Gran performance dei modelli, in ogni caso, GFS ed ECMWF in primis, che hanno iniziato ad inquadrare l'evento a fine dicembre, stabilizzandosi con un alto grado di affidabilità intorno al 4-5 gennaio, in una previsione dove il minimo dettaglio poteva cambiare tutto (una bassa pressione più intensa, o più a nord avrebbe aumentato il flusso da sud girando tutto in pioggia) Tra i mesoscalari il premio invece va ad Arome che ha centrato nei minimi dettagli tempistiche e zone
La battuta ha un fondo di verità
considera che la maggior parte delle perturbazioni che giungono qui sono cicloni extratropicali atlantici, che ricalcano molto fedelmente il modello classico di ciclone che i modelli implementano bene, e che non hanno interazioni con la terraferma fino a quando non arrivano qui.
Le perturbazioni italiane invece prima di arrivare interagiscono con le masse continentali spagnole o francesi, con Alpi, Appennini, Mediterraneo e con la nostra complessa orografia dove fattori locali possono aumentare o diminuire di molto l'intensità dei fenomeni. Con l'orografia italiana un movimento di pochi km del centro di bassa pressione o una sua variazione di intensità ha effetti notevoli sul tempo che poi ne risulta nelle varie località. Se poi consideriamo il peso maggiore che hanno in Italia i fenomeni convettivi, grazie all'umidità del mediterraneo ed all'interazione con i rilievi, si capisce perché spesso é difficile quadrare i dettagli di una previsione.
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