E' ovvio che calandomi nel ruolo dell'appassionato non posso che auspicare una seconda parte dell'inverno contrassegnata dal gelo e dalla neve, ma staccandomi un po' dalla passione, forse per una volta preferirei si realizzasse un inedito "anno senza inverno".
Grazie alle anomalie quasi globali di questo inverno per la prima volta sta maturando una certa coscenza nell'opinione pubblica, fino ad oggi molto scettica per non dire indifferente e insofferente sulla reale portata dei cambiamenti climatici. Questo lo dice anche Mercalli, in una breve intervista pubblicata ieri su Repubblica.
Un'improvviso cambio di rotta nella terza decade, con arrivo del vero inverno e specie se molto intenso e duraturo, riporterebbe indifferenza e insofferenza nei confronti degli allarmi e del mondo scientifico, quanto meno in Italia.
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Ottima osservazione, ma personalmente preferisco che la gente si sensibilisca a queste tematiche constatando l'aumento di allergie oppure, chessò, delle malattie respiratorie nelle città fortemente inquinate, o al limite "crepando di caldo" in estate. Tanto poi la conosco, la gente comune: se ne frega, non approfondisce, dimentica. Spero fortemente in una svolta, non sarà pensando ai pochi aspetti positivi di questa stagione deprimente che riuscirò a consolare il mio cuore disperato e desideroso di neve.
Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
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