Buongiorno signori!
Non so se sia questa la sezione giusta, ma ci provo lo stesso: mi piacerebbe raccogliere le cronache nelle quali ci siano precisi riferimenti al clima/tempo in atto in quei momenti/periodi.
Che siano ondate di gelo, di caldo, grandinate, nevicate o altro: insomma, qualsiasi fenomeno meteo raccontato.
Andando indietro indietro, posso menzionare l'inverno del 400/399 a.C., quando su Roma caddero sette piedi (circa 2 metri) di neve, che rimase a lungo in città, e si persero greggi nella neve, crollarono tetti delle abitazioni per il peso della neve, gelò il Tevere e morirono alberi da frutto ["Storia della Roma Antica" di Dionigi di Alicarnasso].
275/274 a.C.: a Roma il Tevere gelò completamente e la neve rimase in città per 40 giorni ["De Civitate Dei" di Sant'Agostino]
Questo è quello che mi incuriosisce di più, perchè è... nella Bibbia! Databile tra il 145 e il 143 a.C., Primo Libro dei Maccabei, siamo nel Vicino Oriente, grosso modo tra il Sinai e la Palestina: "Intanto Trifone si mosse da Tolemàide con ingenti forze per venire in Giudea [...] Simone a sua volta si accampò in Adida di fronte alla pianura [...] Trifone si mosse per entrare nel paese e devastarlo, girando per la via che conduce ad Adòra [...] allestì tutta la sua cavalleria per andare, ma in quella notte cadde neve abbondantissima, e così a causa della neve non potè andare. Perciò si mosse e andò in Gàlaad."
Domani aggiungo altri eventi e, se avete contributi, arricchiamo il più possibile questo thread!
Lou soulei nais per tuchi
I terribili inverni del '400
Con tutta probabilità, il Secolo peggiore è stato il Quattrocento, periodo
caratterizzato da inverni freddissimi che si ripetevano con una frequenza inusuale.
Non tutte le stagioni invernali erano fredde, ma la frequenza degli episodi rigidi era notevolmente
superiore a quella dei periodi antecedenti e successivi.
Esaminiamo, comunque, diversi di questi inverni, pur sapendo di non poterli elencare tutti, né di
conoscere tutti i particolari delle singole ondate, a causa della lontananza del periodo.
Inverno 1407-08:
Forse il più freddo dell'ultimo millennio assieme a quello del 1709.
A Firenze la neve rimane per un mese e mezzo di fila, in Val Padana muoiono gli alberi e vengono
distrutte le coltivazioni, a Londra il Tamigi gela per la durata record di 14 settimane, mentre i
ghiacci polari si spingono fino alla Scozia.
Inverno 1410:
In Italia muoiono moltissime persone, per il gelo e la fame, a causa di un'ondata di freddo della
durata di 40 giorni.
Il vino gela nelle botti e viene tagliato con le scuri.
Inverno 1423:
Il Mar Baltico gelato viene attraversato a piedi.
Inverno 1432:
Evento severissimo di gelo della Laguna Veneta, gelata al punto da sostenere i carri pesanti.
Germania: tutti i fiumi sono gelati dal 20 di novembre fino al 04 Marzo, fu uno degli inverni più
severi del XV Secolo.
Inverno 1435:
Gelo del Tamigi.
Inverno 1443:
Gelo della Laguna Veneta, evento severo.
Inverno 1455:
Fiume Panaro, in Emilia, gelato a tal punto da sostenere il peso di carri.
Alcune fortezze emiliane vengono danneggiate dal gelo.
Inverno 1458:
Inverno rigido secondo la serie di Easton
Inverno 1465:
Inverno rigido secondo la classificazione di Easton.
Inverno 1469:
Rigidissimo: in Valtellina gelano tutte le viti, a Parigi il vino gela nelle botti, viene spaccato con
l'ascia e distribuito dentro cappelli.
Inverno 1473:
Gelano di nuovo le viti in Valtellina, inverno molto rigido.
Inverni 1475 e 1476:
Inverni rigidi, ambedue con il congelamento della Laguna Veneta.
Nel 1476 gelano anche viti, olivi e limoni anche sulle rive del Lago di Garda.
Inverno 1481:
Altro inverno rigido secondo la serie di Easton
Inverno 1487:
Inverno severo, con forte congelamento della Laguna Veneta: Venezia poteva essere raggiunta a
piedi.
Inverni 1490 e 1491:
Due severi inverni consecutivi.
Nel 1490 a Firenze si organizzano corse a cavallo sull'Arno ghiacciato.
L'anno successivo, grazie a due mesi invernali rigidissimi, gela in profondità la Laguna Veneta.
Come curiosità, a testimonianza di un prolungamento della stagione rigida anche in Primavera,
notiamo che il 1° Giugno 1491 caddero 32 cm di neve a Bologna, mentre il 4 Giugno la neve cadde
anche a Ferrara.
Inverno 1493-94:
Per Natale, il porto di Genova gelò completamente!
Bisogna notare che, in particolare durante la prima parte del XV Secolo non mancavano episodi di
inverni miti, come nel 1414, 1420, e l'accoppiata 1426-27).
Invece, successivamente e fino al 1495 non si hanno più notizie di inverni miti, tra le varie raccolte
di dati a nostra disposizione.
Fu dunque il periodo iniziatosi con l'inverno del 1432 e terminato con quello del 1494 ad essere
quello più rigido, probabilmente il più freddo intervenuto dall'anno 1000 fino ad ora.
Nel '400, scompare anche la coltivazione della vite in Gran Bretagna, e la commercializzazione del
vino inglese, ancora possibili fino al secolo precedente, evidente segnale di un improvviso
raffreddamento del clima, anche se non forse ai livelli di quello che accadrà nel XVI Secolo,
caratterizzato da una imponente avanzata glaciale.
Nel '400, infatti, malgrado i rigidissimi inverni, furono molte le Estati calde, a testimonianza di una
maggiore continentalità del clima europeo, e, forse, di un indebolimento della Corrente del Golfo.
Questo periodo coincide con un importante minimo di attività solare, il "Minimo di Spoerer", che si
estende proprio dal 1410 al 1500, evidente segnale che il Sole influenzò in modo decisivo
l'andamento del clima invernale di quel Secolo (come poi accadrà nel XVII Secolo ad opera di un
nuovo minimo solare, quello di Maunder).
Dalle memorie dello scienziato italiano Lazzaro Spallanzani del '700 si ricavano
importanti annotazioni sulle altezze della neve in Appennino.
Le sue annotazioni sono grande interesse, per la valutazione del clima della zona in quel periodo:
"Io osservava, con grande ammirazione, come la sommità del tronco di alcuni altissimi faggi porta
scolpita nella corteccia diversi caratteri.
Seppi dappoi che vi erano stati incisi da alcuni viaggiatori, quando in inverno, passando dal suolo
lombardo a quello toscano, la neve arriva a questa altezza, ed essendo gelata in superficie ed
indurita, permette l'andarvi sopra senza pericolo di sprofondare".
Faggi altissimi si trovano nella zona tra i 1300 ed i 1400 metri di altezza, oltre i faggi restano più
piccoli, per poi sparire del tutto al di sopra dei 1600 metri di quota.
Ora, sembra, da questa descrizione, che nella zona di media altezza appenninica emiliana, la neve
fosse normalmente alta, in ogni inverno, almeno 5-6 metri, quando ad oggi difficilmente vengono
superati i 2-3 metri di altezza nelle annate eccezionalmente nevose.
La via appenninica veniva attrezzata anche per il passaggio invernale alle quote più alte: scrive,
infatti, lo Spallanzani, che "Dopo la regione dei faggi s'incontra una fila di secchi e lunghi rami di
questi alberi, che sono stati ivi conficcati per servire di scorta ai viandanti in tempi di altissime nevi.
Imperocché, restando di esse allora tutto coperto, facilmente potevano smarrire la via che conduce
in Toscana, e precipitare in un vicino burrone che chiamano "Il Fosso dei Morti", per trovarsi
talvolta in quel fondo alcuni uomini soffocati dalla neve".
Ecco, quindi, come le preziose annotazioni da parte di un grande scienziato e naturalista ci offrono
sorprendenti descrizioni di un tipo di clima molto più nevoso dell'attuale, alle medie quote
appenniniche emiliane.
Torniamo, allora, alla descrizione che fece il già citato Lazzaro Spallanzani sulla gita effettuata al
Lago Scaffaiolo (1755 metri di altezza), nell'Estate del 1788.
Era il 06 di Agosto, tuttavia, nel paese di Ospitale, 936 metri di altezza, "la segala, ne' pochi e
meschini campicelli che ivi si coltivano, metteva appena fuori la spiga, e spesso accade che, innanzi
d'ingiallire, e condursi a maturità, restano queste biade dalla neve soprapprese e sepolte.
Così è di alcuni castagni, che, sebbene di grosso ed alto fusto, pure l'inclemenza del luogo quasi mai
non permette a' frutti il poter giungere a perfezione.
Ascendendo ancora si trovano magrissime e selvatiche praterie, appena idonee a dare alimento ai
cavalli nella più calda stagione, e fu di mezzo ad esse che li 06 Agosto restavano ancora relique di
neve in forma di lunghe striscie, ma poco profonde."
Insomma, abbiamo testimonianze preziose di un clima più freddo e nevoso dell'attuale, con segale e
castagne che a 900 metri di altezza raramente giungono a maturazione, e spesso sono seppelliti da
neve che giunge forse già a settembre, quando adesso, a quelle quote, non giunge prima di
novembre.
Interessanti le annotazioni di neve residua a strisciate il giorno 06 di Agosto, cosa che adesso non si
verifica affatto, ed ancor più interessante è il fatto che la neve si trova in Estate anche dopo un
inverno molto mite quale fu quello del 1787-88.
A tal proposito, nota lo Spallanzani che, poco sopra l'altezza del Lago Scaffaiolo, "trovasi un
ammassamento di neve indurita che avrebbe fornito materia per almeno quattro ghiacciaje".
Insomma, gli inverni di quel periodo erano estremamente nevosi, anche negli anni più miti, tanto da
far ritrovare neve residua sulle montagne nel cuore dell'Estate.
Dalla relazione del Conte Gozzadini, è conservata nell'archivio della Biblioteca comunale di
Bologna.
Si parla del Santuario della Madonna dell'acero, posto ad appena 1200 metri di altezza, sull'Appennino Emiliano, però, nell'inverno appena
trascorso, (il 1847-48), a causa dell'altezza della neve (almeno 4 metri e mezzo), rimase bloccato
nell’eremo per ben 50 giorni senza potersi muovere.
E si descrive l'Inverno, stagione che dura (a 1200 metri!), ben 8 mesi, lasciando liberi dalla neve
solo il periodo da Giugno a Settembre, ma anche alla fine di Giugno "le bufere tremende fanno
morire avvolti nella neve i viaggiatori".
Il giorno 1° di Agosto, ancora della neve si trovava per la via., e si racconta che nel 1829
(riferendosi probabilmente al terribile inverno 1829-30), la neve aveva seppellito la cima del
Campanile della Chiesa della Madonna dell'Acero, alto allora 27 piedi (circa 9 metri).
Quel giorno, comunque, il Conte riuscì, grazie al tempo clemente, ad arrivare a visitare il famoso
Lago Scaffaiolo, per poi riscendere nella località "Il Cavone", a 1500 metri di altezza, e rinfrescarsi
"raccogliendo e mangiando della neve".
Il 1788 però ho qualche difficoltà a dare retta al racconto. Certamente siamo in anni frequentemente inclementi e mediamente freddi, ma proprio il 1788 mal si adatta a certi fenomeni: si badi bene, non per l'inverno molto mite che magari in montagna fu anche molto nevoso (a Milano fu infatti un trimestre di precipitazioni eccezionali), ma per i mesi successivi. Tutti i mesi da gennaio fino a luglio 1788 compresi, a Padova e a Milano, furono sopra (aprile, maggio) o molto sopra (gennaio, febbraio, marzo, giugno e luglio) la media dell'epoca; in particolare il bimestre giugno-luglio 1788 ebbe poco da invidiare a bimestri simili recenti, come 2012 e 2015. Dubito molto che il caldo colpisse le zone a sud del Po, tanto meno di quelle a nord del Po; e per quanta neve fosse caduta nella stagione fredda, a 900m è praticamente impossibile che si conservasse in campo aperto tanto a lungo.
Il Dicembre 1788 e l'Inverno in generale furono epocali per il freddo, forse si riferisce a quel periodo.
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Ultima modifica di bunicorn; 04/08/2020 alle 16:25
Io ho un estratto di osservazioni meteorologiche compiute a Lanciano ( m. 265 slm sulle colline abruzzesi di fronte al mare Adriatico) nell'ottocento e nei primi decenni del 900 nella locale stazione meteorologica.
Il record di neve annuale si ebbe nel 1843 quando caddero in tutto 12 palmi ( 325 cm.) di neve a Lanciano.
In detto anno dal 3 al 6 marzo caddero in 56 ore 215 cm di neve.
La media annuale nel decennio 1834-1843 fu di 125 cm/ anno ( oggi è di circa 50cm.).
In unaltra pubblicazione del primissimo 800 un autore locale ( Romanelli) dice testualmente, parlando della Maiella che ci sono delle valli dove la neve è passata in gelo da tempo immemorabile ( quindi piccoli ghiacciai perenni, oggi scomparsi, visto che oggi abbiamo al massimo qualche piccolo nevaio che passa l'estate e non sempre negli stessi punti.
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