Da un punto di vista razionale, per l'uomo moderno la cosa migliore sarebbe la stabilità climatica.
Per la biosfera in generale è dimostrato che i periodi glaciali sono quelli migliori, essendoci molta più terraferma utile a disposizione per la vita.
James Lovelock, l'inventore della teoria di Gaia, ha definito i periodi interglaciali come periodi di malattia del pianeta: come a noi si alza la temperatura quando siamo ammalati, così per la Terra... Oltre un certo limite però noi moriamo, e la Terra?
Intorno al 1200-1300 a Vinadio (CN),paese posto a 900 metri di altitudine in Valle Stura,si coltivava l'ulivo e la vite...cosa che ora sarebbe impensabile. Per questo suppongo che,perlomeno in queste zone,quel periodo fu più caldo di quello attuale...
Lou soulei nais per tuchi
Sì, un po' potrebbe essere vero e un po' forse no. Sempre per quel che ho scritto prima.
Infatti, se fosse così, come spieghi il fatto che il confine settentrionale della coltivazione dell'ulivo (su scala continentale) risalga verso nord per tutta la durata della PEG, e in particolare durante il freddo XVI secolo?
Come spieghi l’espansione altitudinale del vigneto in Valtellina durante la PEG?
~~~ Always looking at the sky~~~
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