Nn va cit.. Rivediamole..altra cit
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Reading discretamente orribile
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Alle 144 ore abbiamo solo GFS
ICON é a est Ukmo é a est e Reading è bruttino
inoltre GFS ufficiale é tra i più freddi anche se non il più freddo, abbastanza in compagnia, questo va detto, ma comunque un po’ peggiorato rispetto al run spaziale 06z ma migliorare una -16 in ingresso Franco in Romagna l’éra un Pó difézil
Fuggito da lavoro ho fatto una capatina all’Eremo in notturna. Più che altro sono rimasto colpito dall’innevamento ancora presente a Monte Cerignone, ma di che razza di stau beneficia quel posto? Ha praticamente lo stesso accumulo di Villagrande, che é quasi 400 mt più in alto! Veramente un fiore all’occhiello della neve a soli 25 minuti da Cattolica!
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Diciamo che pure Ecmwf sono carte prettamente invernali ma "normali", chiaramente se prima vedi le gsf 12 serali parliamo di due mondi diversi.
A mio modesto parere manca ancora tanto tempo per qualsivoglia soluzione.
Dal basso della mia ignoranza direi che faranno penare non poco i modelli quella goccia che si stacca da sopra la Scozia tra le 96 e le 120 ore e la spinta più o meno accentuata del Canadese.
Ultima modifica di paolino79; 31/01/2023 alle 19:53
Monitoriamo.
E’ una questione di equilibrio… piu le correnti zonali spingono ad ovest meno freddo entra …. Stasera reading ha peggiorato. Gfs invece sempre buono. Entrambi sono pero da irruzione fredda. Finche i modelli non leggono bene le spinte zonali piu o meno forti non si arriva alla soluzione
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Intanto io ho chiuso un gennaio con un anomalia media complessiva di +3,4gradi. Un enormita’ .
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+8,0, ur 56%.. Il mese chiude senza una negativa e accumulo nevoso
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Corigliano
PRIMI SEGNALI DI UNA FASE INVERNALE DEGNA DI NOTA DOPO IL 6 FEBBRAIO.
In Italia, le ondate di freddo degne di essere chiamate tali devono essere costruite a tavolino. La dinamica atmosferica, infatti, deve incastrare in modo ottimale molte delle tessere che compongono il mosaico della configurazione barica affinché il flusso freddo possa essere indirizzato verso le nostre latitudini: più è lungo, infatti, il tragitto che la massa d’aria deve compiere per giungere fino a noi, maggiori sono gli ingranaggi che devono mettersi in moto per far sì che lo scenario vada in porto. Per questo motivo, seguire l’evoluzione di alcuni schemi della dinamica atmosferica vuol dire non avere la fretta di arrivare al traguardo, ma significa analizzare passo dopo passo come il disegno barico potrebbe iniziare a formarsi a partire dalle fondamenta. I calcoli numerici che ci vengono forniti dai modelli fisico-matematici sono infatti sempre vittime del caos e lo sono ancora di più quanto quei calcoli devono definire traiettorie di masse d’aria che partono da lontano. Nei casi come questi, quindi, è bene procedere con il freno a mano e seguire, aggiornamento dopo aggiornamento, come il quadro evolutivo si aggiusta con i nuovi ricalcoli e compiere il passo successivo solo quanto, arrivati a quel punto, le soluzioni proposte dalla modellistica iniziano a stabilizzarsi.
Ad oggi questa prima tappa è fissata a lunedì 6 febbraio, quando si prevede una nuova pulsazione dell’Anticiclone delle Azzorre verso le alte latitudini che potrebbe comportare la nascita, sulla penisola scandinava, su una nuova struttura di alta pressione propensa a bloccare il flusso perturbato atlantico che risulterebbe in questo modo limitato alla sola Islanda. Sul fianco destro di questa figura barica inizierebbe così a scorrere aria gelida, di natura artico-continentale, diretta in parte verso l’Europa centrale e in parte verso la penisola balcanica, dove a circa 1500 metri – cioè sulla superficie di 850 hPa – la temperatura potrebbe portarsi anche di 8-10 °C sotto la media climatologica: non siamo ovviamente ancora di fronte a una previsione vera e propria dal momento che, trattandosi di una linea di tendenza a una settimana, il dato fornisce per il momento solo una stima sull’entità del probabile raffreddamento. Tuttavia, anche se siamo di fronte ad un’indicazione di massima, questa indicazione è sicuramente un buon indice di quanto il segnale atmosferico inizi a diventare robusto e quindi meriti di essere preso in considerazione, analizzato e presentato al grande pubblico per quello che esso ancora è, senza saltare a conclusioni affrettate.
L’evoluzione futura partirà da qui. Partirà, innanzitutto, dalla conferma di questo impianto barico. Solo in un secondo momento si inizierebbe a parlare dell’evoluzione a cui potrebbe andare incontro questa ondulazione per vedere, ad esempio, se ci saranno i presupposti affinché la figura di alta pressione possa evolvere in configurazione di blocco. Sicuramente, quindi, le tappe per avere chiaro quella che potrebbe essere la dinamica di questo scenario non saranno poche perché lo schema sinottico sembra caratterizzato da una certa persistenza e di conseguenza andrà seguito in tutte le sue future mosse per capire quali potrebbero essere gli effetti di una circolazione fredda orientale sul tempo dell’Italia.
Insomma, ci sarà molto di cui parlare nei prossimi giorni.
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