Mamma mia, davvero una università italiana ha pubblicato una roba di quel tipo?
Vulcani che vomitano magma, nubi ardenti a 500 m/s che sono una velocità impossibile per le nubi ardenti in atmosfera, figurarsi per un vulcano sottomarino posto a profondità tali che eruzioni di tipo esplosivo sono impossibili per l'eccessiva pressione, un campionario di ignoranza veramente sconcertante.
Senza contare il banale calcolo riportato nell'articolo da te citato, i vulcani sono semplicemente troppo piccoli per avere un effetto significativo su un oceano.
La fisica di base e la matematica, queste sconosciute (e in una facoltà scientifica è grave).
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Tale studio non si trova, si riportano notizie frammentate e qualche articolo, ma voglio approfondire questa questione.
Voi parlate di ciclicità, quanto basta alla memoria per parlare di Corrente del Golfo.
Che rallenterebbe o rallenterà per forza, se volete, in caso di scioglimento totale dei ghiacci marini artici.
Poi se vedete ciò che accade in Groenlandia, avremo nevicate cospicue all'interno delle aree continentali artiche. E deficit di nevicate persistenti lungo le aree costiere.
Questa è una supposizione.
SMB_combine_SM_day_EN.png
Connettiamo il tutto ad un altro punto, il calo di SSN (Sun Spot Number) nell'attività solare.
Ultima modifica di Sandro; 22/08/2020 alle 01:05
Siamo nel podio dei minimi più bassi con l'area, superati tutti tranne il 2012 e 2016.
L'estensione ha scavalcato il 2017 e 2018 ed è ora al 7° posto assoluto e secondo posto per questa data.
Arctic_Graph_full (3).png
Graph ADS NIPR VISHOP JAXA 20-08-21 (1).jpg
Massima: +38,7°C 23/7/2009 e 8/8/2013
Minima: -8,3°C 21/12/2009
Neve: 2008=1.0cm 2009=6.5cm 2010=74.0cm 2011=1.5cm 2012=78.0cm 2013=19.5cm 2014=5.0cm 2015=0.0cm 2016=0.0cm
http://climarimini.altervista.org/index.html
A meno di clamorosi eventi che spostino l'equilibrio, non credo che possa cambiare più di tanto e insidiare il 2012, così come non credo che possa arrivare al livello del 2016, equivarrebbe allo stop pressochè immediato della fusione, cosa improbabile.
Più che altro, ciò che mi preoccupa molto, più anche del 2012 e del 2016, è quell'area di ghiaccio così sottile vicina al nord della Groenlandia, che almeno nel 2012 e 2016 non era presente, e al cui posto c'era almeno una zona di ghiaccio pluriennale bello spesso, in quella che dovrebbe essere la zona più resistente di tutte allo scioglimento, anche secondo i modelli sull'evoluzione futura della fusione.
Cattura.PNG
Concordo. Il minimo del 2012 non credo che verrà superato e, diciamo la verità, ogni anno che passa da quell'evento (ormai sono 8 anni quindi non pochissimi), si spera che quello possa essere stato il punto minimo di sempre da quando misuriamo l'estensione dei ghiacci artici. Quanto alle preoccupazioni di Simo 89, credo che il ghiaccio poco denso a nord della Groenlandia dipenda solo dai venti che ogni anno spingono o allontanano il ghiaccio dalle coste. L'anno scorso, ad esempio, le Svalbard erano intrappolate nel ghiaccio sul loro lato est in piena estate. Quest'anno, invece, va meglio sul versante nord di altre isole dell'arcipelago canadese. Le considerazioni sulla perdita del ghiaccio pluriennale....purtroppo le conosciamo.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 22/08/2020 alle 17:02
Ormai, a fine agosto, l'inclinazione dei raggi gioca a nostro favore.......... e di notte si và già bene sotto zero in ampie regioni. Vedremo da qui a metà settembre quanto se ne scioglierà ancora....speriamo ben poco.
22agosto.png
Beh ne dobbiamo macinare ancora di tempo per essere tranquilli sul fatto che un minimo stile 2012 non possa più ricapitare. Per dire, dopo il minimo molto esteso del 1979, ancora nel 1996 si registrò un minimo molto simile a quello di ben 17 anni prima, che però fu un fuoco di paglia, perchè sia nel 1995 che nel 1997 si registrarono (soprattutto nel 1995) le estensioni - all'epoca - più basse di sempre.
Il che significa che i minimi assoluti possono ripresentarsi anche dopo 10-15 anni di relativa e apparente stabilità della situazione.
Però concordo sul fatto che, stavolta, mi sembra ci sia proprio una barriera fisica che sia più difficile da scavalcare, nel senso che mi pare @burian br, grande appassionato di queste tematiche, aveva postato un articolo (nel td della paleoclimatologia, in un'altra sezione del forum) dove diceva che persino nell'Eemiano, interglaciale avvenuto 125.000 anni fa, tra i più caldi degli ultimi milioni di anni, le temperature al polo erano molto simili ad ora, sintomo che probabilmente oltre un certo limite è difficile che si vada, a meno proprio di un riscaldamento parossistico.
Oddio, non so se il 2012 sia quella barriera fisica invalicabile. Diciamo però che io non mi immagino un Artico privo di ghiacci nemmeno nel 2100, e nemmeno a Settembre. Questo proprio sulla base di quei studi, anche se devo riconoscere che secondo me i modelli climatici sottostimano l'impatto delle temperature estive in Artico durante l'Eemiano.
teoricamente ,
se la rilevante fusione dei ghiacciai Artici in particolare dal 1997/1998 e' causata in conseguenza di dinamiche Solari e Oceaniche e intrinseche fasi cicliche
esempio la forte fusione dei ghiacciai Artici che c' e stata anche fra gli anni '30 e inizio anni '50 ,
seguito poi dall incremento dei ghiacciai fra gli anni '60 e '70 ,
fasi cicliche
in seguito alle dinamiche Solari e Oceaniche , l attuale bassa attivita Solare , Oceani mediamente piu freddi in futuro per eventi NINA , e AMO -
periodi associati ENSO - AMO - , anche i ghiacciai Artici potrebbero tendenzialmente incrementare nei prossimi anni
in particolare dal 2025/2026
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