I sette pregiudizi degli irresponsabiliQuale sarà il nostro futuro? Secondo gli scienziati del clima dobbiamo raffigurarci due scenari, il primo dei quali sarà innescato da un innalzamento di 1.8°C nelle temperature medie che scatenerà - nei prossimi 50 anni - la fusione estesa dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, l’annegamento degli atolli oceanici, la morte delle barriere coralline, l’incremento delle tempeste e delle alluvioni e milioni di profughi ambientali. Questo è lo scenario ottimista. Il secondo, quello pessimista, prevede tutti quegli stessi fenomeni moltiplicati per 10 (se le temperature saliranno di 5,8°C).
Come zittire chi non crede all'effetto serra
MARIO TOZZI
La causa principale la conosciamo bene, al punto che non solo gli scienziati, ma anche praticamente tutti i governi del mondo stanno indicando nella riduzione dei gas-serra il principale obiettivo strategico del prossimo futuro. Eppure qualche soldato resiste ancora nella giungla del pregiudizio e indica negli astri il responsabile: tutto, purché non sia colpa nostra.
SE FA TROPPO CALDO E' COLPA DEL SOLE
L’atmosfera della Terra è stata molte volte più calda o più fredda di quanto non sia oggi, ma nel 2007 il surriscaldamento atmosferico è una realtà che poggia su anni di dati scientifici che legano il cambiamento climatico alle emissioni di anidride carbonica, metano, aerosol e ozono troposferico. La stragrande maggioranza dei 2500 climatologi dell’IPCC afferma che «l’uomo è responsabile al 90%».
L’anidride carbonica nell’atmosfera è passata da circa 275 ppm (parti per milione) prima della rivoluzione industriale a oltre 380 ppm oggi. Il rapporto fra anidride carbonica e calore trattenuto è incontestabile e poco importa se le quantità antropiche siano relativamente piccole. E’ come se avessimo un vaso riempito al colmo di miliardi di litri d’acqua (i componenti naturali) e noi uomini ci versassimo dentro la classica goccia (la componente antropica) che lo fa traboccare.
Se pure macchie solari e raggi cosmici sono in gioco, rappresentano solo il 4-5% del contributo al riscaldamento climatico globale (poco più di 0,12 Watt per metro quadro). D’altro canto i gas inquinanti di origine umana costituiscono un «forcing» del clima che vale oltre il 95% del contributo (3 Watt per metro quadro) aggiuntivo rispetto all’effetto-serra naturale (che ammonta a circa 180 Watt per metro quadro). Il valore netto del «forcing» da gas-serra aggiunto dal 1850 vale circa 1,6 +/- 1,0 Watt per metro quadrato: un valore significativo, comprovato dalla concordanza fra la temperatura globale misurata negli ultimi decenni e i modelli climatici che tenevano conto del «forcing» stesso e del fatto che il riscaldamento degli oceani è coerente con quella stima del «forcing» netto. In pratica non è possibile spiegare il surriscaldamento dell’atmosfera solo con cause naturali. C’è sempre un eccesso che può avere solo origine artificiale.
FA PIU' CALDO SOLO PERCHE' STIAMO USCENDO DA UNA GLACIAZIONE
Negli ultimi milioni di anni la Terra è passata più volte attraverso ere glaciali e interglaciali e, a partire da 12 mila anni a questa parte (fine dell’ultima glaciazione), si stava riscaldando per cause naturali. Ma la parte più importante dell’incremento delle temperature atmosferiche dalla fine dell’800 a oggi (0,50°C su 0,75°C) si è registrato dopo il 1950. Insomma il problema non è solo che l’atmosfera si surriscaldi, quanto che lo faccia tanto in fretta come accade oggi. Che ciò non dipenda solo dall’essere usciti da un periodo freddo è inoltre confermato dal fatto che il tasso di surriscaldamento è diminuito (0,3 Watt per metro quadro) in corrispondenza del bando nelle emissioni di gas-serra come i clorofluorocarburi (CFC), gli additivi che si mettevano negli spray e negli impianti di refrigeramento e che sono stati quasi del tutto eliminati.
SE FA SEMPRE PIU' CALDO PERCHE' D'INVERNO FA ANCORA FREDDO
Se pure qualche giornata d’inverno è più fredda, sono comunque in netta prevalenza le giornate di caldo eccessivo. Il problema è che, superata una certa soglia di temperatura, le condizioni climatiche possono precipitare senza preavviso, spazzando via la convinzione che l’umanità possa comunque adattarsi o che la tecnologia risolverà la questione. E potrebbero esserci «isole» fredde all’interno del grande caldo globale. Schwartz e Randall (del Pentagono) hanno osservato che un collasso delle correnti oceaniche, successivo a un periodo di grande caldo analogo all’attuale, portò già a una precipitazione verso il basso delle temperature di 2,5°C nell’emisfero boreale di 8200 anni fa. La fusione dei ghiacci planetari riversa negli oceani quantità immense di acqua dolce che interrompono quel «nastro trasportatore» di condizioni climatiche mitigate che è la Corrente del Golfo e senza la quale il clima di cui gode il nostro emisfero sarebbe in realtà più freddo.
ADERIRE AL PROTOCOLLO DI KYOTO E' INUTILE E COSTA TROPPO
Una corretta tutela del clima riduce i costi, non li aumenta, perché risparmiare combustibili fossili è ormai più conveniente che acquistarli. La Du Pont ha aumentato la sua produttività del 30% negli ultimi 10 anni, riducendo del 7% il consumo di energia e del 72% (!) le emissioni di gas-serra, mentre IBM e Bayer hanno risparmiato oltre due miliardi di dollari abbassando le emissioni del 60%. Perfino BP ha risparmiato costi energetici per 650 milioni di dollari, abbattendo le emissioni di anidride carbonica del 10%. Inquinare meno fa bene alla salute e fa anche guadagnare di più.
D’altra parte l’inazione ha un costo rilevante: i danni del mutamento climatico saranno presto pari al valore totale di tutto ciò che l’umanità produce in un anno. Certo, la ratificazione del trattato di Kyoto non risolve il problema dei gas-serra industriali: per contare su qualche risultato ci vorrebbe una decurtazione del 60%, mentre si litiga sul 6%. Ma è comunque un punto di svolta, perché per la prima volta si fissano regole vincolanti e si crea un diritto internazionale, dove c’era solo «deregulation» selvaggia e perché consente uno sviluppo impetuoso delle fonti rinnovabili.
IL «BUCO» NELLO STRATO DI OZONO NON DIPENDE DALLE ATTIVITA' INDUSTRIALI
Negli Anni 80 gli ambientalisti lanciarono un grido di allarme contro i clorofluorocarburi (CFC), responsabili di lacerare lo strato di ozono atmosferico che difende la Terra dalla radiazione ultravioletta. Furono tacciati di allarmismo, di mancanza di dati sicuri e di volere la rovina del mondo produttivo, che non avrebbe potuto mai sostituire i CFC. Nel 1995 Molina, Crutzen e Rowland vinsero il Nobel per la chimica proprio spiegando il meccanismo secondo il quale il cloro dei CFC reagiva con l’ozono, disgregandolo. Nel 1987 il trattato di Montreal bandiva i CFC dalle lavorazioni industriali, costringendo le attività produttive a riconvertirsi. Oggi la lacerazione dello strato di ozono sembra essersi arrestata e nessuna grande industria è fallita.
CI SARA' PETROLIO A BUON MERCATO PER ALTRI 100 ANNI
Finora l’umanità ha consumato 900 miliardi di barili di petrolio e, secondo l’industria petrolifera, ce ne sarà a sufficienza per i prossimi decenni. Ma le stime indipendenti prevedono, al massimo, 1000 miliardi di barili ancora per due ragioni: la prima è che spesso le nazioni gonfiano le stime per ottenere maggiore credito internazionale; la seconda è che la produzione viene erroneamente stimata costante, nonostante il ritmo di estrazione sia di 75 milioni di barili al giorno (e arriverà a 140 milioni nel 2020). Non solo: l’80% del petrolio prodotto oggi proviene da campi scoperti prima del 1973, già ampiamente sfruttati. E da esplorare rimane ben poco: solo gli abissi oceanici e l’Antartide che, comunque, non potranno essere sfruttati per ragioni tecnologiche e ambientali. Né è pensabile che nuove tecniche miglioreranno sensibilmente la produzione. La realtà è che, quando si arriva a circa la metà delle riserve di un giacimento, la produzione diventa più difficile e costosa ed è ciò che sta capitando al «giacimento globale» della Terra: insomma, l’ultimo barile di petrolio è più difficile da estrarre e costa molto di più del primo. Il petrolio a buon mercato è già finito.
RISPARMIARE ENERGIA SIGNIFICA TORNARE AL MEDIOEVO
Un frigorifero combinato, con sbrinatore, consumava 777 kWh/anno negli Anni 80: oggi consuma meno di 200 kWh. La lavatrice è passata da 719 a 192 kWh/anno, la lavapiatti da 416 a 140 kWh, una televisione da 270 a meno di 50 kWh, un computer da 227 a 19 e una stampante da 256 a 25 kWh/anno. Sono centinaia i casi di un uso finale più efficiente e risparmioso dell’energia, ma nessuno sembra essere tornato indietro nel tempo, anzi, chi non risparmia è meno concorrenziale e rimane indietro (al Medioevo?).
La Stampa 17 maggio 2007
http://www.lastampa.it/
Come zittire Mario Tozzi?
Fatelo voi, io non ce la faccio!
semplicemente non si può zittire uno che non cita dati, non argomenta scientificamente. Fa riferimento a misurazioni e dati non provati al 100%
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
Mario Tozzi qualche anno fa sosteneva che stavamo andando incontro alla desertificazione...
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E poi l'anno scorso in un programma (mi pare che i chiamasse gaia) era arrivato a dire che il petrolio non sarebbe durato nemmeno fino all'inizio del 2013.
Decisamente esagerata la cosa vito che eravamo nel 2007 sono 6 anni e finire il petrolio in 6 anni mi pare una cosa assurda.
Massima: +38,7°C 23/7/2009 e 8/8/2013
Minima: -8,3°C 21/12/2009
Neve: 2008=1.0cm 2009=6.5cm 2010=74.0cm 2011=1.5cm 2012=78.0cm 2013=19.5cm 2014=5.0cm 2015=0.0cm 2016=0.0cm
http://climarimini.altervista.org/index.html
Schwartz e Randall (del Pentagono) hanno osservato che un collasso delle correnti oceaniche, successivo a un periodo di grande caldo analogo all’attuale, portò già a una precipitazione verso il basso delle temperature di 2,5°C nell’emisfero boreale di 8200 anni fa. La fusione dei ghiacci planetari riversa negli oceani quantità immense di acqua dolce che interrompono quel «nastro trasportatore» di condizioni climatiche mitigate che è la Corrente del Golfo e senza la quale il clima di cui gode il nostro emisfero sarebbe in realtà più freddo.
questo specifico passaggio è quello che più mi fa riflettere:evidentemente non siamo assolutamente certi delle conseguenze catastrofiche che tale fenomeno potrebbe avere...cioè parte del pianeta potrebbe dover fronteggiare un aumento del livello del mare tale da mettere in pericolo milioni di persone,un'altra parte potrebbe trovarsi di fronte ad una carenza d'acqua letale per una società come la nostra,un'altra parte ancora (per esempio l'europa) se dovesse cessare l'afflusso mite della corrente del golfo potrebbe piombare in uno scenario molto freddo...secondo me la stragrande magioranza della popolazione non si rende effettivamente conto delle proporzioni delle conseguenze che questo riscaldamento potrebbe causare...un'ultima cosa:mi fa arrabbiare questa specie di "gara" tra scienziati,questi scontri personali (la verità ce l'ho io.no tu dici baggianate.moriremo entro 2 anni .no c'è petrolio per secoli) secondo me sarebbe più efficace una collaborazione più corale per cercare di giungere al risultato.
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
"L’anidride carbonica nell’atmosfera è passata da circa 275 ppm (parti per milione) prima della rivoluzione industriale a oltre 380 ppm oggi. Il rapporto fra anidride carbonica e calore trattenuto è incontestabile e poco importa se le quantità antropiche siano relativamente piccole. E’ come se avessimo un vaso riempito al colmo di miliardi di litri d’acqua (i componenti naturali) e noi uomini ci versassimo dentro la classica goccia (la componente antropica) che lo fa traboccare."
Su questa frase non sono assolutamente d'accordo! Cosa vuol dire che poco importa se le quantità antropiche siano relativamente piccole? Proprio perchè son piccole e lo spettro di assorbimento della CO2 è ridotto che io non credo che possa portare a tutti quei cambiamenti previsti dagli scienziati. La maggior parte del calore da e verso la Terra è assorbito/riflesso dall'acqua contenuta in atmosfera e lo spettro non mente! Vorrei capire come possano 100 ppm di CO2 con uno spettro di assorbimento minimo creare tutto sto putiferioE poi che metafora è? Chi lo dice che i componenti naturali stanno riempiendo il vaso e non ci sta anche la componente antropica? Son comunque d'accordo che una riduzione delle emissioni non può fare che bene, ma tutto questo allarmismo sembra quasi avere l'effetto contrario! Infatti si dice che anche riducendo a 0 le emissioni di CO2 ormai le temperature salirebbero lo stesso perchè il tempo di permanenza dell'anidride in atmosfera è di centinaia di anni...allora tanto vale, andiamo avanti così che poco cambia, prima o poi nel pentolone ci finiamo! Se invece si ragionasse in modo diverso e si dicessero le cose come stanno magari i governi reagirebbero anche più volentieri.
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Grazie della discussione:
che la permanenza della CO2 sia di centinaia di anni sono teorie il dato reale è 3-5 anni
http://forum.meteonetwork.it/showthread.php?t=88132
Toh chi si rivede, l'amico Moreno.
Mi accodo anch'io sulla tua considerazione, non è la stessa cosa dimostrare in termini nettamente scientifici che il contributo antropico sia marginale e non rilevante nella determinazione del fenomeno.
Cambierebbe tutto, ma proprio tutto!!
Però risulta difficile spiegare questo differenziale nella concentrazione di CO2, ai valori preindustriali ed a quelli attuali, se non inserendo l'elemento antropico come driver fondamentale, risolutivo nella spiegazione del fenomeno specifico (incremento della CO2 ai valori attuali). Non è una goccia in un bicchiere, è molto di più, ciò è evidente in qualsiasi confronto precedente, su basi climatiche e paleoclimatiche. Qualora fosse una goccia e fosse dimostrato questo rapporto rispetto al lotto di possibili cause determinanti i cambiamenti climatici credo che il fiume di parole che si sta attualmente riversando in questo contesto assumerebbe una precisa connotazione economica, senza scomodare dinamiche climatiche sulle quali, ormai, chiunque ha diritto ad intervenire, a proposito ed a sproposito. Ciò premesso, è assolutamente interessante notare che il tasso di vapor acqueo contenuto in atmosfera risulta essere il più efficiente gas
-serra, specie se si consideri che è presente in concentrazioni neanche lontanamente confrontabili con i miseri valori oggi noti di biossido di carbonio. Però, a causa della sua estrema variabilità ed a note difficoltà nel misurarlo su valori medi uniformemente distruiti si preferisce tralasciarlo nelle differenti simulazioni di differenti generazioni di AOGCM.
PS: ma questo Tozzi si rende conto di aver detto una stronzata collossale? Chi è? quello di RAI Tre? Il Piero Angela del terzo canale? Infatti, nelle Riviste IF del settore non mi sembra di aver mai letto qualcosa di suo, magari scritto a 30 mani come spesso accade.
Ciao
Vincenzo
Ultima modifica di jonioblu; 21/08/2008 alle 15:03
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