Tanto per confermare quello che dici, dal 1960 ad oggi a Verona è stato l'unico ottobre a scendere sotto i 10 gradi come temperatura media
Complimenti per il magnifico lavoro Francesco, immagino fosse uno dei tuoi reportage di cui mi parlavi l'altra volta.
Purtroppo nel 1974 non tenevo ancora i dati, però ricordo intorno a metà mese un breve episodio di pioggia mista a neve nel primissimo pomeriggio, quando guardando della finestra poco dopo esser tornato a casa da scuola vidi con mia grande sorpresa (e gioia!!!) dei bei fiocconi bianchi cadere in mezzo alla pioggia, ovviamente senza accumulo data anche la brevità dell'episodio.
Da allora in ottobre qui a Trento nevicò altre due volte, se la memoria non mi tradisce: il 26 ottobre 1981, con un accumulo di 2-3 cm in zona sud e circa 10 in zona nord, più fredda, e poi il 28 ottobre 1997, con pochi fiocchi portati da un gelido stau da sud, all'inizio della breve ma molto intensa ondata di gelo da est di fine mese, episodio durante il quale fu raggiunta addirittura, con -7°, la minima (ex-aequo) di tutta la stagione invernale 1997-1998!
Saluti a tutti, Flavio
Concordo con te Gian, anzi secondo me con le configurazioni settentrionali il Trentino resta ancor più penalizzato rispetto al Sudtirolo, che almeno può godere di sfondamenti da "stau da nord" più o meno profondi, anche se questi normalmente sono fruttiferi in termini di prp soprattutto vicino alle zone di confine.
Localmente gli sfondamenti si possono spingere più a sud, fino a prendere bene la zona centro-nord dolomitica e anche il Trentino di NE (essenzialmente la Val di Fassa), ma in Val d'Adige gli sfondamenti sono rari a sud di Bolzano (qui a Trento direi uno ogni 5-6 anni o forse più, riferendomi in particolare all'inverno, quando i moti verticali sono quasi assenti), e sempre di brevissima durata.
Dall'altro lato il Trentino, specie quello di SE, può risentire meglio delle ritornanti che talvolta interessano il NE a seguito di irruzioni fredde, ma in ogni caso io credo che la nostra zona, soprattutto nel semestre freddo, sia molto più in sintonia con la zona orobica e Valtellinese che non con il Veneto, soprattutto orientale, e ancor meno con il Friuli, e su questo mi sono già espresso altre volte; è una mia opinione personale, che potrà anche non esser condivisa, ma io la vedo così.
Per restare alle tabelle di questo ottobre 1974, sarà anche un caso ma il totale delle prp su scala regionale è quasi uguale a quello della Val d'Aosta, per dire, mentre è quasi la metà di quello del del Veneto, per non parlare poi del Friuli V.G., che ci surclassa.
Saluti a tutti, Flavio
Ciao Flavio! Le date da te riportate per le fioccate estemporanee a Trento collimano perfettamente coi miei appunti cartacei dell'epoca (mi riferisco al 1981) quando scrissi esplicitamente "neve a Trento e Bolzano...". L'altra data del '97 non sapevo fosse nevicato a Trento ma è stata sicuramente la più importante sburianata di ottobre degli ultimi 40 anni, peraltro accompagnata da fenomeni di rilievo anche in zone poco deputate a beneficiare di questo tipo di circolazione, come appunto il Trentino o la mia Toscana. Questo episodio assomiglia molto a quello di 10 anni fa, almeno sulla carta... vedremo...
Ah, non dimentichiamoci l ultima nevicata con accumulo a Torino in ottobre: 27 ottobre 1979 e qualche fiocco segnalato anche a Genova (magari nelle parti alte).
ora non rammento nulla, ma controllero in un npaio d archivi dei vinicoltori francesi se si fa riferimento a quel mese.
Del 1739 ho trovato per ora "grandi inondazioni nel mese di luglio".
Ho trovato una nevicata sulla pinaura emiliana a meta ottobre 1887, la nevicata con accumulo piu precoce in pianura almeno dal 1750.
Non c entra con l argomento ma ho trovato notizie di nevicate a Roma e nella pedemontana calabrese a maggio inoltrato ! Parliamo della meta del 700 comunque.
Ultima modifica di maxcrc; 19/10/2007 alle 08:15
ah ,certo, come T media nella maggior parte della pianura padana il l ott 1974 e il N.1 negli ultimi 200-250.
Mi riferivo al signore da cui hai preso l articolo che dice che gli unici ottobre del Xx sec. che si comparano con il 1974 sono tale e tale, dimenticando il 1905 che e secondo in classifica, giusto quest appunto.
altri ottobre freddissimi anteriormente :1887,1808,1835,1850,1877,1881,1842,1769
L'articolo sull'ottobre del '74 non voleva essere una carrellata di nevicate in pianura nei mesi di ottobre, ma l'analisi dell'ottobre più freddo del Novecento a livello europeo, un mese nel quale, a differenza di molti ottobri con irruzioni fredde anche più intense, la stessa configurazione di blocco si è reiterata per un mese intero.
Comunque se interessa la neve fuori stagione, alcuni dati si possono trovare in questo mio articolo che è stato pubblicato a più riprese su Meteolive, MeteogiornaleMnw e Magazine di Meteonetwork.
Dossier neve e freddo fuori stagione
Mesi di aprile in bianca divisa invernale, gelate a maggio,
bufere di neve in mezzo all'autunno: solo leggende tramandate
da popolazioni affamate o episodi estremi di un clima
certamente diverso dall'attuale?
Non c'è una risposta unica e perentoria. Sicuramente, gli eccessi climatici abbondano anche negli archivi storici e scientifici più seri. Anzi, spesso versano un po' di sale su aride e noiose tabelle.
Le nevicate fuori luogo e fuori stagione diventano sempre più rare man mano che ci si avvicina ai nostri giorni. Ma le stranezze climatiche proiettate verso il freddo (quelle che stuzzicano
maggiormente gli appassionati) non mancano neppure in tempi molto recenti.
In quale periodo dell'anno la neve e il freddo possono essere considerati "effetti speciali"? Per due terzi dell'Italia sempre, verrebbe da rispondere. In questa carrellata di eventi che vi proponiamo,
siamo partiti dalla seconda metà di marzo, privilegiando le località di pianura e collina, per finire ai primi di novembre. In alcuni casi siamo saliti di quota, se il fenomeno si presentava particolarmente rilevante. Più facile trovare precedenti interessanti fra la primavera e l'estate che in autunno.
MARZO. Un piccolo strappo alla regola per fare contenti i romani. Mi riferisco alle copiose
nevicate che colpirono la capitale il 10 marzo 1789 (l'anno della rivoluzione francese in Europa è
stato uno dei più freddi a memoria d'uomo) e l'11 marzo del 1925. Più di recente, fiocchi su Roma
di una certa consistenza caddero il 18 marzo 1985, mentre il giorno prima, ma di due anni dopo, a
imbiancarsi decisamente furono la Toscana e l'Umbria, con 15 cm a Firenze e 20 a Siena e Perugia .
Tralascio i numerosi episodi al nord, passando al 29 marzo 1977. Un'improvvisa sciabolata di aria
polare riportò l'inverno che sembrava ormai sepolto. La neve cadde a Torino, Bolzano, Trieste,
Bologna e persino Rimini, dove, appena qualche giorno prima, si era toccata la punta calda record
di 26,6°. Oltre un secolo prima, Roma fu protagonista di altre due nevicate improvvise e
abbondanti: quelle del 29 marzo 1807 e 1813. La stessa situazione si è ripetuta il 31 marzo del
1904. Una vera abbuffata per la capitale!
APRILE. Ennesima nevicata sul Colosseo, questa volta il 6 aprile del 1864. Nella stessa data, nel
1929, in Ancona "pestavano" ancora neve, non fosse bastata quella caduta durante il terribile
inverno pecedente. Qualche anno fa, nel 1994, ai primi di aprile i toscani dovettero togliere i
cappotti già riposto in naftalina dopo il caldissimo marzo. Sull'Appennino già a quote basse e sulle
colline dei Medici, la neve tornò a cadere il 3, 5, 8, 9 e 10 aprile: un vero record!
Ancora più invernale fu però l'aprile del 1973, con - 2° a Firenze a metà mese, neve a Bologna il 20
e nevischio a Roma il 21. Qualche anno dopo, nel 1977, gli annali statistici riportano ripetute
nevicate nella prima decade di aprile a quote relativamente basse: 2 volte a Volterra (Pisa), 2 a
Frontone (Pesaro) e ben 5 a Campobasso. Per il capoluogo del Molise, abituato alla neve
primaverile, la nevicata record fu quella del 15 aprile di 8 anni fa, la vigilia di Pasqua del 1995: in
una botta sola 50 centimetri!
I ritorni di freddo per la metà di aprile sono davvero ricorrenti (l'ultimo risale appena a due anni fa).
Antiche memorie ci parlano di abbondanti nevicate a Parma il 14 aprile del 1269. Anche l'ultima
parte di aprile, se ha voglia di farlo, non scherza col freddo. Il 24 aprile del 1855 a Modena fu
ricordato per una tardiva nevicata. La Dama bianca fece la sua apparizione anche nel freddo aprile
1980. Ventitré anni fa la bora sconvolse Trieste il giorno 20, con nevischio e 4° di massima. Nello
stesso giorno, ironia della sorte, ad Aosta il fohn faceva impennare i termometri fino a 20°. Il 21 il
fronte d'irruzione d'aria fredda raggiunse il centro-sud, imbiancando Perugia e tutte le colline
toscane, laziali e marchigiane. Molto simili a questo furono gli eventi del 18 aprile 1991 e del 21-22
aprile 1997, dopo una gelata a metà mese che devastò le colture in molte regioni.
MAGGIO. Le cronache del 5 maggio 1988 si soffermano sulle brinate e la neve in collina che
cadde nel Modenese. Ma è del 6 maggio 1967 il record italiano del freddo in questo mese: - 22,4° a
Pian Rosà, quota 3.500 sotto il Cervino. Valori certamente più contenuti, ma non male per località
di pianura, si registrarono 10 anni prima: il 7 maggio del 1957 Firenze si fermò a + 1°, mentre molte
altre località interne del centro-nord scesero sotto lo 0°.
Sembra precisa la cronaca dell'8 marzo 1740 (ancora "piccola era glaciale") a Catanzaro, investita
da una tempesta di "gragnola", mentre sulle montagne intorno cadeva molta neve. Restando in
Calabria, la montagnosa regione del Sud venne imbiancata quasi fino al mare da un'abbondante e
storica nevicata il 12 maggio 1755. Nel 18° secolo le stagioni estive erano così brevi e fresche, che
in molti anni il grano non riusciva a maturare.
Il 21 maggio del 1894 toccò all'Appennino tosco-emiliano imbiancarsi in modo insolito.
Testimonianze di nevicate improvvise a quote basse fra la fine di maggio e l'inizio di giugno, ci
arrivano anche attraverso la memoria di eroiche tappe del giro d'Italia: senza andare sugli alti
tornanti dello Stelvio, ricordiamo corridori sofferenti e semi-assiderati mentre attraversano gli
Appennini nel 1980 e 1984.
GIUGNO. La prima parte di giugno è un fiorire di aneddoti raggelanti, anche se non sempre suffragati da ragionevoli prove. Il 1 giugno 1793 Padova si svegliò coperta di neve e il freddo
proseguì per altri quattro giorni. La neve scese il primo del mese anche a Bologna, nel 1491, raggiungendo "un piede di altezza" (30 centimetri?!) In quell'anno incredibile per l'Emilia-
Romagna, tre giorni dopo toccò a Ferrara ammantarsi di bianco.
Si esce dalla piccola glaciazione, ma troviamo ancora due solenni nevicate sull'Appennino emiliano
il 3 e 9 giugno 1884. Nel 1975 all'inizio del mese e nell'83 a metà mese, Firenze Peretola toccò i
suoi record di giugno, con minime "poco estive" intorno ai 5°. Il 20 giugno 1826 s'imbiancò l'Appennino toscano, ma anche la Sila. Neve all'Abetone anche all'inizio dell'estate di pochi anni fa:
il 23 giugno 1995: a Prato si passò dai 30° del giorno prima a una massima di 14°, con una bufera di
tramontana e 49 millimetri di pioggia.
LUGLIO E AGOSTO. Il 9 luglio del 1954, la stazione di Pian Rosà ebbe il suo bravo record: -
13°. Non male, anche se siamo sui ghiacciai alpini. Nei secoli di ghiaccio, la Lunigiana finì sotto la
neve il 10 luglio 1756. Particolare fu l'improvvisa ondata di freddo che colpì l'Italia a metà luglio
del 1970. Fra il 16 e il 19 di quel mese un'abbondante nevicata sorprese i vacanzieri sulle Dolomiti,
fino a valle. Bolzano scese fino a 6°, ma anche Firenze battè il suo record di freddo estivo con
appena 8° di minima. Il 18 luglio di quell'anno la tramontana sibilò fra i faraglioni di Capri,
raggiungendo i 150 km all'ora.
Ed ecco l'evento che tanto ha fatto discutere: la nevicata del 5 agosto a Roma nell'anno 352. Una
solenne cantonata presa da popolazioni ignoranti? Una comoda leggenda costruita ad hoc dai patrizi
romani chissà per quali scopi politici? Le cronache narrano che la neve cadde sul colle
dell'Esquilino. Quel secolo viene comunque descritto come particolarmente freddo.
Era invece sicuramente grandine, ma tanta da imbiancare di ghiaccio alto fino a 20 centimetri strade
e campi, quella che cadde nel 2000 a Prato proprio il 5 agosto. Una tromba d'aria e 64 millimetri di
pioggia, fecero il resto, mentre il termometro scendeva fino a 11° a mezza giornata. Una giornata
infausta per i vigili del fuoco, ridotti nell'organico per le ferie estive e sgradite sorprese per molti
ignari pratesi: al loro rientro dalle vacanze, trovarono case semi-allagare e giardini devastati.
L'AUTUNNO. Su settembre e ottobre non abbiamo trovato molte notizie. Alcune estati degli anni '60 e '70 scoraggiarono davvero le ferie tardive. Basti citare il 1968, 1972, 1976 e 1977. Ma non si
parla di neve e ghiaccio a quote basse. Dati interessanti, invece, sull'ottobre "super" del 1974, il più freddo del secolo appena trascorso su scala nazionale. A differenza di molti ottobri, le temperature
non scesero bruscamente a fine mese, ma si mantennero di 5-6° sotto le medie fin dall'inizio.
Numerose località riportano più d'una nevicata, a partire dai 500 metri di quota. Due esempi: Volterra in Toscana e Frontone in provincia di Pesaro. Il record toscano spetta al passo della
Porretta (900 m sulla montagna pistoiese, ex stazione dell'aeronautica) con 6 giorni di neve. Nelle Marche la neve scese almeno per un giorno anche a Mercatello sul Metauro (429 m), Camerino e
Cingoli (630 m).
La Dama bianca quel mese fece la sua apparizione anche in Sardegna (Arzana e Desulo), risparmiando soltanto il nord-ovest d'Italia. Significativi i 20 giorni con neve al passo del Brennero,
mentre, almeno questa volta, Pian Rosà restò a bocca asciutta con 0 precipitazioni. Il nord-ovest si è rifatto nel 1979, quando Torino s'imbiancò prematuramente il 27 ottobre. Quello
stesso giorno, nevischio anche a Genova, con 5° di massima. Due anni dopo, fu la volta di Bolzano e tutto il fondovalle trentino.
Ma la nevicata "ottobrina" storica di gran lunga più raccontata dalle cronache, è quella del 15 e 16
ottobre del 1887 a Parma. E c'è pure un precedente che risale al 28 ottobre 1869, benché pare si sia trattato solo di una spruzzata.
Novembre per il nord è un mese quasi invernale, per cui le nevicate non fanno clamore. In Toscana,
i primi fiocchi della stagione in pianura (ma proprio fiocchi), si sono visti il 4 novembre del 1980.
Fu però più freddo l'inizio di novembre dell'anno successivo, con - 6° a Firenze e abbondanti nevicate sulle colline dell'Abruzzo e della Puglia.
NOTE. Notizie e dati raccolti principalmente da vari numeri dell'Annuario di statistiche
meteorologiche dell'Istat, dalle cronache dei quotidiani e da appunti miei.
Con piacere vedo confermata la mia ipotesi
D'inverno sicuramente il Trentino è più penalizzato dell'Alto Adige con i fronti da nord; d'estate invece mi è sembrato il contrario (io dalle tue parti ci sono stato sempre e solo d'estate) tanto che quasi ridevo quando sui giornali vedevo previsti temporali a profusione sull'Alto Adige... che alla fine si risolvevano in qualche gocciolone e poi tanto, tanto foehn; discorso diverso, invece, per il Trentino, specie nella zona della Valsugana.
Comunque all'interno dell'Alto Adige -sempre in estate- ho notato differenze non di poco conto fra l'ovest e l'est con i fronti da NO, con l'ovest davvero "filo-nordoccidentale" e l'est un poco più "filo-nordorientale", pur in un contesto prevalentemente favonico.
Gianfranco Bottarelli
Milano Famagosta - Rete MeteoNetwork
Alt. 144 metri s.l.m. (Suolo 112 metri, 32 metri dal suolo) Lat.: 45° 26' 55" N; Long.: 9° 8' 9" E
Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi (Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento)
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