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  1. #1
    Vento fresco L'avatar di Jadan
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    Predefinito E invece l'Economist...

    Facendo il paio con la segnalazione di Gio su Le Scienze, segnalo che l'Economist di questa settimana dedica, oltre la copertina, ben 15 pagine par discutere di come il mondo dell'economia possa fronteggiare il cambiamento climatico. Ho dato solo una lettura veloce, ma si parla di energie alternative e del fatto che una riconversione è possibile ma che è costosa. E che diviene quindi necessario l'intervento del settore pubblico.

    L'importanza del report, quindi, più che per quello che contiene, risalta dalla sua stessa esistenza. Innanzitutto l'Economist, il giornale dell'establishment economico, il giornale che una decina d'anni fa al riscaldamento globale non ci credeva manco un po', ora fa marcia indietro. Non da questa settimana, a dir la verità, ma mano a mano che passa il tempo con sempre maggiore copertura.
    La seconda cosa è che il giornale ultraliberista confessa candidamente che o intervengono i governi oppure c'è poco da fare. I governi, conclude l'Economist, possono intervenire in tre maniere: sussidi, imposizione di limitazioni ai produttori, imposizione di tasse. La faccio breve: i primi due non convincono appieno e il metodo migliore sembra essere il terzo: imporre tasse su emissioni di CO2 (cone i ricavati delle quali, eventualmente effettuare investimenti in energie pulite). A parte che la cosa mi trova pienamente d'accordo, è comunque un bel giro a 180° rispetto a chi riteneva che nel mercato ci possa essere la risposta a tutto. Non è così e non è vero. E la ragione, che loro stessi espongono è semplice: nessuno spegne spontaneamente la luce di casa per salvare un orso bianco.

    Vero, e per un vecchio keynesiano come me, leggere sull'ultraliberista Economist che la soluzione non sempre può venire dal mercato e dalle sue leggi è una piccola fonte di soddisfazione personale.

    Cito anche, sempre sullo stesso numero, ma in altra sezione un articolo collegato (il GW sta diventando un tema trattato sull'Economist più della politica economica USA!). E' un articolo curioso che tento di riassumere con l'avvertenza che, non essendo fisico, ci ho capito poco.

    Allora: il Dr. Wong dell'UCLA ha proposto la settimana scorsa al meeting della American Geophysical Union ad Acapulco (metto tutti i riferimenti nel caso qualuno voglia cercare qualcosa) un curioso sistema per risolvere il problema. Da quel poco che ho capito: la terra è un campo magnetico positivo ---> se si riuscisse a ionizzare (cioè a far diventare negative) molecole di CO2 e ---> se si desse loro sufficiente energia ---> con un laboratorio piazzato ai Circoli Polari, dove (vedi Aurore) il campo magnetico della terra si apre allo spazio ---> allora si potrebbero spedire nello spazio profondo particelle di CO2 in eccesso.

    Stando ai primi calcoli di Wong la cosa dovrebbe funzionare. Nel senso, cioè, che l'energia necessaria per ionizzare e spedire la CO2 fuori dalle scatole dovrebbe essere, per emissioni, minore di della CO2 espulsa.

    La cito solo come esempio: non so se porterà a qualcosa. Ma è il tipo di cose che da un lato mi rendono speranzoso e dall'altro un po' timoroso.

    Speranzoso perché sogno sempre che un giorno il progresso si inventi un qualche trucco di questo genere per risolvere il problema in maniera radicale. Soluzioni basate su tasse, tagli, controlli, oltre ad essere penose sono anche di difficilissima applicazione per l'intero pianeta. E quindi alimentano il sospetto, di cui abbiamo parlato già altre volte, che questa generazione finisca per non combinare nulla in attesa che la prossima s'arrangi.
    D'altro canto mi lasciano timoroso. Perché semmai dovesse diffondersi a livello di massa la convinzione che in qualche modo un giorno si troverà il sistema, allora non ci sarebbe nessuno stimolo a limitare, oggi, le nostre emissioni. Col probabilissimo pericolo che non si trovi nulla e la concentrazione arrivi velocemente (in una generazione) a livelli insostenibili.
    Maurizio
    Rome, Italy
    41:53:22N, 12:29:53E

  2. #2
    Vento fresco
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    Predefinito Re: E invece l'Economist...

    Si trova on-line il report dell'economist?

  3. #3
    Vento fresco L'avatar di Jadan
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    Predefinito Re: E invece l'Economist...

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio Visualizza Messaggio
    Si trova on-line il report dell'economist?
    Mi sa di sì.

    prova qui:

    http://www.economist.com/printedition/

    e vai sull'articolo Cleaning up per il report e Stairway to heaven (bel titolo, tra parentesi) per quello sull'espulsione degli ioni CO2.
    Maurizio
    Rome, Italy
    41:53:22N, 12:29:53E

  4. #4
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    Predefinito Re: E invece l'Economist...

    Molto gentile, grazie

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