Originariamente Scritto da
Cristiano96
Riporto qui l'ultimo aggiornamento su facebook della pagina di Andrea Corigliano. Può sembrare che si dilunghi ma fidatevi che è un piacere leggerlo. Evidenzio una parte, per me importante, visto che sembra essere partito il de profundis in parte del forum.
"L’INVERNO SI PRENDE UNA PAUSA.Trascorreremo un inizio di gennaio con un tipo di tempo caratterizzato tutto sommato dalla variabilità e da temperature destinate ad aumentare nei prossimi giorni, fino a restare almeno per una settimana al di sopra della media del periodo con scarti dalla climatologia anche consistenti, specie in quota. La stagione invernale sembra quindi prendersi una pausa, dopo un mese di dicembre in cui l’elevata dinamicità atmosferica ci aveva riservato condizioni consone al periodo con il passaggio di perturbazioni atlantiche e con irruzioni di aria fredda al più di modesta entità. Possiamo quindi affermare che va aprendosi una nuova fase meteorologica in cui non sentiremo più parlare di freddo, bensì di aria mite che la circolazione generale dell’atmosfera farà affluire anche verso le nostre latitudini seguendo il flusso regolato dalle due configurazioni bariche che domineranno la scena euro-atlantica-mediterranea almeno fino al 7-8 gennaio. Nelle prossime 36-48 ore subiremo ancora gli effetti di una corrente portante impostata prevalentemente lungo i paralleli e quindi caratterizzata da ondulazioni poco sviluppate in ampiezza che porteranno i sistemi perturbati atlantici a lambire soltanto i settori alpini, quelli prealpini e marginalmente i settori del Nord-Est e del versante adriatico: la posizione del campo anticiclonico delle Azzorre, ben saldo tra il vicino Oceano Atlantico e la penisola iberica, lascerà infatti scorrere il flusso perturbato a più alte latitudini e riserverà alle nostre l’ingresso di aria mite da ovest, in prevalenza di origine polare marittima calda (figura 1). Tra il 5 e il 6 gennaio, invece, lo sviluppo di un’ondulazione più sviluppata lungo i meridiani e in avvicinamento alle coste occidentali europee sarà responsabile dell’attivazione di un richiamo ancora più mite proveniente questa volta dall’entroterra nord-africano: in questo caso sarà l’aria subtropicale continentale a percorrere la strada verso nord, in seno però a una circolazione che diventerà gradualmente sempre più ciclonica a partire dai nostri settori di ponente e che quindi si accompagnerà al probabile passaggio della perturbazione associata al cavo d’onda che andrà probabilmente a posizionare il suo perno tra le Isole Britanniche e la penisola iberica (figura 2). Questa dinamica darà quindi caratteristiche più autunnali che invernali al probabile peggioramento di cui abbiamo fatto cenno nell’ultima analisi e che potrebbe profilarsi nel fine settimana, su cui ritorneremo per i dettagli in uno dei prossimi aggiornamenti. Concludiamo con una breve considerazione. Dopo un mese di dicembre in cui, come abbiamo scritto, l’inverno è riuscito a mostrare il suo volto “mediterraneo”, una pausa fisiologica potrebbe anche rientrare nel comportamento di questa stagione. Per questo motivo è alquanto azzardato dare un peso così eccessivo a questa nuova fase a tal punto da affermare, quasi in modo perentorio, che l’inverno è finito. Fino a prova contraria, il dinamismo della circolazione atmosferica continua a scandire l’evolvere della situazione e fin tanto il flusso si muove e si ondula, anche in presenza di qualche pausa un po’ più lunga, vuol dire che la circolazione non è bloccata. Se è così, non si vede perché si debba già tirare le conclusioni quando ancora l’inverno meteorologico ha ancora due mesi di vita e quello astronomico è praticamente appena nato. Solo seguendo i continui aggiornamenti, analizzandoli entro i limiti fissati dalla predicibilità, sarà possibile svelare e scoprire passo dopo passo ciò che ci riserverà il tempo. Andrea Corigliano"
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