Spiegami per quale motivo l'aumento delle prp deve essere collegato all'aumento di temperatura; quando in inverno le temperature più alte si riscontrano in presenza di cellule anticicloniche di origine africana/azzorriana. Quest'anno le grandi nevicate si sono avute con fronti nord atlantici piuttosto freschi, tanto che la neve è arrivata quasi sempre fino a quote basse nel NE
Perchè è così: se hai fronti anche nordatlantici o fronti in seno a correnti mediamente più occidentali in un contesto bloccato, avrai richiami prefrontali carichi di umidità più forti e persistenti che generano copiose prp per stau sulle Giulie in un contesto termico più mite....se, al contrario hai freddo continentale, quindi un contesto termico molto più freddo ma anche molto più secco soprattutto per le alpi.
Per aumento di temperatura del mare. Le nostre enormi pioggie derivano dall'umidità raccolta in Adriatico, come si dice sopra prefrontali e stau. La metrata di neve non lo fà di certo il fronte. Con quota neve >1500m ( come nel caso dei 300mm in 2 giorni di inizio Dicembre)a meno di non avere un richiamo da NE nei bassi strati nel qual caso succeddono miracoli ( 1000m di differenza nella QN tra prealpi e le catene sucessive)
We analysed synoptic meteorological conditions leading to the exceptional snowy winters in the 2000s, which appear to be related to the influence and modification of atmospheric planetary waves and Arctic Amplification, with further positive feedbacks due to change in local sea surface temperature and its interactions with low level flows and the orography.
Onde di rosby più strette, per cui con maggior affondo e lentezza + acqua più calda.
Da cui dopo la torrida estate 2019 una tempesta come Gaia con scirocco>150km/h
Ultima modifica di Albert0; 27/05/2021 alle 17:44
Comunque se andi ha qualche dubbio se si legge quello studio, è spiegato benissimo la correlazione che c'è tra l'aumento delle temperature dell'Adriatico e l'aumento delle precipitazioni nevose sulle Alpi Giulie, a me è capitato per caso di leggerlo non conosco gli autori personalmente ma già il fatto che è uno studio del CNR l'ho ritenuto molto interessante e veritiero
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Diciamo che in alcuni contesti geografici il cambiamento climatico in atto può, paradossalmente, con un combinato disposto di:
- incremento di quantità ed intensità delle precipitazioni
- rapidità di assestamento della neve
- maggiori fenomeni valanghivi dovuti a bruschi rialzi termici anche in pieno inverno
- grossi accumuli di neve umida e pesante, ad elevata densità ed elevato SWE nei settori ad impluvio o nelle conche,
incrementare la resilienza di glacionevati in un contesto generale di ablazione dei ghiacciai generalizzata su tutte le Alpi.
Io la vedrei così.
Poi....per carità......la speranza è l'ultima a morire.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 28/05/2021 alle 04:55
Guarda già vedere ad inizio stagione estiva le Alpi cariche di neve mi entusiasma.
Ci sono state delle stagioni che andavo allo Stelvio ad inizio Giugno con il ghiacciaio già nero alla partenza degli impianti, una desolazione.
Da quello che ho letto quest'anno si può scendere in tutti i fondovalle, per l'innevamento che c'è.
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