Beh, lecci, pini, ulivi sono sempreverdi! L'autunno anzi è assieme all'inverno la stagione più verde, perchè la natura si riprende verso Novembre dalla siccità estiva.
Qualche albero che perde le foglie c'è, ma in genere diventano marroni e non è un gran spettacolo. Di solito sono alberi impiantati nel comune a scopo ornamentale, non credo siano autoctoni.
Per vedere del foliage leggero devi andare sulle Murge, a 40 km da qui. Sulla strada per Martina Franca qualche colore lo vedi.
PS: L'unica volta in cui rimasi stupefatto dal foliage qui nella Puglia costiera fu quando in treno tra Bari e Brindisi, verso fine Novembre, passai accanto ad un vigneto con foglie gialle e rosse. Il fatto che mi sia rimasto impresso quel fugace incontro (letteralmente meno di 1 secondo) mentre il treno passava la dice tutta su come il foliage qui sia praticamente inesistente.
Ultima modifica di burian br; 04/10/2021 alle 03:05
Eh sì, e credimi che è un peccato! Ho la fissa dei colori autunnali, vivrei in Vermont solo per quello .
Non è però nulla di così strano se ci pensi, qui non fa gelo in inverno se non raramente, non avrebbe motivo una pianta di perdere le foglie.
Alberi spogli in inverno non se ne vedono, e quando mi è successo due anni fa per kilometri tra Brindisi e Lecce si trattava di ulivi colpiti dalla Xylella, un paesaggio macabro...
Valcanale oggi, foto fatte in zona Valbruna fra quota 800 e quota 1300. Il mix faggio, pino nero, larice è uno dei miei preferiti
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Qui a Trento per il momento prevale ancora il verde, non solo in città ma anche sui monti circostanti fin verso i 1000 m e anche più; tuttavia alcune specie più precoci cominciano a cambiare colore. Allego le uniche due foto che ho scattato finora in proposito; la prima è ancora di fine settembre e riguarda i mini-aceri che sono stati da poco piantati nei nuovi giardini pubblici vicino a casa, la seconda è di stamattina e riguarda alcune piante ornamentali presenti in alcuni viali cittadini; io le chiamo false acacie, ma sinceramente non ho idea di che pianta si tratti.
Per il resto come dicevo è quasi tutto ancora verde, anche se alcune betulle e alcuni pioppi, oltre agli aceri, cominciano proprio in questi ultimi giorni ad ingiallire almeno parzialmente.
Poi va detto che negli ultimi 30-40 anni la vegetazione cittadina è cambiata molto, in alcuni casi quasi stravolta direi: premesso che non sono un grande esperto in materia, ricordo che ai tempi della scuola nei viali dominavano i pioppi cipressini, i platani, gli ippocastani, gli aceri e le robinie mentre nei cortili/giardini in genere prevalevano abeti e betulle, oltre a qualche salice e relativamente poco altro; c'erano anche alcune piante mediterranee, soprattutto nei punti più riparati, essenzialmente magnolie (qualcuna decisamente grande), oleandri e qualche rara palma più alcune macchie di "odori" come alloro, salvia e rosmarino, ma non erano certo in maggioranza.
Ultimamente invece queste ultime stanno prendendo sempre più piede, e oltre alle piante già citate proprio negli ultimissimi anni si stanno moltiplicando gli ulivi, perlomeno nei cortili e giardini della mia zona sud che è una delle più miti della città, pianta che non ricordo in città 30 o 40 anni fa; nei viali invece i pioppi sono stati pressoché eliminati, forse anche per la loro presunta pericolosità in caso di vento forte, sostituiti da diverse piante di dimensioni decisamente meno ingombranti. Gli ippocastani da diversi anni soffrono di una malattia che li fa seccare precocemente (quest'anno già in luglio) e in diversi casi vengono eliminati anche se si cerca di salvare quelli storici, mentre a proposito di malattie i salici piangenti sono praticamente spariti in città già da anni, a parte rarissimi esemplari superstiti in qualche giardino privato.
Tengono ancora botta platani ed aceri, che però a volte vengono sostituiti da esemplari più piccoli, mentre anche diverse betulle sono in sofferenza da alcuni anni, presumo per una malattia.
Alla fine è un pianeta in continua evoluzione, probabilmente per via di un mix fra motivi pratici, malattie, cambiamento del clima, mode e forse anche per la maggior disponibilità di nuove specie anche "esotiche" rispetto a qualche decennio fa; magari qualcuno più esperto di me in materia può aggiungere altri motivi o correggermi se ho scritto qualche castroneria.
DSCN8009 (2).JPGDSCN8027 (2).JPG
Saluti a tutti, Flavio
Da queste parti siamo ancora messi maluccio, l'appuntamento è tra una 20ina di giorni
Di posti bellissimi dove vedere il foliage al Centro Italia ne cito alcuni:
Monte Cucco
Monte Canfaito
Monti Cimini (la faggeta)
Penso ti sia risposto da solo e, non so se volontariamente o meno, hai detto anche cose esatte centrate a puntino
Sono tanti anni che osservo e altrettanti anni che concludo che il clima non c'entra assolutamente niente, la vegetazione urbana è 100% nelle mani dei vivaisti
Anche perché il kit fungino del suolo ci mette tanto tempo per adeguarsi alle variazioni climatiche dell'atmosfera, manco se ne sarà accorto di qualche decimo annuo in più rispetto al 1990 o 1995 (che erano anni in cui già si bombardavano i giardinetti di essenze mediterranee, la cui crescita biologica in 30 anni ha probabilmente enfatizzato la sensazione di maggiore mediterraneità).
E quando sono state piantate quelle essenze, la gente aveva ancora come riferimento la fresca 61-90, perciò non si scappa dall'ambito della pazzia collettiva da manifestare nei propri giardini
La prova del 9 della manomissione artificiale che batte 10 a 0 qualunque cambiamento fitoclimatico me la danno gli allori spontaneizzati sui bordi delle ferrovie presenti qui come a Treviso o in qualsiasi altra stazione del Veneto che abbia visto: quelli che vedo hanno sempre la stessa altezza da 10-15 anni, il tronco relativamente grosso e la statura atrofizzata dal continuo spostamento causato dai treni, perciò scommetto che se vado lì con la motosega e li abbatto posso tranquillamente contarci più di 30-35 anelli (risalendo quindi a tempi estremamente non sospetti dal punto di vista climatico).
Le mode fitologiche hanno sempre più o meno seguito quelle architettoniche: anni 60 niente, grigiume in città e niente fuori, anni 70 sempre più vilacce orribili, giardinoni da riempire, allora giù di fiori uscenti dalle anfore di terracotta e associazioni del tipo trio di cedri/doppio abete spennato+palma in mezzo/trio di betulle+alloro sotto; anni 90 e inizio 2000 meno soldi nelle tasche, villette rimpicciolite o a schiera e giardini grandi come aiuole, riempibili appunto al massimo con un ulivo (per evitare la scocciatura di rastrellar foglie) oppure un acerino giapponese, per compensare suddetta scocciatura con belle colorazioni autunnali. Carpini bianchi in varietà colonnare (brevettati apposta per l'ingombro minimo) solo per i più temerari.
Almeno penso sia andata così, le proporzioni tornano tutte
A livello ''pubblico'' le tendenze invece sono sempre state meno elastiche, almeno qui c'è sempre stata meno fantasia: cedri enormi piantati negli anni 20-40, latifoglie da ombra (platani, tigli), carpini bianchi, qualche acero dalla variegata origine e ben poco altro, le essenze mediterranee sono relegate ai giardini.
Se dovessi mettermi a trovare una correlazione tra vegetazione urbana e clima io, da ignorante che va a sensazone, concluderei tranquillamente che qui in pianura trevigiana ci si stia raffreddando, perché di 65-70 pini domestici che c'erano qui in città fino ai primi Duemila ne saranno rimasti 15, spesso sostituiti da latifoglie
In realtà li hanno tolti probabilmente perché le pigne enormi fanno male se cadono sulle teste e danni se cadono sulle macchine, nonché per le radici che fanno il disastro ai marciapiedi.
E' sempre e solo frutto, appunto, di mode (come dici), maggiore disponibilità (come dici) e scelte urbanistiche: ricordiamoci che del verde urbano in Italia si occupano ancora architetti e ingegneri, cioè gente che sta agli antipodi di chi dovrebbe occuparsene (i forestali, praticamente gli unici esclusi dal giro).
Quanto alle malattie, è sicuramente vero, ma le metterei come conseguenza della coltivazione nelle città, perché ogni pianta si ammazzerebbe, se potesse, pur di vivere per decenni in una placca di 1.5 m x 1.5 m a bordo strada, proprio perché fonte di indebolimento estremo (e quel che non fa la città, lo fanno i potatori, che magari non puliscono le motoseghe da n turni e creano loro i viavai di malattie)
Interessanti diversi punti del tuo post!
Effettivamente é vero che alcune piantumazioni han orgine da mode del momento: per esempio c'é stato un periodo in cui anche qua da me andava di moda nei giardini il pino marittimo (una pianta tipicamente mediterranea).
Risultato? Un disastro, primo perché non é il suo clima, non tanto perchè si ammala anzi é una pianta molto resistente, ma crescendo crea un apparato radicale molto superficiale che rovina tutto. In occasione degli eventi meteo tipici di queste zone (forti temporali estivi o nevicate invernali) cede facilmente.
Poi con sti aghi enormi sporca um sacco.
Alla fin fine stanno sparendo tutti, tutti gli stanno tagliando e li stanno sostituendo con piante caduche (e per fortuna).
Ne avevamo uno anche noi in giardino, piantato a inizio anni '80. Tolto tutto, é stato un lavoraccio soprattutto per le radici. Ma adesso abbiamo un bellissimo e più consono Acer rubra varietà "October glory".
La cosa piú insulsa assieme ai pini marittimi (in via di scomparsa comunque) sono quelle sottospecie di palme diffuse nelle villette anni '60 e '70.
Cee...vedere in Pianura Padana ste palme (tutte uguali tralaltro, perché probabilmente è l'unico esemplare che riesce a sopravvivere qua) fa ridere.
Magari andava di moda l'aspetto esotico in quei decenni
Concordo sul fatto che in pianura padana spopola quella orribile palma cinese come anche i finti banani. Se proprio si vuole piantare delle palme si provi a piantare la canariensis o la Washingtonia, se resiste bene se non resiste significa che non è il clima adatto. Almeno si va su qualcosa di diverso, qua nell'alto milanese ne vedo alcune che si sono acclimatate bene ma credo che nel periodo 61/90 non avrebbero avuto vita lunga.
Dove vivo io ci sono alcuni viali aberati (pioppo noci tigli) che fanno un modesto foliage a novembre ed è un piacere passeggiarci, (nulla in confronto al centro nord) , al momento opportuno farò delle foto @burian comunque anche i nostri frutteti (mandorli ciliegi peri albicocchi)sono stupendi quando gli alberi fanno foliage, con le campagne che si tingono di giallo-arancio
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