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  1. #11
    Brezza tesa L'avatar di Gelo
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Citazione Originariamente Scritto da Pyntakx Visualizza Messaggio
    Il lavoro svolto nelle ultime ore mi ha portato in varie direzioni ma cercherò di essere il più possibile sintetico perché i risultati raggiunti sono stati abbastanza soddisfacenti e forse non sono del tutto frutto del caso. Per prima cosa ho cercato con lo stesso sistema di ieri di trovare i singoli mesi invernali più freddi e più caldi del dataset NOAA, ovvero ho cercato i dicembri più freddi e quelli più caldi nella stessa area topografica individuata ieri e ho fatto lo stesso con gennaio e febbraio. Per dicembre lo storico dei dati è il seguente:

    Immagine


    Di questo mese ho cercato di trovare il predictor più significativo nei mesi antecedenti e ho scoperto che, nonostante possa sembrare casuale, risultava una certa corrispondenza con la NAO di marzo come da figura seguente:

    Immagine


    Essendo questo uno schema circolatorio da NAO negativa e avendo fatto in principio la sottrazione tra i dicembri più freddi e quelli più caldi al sud ho verificato la correlazione trovando un riscontro accettabile:

    Immagine


    A questo punto ho provato a fare lo stesso lavoro con gennaio ma nonostante i miei sforzi non ho trovato risultati significativi pertanto passo direttamente a febbraio il cui storico dei dati è questo:

    Immagine


    Anche in questo caso ho fatto una scoperta curiosa, ovvero che risultava una certa corrispondenza con la NAO di gennaio dell'anno precedente come da figura sottostante:

    Immagine


    Essendo anche questo uno schema circolatorio da NAO negativa e avendo fatto come per dicembre la sottrazione tra i febbrai più freddi e quelli più caldi ho verificato la correlazione e anche in questo caso il risultato era positivo:

    Immagine


    Tutto ciò mi ha messo una pulce nell'orecchio, nel senso che essendo:

    - dicembre legato alla NAO di marzo

    - febbraio legato alla NAO di gennaio dell'anno precedente

    Ho provato a verificare se l'intero inverno fosse legato in qualche modo alla NAO del periodo gennaio-marzo di parecchi mesi prima e ho ottenuto un risultato sorprendente, specialmente per il sud Italia come si può intuire dalla figura sottostante:

    Immagine


    A questo punto tornando ai dati NOAA della NAO ho provato a selezionare i trimestri gennaio-marzo di ciascun anno che presentassero un valore medio minore o uguale a -1 e li ho sottratti a quelli che al contrario presentavano un valore medio maggiore o uguale a +1 (il tutto in ottica invernale) trovando un riscontro positivo come mostra il plot relativo:

    Immagine


    Ma c'è di più. Durante la ricerca ho scoperto esistere anche una discreta correlazione tra le temperature superficiali del Mare di Barents durante il mese di novembre e le temperature al sud Italia negli inverni successivi. Innanzitutto questo è lo storico dei dati delle SST a novembre sul Mare di Barents:

    Immagine


    Individuando i 5 anni con SST più fredde a novembre in questa zona e sottraendoli ai 5 anni con le SST più calde in ottica invernale si ottiene questo risultato:

    Immagine


    I successivi inverni di questo gruppo di anni hanno mostrato questo assetto circolatorio sul NH:

    Immagine


    Che non appare tanto distante dagli inverni successivi ai trimestri gennaio-marzo più antizonali (meno quelli maggiormente caratterizzati da westerlies) come si può osservare dalla figura postata prima. A ulteriore verifica della bontà del predictor ho spacchettato i risultati cercando le SSTA dei novembri antecedenti gli inverni più freddi e più caldi nel loro complesso al sud trovando questi risultati:

    SSTA prima di inverni freddi

    Immagine


    SSTA prima di inverni caldi

    Immagine


    Unendo i due lavori, ovvero quello relativo alla NAO del periodo gennaio-marzo e quello relativo alle SSTA nel Mare di Barents a novembre, si scopre facilmente che in presenza contemporanea di trimestri gennaio-marzo fortemente antizonali/zonali e di SSTA nel mare di Barents a novembre fortemente negative/positive aumentano/diminuiscono parecchio le probabilità di avere inverni freddi/caldi al sud come testimoniano i plot di sintesi che prendono in considerazione gli unici anni con NAO minore o uguale a -1/maggiore o uguale a +1 tra gennaio e marzo e SSTA fortemente negative/positive a novembre nel Mare di Barents:

    Primo caso

    Immagine


    Secondo caso

    Immagine


    Quest'anno abbiamo avuto tra gennaio e marzo valori piuttosto alti della NAO ma a novembre le SSTA del Mare di Barents erano così:

    Immagine


    Quindi tendenzialmente i due predictor uniti ci dicono che alla fine sarebbe stato un inverno mite al sud ma non estremo in questo senso (non essendo il 2022 un caso limite come i 3 prima citati) quindi c'è ancora spazio per qualche azione meridiana (da N) o retrograda (da NE o E) che vi possa dare delle belle soddisfazioni ...

    Spero che la lettura del post sia stata di vostro gradimento e ne approfitto anche oggi per augurarvi giornate felicissime in queste festività e che possiate avere il meglio dalla vita!
    Grazie per il tuo ottimo lavoro che ci hai regalato,ti auguro buone feste di cuore!
    Crederci sempre 💪💪

  2. #12
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    @Pyntakx, troppa carne sul fuoco, vai a 300 all'ora e io a 50 .

    Una domanda prima di tutto: la differenza che fai spesso tra anni più freddi e anni più caldi cosa rappresenta esattamente? A quale scopo la esegui?
    Io sono più interessante a carpire l'esistenza di un'eventuale causalità tra le correlazioni che evidenzi, ragionandoci su, perchè solo in questo modo potremo usare questi indici in senso predittivo. Prima però mi serve capire il tuo metodo.

  3. #13
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    @Pyntakx, forse puoi già fare dei test visto che esistono le serie storiche.
    Prendi un anno di partenza e inizia a fare la previsione confrontandola con quanto effettivamente accaduto. E questo per gli anni successivi.

  4. #14
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    @Pyntakx, troppa carne sul fuoco, vai a 300 all'ora e io a 50 .

    Una domanda prima di tutto: la differenza che fai spesso tra anni più freddi e anni più caldi cosa rappresenta esattamente? A quale scopo la esegui?
    Io sono più interessante a carpire l'esistenza di un'eventuale causalità tra le correlazioni che evidenzi, ragionandoci su, perchè solo in questo modo potremo usare questi indici in senso predittivo. Prima però mi serve capire il tuo metodo.
    Innanzitutto buone feste a tutti e grazie per aver letto il lavoro che ho pubblicato ieri. In merito al quesito posto da burian br io faccio la differenza tra anni più freddi e anni più caldi (in genere ne prendo in considerazione 5 per ciascuno dei due gruppi) per trovare l'assetto circolatorio intermedio che si manifesta nel NH quando le condizioni sono propizie per l'arrivo del gelo in questo caso al sud Italia. Perché i 5 anni più freddi manifestano in media un certo tipo di schema mentre l'opposto dei 5 anni più caldi sulla carta dovrebbe presentare uno schema simile al primo mentre in realtà sorgono delle piccole differenze che si appianano facendo appunto la media tra il primo gruppo di anni e il secondo. E questi anni (i 5 più freddi e i 5 più caldi) li utilizzo nei plot andando a ritroso a partire da novembre per trovare un appiglio (che poi diventa predictor) a cui aggrapparmi per avere una prima informazione di base su come possa andare la stagione invernale (o uno dei 3 mesi) al sud Italia. Con il lavoro delle ultime giornate ho trovato dei discreti (non ottimi ma neppure scarsi) predictor per dicembre e per febbraio. Nelle ultime ore ho invece continuato a lavorare su gennaio andando a ritroso anche di parecchi mesi e facendo dei plot sia per il NH, che per il SH, e alla fine pur non avendo trovato qualcosa all'altezza dei 2 predictor precedenti (la NAO di marzo e quella di gennaio, poi confluite nella NAO del trimestre gennaio-marzo) ho comunque scoperto che in presenza di un'intensa attività del vortice polare australe tra giugno e luglio dell'anno x aumentano in modo sensibile le probabilità che gennaio dell'anno x+2 possa alla fine risultare freddo al sud Italia. Per capirci sono ricorso al valore medio dell'AAO di giugno e luglio prendendo i dati da qui:

    https://www.cpc.ncep.noaa.gov/produc...nt.ascii.table

    In particolare si evidenzia che con un AAO media maggiore o uguale a +2 tra giugno e luglio di un anno a caso, due anni dopo circa a gennaio si verificano le condizioni ideali per avere gelo al sud Italia in quanto aumentano in modo sensibile le probabilità che si formino blocchi anticiclonici in Atlantico con relativa circolazione fredda depressionaria sui Balcani. Questa condizione del VP australe si è manifestata in questi termini solo nel 1979 e nel 2010 e due anni dopo circa a gennaio abbiamo avuto questa situazione sul NH:



    Viceversa, il contesto opposto (un VP australe parecchio disturbato tra giugno e luglio) non si è mai verificato nei termini di un AAO minore o uguale a -2 ma gli anni in cui ci si è maggiormente avvicinati a questa situazione sono stati il 1995 e il 2007 che dopo parecchi mesi sono stati seguiti da gennai così:



    Facendo la differenza tra le due situazioni ecco che appare nel plot l'alta probabilità di blocchi Atlantici di cui parlavo prima:



    Rispondendo in qualche modo anche a zoomx per il mese prossimo, considerando che nel 2021 (anno legato al 2023) l'AAO media tra giugno e luglio è risultata compresa tra 0 e +0,5, si potrebbe stilare questo tipo di tendenza:





    Questo plot è stato fatto tenendo in considerazione gli anni in cui come nel 2021 l'AAO media tra giugno e luglio è stata compresa tra 0 e +0,5. Provando ad incrociare questo predictor con i 2 evidenziati ieri non ho trovato casi perfettamente sovrapponibili a quelli indicati nel plot precedente ma possiamo comunque prendere per buono il pattern illustrato perché tipico da NAO positiva (come suggeriscono ultimamente i forecast NOAA per i primi di gennaio) e perché non mostra nel dettaglio grosse anomalie positive di temperatura per il sud Italia considerando che già ieri avevamo visto come fosse ancora possibile nel corso dell'inverno qualche azione meridiana o retrograda in grado di portare il freddo al sud Italia (il 2022 non era individuabile come caso limite in senso caldo in stile 2015 o 2020)

  5. #15
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Facendo una prova per il gennaio 2017 incrociando tutti i predictor presi in considerazione finora si ottiene questo risultato:

    Tendenza possibile



    Realtà



    Per arrivare alla tendenza ho prima calcolato l'AAO media tra giugno e luglio nel 2015 (riferita a gennaio 2017) e ho visto che il valore si aggirava tra +1 e +1,5. A quel punto ho cercato gli anni con un valore medio dell'AAO tra giugno e luglio compreso tra +1 e +1,5 trovando come corrispettivi il 1998 (legato a gennaio 2000) e il 2004 (legato a gennaio 2006). A quel punto ho calcolato la NAO media del periodo gennaio-marzo del 1999 e del 2005 (legati rispettivamente a 2000 e a 2006) e ho verificato le SSTA registrate nel Mare di Barents a novembre negli stessi anni trovando come miglior candidato il 1999 (per la NAO e per le SSTA). Da lì ho fatto il plot del gennaio 2000 e come ho mostrato sopra l'ho confrontato con il gennaio 2017. Ci sono delle differenze ma concettualmente l'idea di masse d'aria fredda in direzione del Mediterraneo appare in entrambe (nel 2017 il core è più spostato verso W ma più o meno ci siamo). Logicamente per fare la tendenza, dovendo anche considerare le SSTA del Mare di Barents del mese di novembre, all'epoca si sarebbe dovuto aspettare almeno fino alla metà-fine di novembre del 2016 perché prima sarebbe stato impossibile fare qualsiasi tipo di analisi con questo tipo di strumenti

    Fonti dei dati:

    https://www.cpc.ncep.noaa.gov/produc...nt.ascii.table
    https://www.cpc.ncep.noaa.gov/produc...nt.ascii.table
    Monthly/Seasonal Composites: NOAA Physical Sciences Laboratory

  6. #16
    Bava di vento L'avatar di stefano82
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Leggo molto questo forum,ma purtroppo scrivo poco perché non ho conoscenze approfondite di meteorologia.Devo farti i complimenti per questa discussione aperta da te Pyntakx è molto interessante. Grazie continua così.

  7. #17
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Quando parli di AAO io tendo però a storcere pesantemente il naso. I due emisferi sono legati spesso per cause indirette (ad esempio per via dell'influenza di ENSO o MJO o IOD, che agiscono a cavallo dei due emisferi sull'equatore climatico condizionandoli entrambi) che non per reale comunicazione diretta. E' un po' come la storia dei due emisferi cerebrali, sono due mondi indipendenti, ma nel caso di questi ultimi per lo meno si sa che esiste una effettiva linea comunicativa diretta (il corpo calloso) che invece manca a livello globale dato che non c'è un reale trasferimento di masse d'aria da un emisfero all'altro, basta vedere come agiscono le varie celle convettive, con venti convergenti verso l'equatore ma poi divergenti verso ciascun polo, senza attraversare la linea intertropicale.
    Quindi, a meno che l'AAO non influenzi in qualche modo l'ENSO o lo IOD, allora si tratta probabilmente di correlazioni spurie, con poco significato magari casuale.

  8. #18
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Quando parli di AAO io tendo però a storcere pesantemente il naso. I due emisferi sono legati spesso per cause indirette (ad esempio per via dell'influenza di ENSO o MJO o IOD, che agiscono a cavallo dei due emisferi sull'equatore climatico condizionandoli entrambi) che non per reale comunicazione diretta. E' un po' come la storia dei due emisferi cerebrali, sono due mondi indipendenti, ma nel caso di questi ultimi per lo meno si sa che esiste una effettiva linea comunicativa diretta (il corpo calloso) che invece manca a livello globale dato che non c'è un reale trasferimento di masse d'aria da un emisfero all'altro, basta vedere come agiscono le varie celle convettive, con venti convergenti verso l'equatore ma poi divergenti verso ciascun polo, senza attraversare la linea intertropicale.
    Quindi, a meno che l'AAO non influenzi in qualche modo l'ENSO o lo IOD, allora si tratta probabilmente di correlazioni spurie, con poco significato magari casuale.
    Riguardo al predictor che ho trovato negli ultimi giorni per gennaio anche io non sono soddisfatto perché per trovarlo ho proprio raschiato il fondo del barile e anche io non credo fino in fondo che possa essere del tutto indicativo per quel mese. Avrei potuto utilizzare la NAO di febbraio come suggerisce il NOAA:



    Però se poi si va a fare il plot per le T a 1000mb si ottiene questo risultato:



    Che non mi soddisfa perché mostra una leggera anticorrelazione sul nord Africa e in Turchia e quindi non può essere pienamente rappresentativo per il sud Italia. Tra l'altro questo predictor ci avrebbe fatto pensare nel 2016 a un possibile gennaio 2017 da record di caldo al sud quando nella realtà dei fatti il mese è stato piuttosto freddo quindi va proprio scartato. In più tra ieri e oggi ho provato a fare delle simulazioni e alla fine si riescono ad ottenere delle indicazioni più precise solo se si prende in considerazione l'intero trimestre invernale senza andare a guardare i singoli mesi perché sì, nella maggior parte dei casi non si va lontano dall'idea di fondo, però alcune volte i risultati sono abbastanza distanti dalla realtà dei fatti pertanto almeno per quanto mi riguarda terrò buono in futuro solo il predictor della NAO del trimestre gennaio-marzo e quello delle SSTA di novembre del Mare di Barents. In quanto però al fatto che i due emisferi agiscano in modo indipendente tra loro comunque lascerei un bel punto interrogativo nel senso che almeno personalmente non escluderei del tutto il fatto che in qualche modo i due vortici polari "comunichino" tra di loro. Infatti se proviamo per esempio a vedere il pattern favorito nel mese di gennaio su tutto il pianeta in caso di AAO positiva si ottiene questo risultato:



    Da un primo sguardo potrebbe sembrare casuale il fatto che ci sia una certa relazione tra AAO positiva e AO negativa a gennaio (visto che sono favoriti GPT+ sull'Artico) però se si osserva la serie storica si può notare che nei due casi limite (AAO molto positiva/molto negativa) da una parte abbiamo avuto un VP da noi leggermente disturbato (era il 2012 e l'AO chiuse a -0,220), dall'altra abbiamo avuto il valore medio dell'AO per gennaio più elevato della serie storica (era il 1993, l'AAO chiuse a -2,021 mentre l'AO sfornò un impressionante +3,495). Questo fatto si nota anche prendendo in considerazione l'intero anno solare:



    Sul perché le cose stiano così non saprei dare una risposta perché la mia preparazione scientifica per quanto riguarda la fisica dell'atmosfera è molto limitata e si basa più sull'osservazione di tutti i giorni che su materiale scientifico trovato in rete e poi studiato (in questo forum da questo punto di vista ci sono persone molto più avanti di me) però appunto c'è questa relazione che dal mio umile punto di vista mi suggerisce di non assumere posizioni categoriche. Del resto l'esperienza del dicembre appena vissuto non mi fa essere tranchant:






  9. #19
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

    Buona giornata a tutti. Ieri sera, tornando ad indagare su quali potessero essere dei segnali "spia" per inverni freddi al sud e quindi facendo dei plot su mesi di molto precedenti agli inverni più freddi al sud (meno quelli antecedenti gli inverni più caldi) mi sono imbattuto in alcuni predictor che, se si materializzano tutti contemporaneamente a:

    - NAO mediamente negativa nel trimestre gennaio-marzo dell'anno x-1 (in riferimento a inverni di anni x-1/x)

    - SSTA mediamente negative a novembre nell'anno x-1 nel Mare di Barents

    - delta AO-PNA marcatamente negativo a novembre nell'anno x-1

    Portano poi con alta probabilità ad avere inverni caratterizzati da frequenti blocchi alle correnti Atlantiche e quindi freddi al sud Italia. Questi indicatori sono:

    - una NAO mediamente positiva a marzo nell'anno x-3 come da figura seguente:



    - una NAO mediamente negativa ad aprile sempre nell'anno x-3 associata ad EA negativo:



    - una NAO mediamente negativa nel mese di dicembre ancora nell'anno x-3 come da figura successiva:



    - un EA mediamente positivo nel mese di febbraio nell'anno x-2 come da plot:



    Ricordando per quest'ultimo indicatore il pattern tipico da EA positivo nei vari mesi dell'anno:



    Tra tutti questi indicatori appena trovati ne consegue che tra marzo ed aprile dell'anno x-3 deve avvenire una brusca frenata zonale non necessariamente a cavallo tra i due mesi ma evidenziabile facendo la differenza tra la NAO di aprile e quella del mese precedente. Ebbene, considerando tutti e 7 gli indicatori trovati tutte le condizioni vengono soddisfatte solo per l'inverno 1980-81 che risulta essere il più freddo della serie storica recente al sud Italia mentre la situazione opposta, ovvero il realizzarsi dell'opposto di tutte le 7 condizioni prese in considerazione, non si è mai verificata facendo un'analisi scrupolosa ma gli anni in cui ci si avvicina maggiormente a questa particolare eventualità sono il 2013 e il 2018 che hanno condotto agli inverni 2015-16 e all'inverno 2020-21. Facendo la differenza tra i due gruppi di inverni emerge questo risultato:



    Che ci porta alla conclusione che maggiore è il numero di condizioni soddisfatte tra quelle elencate, maggiore sarà la probabilità di avere poi inverni caratterizzati da blocchi Atlantici e quindi freddi al sud Italia.

    Fonti dei dati:

    https://www.cpc.ncep.noaa.gov/produc...nt.ascii.table
    https://www.cpc.ncep.noaa.gov/produc...nt.ascii.table
    https://www.cpc.ncep.noaa.gov/produc...nt.ascii.table
    Monthly/Seasonal Composites: NOAA Physical Sciences Laboratory
    https://iridl.ldeo.columbia.edu/SOUR...N+-table+.html

    Spero che la lettura del post sia stata gradita e ne approfitto per auguare a tutti voi un felice anno nuovo visto che il 2022 sta per passare all'archivio

  10. #20
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    Predefinito Re: Un discreto indicatore per prevedere inverni freddi al meridione

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