Mi sono fatto prendere dalla curiosità, era interessante individuare le aree con le maggiori anomalie sia positive che negative registrate in Europa, ma anche altrove. So che nell'emisfero boreale le anomalie sono più accentuate, ci sono zone artiche che localmente hanno rilevato in una giornata picchi di circa 20 oltre la media. Voi avete un'idea di quali siano le aree coinvolte da questi estremi?
Sì, d'altronde prendiamo Mosca: è scesa a -40°, e nel 2010 credo abbia avvicinato i 40°. Sono ben 80° di escursione.
In qualche località al limite con gli Urali si scese anche sotto i -50° in qualche ondata di freddo storica, e sicuramente si sono superati i 30° in qualche evento. Sono più di 80°, fino a 90°, di differenza.
In Europa Occidentale penso che poche località siano scese sotto i -20°, mentre per le massime nelle ultime estati sono fioccati i 40°, ma sarebbe pur sempre un'escursione di "appena" 60°.
Nel Mediterraneo ancora meno, ovviamente, già è tanto se l'escursione termica di qualche località ha superato i 50°.
Generalmente le aree più estreme a livello di anomalie positive/negative sono appunto le zone continentali alle alte latitudini dell'emisfero nord, questo perché per motivi geografici le variazioni delle temperature si fanno più forcute per l'estensione notevole delle terre emerse. Questa mappa chiarisce meglio come nel NH vi sono anomalie maggiori, ovviamente positive in epoca GW, del SH.
GFS_anomaly_timeseries_global.png
Nello specifico le aree con anomalie più marcate sono nell'artico siberiano, il Mar Di Kara difatti è considerato un grande hotspot del cambiamento climatico e le anomalie di questi anni hanno preluso al peggio.
Un mese per eccellenza di questo eccessivo bilancio positivo è il Febbraio 2020:
amaps.png
L'anno dopo nello stesso mese, situazione completamente opposta:
amaps (1).png
Quest'anno le anomalie negative più marcate del globo si sono registrate nell'Antartide occidentale, nel Mar di Amundsen in particolare da maggio in poi.
E infine un'eccezione: la zona ENSO, anche se in fascia equatoriale, possono presentarsi anomalie non di poco marcate e per un lungo periodo questo perché tale parte del Pacifico è un tassello della periodicità della circolazione oceanica-atmosferica, rappresentata da El Niño o La Niña (che controllano le anomalie oceaniche della zona ENSO) e il SOI che indica il parametro atmosferico (barico) della zona ENSO.
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