Affinche'interaggiscano tra di loro e'un po'difficile da dirlo,in primis dovrebbero assentarsi completamente le cosi'dette controccorrenti equatoriali quelle della zona ITC che avevo prima mensionato,poi si dovrebbe aprire un varco N-S da polo a polo,insomma un po'fantameteo,ma tutto legato alla rotazione terrestre ed all'inclinazione dell'asse con gli annessi raggi solari ai vari solstizi,insomma una situazione un po'particolare.Comunque per far smettere la prima causa di cui parlavo si dovrebbero smorzare le Hp costanti sulle zone subtropicale in quota,quindi ridisegnare la circolazione generale dell'atmosfera(Aria calda umida sale dall'Equatore un po'si riversa sui tropici e via via sfocia nei due poli-Cella di Hadley ecc....),poi un super getto polare ambo le parti come gia'detto,che andrebbe a perforare la "barriera equatoriale"gia'indebolita da l'evento ipotetico sopra indicato,e quindi aprire un varco di 180°di latitudine(Alla faccia del varco).Ma speriamo non accada mai.A presto ciao
Tacque,e dato di piglio al gran tridente i nembi raduno',sconvolse l'onde,tutte incito'le raffiche dei venti,e di nuvole empi'la terra ed il mare;e giu'dal Ciel precipito' la Notte!
Omero-Odissea
W il Libeccio!!!
Il mio sogno?Vedere la +32°c ad 850 hpa su Roma.
W il caldo!!!
Secondo il mio modestissimo parere, ancora più delle T° dell'aria sul polo e delle precipitazioni, sul ghiaccio MARINO influiscono maggiormente le correnti d'acqua che si attivano tra due porzioni di mare a differente temperatura... la T° "esterna" è una delle cause di questi movimenti, ma non l'unico.
Dico bene?
Alessandro Tarable
La mia stazione Netatmo: https://weathermap.netatmo.com/?stat...ee:50:a5:a6:98
Infatti cosi'rispondo ad entrambi Paolo e Robb,il problema e'un insieme di fattori tra cui correnti piu'calde marine dovute alle T maggiori anche ad altre latitudini,le T polari piu'alte e le mancanze di prp sul polo,in piu'la continuazione di T max elevate per piu'giorni al polo o sopra i 70°N
Tacque,e dato di piglio al gran tridente i nembi raduno',sconvolse l'onde,tutte incito'le raffiche dei venti,e di nuvole empi'la terra ed il mare;e giu'dal Ciel precipito' la Notte!
Omero-Odissea
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Il mio sogno?Vedere la +32°c ad 850 hpa su Roma.
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intanto si sono ripresi
Cit. dal film Wanted:"... Voi che cazz0 avete fatto ultimamente?"
Cit. da Colorado: "La neve scende a fiocchi perchè se scendesse a nodi non si scioglierebbe."
viva la φγα
a quardare quelle carte l'errore avviene spesso a occhio almeno 5 volte tra quelle piu o meno accentuate linee del grafico forse sono dei fattori esterni ( umani ) alla stazione di rilevamento ?
https://www.wunderground.com/personal-weather-station/dashboard?ID=IMRCASEB2
Freddofilo e nivofilo in Inverno ,Temporalofilo in primavera e autunno ,Caldofilo in estate,Tornadofilo tutto l'anno
La situazione dei ghiacci artici quest'anno è interessante e per certi versi assai didattica.
Come già scritto da 4ecast, estensione, concentrazione, volume e spessore sono gli indicatori da guardare; il primo è quello maggiormente monitorato, sul quale ci torno dopo.
Intanto ecco qualche carta che mostra la riduzione dello spessore negli ultimi anni. Gli autori (Rothrock e Zhang) hanno usato la media annua su 52 anni dell'area coperta da ghiacci dell'oceano artico per convertire il volume in spessore (a):
(Image hosted from Rothrock and Zhang, 2005)
I due autori imputano che il fenomeno sia causato da un mix perlomeno dei 2 fenomeni: il regime dei venti sull'Artico indotto dall'AO (il cambiamento di volume forzato dai venti, Vw, è rappresentato dalla linea tratteggiata in b) e gli effetti termici (soprattutto primaverili) sull'Artico del GW (la componente termica Vt è la linea intera) . In effetti, se la diminuzione consistente dei primi anni 90 potrebbe essere imputabile soprattutto all'AO (in regime di persisitente modalità + a fine 80/prima metà dei 90), negli ultimi 10 anni (in un contesto di minor frequenza dell'AO+) la palla potrebbe essere passata al GW.
"[...] Although from the late 1980s through the mid-1990s the wind was the dominant factor in the rapid decline in ice thickness, overall the wind appears to cause large oscillations but not a multidecadal downward trend. The volume response to rising temperatures, on the other hand, seems to be more steadily downward, accounting for a reduction of over 25% in volume over 5 decades [...]."
Il cambiamento nella forza e direzione dei venti, inducendo una progressiva intrusione di acque nordatlantiche nel bacino artico, contruibuisce altresì alla progressiva scomparsa dei ghiacci vecchi, quelli più spessi e "resistenti". Ecco un' interessante immagine esplicativa tratta da un lavoro di Rigor e Wallace (2004):
E qui la tendenza:
Un confronto fra la media dei mesi di febbraio 1985-2000 e il febbraio 2008:
Spessore, volume ed area sono in ribasso (situazione ad ottobre):
Nel mese di ottobre il volume dei ghiacci artici si è dimezzato tra il 2003 ed il 2007.
Secondo altri autori come Mark Serreze dell'AGU (un sostenitore dell'influenza molto forte della variabilità naturale nell'artico), ciò che probabilmente si è messo in moto e che ha favorito la forte riduzione in spessore dei ghiacci artici è invece l'effetto del riscaldamento e un meccanismo di feedback che comporta invasioni di acque calde oceaniche nell'oceano artico.
C24A Nye Lecture: Arctic Climate Change: Where Reality Exceeds Expectations
Presented by: Mark C. Serreze, National Snow and Ice Data Center, part of CIRES at the University of Colorado at Boulder
E veniamo infine all'estensione nella stagione 2007/08.
Va detto che il minimo estivo scorso ha subito un veloce recupero, ma concentrato principalmente fra autunno e inizio inverno.
Nell'oceano artico, generalmente, il recupero più netto è avvenuto circa fra ottobre e dicembre, mentre solo nei mari di Bering e di Baffin l'incremento dell'anomalia nell'estensione dei ghiacci è coincisa con la stagione invernale.
Interessante il comportamento dei ghiacci nelle già deficitarie zone dei mari groenlandese e di Barents: entrambe hanno avuto la crescita più forte dell'anomalia dell'estensione concentrata fra l'estate (Barents) e la prima parte dell'autunno (groenlandese).
Questo ha corrisposto molto bene all'andamento dell'AO che su scala intrastagionale influenza parecchio questi andamenti nell'estensione del ghiaccio marino. È stata prevalentemente negativa fra la scorsa estate e di nuovo a novembre (favorendo dapprima la forte riduzione estiva nel bacino artico e il precoce recupero estivo in zona groenlandese e di Barents e in seguito favorendo forse il recupero generale dell'Artico) e poi invece positiva in inverno (riduzione nelle due zone citate e invece incremento in Baffin e Bering).
La seguente carta mostra quel che ho detto: le sigle sono le iniziali dei mesi e corripsondono al periodo di massimo incremento (o recupero) dell'anomalia nell'estensione dei ghiacci. + e - significano mari con anomalia sopra rispettivamente sotto la media di riferimento.
Ultima modifica di steph; 28/04/2008 alle 23:32
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