Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Sa, facciamo una piccola disamina sul clima dell'W Cuneese (ma anche W Piemonte) di pianura in inverno.
L'evento di ieri porta a dare un'occhiata e a cercare di capire perchè, come altre volte accade, ad W nevica di meno.
Il fattore sfiga esiste, sicuro, ma in realtà un motivo profondo esiste, ed è orografico e dunque climatico.
Faccio un pò di approssimazioni, giusto per dare un'idea generale: solitamente l'inverno è la stagione nella quale prevalgono sostanzialmente due tipi di configurazioni: perturbazioni atlantiche con fronti da W/SW (anche da NW ma lasciamole da parte perchè lasciano tutti in ombra) e minimi bassi, talvolta innescati da irruzioni fredde.
Guardiamo una situazione tipica: il fronte da
S-SW, classicone.
Ad W abbiamo la barriera alpina, che raggiunge i suoi massimi ad W e grosso modo digrada procedendo verso SE alcune eccezioni a parte (massicci di Argentera e Gelas). Come sappiamo essa funge da "muro", e lo fa tanto meglio laddove è più alta, mentre scherma di meno dove è più bassa.
Risultato?
Allegato 556153
Si vede molto bene che nel lato E della provincia, sul Savonese, Astigiano e Alessandrino i rilievi immediatamente a SW non sono così alti tale da schermare in maniera decisa le precipitazioni, e dunque esse sfondano bene verso NE. Mano a mano che si procede verso NW - rimanendo sempre in pianura, nelle valli è diverso perchè sfonda - le precipitazioni faticano a scavalcare la barriera, e proprio nell'angolo NW della Granda e nel Pinerolese incontrano il massimo della difficoltà: hanno rilievi imponenti over 3000, una serie di valli orientate W-E immediatamente a S (con le loro dorsali) e non godono della "classica" rotazione da S, che in genere avviene verso il Piemonte Centrale.
Questo si traduce anzitutto in precipitazioni inferiori, meno organizzate e più discontinue. E precipitazioni più deboli e meno omogenee comportano un'omotermia minore, poichè la colonna d'aria non riesce a sistemarsi a dovere, e dunque una quota neve tendenzialmente più alta. In queste situazioni invece le Langhe, il Roero, il Sud Astigiano & co sono favorite: precipitazioni decise, continue, che si traducono in una colonna d'aria migliore e dunque quota neve sensibilmente più bassa.
Per questo, se parliamo di zone basse. in media, ad W tende a nevicare e a precipitare di meno che ad E. Con queste configurazioni "tipiche", ovvio, arrivasse la sciroccata del secolo su una -8° a 850hPa sarebbe un altro discorso
Ma guardiamo un pò di pluviometria nel cuore dell'inverno, ossia nel mese di gennaio (2000-2019), e facciamo un pò di confronti a parità di latitudine.
W: Villanova Solaro (267m.): 26.7mm, E: Castellinaldo (325m.): 37.6mm
W: Saluzzo-San Lorenzo (535m.): 27.4mm, E: Treiso (376m.): 35.5mm e Rodello (415m.): 37.4mm
W: Brossasco (580m.): 34.5mm, E: Roddino (500m.): 39.7mm
W: Dronero-Pratavecchia (575m.): 39.9mm, E: Belvedere Langhe (550m.): 41.7mm
W: Cuneo (575m.): 45.0mm, E: Ceva (410m.): 50.1mm
Come si vede, in linea generale la piovosità aumenta comunque procedendo verso S, ma il divario W-E tra pianura/pedemontana occidentale e E Cuneese si vede. Ed è vero che si parla di pochi mm medi (5-10mm), ma attenzione che sono
medi, ossia tengono conto anche delle entrate da E o da E-SE nelle quali le zone orientali hanno visto poco o nulla, e quelle occidentali invece un bel pò.
C'è poi anche il discorso famoso del borino, ossia, in caso di minimi bassi, un richiamo da N-NE al suolo "favonizzato" sulla pedemontana occidentale, che inibisce le precipitazioni e distrugge la colonna d'aria, un fenomeno che per ragioni orografiche difficilmente si presenta a SE del Tanaro e della Stura.
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