Molte bestiole non sono ancora andate in letargo.. ovviamente - allibente
05/01/2014: ore 00.02, +17,3 di scirocco.
Il GW è una cagata pazzesca!!!!!!
Dama ritorna presto. Ti aspetto.
Alle 5:30 gran cielo stellato dopo i 4mm caduti ieri sera, poi solito grigiume e temperature oscene... Come temo per i prossimi 10gg almeno...
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Osta , mi sono perso qualcosa ?P_20181105_170846.jpeg
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Monitoriamo.
Per ora come prime decadi di novembre più calde ho la 2013 (+4.6°C) e la 2014 (+4.2°C)
Ad oggi siamo a +4.3°C, per battere il 2013 servirebbe un ulteriore aumento delle temperature... stiamo a vedere
Massima: +38,7°C 23/7/2009 e 8/8/2013
Minima: -8,3°C 21/12/2009
Neve: 2008=1.0cm 2009=6.5cm 2010=74.0cm 2011=1.5cm 2012=78.0cm 2013=19.5cm 2014=5.0cm 2015=0.0cm 2016=0.0cm
http://climarimini.altervista.org/index.html
Ecmwf, 240 ore delle solite correnti dai quadranti meridionali intervallate da una calda rimonta anticiclonica. Se confermato questo trend sono curioso di vedere le cumulate totali per ottobre e novembre dei versanti sud Alpini più esposti.
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Monitoriamo.
Corigliano
UNA SETTIMANA DI FORTE MALTEMPO. È COLPA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO? FACCIAMO CHIAREZZA.
In questi giorni la questione che il mondo dell’informazione si pone è se la recente ondata di forte maltempo che ha penalizzato l’Italia può essere collegata al “cambiamento climatico”. La domanda in realtà è mal posta perché se parliamo in questi termini sembra che i venti forti, le violente mareggiate e i nubifragi trovino spiegazione in un nuovo stato del clima, quello attuale, diverso da quello di una trentina di anni fa. È la dinamica atmosferica, invece, a formare i sistemi perturbati: il ciclone mediterraneo Vaia che ci ha interessato lunedì 29 ottobre ha assunto la forma di un’intensa depressione che si è formata a seguito all’interazione tra due masse d’aria dalle caratteristiche diametralmente opposte sia per provenienza, sia per valori termo-igrometrici: da un lato aria artica e dall’altro aria subtropicale. Masse d’aria così diverse portano inevitabilmente ad avere accesi contrasti. Semmai, la questione su cui si dovrebbero accendere i riflettori è provare a comprendere il ruolo che viene a svolgere lo stato fisico dell’atmosfera nel quale questi contrasti, che sono all’origine dei fenomeni atmosferici, si verificano. Si tratta di un argomento molto delicato da affrontare e che non fornisce risposte certe perché, tirando in ballo il problema su quanto possa incidere il “cambiamento climatico” in situazioni meteorologiche come quella appena vissuta la scorsa settimana, è come se ci chiedessimo qual è stata la percentuale dell’intensità dei fenomeni che si sono verificati ricollegabile al “cambiamento climatico”. In altre parole, se l’atmosfera ha a disposizione una certa quantità di carburante per formare i suoi fenomeni, tirando in ballo il “cambiamento climatico” tra i fattori che hanno causato il maltempo è come se ci chiedessimo, in estrema sintesi, quanto carburante è stato messo in circolo dal “cambiamento climatico”. È difficile, se non impossibile, dare una valutazione. Anche perché l’energia sprigionata dall’atmosfera si disperde in varie forme: un’intensa attività elettrica è energia dissipata, un nubifragio è energia dissipata, venti forti e raffiche di vento che raggiungono forza 12 della scala Beaufort sono anch’essi energia dissipata.
C’è però una questione di fondo su cui non ci sono dubbi perché sono le leggi della fisica dell’atmosfera che lo dimostrano. È noto che in un’atmosfera mediamente più calda non solo è capace di incamerare più vapore acqueo per la nota legge di Clausius-Clapeyron, ma è anche più instabile perché se fa più caldo nei bassi strati dell’atmosfera aumentano le velocità verticali, cioè la spinta che sta alla base della formazione di nubi e precipitazioni. Se allora guardiamo il nostro stato atmosferico, cioè quel teatro in cui la dinamica atmosferica si esibisce per formare ciclogenesi e sistemi perturbati, scopriamo che è ormai frequentemente più caldo del normale: tante volte, anche in settembre e ottobre, abbiamo mostrato le anomalie abbondantemente positive di temperatura dell’Italia e della superficie del Mar Mediterraneo dovute a fasi spesso stabili e dominate dai campi di alta pressione che si ripetono ormai di frequente. E così, come è vero che un’atmosfera mediamente più calda è in grado di assorbire una maggiore quantità di vapore acqueo, è anche vero che una superficie marina più calda è in grado di rilasciare all’atmosfera una maggiore quantità di vapore acqueo grazie all’evaporazione. In secondo luogo, la stessa scienza ci dice che questa sorta di “marcia in più” che verrebbe ad avere il marchingegno atmosferico provoca un aumento dei fenomeni estremi. Si tratta di un’evidenza che possiamo considerare in generale, ma che non possiamo (almeno per ora) legare al singolo fenomeno perché non possiamo sapere qual è la percentuale dell’intensità di un fenomeno ricollegabile al “cambiamento climatico”. Bastano però le leggi della fisica per assicurarci che il complesso legame tra "eventi estremi" e “cambiamento climatico” esiste.
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05/01/2014: ore 00.02, +17,3 di scirocco.
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