@snowaholic @burian br Grazie mille ad entrambi!
Ottima traduzione
Il grafico rappresenta i venti zonali all'equatore a 850 hPa, che a quella quota convergono verso le zone di convezione mentre in alto divergono. Il rosso rappresenta venti più occidentali della norma, il blu venti più orientali.
Per vedere la convezione ci sono anche altri indicatori che individuano con più precisione le zone in cui la convezione e favorita o soppressa, ma i venti sono molto utili per capire le interazioni con gli oceani. Sul Pacifico i venti occidentali favoriscono il Niño, quelli orientali la niña, mentre sull'oceano indiano venti occidentali favoriscono valori negativi del dipolo indiano e quelli orientali positivi (e questo ha una forte influenza sulla nostra estate).
Ah, non è tanto la niña che conta ma la transizione verso la niña, la niña pluriennale o l'uscita da una fase di niña sono invece problematiche (vedi 2012 e 2017)
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Ultima modifica di snowaholic; 18/06/2020 alle 15:59
Sì, se non sbaglio i venti trasportano masse di acqua calda nella direzione verso la quale spirano, risultando in un dislivello del livello del mare da un lato e dall'altro, e determinando la risalita di acque fredde dal lato da cui sospingono le acque superficiali.
Infatti i venti orientali favoriscono la Nina.
Lo stesso vale per lo IOD.
Qui ci starebbe la domanda: è nato primo l'uovo o la gallina? Sono i venti a innescare i cambiamenti di fase di quegli indici, o i venti sono favoriti da quei pattern?
Esatto, in generale gli oceani hanno un gradiente termico est-ovest perché sul lato orientale ricevono acqua più fredda dalle zone subtropicali (e questo produce anche un clima più arido sulle coste). Venti equatoriali occidentali ostacolano questa circolazione e favoriscono il riscaldamento delle acque nella parte orientale dell'oceano, viceversa quelli orientali la esaltano.
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Se venga prima l'uovo o la gallina in questo caso direi entrambi. Le oscillazioni delle anomalie oceaniche sono frutto di un quasi-equilibrio tra oceano e atmosfera, in cui le due anomalie si rafforzano a vicenda e trovano un temporaneo equilibrio.
Nel breve termine è la circolazione atmosferica che innesca i cambiamenti di fase, ma se la situazione oceanica è recettiva a questi stimoli si crea un feedback positivo che rafforza ulteriormente il pattern finché non interviene qualche cambiamento (spesso il cambio di stagione) che lo fa indebolire. Se invece lo stato degli oceani non asseconda l'atmosfera la forzante atmosferica non produrrà effetti di lungo termine.
L'unico aspetto della circolazione oceanica che presenta una inerzia tale da avere dinamiche sostanzialmente indipendenti dall'atmosfera nel breve termine è la circolazione termoalina, guidata dalle differenze di densità tra masse d'acqua (a loro volta prodotte da salinità e temperatura). Questo tipo di circolazione opera con tempi molto più lunghi ed ha effetti evidenti soprattutto alle alte latitudini (come l'AMO) mentre non è chiaro quali effetti abbia a livello tropicale.
Lo stesso in ambito economico finanziario che coltivo io. Su internet c’è un mondo se impari a cercare e tendenzialmente gratis.
andando off topic mi permetto di consigliare fortemente Coursera (sto facendo un corso della columbia university di new york completamente gratis), c’è di tutto.
scusate l’off topic
Quello è il mio ambito di formazione originario, anche se poi mi sono spostato verso un profilo più statistico-matematico.
Non è facile orientarsi in quell'ambito, troppe correnti di pensiero antitetiche e poche certezze universalmente condivise (anche se a mio avviso più per difficoltà delle persone a superare le ideologie che per una oggettiva mancanza di dati empirici, ma il questo sarebbe un argomento per la discussione dedicata).
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