Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Il Nord Italia, ma soprattutto il Piemonte, hanno proprio un clima perfetto per reiterate e mostruose siccità, vista la conformazione geografica.
Tra le peggiori siccità del passato abbiamo quella degli anni 1158-1159, quando in Piemonte, Lombardia e Ponente non piovve da maggio 1158 a marzo/aprile 1159, e in tutto il Nord i fiumi si prosciugarono. Scriveva Padre Tatti negli annali di Como: "Sarà sempre memorabile quest'anno 1158 per la inaudita e straordinaria siccità, perchè dalla fine di maggio alla fine del seguente aprile non essendo mai venuta una gocciola d'acqua dal cielo, i pozzi medesimi nel cuore del verno restarono poco meno che asciutti"; allo stesso modo gli scrittori Vedriano e Sigonio annotano di siccità "enorme". I fiumi asciutti peraltro facilitarono la discesa in Italia di Barbarossa.
Anche il 1303 è un anno di siccità definita "storica": sia lo Schedario Grasufiano di Modena sia le Cronache Cremonesi scrivono che non piovve per quasi tutto l'anno, mentre anche l'inverno 1380/1381 fu estremamente siccitoso per il Piemonte, che registra di fiumi asciutti.
Un'altra siccità lunga è stata quella del 1513/1514, come scriveva il notaio Stefano Merlo dalla Valtellina "Nel primo di agosto 1513 sino a 10 marzo 1514 che sono mesi 7, non piovè nè fioccò mai se non una volta ch'appena bagnò la polvere della terra".
La siccità peggiore probabilmente degli ultimi duemila anni però potrebbe essere quella del 1539-1540, una siccità mostruosa che coinvolse non solo il Piemonte o il Nord Italia, bensì tutta l'Europa. Le precipitazioni iniziarono a diminuire nel corso del 1539 e, da quell'estate, non piovve fino alla primavera successiva, e anche nel corso del 1540 fece comunque caldo e secco fino alla fine dell'anno. Le cronache dell'epoca sono da far accapponare la pelle. In Valtellina le precipitazioni, insignificanti da luglio 1539 fino all'autunno inoltrato, risultano completamente assenti dal 7 novembre 1539 al 7 aprile 1540 e, dopo alcune deboli piogge primaverili, la siccità continuò fino a dicembre. Sull'Altopiano Bernese sono segnalati appena 6 giorni di pioggia tra marzo e settembre del 1540; le cronache milanesi narrano di siccità totale dal 10 settembre 1539 al 6 aprile 1540, e le conseguenze furono disastrose. In quel periodo le montagne non furono mai ricoperte di neve, il terreno si spaccò e si ridusse in polvere, vi furono immensi incendi forestali, le persone crollavano a terra colpite dal calore, e addirittura gli anelli degli alberi su cui sono state fatte le ricerche mostrano un anello di crescita bloccato per shock termico e siccità proprio in quell'anno.
Meno di cent'anni dopo un'altra siccità colpiva il Nord tra il 1604 e il 1605: in Piemonte il 1604 fu molto secco, nel Monferrato i pozzi sono prosciugati e il Po si dissecca, mentre sarebbe seguita un'altra siccità proprio nell'inverno in arrivo: in Valtellina siccità da metà ottobre del 1604 fino al 7 febbraio 1605 e con pochissime precipitazioni fino a maggio.
Pesante fu anche la siccità del 1733/1734, nel quale nelle valli bergamasche sono registrate appena due nevicate che hanno appena bagnato il terreno dal 1° novembre 1733 al 5 febbraio 1734, mentre la città di Milano segnala assenza di pioggia da ottobre 1733 a maggio 1734. In Piemonte la siccità è ancora più grave, in quanto vi furono - a seconda delle cronache e delle zone - dai sette ai nove mesi e mezzo senza piogge. A Ozegna i mesi senza piogge furono nove e mezzo, mentre gli Annali del Duca d'Aosta riportano una leggera nevicata e due ore di pioggia dalla metà di ottobre del 1733 al 12 maggio 1734.
La siccità colpisce nuovamente il Nord nell'inverno 1778/1779, quando in Valtellina non precipitò nulla dal 13 dicembre 1778 al 3 maggio 1779, mentre a Milano il periodo secco fu dal 30 novembre 1778 al 3 maggio 1779; nel Modenese si parla di asciutto da novembre a maggio, con solo un pò di pioggia la notte del 22 febbraio. Anche stavolta i pozzi si prosciugarono e i fiumi disseccarono.
Dev'essere stato anche piuttosto secco l'inverno 1816/1817, per Cuneo è definito dagli osservatori come "il più caldo dal 1747", con sole ininterrotto dal 22 gennaio al 2 marzo e montagne con pochissima neve che, quando si fuse, causò una secca memorabile per il Gesso, che rimase asciutto addirittura fino al 18 maggio.
Siccità storica e ricca di testimonianze è quella del 1893, che fu grave in quanto colpì in piena primavera, a seguito di un inverno già secco e poco nevoso (Colle Valdobbia raccolse appena 213mm di precipitazioni dal novembre 1892 a febbraio 1893). Le precipitazioni sono pressochè nulle nei mesi di marzo e aprile, e vi furono messe, pellegrinaggi e processioni in tutto il Piemonte e la Valle d'Aosta per invocare la pioggia. Aosta peraltro chiuse il 1893 ad appena 276mm.
Siccità non grave ma comunque presente si ripresentò nel 1921/1922, quando Cuneo vide appena 136mm da settembre 1921 fino a febbraio 1922, e si ha di nuovo un inverno secco nel 1948/1949, quando si registrano appena 122mm tra novembre 1948 e marzo 1949. Siccità prettamente invernale invece nel 1951/1952, con appena 36.6mm nell'intero trimestre.
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