Ma quale sputo? Intanto le prime misure strumentali climatiche vanno indietro per secoli ed hanno già trend misurati chiari, e ci sono anche ricostruzioni climatiche e paleo-climatiche che fanno capo a varie pubblicazioni interpolate, c’è poco da scappare sulle relative conclusioni, ma bisogna essere in grado di distinguere la meteorologia, dalla climatologia, dalla paleoclimatologia e chissà cosa altro ancora.
Così come una previsione, è diversa da una proiezione a medio termine e da uno scenario climatico. Le conclusioni mi sembrano chiarissime.
Non capisco su quali basi si debba essere scettici su valutazioni scientifiche durate anche secoli o negarle se non sono di proprio gradimento o non soddisfano ipotetici metodi alternativi personali di elaborazione… e non si può neanche scendere ad essere agnostici nel dire che siccome non sappiamo tutto nel dettaglio sul passato allora non si saprà mai la verità e qualsiasi elaborazione sia fasulla quando in realtà ci sono ampie ridondanze scientifiche su vari temi che non inficiano affatto le conclusioni… così come il citare incertezze nelle previsioni meteorologiche per giustificare ipotetici errori di valutazioni sugli scenari climatici, sono cose diverse.
Sono d'accordo sulle tecniche, ma qui si omette sempre un punto, anzi due.
1) la qualità dell'input: osservazioni omogenee e capillari sono recentissime rispetto alla storia climatica mondiale. Torno al punto del termometro a piazza don Bosco tra il 1920 e il 1950/a seguire. Prova ad estedere questo ragionamento nel tempo e in luoghi remoti, penso che da un punto di vista logico basti e avanzi per porre qualche dubbio. Non è lecito ammettere che input qualitativamente (oltre che quantitativamente) poveri in un modello statistico che per quanto raffinato, ha sempre il suo margine di errore, possono inficiare l'output?
2) le tecniche statistiche saranno potentissime per leggere trend basati su 43 anni di osservazioni su quanti? Derivare stime e trend con approccio assolutista mi sembra ancora abbastanza deboluccio sempre da un punto di vista di ragionevolezza. Ma non è questo il punto, il fatto è quello che viene riportato, che è unidirezionale ("nordemisfero-direzionale" direi), senza possibilità di far riflettere su questioni che sono meritevoli di essere considerate.
Beh, ma questa divagazione che non è affatto OT è appunto la dimostrazione che serve un’approccio da più fonti per giungere a determinate conclusioni quali possono essere anche relative l’artico.
L’omogeneizzazione che si diceva è importantissima e non è settoriale.
1) non tutte le serie storiche sono affette da problemi di riscaldamento urbano, e proprio per questo è possibile stimare la quota di riscaldamento dovuto alla città e non a dinamiche globali sottostanti; inoltre esistono le omogeneizzazioni proprio per questo, per rimuovere eventuali bias legati a urbanizzazione, cambiamenti strumentali o di schermature, talvolta collocazione geografica. L'output viene di certo compromesso, ma non è detto sia in peggio
2) non ho capito che intendi dire
Questo articolo forse farà un po’ di chiarezza:
Modifica della misura della temperatura a Sion - MeteoSvizzera
Assieme a questo:
MeteoSchweiz - Bundesamt fur Meteorologie und Klimatologie MeteoSchweiz
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalkj
Ultima modifica di MeTeo72; 26/08/2021 alle 18:03 Motivo: Non riuscivo ad inserire un link da tapalk
Ma si parla di clima o di tarocchi, è questione ti tempo, beato te che hai la palla di vetro e vedi nel futuro..
Maurizio Gustinicchi �� ⭐⭐⭐@gustinicchiL'MSM ha smesso di riferire sullo stato del ghiaccio nell'emisfero australe. Ciò perché il ghiaccio marino al Polo Sud è tornato ai livelli di circa 3 decenni fa. Oddio! Cosa faranno ora senza la loro narrativa sul cambiamento climatico?
'MSM ha smesso di riferire sullo stato del ghiaccio nell'emisfero australe. Ciò perché il ghiaccio marino al Polo Sud è tornato ai livelli di circa 3 decenni fa. Oddio! Cosa faranno ora senza la loro narrativa sul cambiamento climatico?
https://twitter.com/gustinicchi/stat...-fatti-18.html
Antarctic Sea Ice 'Rebound' Surprises Scientists - MSM Silent - Electroverse
ANTARCTIC SEA ICE ‘REBOUND’ SURPRISES SCIENTISTS — MSM SILENT
AUGUST 25, 2021 CAP ALLON
Just two years ago, many mainstream media outlets declared that sea ice at the South Pole was melting at an “astonishing” rate.
As recently pointed out by notrickszone.com, German national daily Süddeutsche Zeitung reported in June 2019 that Antarctic sea ice had “shrunk 1.8 million square kilometers”, writing: “the massive disappearance of ice is astonishing”.
And while the reporting was technically factual, it has proven to be yet more AGW-driving obfuscation and cherry-picking rather than well-founded indications of a concerning climatic trend.
And now, in 2021, as the ice sharply rebounds, these same MSM outlets have fallen silent–which is speaking volumes…
MASSIVE SEA ICE REBOUND GOES UNREPORTED
The climate-ambulance chasing MSM have stopped reporting on the state of the ice across the Southern Hemisphere.
And it is clear to see why:
Sea ice at the South Pole has rebounded in 2020 and 2021, to the levels of some 3-decades ago.
Moreover, the trend of the past 40+ years (the satellite era) remains one of significant growth (of approx 1% per decade).
In 2021, Antarctic sea ice is actually tracking well-above the multidecadal average (shown below).
It is the doomsday scenario that has disappeared, not the ice:
The NSIDC website is temporarily down, meaning I can’t share with you August 2021’s impressive data.
However, looking at the above graphic for June, that magenta line running around edges of the Antarctic ice sheet is the 1981-2010 median ice edge — clear for all to see is that this year’s extent is riding comfortably above the norm.
The Antarctic rebound of the past two years shows that there are still a host of natural drivers that remain unknown, writes Die kalte Sonne — it appears that oceanic cycles, such ENSO, SAM or the Indian Ocean play major roles on Antarctic sea ice variability, not linearly increasing CO2.
CLASSIC DISINFORMATION TECHNIQUE
“Researchers are in agreement that the decline in Antarctic sea ice from 2016 to 2019 is due to natural causes,” writes Die kalte Sonne. “Obviously this is not a good topic for the Süddeutsche Zeitung, who prefer not to report on the ice recovery.”
Not informing the public about the most recent developments, but instead leaving them with a false impression based on carefully cherry-picked data from two years prior, is a classic disinformation technique that has long been perfected by the activist media.
Ultima modifica di Lake; 26/08/2021 alle 22:13
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
La calotta antartica in realtà non si è mai discostata un granchè da un trend volto all'aumento o alla stasi rispetto a decenni fa, nulla di sorprendente. Il record assoluto di maggiore estensione se non sbaglio risale al 2014 o 2016 infatti.
Sulle cause di questo comportamento possiamo discuterne, alcuni ipotizzano che la fusione dei ghiacci continentali così come le maggiori precipitazioni stiano desalinizzando le acque oceaniche attorno all'Antartide con conseguenze innalzamento del punto di congelamento (l'acqua di mare congela a -2°, l'acqua dolce a 0°).
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
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