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  1. #1
    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Favole come cibo per chi è affamato di dubbi

    Il dubbio come fame di scienza, che si cerca di soddisfare mediante favole.

    Ecco come si può strumentalizzare un atteggiamento scientifico sano e irriducibile: quello del dubbio.

    Dubitare di qualcosa dato per acquisito è essenziale, per cui il ragionamento è questo: sfruttiamo questa necessità (che non è poi così tanto diffusa al di fuori dell’ambiente scientifico) per seminare incertezze (o false certezze) che portano solo grassi tornaconti a qualcuno.

    Dubitare, mettere in discussione, stimolare confronti e una sana dialettica su un tema delicato eppure tanto spettacolarizzato dai media (“la meccanica delle mode” fa il suo lavoro anche in questo caso…) come quello del Global Warming, mi pare assai utile e meritevole.

    Il problema nasce quando si ribatte ad alcune affermazioni (che possono anche essere molto opinabili o fallaci, è ovvio: lo richiede lo stesso metodo scientifico) con altrettante affermazioni date per certe e che poi si rivelano essere, ad un’analisi un po’ accurata, favole confezionate come cibo accattivante per chi ha fame e dubita. Che, in questo caso, non iniziano con il tipico “C’era una volta…”.

    Favola n.1: Biancaneve fra i ghiacci dell’Antardide.

    Il legame fra concentrazione di CO2 in atmosfera e riscaldamento è un falso perché, dalla lettura delle ricostruzioni proxy fatte nelle carote di ghiaccio antartiche (Vostok, Dome C e Kohnen, v carta) e risalenti fino a 650'000 anni fa, l’andamento della concentrazione di CO2 e quello della temperatura sembrano sfasati, con il secondo a precedere il primo di diversi secoli.
    Se fosse vero il legame, i due andamenti dovrebbero presentarsi in fase o perlomeno con il primo (concentrazione di CO2, causa) a precedere il secondo (andamento delle temperature, effetto).



    Assodato che ci si possa basare sulle ricostruzioni climatiche passate con ragionevole plausibilità [1], questa tesi appare difficile da mettere in dubbio. Il grafico sembra parlar chiaro [2].
    Ci sono vari studi che sostengono questa interpretazione dei dati; in uno dei più famosi , nel 1999 [3], ad es., si mette in evidenza che la crescita della concentrazione di CO2 (da 80 a 100 ppm) durante gli ultimi 3 cicli glaciali avviene in media 800 [600-1000] anni dopo l’inizio della fase calda interglaciale.

    Tuttavia, già nel 2001 [4], viene spiegato il motivo di questi lag temporali fra cambio di temperatura e di concentrazione di CO2.
    Anche recentemente (progetto EPICA, [5]) si è tornati sulla questione, più che altro forse per ribadire un aspetto che magari prima si dava per scontato.

    Chi fa leva su questa interpretazione dei dati per giungere alla conclusione di cui sopra non sembra ragionare sul fatto che i riscaldamenti interglaciali si compiono in un lasso di tempo di circa 5000 anni. Dunque lo sfasamento mostra che la CO2 non avrebbe causato i primi 800 anni di riscaldamento, sul trend di 5000 anni. I dati proxy rivelerebbero altresì che gli altri 4200 anni di riscaldamento (cioè quasi l’85% dell’intero periodo) potrebbero essere stati causati dalla CO2 (e da altri gas come il metano).
    Uso il condizionale perché, come si sa, una correlazione non implica necessariamente un rapporto di causalità fra i due parametri in gioco. Tuttavia non esclude a priori il fatto che non ci sia. In questo caso il sospetto che ci possa essere mi pare valido.

    Il fatto è che, durante le ere glaciali, la CO2 funge da feedback positivo (à meccanismo autorafforzante) indotto da altri elementi di innesco (variazioni orbitali, forza del sole, albedo, SST oceaniche…): non è stata la causa del cambiamento, non lo ha innescato, ma ha agito come un importante amplificatore dopo (circa 800 anni) che il sistema (riscaldamento interglaciale) si è messo in moto.
    Il perché potrebbe ricercarsi nell’importante ruolo esercitato sulla sottrazione o liberazione di CO2 da parte dell’oceano (in termini di temperature oceaniche e di forza del nastro trasportatore: ci tornerò in un successivo post) oppure da parte dell’estensione glaciale (effetti di albedo, maggior o minor presenza di biomassa…), ruolo che potrebbe anche aver influito massicciamente sulla concentrazione di metano.

    Conclusione: non diamo troppo credito ad una critica di interpretazione dei dati (legittima, ci mancherebbe!) che si basa su presunte affermazioni di certezza che tali non sono.

    [1]


    http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/paleo.html


    [2]




    Petit, J.R., Jouzel, J., Raynaud, D., Barkov, N.I., Barnola, J.-M., Basile, I., Bender, M., Chappellaz, J., Davis, M., Delaygue, G., Delmotte, M., Kotlyakov, V.M., Legrand, M., Lipenkov, V.Y., Lorius, C., Pepin, L., Ritz, C., Saltzman, E., and Stievenard, M. 1999. Climate and atmospheric history of the past 420,000 years from the Vostok ice core, Antarctica. Nature 399: 429-436.
    http://www.nature.com/nature/journal/v399/n6735/abs/399429a0.html


    [3] Fischer, H., Wahlen, M., Smith, J., Mastroianni, D. and Deck B. 1999. Ice core records of atmospheric CO2 around the last three glacial terminations. Science 283: 1712-1714.
    http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/vostokco2.html


    [4] Cuffey, K.M., Vimeux, F. 2001. Covariation of carbon dioxide and temperature from the Vostok ice core after deuterium-excess correction. Nature 412, 523-527
    http://www.nature.com/nature/journal/v412/n6846/abs/412523a0.html


    [5] Progetto EPICA (European Project for Ice Core in Antarctica):


    http://www.awi-bremerhaven.de/GPH/EPICA/index.html
    http://www.climate.unibe.ch/~stocker/papers/siegenthaler05sci.pdf




    To be continued......








    Ultima modifica di steph; 12/03/2007 alle 21:27
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  2. #2
    Brezza leggera L'avatar di Wolf359
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    Predefinito Re: Favole come cibo per chi è affamato di dubbi

    Quindi quanto si dice qui http://www.mitosyfraudes.org/Calen/correlaEng.html e' tutto superato?
    "only temperatures increased first, and then carbon dioxide levels followed."
    Dottorando in Polar Sciences - Il mio libro su Amazon: L'apocalisse climatica del 536
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