone in gran parte non è nato." Cronache di Biella recitano in data 13/04/1893: "E' così lunga e persistente l'attuale siccità che i raccolti sono dappertutto gravemente minacciati... Il Vescovo ha ordinato che nelle messe e benedizioni si reciti "ad petendam pluviam" fino a che si ottenga dalla divina bontà tal benefizio"; e ancora il 23/04/1893: "La siccità continua terribile. Da cinque mesi...Giovedì sera una nuvola passando sopra Biella inumidì la polvere appena: e poi di nuovo un cielo bronzo...Alla cattedrale è cominciata una novena per chiedere a Dio la pioggia... è stata stabilita una processione di penitenza a Oropa".
    Feuille d'Aoste, in data 26 aprile 1893, pubblicava: "Il y a six semaines que nos campagnes n'ont pas reçu une goutte de pluie et l'hiver etè sans neige. Qu'on se figure l'etat dans lequel se trouve la vegetation! En plaine, les prairies, meme celles qu'on peut arroser, n'ont qu'une herbe clairsemée et étiolée; les blés et les froments souffrent, et l'on ne peut semer les pommes de terre que dans une terre en cendre. Non campagnards son dans la désolation. Toute la récolte, surtout celle du fourrage est compromise. Deux malheurs dans un seul coulp: manque de fourrage et nouvelle baisse de prix du bétail, qui en est une conséquence. Le 25 avril, la bonne population de Champorcher (alt. 1420 m) a pu se rendre en procession au nombre de 418 personnes au Sanctuaire du Lac Miserin (alt. 2577 m) sans fouler la neige, sauf sur un petit trajet en y arrivant, tandis que, en d'autres années, on avait du ajourner la fete du 5 aout, a cause de la neige qui couvrait encore la montagne. Le 27 avril, la population des trois paroisses d'Aoste, representée par plus de mille personnes, s'est aussi rendue processionnellement a l'Ermitage de St Grat (alt 1765 m) sans rencontrer des traces de neige, qui etait releguée sur les sommitès. Le 10 avril, on a dejà cueilli des violettes près du Col de Fenetre sur Cogne, a l'altitude de 2821 metres. Rien d'etonnant que, a Pont-St-Martin et à Carema, localitès ou le climax es sì doux, on ait cueilli des cerises mures les derniers jours du meme mois".
    Dall'analisi dei dati giornalieri di Aosta risulta che non vi fu alcuna precipitazione dal 17 marzo al 23 aprile, e in seguito alcune deboli piogge (il 24 e il 28 aprile e il 10 maggio) non contribuirono a smorzare la siccità. Il mese di aprile accumula soltanto 1.2mm e risulta come uno dei più asciutti degli ultimi 160 anni, collocandosi in quarta posizione per scarsità di precipitazioni nella serie di dati dal 1841 al 2002 (aprile 1997, pur molto asciutto, ha misurato 1.8mm a Saint Christophe). Riguardo alla neve, invece, durante l'inverno caddero 50cm in città, di cui 35cm a febbraio. Il pluviometro del Colle Valdobbia raccolse 213mm di precipitazioni dal novembre 1892 al febbraio 1893; Aprile inizia molto caldo, Aosta tocca +28,6° il giorno 22; tutto l'anno vide appena 276mm di precipitazioni.

    1894: A solo un anno di distanza dalla tremenda siccità del 1893, una nuova fase siccitosa interessa la Valle d'Aosta. Scrive la Gazzetta Piemontese il 13 dicembre: "Siccità. Le campagne valdostane traversano una crisi veramente eccezionale. Regna e perdura la più desolante siccità. Sono già due inverni che la candida neve non ricopre più del suo manto i nostri colli,e, nè nell'estate nè nell'autunno ora decorsi il nostro suolo venne beneficiato da una pioggia". In realtà, secondo i dati di Aosta, la situazione non è proprio di siccità assoluta, sebbene tutti i mesi dell'anno escluso maggio abbiano chiuso con deficit pluviometrico. Il totale annuo è bassissimo: appena 280mm cumulati, praticamente come il precedente 1893.
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    E ora un pò di "caldo" Ottocento

    1800: Aprile caldissimo in Mitteleuropa (+4° sopramedia '51-90 in Svizzera), battuto quasi ovunque dai vari 2007, 2011 e 2018 tranne che in Austria, dove rimane probabilmente l'aprile più caldo di sempre.

    1802: Agosto e ottobre caldissimi in Nord Italia e in Svizzera, agosto a Torino è a 2,4° da agosto 2003, mentre in Svizzera ottobre 1802 è battuto solo dagli ottobre 2001, 2006, 2014, 2018 e 2019.

    1803: Siccità grave nel Nord Italia, in Lombardia novene e processioni per implorare la pioggia.

    1803/1804: Gennaio caldissimo, calcolato circa 3° sopra la norma in Italia, simile a gennaio 2007; in Svizzera chiuse a circa +4°C oltre le medie 1951-1980. Cronache di Branzi (BG): 9-10 ottobre giorni di rigidissimo inverno perchè seguiti da venti freddissimi, ghiacci e nevi, primi giorni di dicembre con aria freddissima, poi da metà mese continuo scirocco e aria temperata; gennaio definito piovoso e mite, si lavorò la campagna come in primavera avanzata mentre a febbraio nevicò il giorno 4 e poi stagione rigida fino al 3 marzo. Il mese di dicembre in Lombardia è riportato mite e "vedeansi i grappoli (d'uva) ancor pendenti dai tralci" [Cronache cremonesi]

    1806/1807: Altra cronaca a cui sono affezionato, poichè è il paese di mio bisnonno. Valle Po, Alpi Cozie: ricordi del parroco di Crissolo (1318m.), datati 15 gennaio 1807 riportano: "Il Colle di Ciavert e tutta la montagna fino a Malaura è senza neve" (la Malàura è a 2804m. di altitudine). Inverno mite in Svizzera, mentre in Lombardia, dalla metà dell'estate 1806 fino all'inizio dell'estate 1807 "il secco e il forte vento furono l'incubo della gente dei campi". Agosto 1807 risulta il 9° più caldo in assoluto per Milano Brera dal 1763, mentre in Polonia è l'agosto più caldo dal 1781; estate generalmente molto calda anche in Svizzera.

    1807/1808: Altro inverno secco sulle Alpi: a Branzi (BG) inverno "bellissimo e quasi senza neve", mite e febbraio senza neve fino al giorno 14.

    1808/1809: Grande siccità in Sudtirol

    1810/1811: Inverno mite sulle Alpi. In Valle d'Aosta è tiepido soprattutto febbraio, a Branzi (BG) inverno temperato e pressochè senza neve (unica nevicata il 3 gennaio), mentre la primavera 1811 risulta mite in Svizzera.

    1814/1815: Inverno corto e primavera avanzata, a Branzi (BG) fioriscono i ciliegi a fine marzo

    1816: Selva di Valgardena (BZ) segnalata pochissima pioggia da aprile ad ottobre

    1816/1817: Inverno secco e mite, dominato da vento per niente freddo, sempre sereno e pochissima neve. Aprile invece è descritto come funestato da venti aridi e freddissimi, senza pioggia e senza erba per la siccità.

    1820: Siccità in Valpadana. Le Cronache di Carpi (MO), datate 13 agosto, riportano che "erano più mesi da che non era piovuto", e i pozzi erano quasi prosciugati; processioni per la pioggia.

    1821/1822: Inverno quasi senza neve, senza pioggia e per niente freddo. A Branzi (BG) fioritura dei ciliegi a fine marzo, in Valle d'Aosta fioriscono i mandorli in febbraio, precocità notevole di vendemmia (addirittura agosto). A Carpi il giorno di Natale è stato descritto come "giornata caldissima per cui si sudava e non era necessario portare il tabarro". Marzo 1822 caldo in Svizzera (+3,2° dalla media '51-80); Giugno 1822 fu caldissimo al Nord, il quarto più caldo in assoluto per Milano Brera (battuto dal 2003 e dal 2017 e 2019 per meno di un grado), circa +3° sopramedia in Svizzera; sempre qui l'intera stagione primaverile fu mite.

    1824/1825: Inverno mite. A Carpi (MO) inverno descritto come gradevole, senza freddo, senza acqua e senza neve, sempre sole e c'era la polvere per le strade come d'estate, e molti pozzi con poca acqua. Dal mese di aprile si fanno orazioni per ottenere la pioggia, che continua a mancare fino a maggio; in Svizzera dicembre molto mite.

    1825/1826: Inverno molto mite, con dicembre in assoluto tra i più caldi. Il mese di dicembre a Torino ebbe una temperatura media di +6,5°, cioè +2,8°C rispetto alla media 1961-1990, molto mite anche novembre.

    1831: il Dott. Giovan Battista Tomeazzi di Modena riporta:
    10 febbraio – giovedì grasso, bellissima giornata di vera estate
    11 febbraio – bellissima giornata di vera estate, si suda, se non cambia stagione tutto vegeta e cresce
    12 febbraio – bellissima giornata senza brina e caldissima di estate. Pare impossibile.
    13 febbraio – bellissima di vera estate. Si suda. Sorprendente stagione, se dura.
    14 febbraio – bellissima giornata di vera estate. La vegetazione cresce, ma questa mattina col vento di ieri vi era brina
    .

    1833/1834: Inverno molto mite in Svizzera, con anomalia stimata di +3,3°C; anno 1834 di siccità in Sudtirol e nessun raccolto di orzo e segale

    1834/1835: Inverno mite

    1839/1840: Valle d'Aosta: tuoni e fulmini a dicembre, piogge abbondantissime fino ad alta quota in gennaio, febbraio mitissimo.

    1841/1842: Valle d'Aosta: un solo evento di freddo e neve abbondante a metà gennaio, poi fohn e mandorli in fiore a fine mese.

    1843: Primavera siccitosa in Svizzera con gravi danni.

    1846: Gennaio e giugno molto caldi al Nord, giugno in particolare è all'ottavo posto per i più caldi a Milano Brera, +3° di anomalia in Svizzera, ma in generale tutta l'estate 1846 fu calda per l'epoca.

    1849: In Sudtirol siccità da giugno a novembre.

    1852: in Svizzera novembre caldissimo, con anomalia sui +3°, ai livelli di novembre 2006.

    1858: Giugno molto caldo al Nord, a Moncalieri furono rilevanti i picchi di temperatura massima raggiunti, che sono stati battuti ben 162 anni dopo, a Giugno 2019, in Svizzera anomalia stimata sui +3°.

    1859: Estate molto calda al Nord, in particolare Luglio e soprattutto alle quote medio-alte, mentre in basso fu caldo ma non estremo, tranne che per il picco di temperatura massima raggiunto a Torino e mai più battuto; per Brera è il tredicesimo luglio più caldo, in Svizzera luglio fu caldissimo, con anomalia di circa +3° rispetto alla '51-80. In Lombardia in agosto gran siccità e caldo fecero ingiallire le foglie che caddero come in autunno, "Soffrì la raccolta del grano turco. A molte piante ingiallirono le foglie, altre le deposero come nella stagione invernale" [Annali di Como]

    1860: Lombardia: anno caldissimo

    1861: Agosto molto caldo in Valpadana, a Brera è tuttora il quinto più caldo di sempre al pari del 2018, superato solo dal 2003, 2009, 2012 e 2017.

    1861/1862: Valle d'Aosta: autunno secco e gradevole, inverno assente. Solo un pò di neve a dicembre, poi venti caldi e piogge, strade polverose per tutto l'inverno, segue una primavera molto mite in Svizzera.

    1862: Italia: primavera in assoluto tra le più calde dell'epoca, con aprile e maggio estivi

    1862/1863: Nord Italia; Giovanni Virginio Schiaparelli da Cuneo, nella lettere a padre Secchi del 10 febbraio 1863 lo informa che "Qui abbiamo avuto un inverno di mitezza eccezionale" (F.R.)

    1865: Aprile caldissimo al Nord-Ovest, Luglio caldissimo in Italia e Svizzera italiana

    1865/1866: Inverno mitissimo sul comparto europeo. In Valle d'Aosta mesi mitissimi da novembre a febbraio, neve solo in pochi episodi poi sciolta dalla pioggia. Febbraio 1866 a Milano ebbe una temperatura media di +6,6°. A.G. : "Inverno trascorso senza che nessuno se ne avvedesse, e la primavera sembrò succedere senza transizione all'autunno. Alle Feste di Natale dei Re si videro a Colonia delle giovinette ornare i capelli con corone di viole, di fiordalisi ed altre primavere". "A Colmar (Alsazia) gli alberi conservarono le foglie fino all'apparizione delle nuove, furono mangiate fragole a Natale e le vite misero foglie, steli e persino fiori a metà gennaio. A Vienna si trovarono violette a Natale e in gennaio alberi da frutto erano fioriti come in maggio".

    1868: Nord: anno caldissimo, con temperature record e torrenti asciutti, in particolare maggio fu record. Schiaparelli da Cuneo, in una lettera a padre Secchi del 1° giugno 1868 riporta che "Abbiamo qui un caldo straordinario, e nei giorni scorsi il 'maximum' fu di 34°. Già nei primi di maggio era a 29°". A Torino il maggio 1868 è nelle statistiche delle temperature medie mensili secondo al maggio 1920, con un valore giornaliero massimo di 31,3° il giorno 28; in Svizzera è tuttora il mese di maggio più caldo di tutta la serie storica, addirittura è a 1,2°C di distanza dal caldissimo maggio 2009!

    1868/1869: dicembre e febbraio miti, gennaio più freddo. Dicembre in particolare fu caldissimo in Svizzera, superato solo da Dicembre 2015! In generale in Svizzera fu un inverno molto mite.

    1873: Lombardia: tremendo vento caldo che soffiò da maggio a settembre, furono compromessi i raccolti del mais e dell'uva.

    1875: Cremona: primavera secca [Cronache cremonesi]

    1876/1877: Inverno anomalo seguito da un'estate torrida. Il freddo iniziò tra fine ottobre e i primi di novembre del 1876 con neve in montagna. Poi la stagione "continuò mite per quasi tutto il dicembre. Però l'aria addivenne umidissima, e le nebbie furono persistenti e fitte in quasi tutta l'Italia alta e media". Anche in Svizzera inverno molto mite. Nell'Osservatorio di Cuneo il prof. Cossavella registrò una temperatura media mensile di 5,33°. con una massima giornaliera di 12,5° il giorno 10 ed una minima di -4,9° il giorno 22. L'estate 1877 risulta particolarmente calda ma in maniera uniforme, senza picchi estremi

    1877: A Modena estate caldissima, per 64 giorni si superarono i 30°.

    1877/1878: Lugano: inverno senza neve.

    1880: Lombardia: siccità in primavera e in estate "che ridusse i corsi d'acqua in pigri rigagnoli e la gente faceva coda davanti ai pozzi delle corti per cavare l'acqua per gli animali"; dicembre anche fu molto mite in Svizzera.

    1881: Estate memorabile. Francesco Porro, assistente all'Osservatorio di Brera, riporta "Ognuno ricorda i funesti effetti prodotti sulle campagne e sugli organismi di questi eccessivi e prolungati calori, favoriti dall'equilibrio della pressione, che durò in Europa sin verso la fine d'Agosto, ed accompagnati da una grande secchezza dell'aria. In tutta la detta estate il cielo non fu quasi mai perfettamente sereno: spesso invece il suo velo si andò addensando: così, ad esempio, il 23 agosto l'Italia fu avvolta in una fitta e ardente caligine, dal parallelo di Brescia a quello di Cosenza". Nello stesso giorno 23 agosto un pò ovunque furono segnalati curiosi fenomeni ottici dovuti a questa nebbia. A Cuneo il prof. Giovanni Cossavella segnala "23 agosto, ore antimeridiane, il sole dietro un sottile velo di nebbia illumina il suolo di una strana luce rosso-giallastra". L'alta pressione si impadronì di tutta Europa dal 16 giugno, con temperature molto alte per tutta l'estate: +35,3° a Cuneo il 18 luglio, +35,5° a Torino il 17 luglio, +39,0° a Firenze, +37,0° a Milano e addirittura +42,8° a Palermo.
    Siccità estiva in Sudtirol.

    1881/1882: Cislago (VA): Inverno mite e bello sempre [parroco Pietro Erba (1871-1907)]

    1885/1886: Svizzera: temperature miti e clima secco fecero sciogliere le nevi autunnali, alla fine di dicembre in alta Engadina si registrarono strade polverose e prati macchiati di neve qua e là.

    1890: Carpi (MO) il 21 luglio termina una "lunga e ostinata siccità"

    1891/1892: Piacenza: stagione eccezionalmente bella con sole primaverile, pioggia il 27 febbraio, segue un'abbondante fienagione, ottima mietitura e grande vendemmia.

    1893. Fu una delle siccità più gravi della storia d'Europa e d'Italia. Le precipitazioni furono rarissime, se non in molti casi nulle. Ancora oggi, in termini di precipitazioni, è considerata l'annata più arida; siccità estiva anche in Svizzera.
    Cronaca di Carpi "al 26 aprile abbiamo una siccità veramente straordinaria. Abbiamo avuto l'autunno sereno, l'inverno uguale tranne poca neve sciolta a forza di sole; mai bagnata sufficientemente la terra e la siccità si estese disgraziatamente a tutta l'Italia. I nostri prati non si sono rinverditi bastantemente; tutti i marzatelli non sono nati; solo il frumento nei terreni regge bastantemente; il frumentone in gran parte non è nato." Cronache di Biella recitano in data 13/04/1893: "E' così lunga e persistente l'attuale siccità che i raccolti sono dappertutto gravemente minacciati... Il Vescovo ha ordinato che nelle messe e benedizioni si reciti "ad petendam pluviam" fino a che si ottenga dalla divina bontà tal benefizio"; e ancora il 23/04/1893: "La siccità continua terribile. Da cinque mesi...Giovedì sera una nuvola passando sopra Biella inumidì la polvere appena: e poi di nuovo un cielo bronzo...Alla cattedrale è cominciata una novena per chiedere a Dio la pioggia... è stata stabilita una processione di penitenza a Oropa".
    Feuille d'Aoste, in data 26 aprile 1893, pubblicava: "Il y a six semaines que nos campagnes n'ont pas reçu une goutte de pluie et l'hiver etè sans neige. Qu'on se figure l'etat dans lequel se trouve la vegetation! En plaine, les prairies, meme celles qu'on peut arroser, n'ont qu'une herbe clairsemée et étiolée; les blés et les froments souffrent, et l'on ne peut semer les pommes de terre que dans une terre en cendre. Non campagnards son dans la désolation. Toute la récolte, surtout celle du fourrage est compromise. Deux malheurs dans un seul coulp: manque de fourrage et nouvelle baisse de prix du bétail, qui en est une conséquence. Le 25 avril, la bonne population de Champorcher (alt. 1420 m) a pu se rendre en procession au nombre de 418 personnes au Sanctuaire du Lac Miserin (alt. 2577 m) sans fouler la neige, sauf sur un petit trajet en y arrivant, tandis que, en d'autres années, on avait du ajourner la fete du 5 aout, a cause de la neige qui couvrait encore la montagne. Le 27 avril, la population des trois paroisses d'Aoste, representée par plus de mille personnes, s'est aussi rendue processionnellement a l'Ermitage de St Grat (alt 1765 m) sans rencontrer des traces de neige, qui etait releguée sur les sommitès. Le 10 avril, on a dejà cueilli des violettes près du Col de Fenetre sur Cogne, a l'altitude de 2821 metres. Rien d'etonnant que, a Pont-St-Martin et à Carema, localitès ou le climax es sì doux, on ait cueilli des cerises mures les derniers jours du meme mois".
    Dall'analisi dei dati giornalieri di Aosta risulta che non vi fu alcuna precipitazione dal 17 marzo al 23 aprile, e in seguito alcune deboli piogge (il 24 e il 28 aprile e il 10 maggio) non contribuirono a smorzare la siccità. Il mese di aprile accumula soltanto 1.2mm e risulta come uno dei più asciutti degli ultimi 160 anni, collocandosi in quarta posizione per scarsità di precipitazioni nella serie di dati dal 1841 al 2002 (aprile 1997, pur molto asciutto, ha misurato 1.8mm a Saint Christophe). Riguardo alla neve, invece, durante l'inverno caddero 50cm in città, di cui 35cm a febbraio. Il pluviometro del Colle Valdobbia raccolse 213mm di precipitazioni dal novembre 1892 al febbraio 1893; Aprile inizia molto caldo, Aosta tocca +28,6° il giorno 22; tutto l'anno vide appena 276mm di precipitazioni.

    1894: A solo un anno di distanza dalla tremenda siccità del 1893, una nuova fase siccitosa interessa la Valle d'Aosta. Scrive la Gazzetta Piemontese il 13 dicembre: "Siccità. Le campagne valdostane traversano una crisi veramente eccezionale. Regna e perdura la più desolante siccità. Sono già due inverni che la candida neve non ricopre più del suo manto i nostri colli,e, nè nell'estate nè nell'autunno ora decorsi il nostro suolo venne beneficiato da una pioggia". In realtà, secondo i dati di Aosta, la situazione non è proprio di siccità assoluta, sebbene tutti i mesi dell'anno escluso maggio abbiano chiuso con deficit pluviometrico. Il totale annuo è bassissimo: appena 280mm cumulati, praticamente come il precedente 1893.
    il caldo giugno 1858 , dopo un inverno 1858 molto freddo

    dopo il mite primaverile febbraio 1883 , un estate 1883 ' autunnale ' fresca e piuttosto piovosa

  4. #114
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    @Lou_Vall, ottimo resoconto! Faccio solo delle puntualizzazioni:
    - l'annata 1868 in sè non fu assolutamente "caldissima", spiccano soltanto maggio (veramente assurdo, come hai scritto) e dicembre (molto mite, in Svizzera credo sia secondo o terzo dal 1864 ad oggi). A Torino Centro l'anno 1868 è oltre un grado sotto la 1981-2010, in Svizzera credo stia a -0,6 °C dalla stessa norma.
    - maggio 1868 non è più il secondo più caldo dal 1753 a Torino, suppongo tu ti sia riferito alla serie 1753-2007 presente ne "Il clima di Torino", ma su Nimbus è scritto che il 2009 e il 2011 hanno battuto maggio 1920, di conseguenza anche il 1868 è stato battuto, scivolando così come minimo al quarto posto.
    - luglio 1865 non mi risulta caldissimo nè in Italia, dove ha chiuso a -0,3 °C dalla 1981-2010 (non era eccezionale nemmeno all'epoca, figuriamoci rispetto al clima di ora), nè in Svizzera dove, con media di 14,0 °C a fronte di una media 1981-2010 di 14,2 °C, risulta un po' sotto la norma recente (ok, allora il clima era molto più fresco, ma anche in quell'epoca si trovano luglio più caldi di quello del 1865: il 1859, il 1877 e il 1881, ad esempio).
    Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.

  5. #115
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Una domanda, se c'è qualcuno che si è mai interessato all'argomento. Nel '600, '700, '800 e inizio '900, fatta salve l'estensione delle aree urbanizzate, il paesaggio della pianura padano-veneta era già molto simile all'attuale. Ma le selve e le zone umide che dominavano vaste aree tra basso medioevo e rinascimento, e soprattutto nell'alto medioevo quando gran parte del territorio si era "rinselvatichita", non erano solo un aspetto paesaggistico e naturalistico, ma avevano sicuramente un effetto microclimatico diverso dal territorio dominato dall'agricoltura dei secoli successivi. Esistono studi a riguardo, di quale impatto potessero avere sulle temperature, le precipitazioni ed altri fenomeni?

  6. #116
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Verissimo, ma non è che fossero stravolti... Alla fine se le ciliege maturano tra il 25 e il 29 febbraio o tra il 1 e il 5 marzo non cambia tantissimo, eppure sono già due mesi diversi
    D'accordo... ma quando maturano di solito? Metà maggio/giugno? Come fanno a maturare così presto? è davvero esistito un mese di marzo che è stato in grado letteralmente di avere temperature pre-estive (ovvero circa +7°C sopra la 61/90)?

    Oppure piuttosto... cosa dicono le fonti? erano TUTTI i ciliegi di una zona pronti, oppure si trattava di uno isolato in zona favorevole messo lì casualmente in un osservatorio ad esempio? La differenza non è irrilevante. Inoltre di che qualità erano? verdi erano considerate mature?
    Il fatto è che scientificamente dobbiamo dimostrare se è plausibile una precocità vegetativa di 2/3/4 mesi, quando sappiamo che di solito nelle situazioni anomale ora la vegetazione è sballata di qualche settimana o 1 mese se proprio.
    Ultima modifica di AbeteBianco; 23/08/2020 alle 10:33
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  7. #117
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    1796/1797: Svizzera: a Brigels (1300 m.) la neve rimase pressochè assente. Dopo una seconda metà di dicembre estiva, da gennaio a marzo il tempo fu all'insegna del sole e gli abitanti della regione di Glarona potevano attraversare il Panixerpass a piedi.

    1790-1799: Svizzera: cinque inverni con temperature assai miti.
    Queste due cronache già mi erano note, sono andato ora a riguardare le serie di Berkeley per la Svizzera e queste anomalie miti sono confermate, tuttavia non spiccano particolarmente nella serie, c'è stato anche di peggio termicamente ed ora questi periodi sarebbero considerati moderatamente miti (però il passo del Panix sarebbe difficilmente valicabile comunque in inverno...) a meno che non ci sia stata pure una pesante anomalia pluviometrica.

    Un riassunto di Berkeley era stato fatto qualche commento fa.
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  8. #118
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Citazione Originariamente Scritto da Perlecano Visualizza Messaggio
    @Lou_Vall, ottimo resoconto! Faccio solo delle puntualizzazioni:
    - l'annata 1868 in sè non fu assolutamente "caldissima", spiccano soltanto maggio (veramente assurdo, come hai scritto) e dicembre (molto mite, in Svizzera credo sia secondo o terzo dal 1864 ad oggi). A Torino Centro l'anno 1868 è oltre un grado sotto la 1981-2010, in Svizzera credo stia a -0,6 °C dalla stessa norma.
    - maggio 1868 non è più il secondo più caldo dal 1753 a Torino, suppongo tu ti sia riferito alla serie 1753-2007 presente ne "Il clima di Torino", ma su Nimbus è scritto che il 2009 e il 2011 hanno battuto maggio 1920, di conseguenza anche il 1868 è stato battuto, scivolando così come minimo al quarto posto.
    - luglio 1865 non mi risulta caldissimo nè in Italia, dove ha chiuso a -0,3 °C dalla 1981-2010 (non era eccezionale nemmeno all'epoca, figuriamoci rispetto al clima di ora), nè in Svizzera dove, con media di 14,0 °C a fronte di una media 1981-2010 di 14,2 °C, risulta un po' sotto la norma recente (ok, allora il clima era molto più fresco, ma anche in quell'epoca si trovano luglio più caldi di quello del 1865: il 1859, il 1877 e il 1881, ad esempio).
    Preciso giusto che ottobre 1802 in Svizzera non era risultato caldissimo perché è stato superato da molti altri oltre a quelli elencati (Berkeley). L'analisi mese per mese della serie Svizzera Berkeley l'avevamo effettuata prima insieme.

    Altre anomalie descritte nelle cronache sono confermate (aprile 1800 e giugno 1802 per esempio), però chiaramente i toni delle cronache sono enfatizzate dal punto di vista della percezione dell'epoca perché anche il 1860 non capisco come si possa definire "caldissimo" a livello assoluto in queste serie.
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  9. #119
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Citazione Originariamente Scritto da FilTur Visualizza Messaggio
    Una domanda, se c'è qualcuno che si è mai interessato all'argomento. Nel '600, '700, '800 e inizio '900, fatta salve l'estensione delle aree urbanizzate, il paesaggio della pianura padano-veneta era già molto simile all'attuale. Ma le selve e le zone umide che dominavano vaste aree tra basso medioevo e rinascimento, e soprattutto nell'alto medioevo quando gran parte del territorio si era "rinselvatichita", non erano solo un aspetto paesaggistico e naturalistico, ma avevano sicuramente un effetto microclimatico diverso dal territorio dominato dall'agricoltura dei secoli successivi. Esistono studi a riguardo, di quale impatto potessero avere sulle temperature, le precipitazioni ed altri fenomeni?
    Non credo, anche perché dovresti avere dataset medievali di rilevazioni meteorologiche e, come sappiamo tutti e due Torricelli e Fahrenheit erano molto di là da venire, se anche vi fossero poi avrebbero, temo, valenza molto ridotta, anche perché ricostruire la geografia antropica medievale non è per nulla facile nel dettaglio e anche quella fisica ha subito fortemente le modifiche imposte successivamente dall'uomo. In generale grandi estensioni forestali limitano l'irraggiamento notturno e innalzano l'umidità edafica, che a sua volta limita l'irraggiamento facendo aumentare la capacità termica dell'aria (minor accumulo e minor cessione di calore)... questo si traduce, a livello locale, in una riduzione dell'escursione termica tra notte e dì ma può arrivare perfino a modificare il regime delle precipitazioni, almeno nelle zone tropicali ed equatoriali... oltretutto in Val Padana e nella pianura veneta c'erano diversi ed estesi corpi d'acqua che non esistono più e anche questi, per quanto poco profondi, a loro modo avranno influenzato almeno la distribuzione dell'umidità atmosferica. Pensa che si dibatta ancora sull'esistenza del fantomatico "Lago Gerundo", tra i fautori che pensano ci fosse un vero e proprio lago (una minoranza dei geografi), quelli che pensano che fosse un sistema più o meno integrato di bacini palustri medio-piccoli (tipo laghi di Mantova ma più esteso) e quelli che sostengono che tra Età tardo antica e bonifiche ottocentesche la geografia idrica tra basso Bergamasco, Lodigiano Bresciano e Cremonese sia cambiata tutto sommato poco. Quello che mi verrebbe da pensare è che almeno le aree pedemontane, tra primavera ed estate, fossero più piovose di quanto lo siano oggi, sia a Nord (Prealpi) sia a Sud (Langhe, Monferrato, Oltrepo e colline fino alla Romagna).
    Ultima modifica di galinsog@; 23/08/2020 alle 10:57

  10. #120
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    Predefinito Re: Clima e storia: eventi meteorologici e storici

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@ Visualizza Messaggio
    Non credo, anche perché dovresti avere dataset medievali di rilevazioni meteorologiche e, come sappiamo tutti e due Torricelli e Fahrenheit erano molto di là da venire, se anche vi fossero poi avrebbero, temo, valenza molto ridotta, anche perché ricostruire la geografia antropica medievale non è per nulla facile nel dettaglio e anche quella fisica ha subito fortemente le modifiche imposte successivamente dall'uomo. In generale grandi estensioni forestali limitano l'irraggiamento notturno e innalzano l'umidità edafica, che a sua volta limita l'irraggiamento facendo aumentare la capacità termica dell'aria (minor accumulo e minor cessione di calore)... questo si traduce, a livello locale, in una riduzione dell'escursione termica tra notte e dì ma può arrivare perfino a modificare il regime delle precipitazioni, almeno nelle zone tropicali ed equatoriali... oltretutto in Val Padana e nella pianura veneta c'erano diversi ed estesi corpi d'acqua che non esistono più e anche questi, per quanto poco profondi, a loro modo avranno influenzato almeno la distribuzione dell'umidità atmosferica. Pensa che si dibatta ancora sull'esistenza del fantomatico "Lago Gerundo", tra i fautori che pensano ci fosse un vero e proprio lago (una minoranza dei geografi), quelli che pensano che fosse un sistema più o meno integrato di bacini palustri medio-piccoli (tipo laghi di Mantova ma più esteso) e quelli che sostengono che tra Età tardo antica e bonifiche ottocentesche la geografia idrica tra basso Bergamasco, Lodigiano Bresciano e Cremonese sia cambiata tutto sommato poco. Quello che mi verrebbe da pensare è che almeno le aree pedemontane, tra primavera ed estate, fossero più piovose di quanto lo siano oggi, sia a Nord (Prealpi) sia a Sud (Langhe, Monferrato, Oltrepo e colline fino alla Romagna).
    Però appunto potremmo risalire tramite proxy a stime - per quanto imprecise - di come potessero essere differenti i regimi termico e delle precipitazioni, ceteris paribus.
    Tra le "valli" perdute, cito anche la Valle Padusa che occupava gran parte dell'Emilia Orientale fino al Rinascimento - penso che si possa fare lo stesso discorso del Lago Gerundo - le paludi che occupavano le Valli Grandi Veronesi (oggi esiste ancora una piccola palude relitta vicino Ostiglia) e i "laghi" che occupavano parte del Basso Veneto (uno di questi probabilmente coincideva con quello che si riformò per qualche giorno durante l'alluvione del 2010, nel Padovano sud-occidentale). Altrove predominavano le foreste, ad esempio intorno a Padova dove fino al 1100-1200 arrivavano quasi alle porte della città. In molti casi (anche di paludi e laghi) furono zone appunto re-inselvatichite tra il 500 e il 700 d.C. ma che erano state bonificate dai romani (o dai popoli precedenti).

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