Perché in questi ultimi 40 anni lo scioglimento dei ghiacciai è aumentato, ma è incominciato dalle foto che ho visto a fine 800 inizio 900.
Io posso testimoniare che quando andai la prima volta su un ghiacciaio allo Stelvio giusto 40 anni fa Giugno dell'81, si scio' per tutta la stagione fino al passo dello Stelvio, adesso va di lusso quando ci si può sciare all'apertura del ghiacciaio fino al passo.
Comunque questa stagione è importante per monitorare i ghiacciai visti gli abbondanti Accumoli, vediamo come saranno messi a fine Settembre
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1) capitolo Alpi Giulie: sono una cosa a sé stante. Sono un pisciatoio che non ha nulla a che fare con l'Alto Adige, il Trentino, le Dolomiti. Con le Alpi Carniche forse sì ma è ancora sostanzialmente Friuli. Basti pensare che il nivometro sul Canin a 1800 metri segna oggi più neve di quanto non segni Ra Vales o qualsiasi altro nivometro del Veneto o del TAA.
2) difficile, almeno per me, fare confronti con i ghiacciai austriaci che ricevano nevicate con tutt'altre configurazioni, che hanno un storia diversa e per me sconosciuta.
3) ghiacciai ad alimentazione diretta: Adamello/Presanella, Ortles, Marmolada, Aurine etc solo per citarne alcuni: il ritiro è stato massiccio in questi ultimi anni e gli anni di grandi accumuli sono serviti per avere un bilancio stagionale sostanzialmente neutro (appena positivo con positività annullata l'anno seguente). La fradusta si è sostanzialmente estinta.
4) ghiacciai ad alimentazione mista: tanti, tantissimi piccoli apparati sparsi per le Alpi orientali che sopravvivono con buon riparo dal sole, alimentati da scaricamenti valanghivi e che se la passano decisamente meglio. Una buona valanga salva una stagione. E un buon anno può portare il segno più anche per qualche anno a seguire. Basta pensare a Conca Prevala, 2000 metri a ridosso della pianura; io seguo il ghiacciaio alto sul gruppo del Popera a 2500 metri e negli ultimi 15 anni è stato sempre presente senza grossi cambiamenti.
5) quest'anno: un buon inizio con accumuli abbondanti, poi il nulla, ora una primavera fresca e nevosa con accumuli oltre i 2200/2300 m dove il manto nevoso è "stanamente" cresciuto ( al contrario di altre stagioni dove l'ablazione prevale). Direi di godersi il periodo fin che dura, sapendo che non abbiamo comunque i super accumuli invernali del 2001/2009/2014. Con un pò di fortuna potrebbe chiudere come un anno positivo anche perché abbiamo ritardato molto la stagione ablativa.
Ben detto godiamoci intanto questa stagione e vediamo come arriviamo a Settembre.
Comunque speriamo che sia un inizio di cambio si tendenza perlomeno dal punto di vista precipitativo, perché mi è anche capitato si andare allo Stelvio as inizio Giugno senza neve invernale, una desolazione il ghiacciaio nero ad inizio Giugno
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Ottima analisi #basso piave
Grazie
Premetto che non sono un esperto del tema, però non sembra così dal progetto "Carovana dei ghiacciai" promosso da Legambiente insieme al Comitato Glaciologico Italiano. Sulla serietà del CGI non ho dubbi.
Qui il report: Carovana dei Ghiacciai, il primo report sui ghiacciai italiani • Legambiente
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Questa è la realtà, l'articolo che ho postato io è una ricerca del CNR, che fa' riferimento solo alle Alpi Giulie, e dice che negli ultimi 5 anni il fenomeno è in controtendenza rispetto al resto delle Alpi, siccome mi ha incuriosito e sorpreso l'ho fatto presente
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Vero, ecco lo studio pubblicato. Grazie della segnalazione, molto interessante.
Atmosphere | Free Full-Text | Recent Increases in Winter Snowfall Provide Resilience to Very Small Glaciers in the Julian Alps, Europe
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Come ho già detto, speriamo sia un inizio di cambio di tendenza, perlomeno dal punto di vista delle precipitazioni, vediamo a Settembre come ci troviamo specie sulla Marmolada Stelvio e presena/Tonale visto che sono innevati come da anni non succedeva
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E questo il testo commentato in italiano: La resilienza dei piccoli corpi glaciali delle Alpi Giulie, invariati negli ultimi 15 anni
Il 2021 sarà il quarto, e sottolineo il quarto, anno consecutivo con bilancio di massa positivo sul glacionevato del Canin.
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