Originariamente Scritto da
Alessandro1985
sarebbe un peccato sprecare quest'epoca di grandi fermenti sul tema riducendoci per l'ennesima volta al vecchi e ormai logoro riduzionismo antitetico uomo-natura o ancor meglio società umana ed ecosistemi naturali
io non condividerò mai posizioni (e a volte nemmeno ne sono consapevoli) che si rifanno ai dogmi sorti con lo sviluppo della deep ecology che considerano l'uomo un perturbatore esterno al resto della biosfera
abbiamo delle urgenze nel riconsiderare certi nostri paradigmi sorti dalla rivoluzione industriale ed esacerbatisi nel modello della crescita infinita, ma questo non ci esula (e anzi lo richiede con ancora maggior forza) di ridefinire il nostro ruolo nella natura dal punto di vista ontologico
la rivoluzione scientifica ci ha condotto a questo:
La scolastica medievale aveva a tal punto cristianizzato la filosofia aristotelica della natura e la sua causalità che i meccanicisti rinascimentali la considerarono poco più che un sistema di apologetica cristiana; anche la concezione Hobbesiana della meccanica sociale si risolse in un’aspra critica della causa finale aristotelica. […] Per liberare la mente dalle pastoie della religione, l’umanità stessa venne resa schiava del potere della scienza. Un nuovo organon sostituì il vecchio. […] La scienza si alleò alla tecnica per rafforzare la padronanza dell’uomo sull’uomo, incatenando l’umanità a quello stesso buio mondo di dominio cui una volta si era opposto ideologicamente
Pensare la ragione come una facoltà al di là della natura è un grosso rischio, che porta alla dicotomia già menzionata, e questa ci rende incapaci di affrontare i presenti problemi sociali ed ecologici con un approccio volto finalmente a superare quello che tali problemi
li ha prodotti:
The false dichotomy between reason and nature, as if we must choose between the mythic primitivism of ‘deep ecology’ and the manipulative instrumentalism of liberal environmentalism, reflects the institutionalized prejudices and practices of social relations deformed un per bouregois society, just as it reflects the inability to move beyond the false oppositions which have emerged not from an objective engagement with nature but through the distortion of nature by way of the conceptual identity imposed upon it.
per chi volesse approfondire il tema, il web è pieno di contributi sull'ecologia sociale che vede il suo padre teoretico in Murray Bookchin, in contrapposizione alla Deep Ecology di Arne Naess
molti al giorno d'oggi derubricherebbero tali questioni poco più che ad aria fritta, a codesti gioverebbe ricordare che le scienze sociali e la filosofia in primis sono alla base del modo di gestire qualsiasi approccio, compreso quello di applicazione delle scienze dure
chiedo perdono per l'intrusione e per l'ot
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