Che tristezza vedere thread così interessanti inattivi da tempo.
Ho sempre considerato difficile trovare un clima che accontenti tutte le pretese di un meteorofilo, tanto più se questo odia gli estremi, come me.
In particolare, è ovvio ma lo dirò comunque, il problema delle aree continentali è l'escursione termica giornaliera ma soprattutto quella nnuale (basti vedere la Siberia o l'interno degli Stati Uniti!), il che è inevitabilmente un enorme problema dato che il nostro range climatico ottimale è molto ristretto, dubito che qualcuno apprezzi in egual misura 10 e 40 gradi ad esempio.
Il problema delle zone costiere è ovviamente il clima marittimo con l'umidità che porta (che con il caldo ma anche con il freddo è tremenda, direi che il problema è soprattutto con il primo però), ma soprattutto credo che il suo punto debole sia la stazionarietà del clima e delle temperature in modo particolare (caratteristica comune anche alle aree equatoriali continentali), spesso correlata alla totale assenza di dinamicità.
e qui sta il dilemma, meglio privilegiare la dinamicità o l'adeguatezza dell'andamento climatico annuale a quello che è il nostro range climatico ottimale?
Il primo è un aspetto molto importante per un meteorofilo, soprattutto con riferimento a temporali e nevicate invernali anche solo per spezzare un po' la monotonia, ma il secondo può essere anche un problema più grosso direi.
Soppesati questi fattori ognuno può fare la sua scelta in base ai requisiti che ritiene indispensabili e al proprio range di temperatura ottimale, nma io stesso non saprei che scegliere. Questo per me è molto stretto, direi dai 15 ai 25°C stando larghi, ma più nello specifico direi pure 18/23
Potrei dire Cuenca (medie di 7/12 ad agosto e 10/17 a febbraio) o Quito (in cui le variazioni interannuali sono praticamente inesistenti essendo esso all'equatore - temperature comprese tra 9/18 e 9/19 tutto l'anno). Bogotà è quasi identica a Quito, Cuzco ha massime simili ma minime troppo basse fino allo zero, così come La Paz.
Tra le altre città continentali, aumentando la temperatura media, ci sono Addis Abeba (12/20 e 13/24 come estremi), Città del Messico con escursione termica un po' maggiore (6/21 e 13/27, ma con clima molto secco)
Come città costiere oltre alle già citate San Francisco e Vancouver direi Valparaiso (7/15 a luglio e 12/20 a febbraio), Walvis Bay in Namibia (14/22 a febbraio e 10/19 ad aprile). Ma bene anche Bergen con -2/3 a febbraio e 11/18 ad agosto e Inverness con temperature analoghe.
Non malissimo nemmeno San Diego nonostante la latitudine, con 10/18 a dicembre e 20/25 ad agosto e Madeira con estremi 12/16 e 19/24, ovviamente il clima è prettamente oceanico. Infine Cape Town (9/17 e 19/25).
Ultima modifica di ale97; 17/05/2020 alle 20:45
puntiamo ancora a 7 mesi con almeno 1 over 30°C , come nel 2011!
Direi San Diego tutta la vita. Magari non proprio sul mare che sarà ben ventilato immagino ma qualche quartire 3-4 km sull'interno
puntiamo ancora a 7 mesi con almeno 1 over 30°C , come nel 2011!
Ti piacciono i climi molto temperati...oddio,anche per me in linea di massima è lo stesso.
Però tendo a preferire la vecchia Europa.
Se dovessi fare una classifica,ci metterei dentro:
1)Germania Centrale: inverni freddi ma l'influsso atlantico si fa sentire e in rapporto alla latitudine non è nulla di drammatico. Estati fresche a livello di medie,con qualche ondata di caldo difficilmente lunga e comunque sopportabile,per chi è abituato alle estati infinite del Mediterraneo centrale. La nebbia un poco mi piace;
2)Spagna "celtica": le estati lì corrispondono al nostro mese di maggio,a livello di medie. Gli inverni sono miti ma alcune specifiche località del nordest qualche ondata di gelo continentale la vedono e hanno i rilievi alle spalle ben imbiancati. Le prp sono ben distribuite a livello interstagionale, parossismi quasi assenti. Molto vento e zero ristagno d'aria;
3) Castiglia y Leon: le città principali sono costruite dai 700 metri a salire,quindi il caldo estivo è secchissimo e generalmente sopportabile,nonostante la latitudine relativamente meridionale. Gli inverni sono freddi ma non rigidi,un poco di neve la si vede 3 anni su 4, specialmente nell'ultima parte della stagione,per ragioni circolatorie.
Occhio alle differenze tra clima marittimo e continentale in California, a causa della corrente marina fredda che scorre sull'oceano...
Se San Diego è mite San Bernardino a 80 km dal centro di Los Angeles ha una media delle massime vicinissima ai 40 a luglio, e analoghe differenze si hanno tra San Francisco (15/22 a settembre, mese più caldo) e Sacramento (16/34 a luglio)
Ma penso che l'alta collina ligure dia grandi soddisfazioni.
Pure quella marchigiana credo...
Dove abito, togliendo un po' di AGW ( Attuale Global Warming). 1,5 forse 2 gradi in meno di media e sto da Dio.
Il mio clima ideale vedrebbe estati calde ma non eccessivamente (una riedizione delle estati anni 70 più fresche, come la 1976, in chiave brindisina) e inverni da East Coast, non troppo gelidi da morire assiderati ma con possibilità che il gelo, quello vero, si manifesti ogni inverno.
Direi che un clima del genere potrei trovarlo proprio sulla East Coast statunitense. Tra l'altro unisco l'utile al dilettevole, visto che amo i paesaggi autunnali del Vermont, e l'area in cui vivrei sarebbe nei pressi.
Come zona, direi il Massachusetts. Penso a Boston ad esempio.
Esatto, o meglio purtroppo era la media del vecchio secolo: la mia media 1970-2000 per Trento Sud infatti era di 53.53 cm, quella per Trento Nord un po' più alta (mi pare tipo sui 57-58 cm).
Poi dopo un illusorio recupero nel primo decennio del 21° secolo, culminato coi 161.5 cm del 2005-2006 e coi 111 del 2008-2009 (ma anche con i primi due 0 della serie, nel 2001-2002 e 2006-2007) è iniziato il crollo verticale: attualmente la media complessiva 1970-2019 è di 47.07 cm, ma la 2000-2019 è di 35.71 e quella dell'ultimo decennio solo di 24.33 cm...
Il mio clima ideale? Direi proprio quello della Trento di 20-30-40 anni fa: inverni costantemente freddi (tanto da poter pattinare su ghiaccio naturale in città fino al 1995 circa) ma raramente gelidi, in cui il rischio di non veder la neve dipendeva essenzialmente dalla carenza di precipitazioni (del resto da noi l'inverno è sempre stato la stagione secca) e poche volte dalla temperatura, per quanto ogni tanto potesse piovere anche d'inverno, ed estati certamente calde ma raramente con calura esagerata e troppo prolungata (salvo eccezioni tipo il luglio 1983) per i frequenti temporali estivi a spezzare l'afa, e con notti normalmente vivibili e soprattutto senza zanzare.
Le cose sono cominciate a cambiare direi dal 1987-88 per quanto riguarda gli inverni, con un'accelerazione poi nel nuovo secolo, e più o meno dal 1997/98 per le estati, col 2003 che ha rappresentato una svolta epocale, in quanto da allora sono andate aumentando notevolmente le ondate di calore estive, i giorni e le notti tropicali, mentre le minime a una cifra nel trimestre estivo in città sono diventate un ricordo.
A proposito di estati, io abito dove risiedo attualmente dall'inizio del nuovo secolo, in tempo per il battesimo del fuoco del 2003. Ma al di là della temperatura per quanto sia una zona periferica e vicino alla campagna fino al 2008 non avevo mai visto una zanzara; poi dal 2008 è cambiato il mondo: sono arrivate le prime zanzare tigre, seguite a ruota da quelle nostrane, poi a seguire le cimici indigene seguite negli ultimi anni dalle più infestanti cimici asiatiche che ormai mi ritrovo in casa in tutte le stagioni; inoltre i tipici moscerini della frutta che vedevo solo un paio di mesi nelle stagioni di transizione ormai proliferano per 8-9 mesi all'anno, e dulcis in fundo novità di questi ultimi giorni dei calabroni impressionanti (sui 4-5 cm di lunghezza) che da alcuni giorni ronzano attorno alla casa, mancavano giusto quelli.
Tornando all'aspetto prettamente climatico diciamo che rispetto ad altre realtà lo si può ancora definire un clima vivibile tutto sommato ma certo per i miei gusti preferivo quello di prima, e al di là delle temperature mi manca la variabilità tipica di quel periodo; ogni tanto la si vede ancora a sprazzi, ma sempre più spesso ci sono lunghe e monotone fasi di tempo uguale a se stesso interrotte magari ogni tanto da fenomeni particolarmente violenti, su tutte la tempesta Vaia di fine ottobre 2018 a seguito di 2 mesi molto secchi; è l'esempio direi più eclatante, ma non l'unico.
Saluti a tutti, Flavio
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